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Autore: Mr Black    13/09/2010    3 recensioni
Una what-if che riscrive la fine di Eclipse, stravolgendo poi Breaking Dawn.
Mentre si fa sempre più vicina l'armata di Victoria e dei vampiri neonati, il triangolo amoroso Edward-Bella-Jacob esplode con tragiche conseguenze. Così, Edward e Bella andranno incontro ad un destino radicalmente diverso.
Non faccio altro che ripetere gli stessi sogni ed ormai, francamente, lo trovo pure stancante. Prima - non saprei esattamente dire quanto "prima" fosse - era solo dolore. Il dolore perfetto. Sognare un'eternità radiosa e svegliarsi in un'eternità di buio nero, nerissimo.
Altro che alba dirompente... la mia vita è più una notte polare. Anche di giorno, c'è sempre buio. Il sole non sorge mai.
Il sole non sorgerà mai più.
La storia che la Meyer non ha avuto il coraggio di raccontarvi.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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INTERLUDIO: ISABELLA SWAN

 

 

A volte mi ritrovo a pensare che odio sognare. Odio i miei sogni, sì, perché spesso e volentieri sono incubi terrificanti che mi fanno svegliare di soprassalto, tra le urla (mie) e l'ansia (di Charlie o Edward). Ma non è solo questo. I miei sogni sono chiarissimi. Mi basterebbe raccontare i sogni di una settimana per dire tutto di me ad una persona sconosciuta, del tutto estranea. A che vale avere un cervello stranamente immune ai poteri paranormali, se poi con un sogno ti illustro tutto il mio contorto inconscio.
C'è stato un periodo, nella mia breve esistenza – finora– a Forks, in cui dominava un brutto cielo nero senza luna. In quel periodo non facevo altro che sognare. L'assenza di Edward aveva un peso intollerabile anche nei miei incubi.
Adesso, per lo più, faccio dei bei sogni. Sogni veramente carini. Roba proprio da mettersi a cantare “i sogni son desideri.. di felicità...”, e tanti saluti a Cenerentola.
Ho fatto un sogno lunghissimo. Lungo quanto un'eternità agognata. Era tutto così bello, così vivo e vivido. Forsk, in questo sogno, non è mai stata una cittadina così piena di luce, di colori, di vita.
Io ed Edward ci siamo finalmente sposati. Eggià. Ricordo tutto, a cominciare dal matrimonio. Il tradizionale “la sposa non deve vedere lo sposo prima delle nozze!”, che mi ha costretta a patire le pene dell'Inferno senza Edward... il vestito che mi ha prestato Alice, qualcosa che non avrei mai chiesto in vita mia, solo solo perché non sarei mai stata capace di pensare un abito simile. Ricordo il suono martellante del mio cuore, poco prima quel fatidico lo voglio. La tensione era salita alle stelle, mi era esplosa in gola, finché avevo sentito qualcosa di dolce e caldo scivolarmi dentro e posarsi poi sul cuore... la consapevolezza d'essere la moglie del vampiro di cui stringevo la fredda mano... poi tutto era successo molto rapidamente. Saluti, sorrisi, abbracci. Lacrime trattenute e risatine composte. Ero una bianca regina attorno cui sciamavano un gran numero di persone.. i miei amici del liceo, i Cullen, mia nuova famiglia, Charlie e Renee, i vampiri di Danali.. persino alcuni licantropi. C'era Seth e famiglia. Ad un certo punto, era arrivato pure lui... il mio lupo dal lungo pelo fulvo. E come al solito, sono stata una stupida sbadata e l'ho fatto scoppiare d'ira... Era tutto così straordinario, ma anche.. normale. Era... giusto. Perché era esattamente così che le cose dovevano andare. Che altro era successo, poi? Ah, sì... la misteriosa luna di miele.. direzione: l'isola Esme.
C'è stato un momento, lo ricordo benissimo, in cui mi sono fermata in mezzo al mare. Il tramonto stava lentamente morendo. L'acqua caldissima mi bagnava per metà. Mi sono fermata, sono rimasta imbambolata e, con la cornice di qul bellissimo luogo, ho pensato una sola frase di senso compiuto, dal significato importantissimo. Finalmente, io ed Edward abbiamo fatto l'amore. Certo: c'era il problema dei lividi sul mio corpo – non che m'importasse granché: farlo con un vampiro dalla consistenza granitica era comunque un'esperienza strepitosa –, ma Edward insisteva a volersi sentire in colpa. Certo: mi stavo lentamente abituando ai piaceri umani propri quando mi aspettava il grande salto. In quel preciso istante, tuttavia, mi sentivo felice. La felicità era avere un singolo e solitario pensiero in testa, e sapere che quello mi poteva bastare per tutta l'eternità. Io ed Edward, insieme, sempre. Forse era l'acqua – così credevo – ma sentivo un calore improvviso diffondersi dentro di me, un calore rassicurante. Se non fosse stato che mi trovavo ad un emisfero di distanza, avrei giurato fosse Jasper, ed il suo brillante potere. Più tardi, ci avrei ripensato. Era lei. Renesmee. La mia piccola Nessie, frutto del nostro amore, che mi diceva di stare tranquilla...
I giorni passarono... tutto divenne dolore, speranza e di nuovo dolore, molto dolore, e l'amaro retrogusto della rassegnazione. Poi il dolore s'era incendiato. Poi tutto era diventato pura luce. E poi, finalmente, avevo aperto gli occhi per la prima volta ed avevo visto sul serio. Quella era la dirompente alba della mia nuova vita da immortale. Bellissima, potente, a fianco di Edward.
Ed era solo un'illusione.
...
...
...
Non faccio altro che ripetere gli stessi sogni ed ormai, francamente, lo trovo pure stancante. Prima – non saprei esattamente dire quanto “prima” fosse – era solo dolore. Il dolore perfetto. Sognare un'eternità radiosa e svegliarsi in un'eternità di buio nero, nerissimo.
Altro che alba dirompente... la mia vita è più una notte polare. Anche di giorno, c'è sempre buio. Il sole non sorge mai.
Il sole non sorgerà mai più.
Nei miei sogni sono una vampira bellissima e letale. Combatto contro i miei nemici, difendo i miei amici. Ma nella triste realtà, sono solo una piccolissima parte della mia coscienza sconvolta e strasfigurata da un dolore che non avrei mai immaginato possibile. Sono diventata l'ombra di ciò che ero. Fuori, il mondo è buio e triste. Edward giornalmente scuote il mio corpo, nella speranza di farmi sputare fuori il veleno che ha soffocato la mia coscienza. Lo vedo rivolgermi occhiate colme d'un dolore denso. Sento che sta impazzendo, piano piano. Lo vedo interrogare disperato gli occhi di Carlisle, e lui gli risponde sempre la stessa cosa. Una scrollata di spalle, un cenno di diniego con la testa appena accennato. Fuori il mondo è buio e triste, e mi dispiace per tutti quelli che ci vivono. Tuttavia, io sono rimasta inghiottita dal dentro... dove tutto è nero pece ed ogni cosa non ha più senso. Ci vuole un minimo di luce per vedere le cose, distinguerle, dare loro un'identità. Ed io, effettivamente, ho anche perso la mia identità. Io non sono più niente, ormai.
Anzi.
Sono solo una piccola cosa.
Quel che rimane di Bella Swan è questo: una frase che si ripete all'infinito. Jacob Black – il mio Jacob – è morto. Ed io non posso farci proprio niente.

...

Che rumore fa una coscienza che si spezza?

...

Il vampiro chiamato Riley sorprende alle spalle il licantropo chiamato Jacob. Il vampiro chiamato Riley atterra il licantropo chiamato Jacob. Il vampiro chiamato Riley azzanna il collo del licantropo chiamato Jacob.
Sempre. Sempre, sempre la stessa scena, di nuovo, di nuovo e di nuovo ancora.

...

Perdita dei sensi. Down emotivo. Calo delle funzioni vitali. Sindrome depressiva psicotica. Deliri notturni. Distacco dalla realtà. Progressivo deterioramento della sfera cognitiva. Coma. La morte della coscienza.

...

Tutti parlano sempre dell'inconscio come di un luogo buio e oscuro. Le profondità della coscienza, il buio dell'inconscio, e così via... anch'io credevo vi avrei trovato uno spazio buio e amorfo. Ma non è andata esattamente così. Per molto, molto tempo – posto che il tempo ha semplicemente smesso di esistere – il mio inconscio è rimasto incastrato in un luogo ben definito. Una radura, altrimenti insignificante, con una vistosa macchia di sangue su una porzione di prato. Nulla di più.
E' in questo luogo che sono rimasta intrappolata, chissà quanto a lungo.
Un istante. Mille anni. Magari non ci sono mai stata realmente, me lo sono solo immaginata. Magari è solo un sogno. O magari ho sempre vissuto in questo luogo, chi lo sa. Forse la realtà non è mai esistita. Forse ci sono nata, in questo pezzo di terra macchiata di sangue denso e colloso.
All'inizio ricordavo ancora qualcosa. Possedevo dei ricordi, che mi attraversavano come una pioggia di particelle debolmente interagenti. Mi passavano attraverso, davvero, in perfetta casualità.
Jacob che mi regala il braccialetto.
Jessica che mi passa una coca, durante il pranzo alla mensa scolastica.
Un esercizio di matematica.
La voce al telefono di mia madre.
Le lasagne di Esme.
Uno sguardo casuale di Edward.
Un inutile film al cinema.
Il bagliore singolare del sole in una domenica serena e silenziosa.
La pesantezza dell'ansia poco prima di un compito in classe.
Cose così.
Senza ordine.
Un oceano di eventi sottratti allo spazio-tempo.
Ricordo le lezioni di fisica. Einstein, la relatività, l'ordine, il kosmos, il disordine, l'entropia, lo spazio-tempo, le fluttuazioni quantistiche. Forse mi sono rimpicciolita. Piccola quanto un neutrone. Così piccola da percepire le increspature dello spazio-tempo. Vedo l'universo schiumare nel caos. O forse è solo la mia coscienza. Forse l'universo è la mia coscienza, forse la mia coscienza è un universo.
Forse, forse, forse.
In questo mondo fatto di terra che non sa di terra, di erba che non ha più il colore dell'erba, e di sangue, sangue fin troppo vero per essere reale – in questo mondo non esiste più alcuna certezza.
Ma quand'è successo? Quand'è cominciato tutto?
Di chi è quel sangue?
Forse è il mio.

...

Bella, dannazione, Bella, svegliati, svegliati Bella, te ne prego, ti imploro Bella, svegliati, non lasciarmi così, non lasciarmi così, non lasciarmi così, Bella, Bella Bella Bella!, svegliati, ti prego, svegliati, Bella, svegliati, ti scongiuro, Bella, non osare lasciarmi così, Bella, sistemerò tutto, Bella, sistemerò tutto, vedrai, Bella, svegliati svegliati svegliati...
E' inutile, Edward. Mi dispiace.
Carlisle.
Abbiamo fatto il possibile... ma la situazione sta peggiorando. Lo sai. E non voglio mentirti.
Se solo fossi in grado di entrare nella sua testa... potrei aiutarla, lo so, ci riuscirei, ne sono certo.
Non prendertela con te stesso, Edward.
Svegliati svegliati svegliati...

...

Un cono di luce illumina malamente ciò che è rimasto del mio mondo: un metro quadrato di erba chiazzata di sangue. Io vi sto sdraiata sopra. Mi guardo dall'alto, in piedi. Mi guardo di lato, in ginocchio, ricordandomi di essermi già inginocchiata, esattamente in questo punto. Continuo a guardare me che guardo il prato irrorato di sangue.
Vuoi sognare ancora?
Un fantasma senza volto e senza occhi mi guarda e mi parla, mi invita a sognare, a chiudere gli occhi e dimenticare.
Ma qui qualcuno... qualcuno è... qui è successo qualcosa. Qualcosa di importante, credo.
Non importa. Puoi andare via. Ora niente è più importante. Niente potrà farti del male.
Niente potrà farmi del male.
E allora sogno.

...

Ho nove anni. A Phoenix splende il sole. Charlie e Renee ci guardano giocare in giardino. Me e Jake. Jake mi ha bagnata tutta, rovesciandomi addosso un secchiello pieno d'acqua. Ma io sono più furba. Ed ho l'appoggio di papà, che mi fa vedere come aprire il tubo dell'acqua e inondare Jacob, che ricade a terra travolto dal getto impetuoso.

...

E' il mio undicesimo compleanno. Mamma ha organizzato una festa colossale. E' la prima festa nella nuova casa. Papà è stato promosso, e quindi abbiamo comprato una casa molto più grande. Alla festa ci sono proprio tutti. Mi reca piacere e allo stesso tempo imbarazzo vedere la mole di regali depositati sul tavolo. Tagliamo la torta. La mia fetta è grossa. Pesante. Troppo pesante per il piattino di plastica molle e deforme, la torta cade. Jacob mi passa il suo piatto. Puoi mangiare la mia.

...

Ho tredici anni. Io e Jacob giochiamo ad un videogioco stupido. Mi annoio.

...

Ho diciassette anni. A scuola è arrivato uno nuovo. Sembra un modello. Si chiama Edward.

...

Edward mi fa stare bene. Mi fa sentire protetta. Anche Jacob mi fa sentire protetta, e mi diverte. Ma Edward mi fa sentire speciale. E stare con loro due è un po' come un eclissi. Perché è un evento bellissimo, speciale, ma anche piuttosto raro. Perché è avere il giorno e la notte insieme. Il sole e la luna.

...

Jacob mi bacia, gli tiro uno schiaffo, mi faccio male. Litighiamo. Ma facciamo pace.
Anche Edward mi bacia. Ma è diverso. E' il tramonto. Il tramonto visto da un posto speciale, un luogo segreto nel bosco.
Un momento.
Ma ci sono boschi a Phoenix?

...

E' notte. E' buio. Fa freddo. Succede qualcosa. Una striscia luminosa di fari d'automobile rimane incollata sulla mia retina. Poco dopo, vi si imprime una macchia di sangue. E le mie orecchie si riempiono di urla.
Chi è che sta urlando?
No.
No.
Questa non è la mia voce.

...

Lasciami entrare, Bella, ti prego, lasciami entrare, posso salvarti solo io, Bella, ti prego, devi solo lasciarmi entrare, lo so che ce la puoi fare, lo so che mi puoi sentire, quindi fallo, te ne prego, Bella, rimuovi il tuo scudo, Bella, rimuovilo, e lasciami entrare...
Edward... So che continuo a perdere fiato, con te, ma come non ti rassegni tu non mi rassegno nemmeno io.
Lasciami in pace, Alice.
Edward.
Vattene, Alice, e lasciami in pace!
...
Per quanto ancora vuoi incolparmi, Edward?
Avresti dovuto prevederlo, avresti potuto...
Lascia perdere i condizionali, Edward.
...
Mi dispiace così tanto, Alice...
Non fa niente, Edward. Non fa niente.
Io però... lo so. Io potrei salvarla... se solo mi lasciasse entrare dentro...

...

Continuo a smarrirmi, a spezzarmi ad infrangermi in un dedalo di incubi e visioni. Per ogni sogno tramutato in incubo, c'è una diversa Bella che prende ad esistere, affollando questo mondo ristretto eppure infinito.
Eppure io so che sono tutte fittizie.
Ma come faccio a capire se lo sono anch'io? Dov'è quella vera?
Ma esiste una vera Bella?
E intanto continuo a dimenticare. A ricordarmi che devo ricordare qualcosa.
Gratto via la superficie di questo mondo. Scarifico la mia coscienza. Forse prima o poi arriverò al nucleo. Forse, continuando ad uccidermi, ad annientare i miei fantasmi, a cancellarmi via, forse, prima o poi rimarrà qualcosa. Quel qualcosa che ho dimenticato e che devo assolutamente ricordare.
Cos'è successo in questo luogo? Qualcuno... qualcuno è...

...

La notte è sempre uguale a se stessa. La luna è sempre lì, immobile ed eterna. Non si muove mai, potrei persino credere che non esista. Eppure, ricordo che c'era qualcosa oltre la notte.
Se solo riuscissi a ricordare...

...

Continuo ad annientarmi. A strappare via i miei sogni che diventano sempre incubi. Crosta dopo crosta, affondo le unghia nella carne e tiro.
Siamo rimaste in quattro.
C'è una Bella che ha diciassette anni. Vive in un cielo senza luna. E' triste. E' cattiva.
C'è una Bella che ha quattordici anni. Non ha mai conosciuto il sole, né la luna, né l'eclissi. Si è persa. Non sa come sia arrivata in questo luogo senza nome.
C'è una Bella che è uguale a me. E' buona, la sua mano è calda. Anche se non ha volto, non ha bocca e non ha occhi.
E poi ci sono io.
Le prime due non parlano mai. Sono spaventate. La terza è più coraggiosa. Mi parla continuamente.
Qui ci sono fin troppe voci. Qualcuno continua a chiamarmi. Ma la voce della terza Bella è più forte e chiara.
Mi chiede di nuovo di fare cambio.
Posso starci io al posto tuo. Così non soffrirai più. Ti proteggo io.
Prima c'era qualcuno a proteggermi. Qualcuno...
Dimentica. Il passato è passato. Rimane il presente. Ed il futuro. Ed io ti prometto che ci penserò io, sempre.
E allora accetto.
Facciamo cambio.
Adesso ci starà lei al posto mio.

...

Dovresti riposare, Edward.
Come se i vampiri si riposassero.
Avanti, Edward... sai cosa intendo. Ti stai sottoponendo ad uno sforzo estremo.
Risparmiami i dettagli clinici, Carlisle.
Ormai stento a riconoscerti, Edward.
Lo so. Non sono più l'Edward di una volta. Non fate altro che ripeterlo tutti.
...
E' solo questione di tempo. Lo so. Prima o poi il suo scudo cederà, e allora io riuscirò ad entrare.
Edward... so bene di non poterti convincere a lasciar perdere... ma almeno ascolta il consiglio di tuo padre. Riposati. Se anche riuscissi a fare breccia nella sua coscienza, in queste condizioni non riusciresti a fare niente. Anzi. Potresti rimanerne travolto. L'inconscio è come un universo. Ognuno ha il suo, con le sue regole personali. Non sappiamo cosa ci troverai, là dentro. Non credere di poterci trovare la tua Bella tanto facilmente.
Credi che non lo sappia, tutto questo? E credi che comunque mi fermerà?
No... non ti fermerà. Ti conosco bene.
...
...
Qual è il problema?
E' il suo scudo mentale... se possibile, sembra essersi fortificato.
Temo che le cose diverranno allora ancora più difficili. Sono mesi ormai che ha azzerato tutte le sue funzioni cognitive. Alice ed Esme continuano a prendersene cura, ma... potrebbe essere inutile.
Non dirlo!
E' la verità, Edward. Devi accettarla, prima o poi.
No!
Non è come noi, Edward, lo vuoi capire?! E' un'umana. E' fragile, è debole. Guarda in che stato si è ridotta: potrebbe non svegliarsi mai più. Concedile almeno la dignità del riposo eterno!
No! Non te lo permetterò, Carlisle! Tu credi di avere sempre ragione, credi di aver il diritto di poter gestire la vita degli altri, cedi e togli la morte, ma io, io...!
...
Scusami. Non era mia intenzione. Scusami...
Continua pure a vegliarla, allora... vedremo chi vincerà questa battaglia dell'inconscio.

...

Vivo eternamente ciclicamente in un ripetersi infinito, al punto da apparire statico, di sogni ed illusioni. Lei, il mio scudo, ha preso il mio posto. Io non sono più nulla. Sto per sparire.
Eppure, una voce continua a chiamarmi.

...

Ad un tratto mi sveglio, e allora mi rendo conto che per tutto questo tempo ho dormito. Alzo lo sguardo e vedo la Bella quattordicenne. Dietro di lei, un cielo nero e freddo.
Come mi hai trovato?
Devi mandarla via.
Cosa?
Devi mandarla via! Solo così possiamo essere salvate. Solo così possiamo essere liberate.
Ma... cosa...
Lei, hai capito? Devi mandarla via! E allora, finalmente, potrai ricordare.
Ma ho paura.
Anch'io ho paura. Ma devi farlo.
Non so cosa dire. Mi metto in piedi, mi guardo attorno.
Coraggio, andiamo da lei.
E andiamo da lei. Siamo in tre. Io, la Bella che ha preso il mio posto, e la Bella quattordicenne. Non so dove sia la Bella diciassettenne. Forse è ancora intrappolata nel suo cielo senza luna.
La Bella quattordicenne parla per prima: devi andartene.
L'altra Bella replica: no. Lei ha bisogno di me. Di me e nessun altro.
La Bella quattordicenne ribatte: non è vero, lei non ha bisogno di te. Ha bisogno di sentire la sua voce. E di ricordare.
Io guardo le due parlare tra loro, senza capire.
Poi la Bella quattordicenne mi dice: vieni con me, ti mostro un posto.
L'altra cerca di fermarci, ma scompariamo. E magicamente ricompariamo in un posto che non avevo mai visto. O forse sì. O forse lo vedrò in futuro. Un futuro che è già avvenuto.
La Bella quattordicenne richiama la mia attenzione.
Guardati attorno. Ricordi questo posto?
Il tramonto. Il prato.
Ricordo qualcosa di... scintillante.
Ricordi la sua voce?
E ad un tratto la sento. Mi chiede di farlo entrare.
Lui è... un leone. Dico. Un leone masochista. Non è così?
Poi compare l'altra Bella. Lo scudo.
No! Non dargli retta! Dimenticalo!
Ma non l'ascolto. Cerco di ricordare.
Le due Bella cominciano a lottare tra loro. Ma non m'importa. Guardo dritta davanti a me. Guardo il paesaggio. Il tempo riprende a scorrere. Vedo una foglia volare via. Una nuvola passare. Abbasso lo sguardo e lo vedo... vedo il sole che tramonta.
Lasciami entrare, Bella. Penserò io a tutto.
E allora lo lascio entrare.

...

Il cielo senza luna è eterno. La foresta è buia. Tutto è immobile.
Finché lui mi compare davanti.
Io lo amavo. Ma ora lo odio. Perché mi ha abbandonato.
Tu! Urlo. Cosa ci fai qui!
Bella... tu... tu chi sei?
Vattene!
Ma certo... ora capisco. La coscienza umana è davvero complessa e stratificata...
Ti odio! Vattene! Non ti voglio più!
Mi dispiace, Bella. Mi dispiace averti abbandonato. E' stato un errore, lo so.
No! Tu non sai niente, niente!! Come hai potuto, dannazione, come hai potuto abbandonarmi così!!
Lui si avvicina, io indietreggio.
Ti prego... devi farmela vedere. La Bella attuale.
Mi afferra un braccio.
Vai via! Lasciami! Non abbiamo bisogno di te!!
Ti scongiuro, Bella... sono qui per liberarti... anzi, per liberarvi. Tutte quante. Una di voi mi ha fatto entrare... devi portarmi da lei!
No! Cado in ginocchio. Non voglio più ascoltare nessuna tua parola! Devi sparire, sparisci! Non voglio più vederti!
Mi dispiace averti abbandonato. Ma ora devi andare. Dobbiamo andare.
No! Stringo la terra nel pugno. Non posso. Non posso andare via. Alzo lo sguardo. Tu mi hai abbandonato! Non puoi fare più nulla, ormai! Non puoi liberarmi! Non puoi liberarci!
Dimmi cosa posso fare... vi libererò, farò tutto il possibile e anche di più.
Mi offre la sua mano. Non ho più parole. L'accetto e mi rialzo. Lo guardo. Guardo il suo corpo, mi ricordo di come brillasse alla luce del sole... Ma ormai non potrei più guardarlo, il sole. Ormai i miei occhi si sono abituati a vivere in un cielo senza luna.
Te lo chiedo di nuovo, Bella. Dimmi cosa devo fare per salvarti.
Uccidimi.
Cosa?
Uccidimi, Edward, uccidimi! Noi, noi tutte, non possiamo più vivere così! Non potrò vivere con questo ricordo, con questo dolore, sapendo che tu mi hai abbandonato! E che l'hai lasciato morire! Uccidimi, Edward, uccidimi! Non voglio più soffrire. Non voglio più provare nulla. Uccidimi!
Bella...
Uccidimi, uccidimi, uccidimi Edward, uccidimi! Annientami! Cancellami per sempre!!!
Urlo ancora, ad occhi chiusi, quando accade. Edward mi salta al collo, ed io finalmente cesso di esistere. Io, i miei ricordi, i miei rimorsi ed i miei incubi. Sparisce tutto. Sparisce il primo bacio con Edward, sparisce la morte di Jacob, sparisce tutto.

...

Mi sveglio. Ho mal di testa. Gli occhi... cerco di aprire gli occhi. Vedo forme confuse, prive di colore. Sbatto le palpebre più volte, metto a fuoco. Riconosco una sagoma.
Ho la nausea.
Cos'è successo?
Mi passo le mani sugli occhi.
Sono a letto.
Ma dove sono?
Riapro gli occhi.
Vedo il volto di Edward.
Ma la prima cosa che dico è: dov'è Jacob?



/***\

Note dell'autore:
Per la vostra felicità, un aggiornamento decisamente anticipato! Ma c'è poco da festeggiare: tanto per cominciare ho preferito aggiornare adesso, a così breve distanza dall'ultimo capitolo, perché questa settimana sarò via. Quindi per il prossimo capitolo dovrete aspettare la settimana prossima... ma soprattutto, questo interludio non avrà fatto altro che complicare le cose! Le domande sono tante, ma a tempo debito avrete le risposte, una ad una, proprio come toccherà a Bella nel corso della sua riabilitazione.
Questo è stato un capitolo davvero difficile. In realtà ci ho messo poco a scriverlo, avevo delle idee ben precise in mente, il problema è stato piuttosto rendere il tutto comprensibile e non allo stesso tempo, scavare nell'animo di Bella, ma senza rendere il tutto incomprensibile. E' indubbiamente il capitolo più azzardato e più sperimentale, ma non abbiate paura! Dal prossimo si torna (lentamente) alla normalità...
A chi continua a sperare nel ritorno magico di Jacob: mi dispiace, ma Jacob è a tutti gli effetti deceduto. Ciò non vuol dire non lo vedremo ancora, in qualche modo!
Infine, come di consueto, grazie alla paziente Marpy e anche alle nuove voci che finalmente si fanno sentire!

Alla prossima!

  
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