SCUSATE SE IL CAPITOLO è BREVE,MA ERA L'UNICO MODO PER SUDDIVIDERE BENE LA STORIA,HO IN SERBO GIà UN ALTRO CAPITOLO DOPO QUESTO,MA NON SO QUANDO LO PUBBLICHERò!
BUONA LETTURAAAAAAAAAA!! E RECENSITEEE!
CAPITOLO
54:
La
dottoressa entra
velocemente seguita da Tom. Quest’ultimo mi viene accanto e
mi prende per
mano,poi inizia a fare dei piccoli cerchi sul mio dorso con il dito.
-“Le
contrazioni sono già
iniziate?” domanda la signora.
-“No,non
ancora!” dico.
-“Allora
non ci resta che
aspettare ancora! Quando cominceranno dovremo fare un
controllo.”
-“Ok.”
Sussurro,per poi
ributtarmi pesantemente sul cuscino. Con il passare dei minuti
l’ansia da parte
mia e del mio ragazzo aumenta. La ginecologa accorgendosene ci dice:
-“Abbiate
pazienza,ragazzi! Abbiate pazienza!” la fa facile,mica
è lei quella che deve
partorire due gemelli! Cala nuovamente il silenzio di attesa,ma viene
subito
spezzato da un mio grido di dolore. Tutti gli occhi si puntano sulla
mia figura.
-“Sono
cominciate le
contrazioni! Abbiamo bisogno di un altro dottore nella stanza
48!” dice la
dottoressa a una specie di telefono. Dopo nemmeno 10 minuti un'altra
signora
arriva di fretta. Nel giro di un’ora e mezzo sono pronta per
dare alla luce i
miei figli. In men che non si dica vengo portata nella sala parto. Tom
viene
con me,ha deciso di assistermi e gli sono grata per questo.
-“Ho
avvertito
tutti,stanno venendo in ospedale! Erano tutti felicissimi per la
notizia!” mi
sussurra a un orecchio. Io sorrido,poi una contrazione più
forte delle altre fa
scomparire il mio sorriso. Urlo di nuovo. Le dottoresse mi incitano a
spingere,ma non è per niente semplice. La mia fronte
è imperlata dal sudore,la
mia mano è ancora stretta a quella di Tom ed ogni volta che
il dolore si fa sentire
la stringo,per poco non provoco una minima frattura a qualche suo dito.
I miei
gridi si fanno sempre più frequenti e il mio ragazzo
impallidisce giusto un
po’.
-“Dottoressa
la ragazza
sta perdendo sangue!” sento la voce di un infermiera che fa
da sottofondo agli
urli. La notizia mi fa preoccupare. Tom accorgendosi del sangue sbianca
ancor
di più.
-“Dottoressa,è
pericoloso?” chiede lui.
-“Temo
di si! Mi
dispiace,ma quando una ragazza inizia a perdere sangue così
prima di
partorire,e considerando l’episodio di 4 mesi fa, la cosa si
fa molto
pericolosa! Potrebbe rischiare di perdere i bambini,o la sua stessa
vita!”
risponde demoralizzata. Sul volto di Tom appaiono delle lacrime che
inondano il
suo viso,fino a poco fa illuminato da un dolce sorriso. Sono riuscita a
seguire
quello scambio di parole per miracolo. La vista mi si annebbia
debolmente.
-“Piccola,resisti!
Non
puoi farmi questo! Non puoi lasciarmi qui da solo! Combatti,fallo per
me,per
te, per i piccoli!” riesce a dirmi singhiozzando apertamente.
In risposta gli
stringo nuovamente la mano,non riuscendo ad emettere più
alcun suono. Un'altra contrazione
mi fa inarcare la pancia in modo contorto.
-“Alice,tieni
duro. Ti amo!
Ti amo,piccola! Ti amo! Rimani con me!” urla ormai disperato.
I miei sensi
diventano sempre più deboli. Devo portare a termine
ciò che ho iniziato. Devo far
nascere i miei figli. Devo farli vivere,a costo della mia vita. Spingo
un
ultima volta con tutte le forze che ho. Sento il pianto di un bambino.
Uno è in
salvo,le dottoresse me lo posano subito sul petto,con una strana
espressione
sul volto. Sforzo i miei occhi di mettere bene a fuoco la scena.
È il
maschietto. Lo guardo estasiata,Tom mi imita.
-“Ciao
piccolo Ithan!” diciamo
contemporaneamente. Il “chitarrista” da un bacio al
piccolo e poi uno a me.
-“Visto,ce
la puoi
fare,amore! Ora tocca alla bambina,poi ti riposerai e
tornerà tutto come prima!”
sembra più convincere se stesso che me. Le lacrime non hanno
ancora smesso di
bagnarli il volto. Riesco ad asciugarne una con un dito tremante. Poi
mi viene
tolto il bambino dalle braccia.
-“No!”
urlo istintivamente.
Stavolta è Tom a stringermi la mano per tranquillizzarmi.
-“Signorina
deve partorire
la piccola,ora!” mi ricorda la ginecologa. Raccolgo tutta
l’energia che mi è
rimasta e spingo con forza. La prima spinta non basta. Due,tre
spinte,alla fine
ci riesco. Anche la piccola mi viene messa sul seno per poi essere
raggiunta
dal fratellino. Finalmente tengo i miei figli tra le braccia e Tom
è qui
accanto a me a condividere il bellissimo momento.
-“Ithan!
Maika!” sussurro
sfinita “Tom,ti amo anche io!”. Ce l’ho
fatta,sono riuscita a partorire la mia
vita. La mia missione è stata portata a termine. Con il
bacio del ragazzo della
mia vita l’oscurità mi accoglie nelle sue grinfie,
facendomi svenire
lentamente,con la sensazione di due piccoli corpicini tra le mie
braccia e le
labbra dolci di Tom sulle mie. Poi il buio totale,il nulla al posto del
tutto. L’ultimo
pensiero ad attraversarmi velocemente la mente è:
“ Mi sono sacrificata per un
motivo più che buono! E non me ne pento!”