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Autore: DalamarF16    14/09/2010    1 recensioni
Scappando da alcune fan decisamente accanite, Nick la spunta aiutato da una ragazza, che entrerà piano piano nella vita dei tre fratelli, diventando un'amica importante.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PERSONAL SPACE: anche se sono due capitoli che nessuno commenta, vedo che la storia continua ad avere un buon numero di visite, perciò, per tutti voi che leggete nascosti nell'ombra, ecco a voi il nono capitolo.
BUONA LETTURA!!

CAPITOLO 9 -UNA SORPRESA PER SHANE-

L'Italia mi mancava.
Mi mancava il mio paesino di collina, una cittadina di circa 30000 abitanti ma dove tutti, per un motivo o per l'altro, mi conoscevano.
Mi mancava il suo parco, con quel bosco immenso dove mi piaceva rifugiarmi.
Mi mancavano i suoi bulletti, quei ragazzi che conoscevo fin dalle elementari che tutti credevano pericolosi, ma che avevo imparato ad ignorare, e che, in fondo, erano innocui.
Mi mancava il parroco, anche se non potevo dirmi certo una praticante fedele e credente, il suo modo di fare, sempre gentile e affabile.
Me ne accorgevo ora, che era metà novembre, e per le strade di questa cittadina del New Jersey cominciavano a comparire le prime luci di Natale e le prime insegne luminose.
Tutto l'opposto della mia città, dove il sindaco e i negozianti non volevano spendere soldi per le decorazioni, e il periodo natalizio non portava con sé altre luci che i lampioni e i semafori.
Mi mancava girare per quelle strade tortuose con la mia moto.
Ma, più che i posti, mi mancavano le persone.
Mio cugino e mia madre più di tutti, nonostante tenessi con loro un contatto giornaliero.
Ma poi le mie due amiche, sì. Mi mancava perfino accompagnarle a fare shopping, che per me consisteva in un pomeriggio di noia mortale mentre loro correvano da una vetrina a un'altra, dentro e fuori dai camerini.
E i miei compagni del pattinaggio. I compagni di squadra della scuola erano simpatici, ma nessuno come  i miei allenatori riusciva a farmi sentire allo stesso tempo così torturata e protetta.
E mi mancavano anche i dieci minuti che ogni tanto passavo dal mio amico meccanico, per scambiare due parole e guardarlo mentre aggiustava moto e scooter.
Accanto a me avevo sempre i Jonas, Nick soprattutto, e Stella, ma non era esattamente la stessa cosa, tuttavia, senza di loro probabilmente sarei impazzita.
***
Non so come mi venne in mente quell'idea, eppure arrivò.
Semplicemente non volevo più vederla così.
Cercava di nasconderlo, ma la sua tristezza era palese.
Probabilmente stavo sbagliando tutto, ma diedi 50 dollari a Frankie perchè mi tenesse Shane lontana per un paio d'ore.
Non potevo chiederlo ai miei fratelli, perchè se volevo riuscire nella mia impresa, avrei avuto bisogno di loro.
Avevamo tre o quattro obiettivi fondamentali da raggiungere, e solo uno dei quattro si prospettava di facile impresa.
Fu una maratona, e finimmo appena in tempo, ma ce l'avevamo fatta.
Forse sarei riuscito a togliere un po' di quella nostalgia dai suoi splendidi occhi blu.
Ormai non mentivo più a me stesso.
Shane mi piaceva.
Mi piaceva il suo essere maschiaccio, il suo chiacchierare di tutto e niente; mi piaceva osservarla mentre si allenava, ogni giorno più brava, ogni partita sempre più protagonista.
Mi piaceva rubarle l'mp3 e suonare per lei quando si allenava nello style, facendola impazzire con continui cambi di ritmo fino a che non si buttava su di me e fingeva di picchiarmi.
E io piacevo a lei.
Ma nessuno dei due avrebbe mai fatto il primo passo. Era stato un contratto implicito tra noi due.
Una relazione ci avrebbe portato solo dolore nel momento in cui fosse partita e non saremmo più stati insieme.
Eravamo diventati come fratelli, io e lei, e, almeno per ora, ce lo facevamo bastare.
Ma proprio perchè lei contava per me quasi quanto Joe e Kevin, non potevo lasciare che soffrisse di nostalgia senza tentare di risollevarle il morale.
E pazienza se in tutto questo ci avevo trascinato anche loro due, anche se sapevo che lo facevano volentieri.

Era trascorsa una settimana da quando avevo dato a Frankie quei soldi,  e ora il grande giorno era arrivato.
In qualche modo Stella era riuscita a convincere Shane ad accompagnarla a fare shopping, in modo che io e i miei fratelli potessimo agire indisturbati.
E Frankie si prese altri 50 dollari per starci fuori dalle scatole. A testa. Per un totale di 150 dollari.
Quel bambino ha un discreto talento per gli affari, devo ammetterlo.
Ma per questa volta ne valeva la pena.
Ero all'aeroporto, insieme a Kevin e Joe.
Il volo dall'aeroporto di Malpensa sarebbe atterrato da lì a 10 minuti.
Avevo voglia di esultare. Finalmente era fatta.
-Frena l'entusiasmo, Nick , o sembrerai una fangirl-
-Fottiti Joe-
-Ma come siamo suscettibili. Nervosetto eh?-
Mi morsi la lingua per non rispondergli male.
Ci siamo.
L'aereo aveva appena toccato terra.
-Rilassati, Nick. È suo fratello, non suo padre- cercò di rincuorarmi Kevin, ma non erano le parole adatte. Il padre di Shane era morto quando era piccola, e suo cugino Luca era sempre stato molto protettivo nei confronti della ragazza, a tal punto che se usciva con un ragazzo, il fortunato doveva prima passare sotto il suo sguardo.
-E comunque, voi due non uscite assieme, ma anche se fosse, tu sei ok-
Grazie, Joe.
Un ragazzo sui 25 anni stava venendo dritto verso di noi. Era alto circa un metro e ottanta, capelli corti e scuri e un pizzetto che lo faceva sembrare un po' più maturo di quanto in realtà fosse, da quanto raccontava Shane.
-Luca?- chiesi esitante
-E voi siete i Jonas?-
-Affermativo- rispose Joe per tutti -Io sono Joe, lui Kevin, e lui è Nick-
-Ciao. Grazie dell'invito-
-Grazie a te di essere venuto. Shane ancora non sa niente-
-E per quell'altra cosa?- gli chiesi diretto
Lui sorrise.
-Tutto a posto, non preoccuparti-
-Ora puoi esultare fratellino! È fatta!- Joe mi strinse in un abbraccio caloroso, che ricambiai
-Andiamo a casa allora. Joe, a che punto sono le ragazze?-
-Stella la sta bloccando in un negozio di stoffe con la scusa dei nostri vestiti-
-Perfetto-
No, non era perfetto. Stella poteva diventare nevrotica quando si trattava di scegliere le stoffe per noi tre, e Shane era intollerante allo shopping di qualunque tipo, pattini compresi.
Ora di sera ci avrebbe odiato.
Sperai che la visita del cugino sarebbe bastata a farci perdonare.
Sistemammo la moto in un angolo del garage, ben coperta, e ci assicurammo che non fosse visibile, dopodichè salimmo in casa. Era quella un'altra sorpresa che avevamo in serbo per lei.
Un po' per farla sentire sempre più a casa anche in questa terra straniera, e un po' perchè Joe e Kevin erano veramente stufi di sentire i suoi monologhi sulle motociclette. E perchè io non sopportavo di vedere dentro i suoi quella nostalgia ogni volta che vedeva qualcuno passare in moto.
Col permesso di mamma gli avevamo preparato la stanza degli ospiti, dove avevamo aggiunto un letto in più per Shane. Era prevedibile che la ragazza avrebbe voluto rimanere con suo cugino, o almeno così speravamo.
***
-Stella ti prego...muoviti a decidere!- la implorai.
Ero decisamente pentita di aver acconsentito ad accompagnarla a fare shopping. Non avrei mai potuto immaginare che avremmo passato quasi quattro ore in un negozio di stoffe. Nemmeno le mie due migliori amiche riuscivano a passare tanto tempo in un solo negozio, neanche nella stagione dei saldi!
-Ehi, un po' di rispetto!- mi rispose fintamente offesa -devo scegliere con cura le stoffe!-
Mi mostrò quello che era almeno il centocinquantesimo campione ; era una stoffa pesante, simile al jeans, ma più morbida, di un bellissimo grigio fumo. -Che te ne pare? Può andare per Joe?-
Sospirai mentre la commessa mi guardava, implorando che si decidesse in fretta.
Aveva già esaminato tre quarti delle stoffe presenti in negozio, senza giungere a nessuna conclusione. Ancora un po', e l'avrebbe uccisa, sempre che non l'avessi fatto prima io.
Alla fine decise per due rotoli di quella, più due rotoli di cotone bianco, e uno color verde bottiglia.
Finalmente!

Arrivai a casa che era ormai ora di cena, ed ero esausta.
Mai più shopping con Stella!
Specialmente se questo era destinato ai Jonas!
Il suono di telefono mi strappò un gemito.  Ma che avevo fatto di male nella mia vita per non meritarmi un attimo di riposo?
-Ehi vieni a cena da noi?-
E come diavolo facevo a dire di no a Nick? Ok, proviamoci.
-Veramente, sarei un po' stanca-
-E dai! Mangiamo una pizza tutti insieme poi ti riporto a casa, te lo prometto-
Odiavo quando usava quel tono di voce...era impossibile dirgli di no.
Sbuffai, e sapevo che dall'altro capo del telefono, lui stava sorridendo; lo faceva sempre quando alla fine acconsentivo ad accontentarlo
-Arrivo-
***
-Allora?- Luca probabilmente era più nervoso di me, se ciò fosse stato possibile.
-Credo che ci ucciderà, ma ha detto di sì-
-Perfetto-
Il campanello suonò proprio in quell'istante, e quasi mi prese un infarto. Ma poi ragionai che non poteva essere lei, a meno che non avessero inventato il teletrasporto negli ultimi dieci secondi.
Era Stella, infatti, arrivata a mostrarci le stoffe che aveva comprato per noi.
Noi tre ci guardammo, terrorizzati.
Se ci aveva messo le solite ore a scegliere quei materiali, Shane avrebbe avuto istinti omicidi verso di noi che in confronto Hannibal sarebbe stato una persona tenera e adorabile nei riguardi delle sue vittime.
Presentammo Luca, e io invitai Stella a cenare da noi, visto che Joe non si decideva.
Altro suono di campanello, altro infarto.
Ci siamo, pensai mentre andavo ad aprire la porta, col cuore che batteva a mille.
-Ciao ragaz...Luca!!-
Lo strillo che cacciò credo mi abbia rovinato per sempre l'udito. Mi tolsi di mezzo appena in tempo, mentre lei correva ad abbracciare il cugino, che la strinse forte e la sollevò da terra.
Mi scambiai uno sguardo con Joe e ci capimmo. Prese Kevin per un braccio e ci spostammo in cucina a preparare la tavola, mentre Stella andava nel nostro studio a posare la stoffa e ci raggiungeva.
***
Tutti i miei istinti omicidi verso i Jonas e Stella svanirono all'istante quando vidi mio cugino.
Lo abbracciai forte mentre sentivo che mi sollevava da terra.
Quando ci staccammo, io piangevo, e lui aveva gli occhi rossi e leggermente lucidi, come sempre quando stava per piangere.
-Che fai? Piangi?-
-No, scema! Quella che piange sempre sei tu!-
-Fottiti-
Scoppiammo a ridere.
Dopo quasi tre mesi ci rivedavamo, e tempo due minuti eravamo già lì a battibeccare.
Questo era il nostro rapporto.
Rimanemmo lì, uno di fronte all'altra, per un po' senza sapere bene cosa dire o fare. Non era da noi abbracciarci e baciarci, e già sapeva cosa era successo in quei mesi perchè gli avevo raccontato tutto, e sicuramente aveva visto le foto su facebook.
-Wow...ti stai...facendo crescere i capelli- mi disse infine e io annuii.
Non sapevo perchè lo stavo facendo, erano anni che la loro lunghezza non superava i 4 centimetri, ma, all'improvviso, sentivo di voler cambiare. -ti stanno bene-
C'è da dire che il merito era tutto di Stella, che mi aiutava a tenere in ordine questa massa informe.
-Grazie-
-Quindi...loro sono i famosi Jonas. Dalle foto sembravano dei bimbiminkia, ma vedo che non è così. Hanno tagliato i capelli-
Scoppiai a ridere -Nick mi sembra un bravo ragazzo-
-Lo è. E'...assolutamente...- mi trovai in imbarazzo. Stavo per dire adorabile, ma mi bloccai.
-E' gentile e premuroso, e ti vuole bene. È stato lui a organizzare tutto, anche se poi ha mandato avanti Joe a parlare con me, ma non dire a Nick che te l'ho detto io-
Sorrisi e lo abbracciai di nuovo.
-Andiamo? Ho fame...e ho tre fratelli da uccidere-
Ok. Forse i miei istinti omicidi non erano poi così svaniti.
***
-Siamo perdonati, vero?-
La guardammo, imploranti.
Cugino o non cugino, non sapevamo quale fosse il limite di tolleranza allo shopping di Shane. O meglio, lo sapevamo. Ed era questo a preoccuparci. Stella poteva risultare stressante.
-Sì, certo- guardò in alto -Frankie!-
E una cascata d'acqua gelata ci cadde sulla testa, inzuppandoci.
Lei e Stella scoppiarono a ridere.
-Ora siete perdonati- Shane non si scompose e si sedette a tavola, mentre Luca soffocava una risata, forse per paura che per ripicca lo sbattessimo fuori di casa, cosa che, ovviamente, non sarebbe mai potuta accadere.
-Quanto si è fatto pagare?- si informò Kevin
-Niente. Tormentare i suoi fratelli è un'attività che fa a gratis-
-Non ci posso credere! A noi spilla sempre un sacco di soldi!-
Joe era a dir poco indignato, e come dargli torto? In una settimana ci aveva estorto 200 dollari!
Che se ne fa un bambino di 8 anni con 200 dollari?!
-A dire il vero mi ha fatto promettere che se riesco a comprare quella moto usata che ho visto tre settimane fa lo portavo a fare un giro-
Sì, ok, è un pagamento.
Ma a noi meno di 50 dollari non chiede!
Bella fregatura!
Lasciammo cadere il discorso all'arrivo, finalmente, della pizza.
Ero indeciso se dire o no a Shane dell'altra impresa in cui avevo avuto successo, ovvero la moto, ma alla fine optai per mantenere il segreto almeno fino a Natale.
Luca infatti non aveva potuto portare anche il casco e la giacca con le protezioni della ragazza, e io avevo deciso di regalargliene uno nuovo per Natale, mentre Kevin e Joe, con l'aiuto di Stella, le avrebbero regalato un completo da moto, leggero per non affaticarla troppo, ma robusto e adeguatamente protetto per limitare i danni in caso di caduta.
Dovevamo solo evitare che si comprasse quella che aveva visto.
Era davvero un'ottima occasione, un prezzo stracciato e condizioni ottime.
Ma come fare?


PERSONAL SPACE:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia sia divertito che intenerito.
Non siate timidi, fatemi sapere i vostri pareri ^__^


   
 
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