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Autore: khika liz    15/09/2010    6 recensioni
questa storia parla di un Alice diversa.. sono tutti umani, non c'è Bella. olte ad Alice la persona diversa è jasper, mi è costato molto fargli fare la parte che ha dovuto fare.. ma andava così.. spero piaccia!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Entrai di corsa in camera mia e mi buttai sul letto, cercando di far tacere i singhiozzi che involontariamente mi uscivano dalle labbra. Passai una mano sulle mie guance per togliere quelle lacrime che mi uscivano dagli occhi, una dopo l’altra, senza avere alcuna intenzione di fermarsi, sgorgavano, imperterrite, da quando la mia amica aveva preso a raccontarmi ciò che mi era successo la sera precedente.

Come ogni sabato sera ero andata in discoteca per eliminare il nervoso accumulato durante le lezioni dell’università. Ero al secondo anno. Lì, in discoteca, c’era Rose ad aspettarmi, sorridendomi mentre lasciavo la mia giacca in una stanzetta dove due innamorati si scambiavano tenere effusioni a suon di “ti amo”. Avevo posato la giacca e poi la avevo raggiunta, sorridendo a mia volta.

<< Finalmente sei arrivata >> , aveva detto lei, facendomi fare una giravolta. Indossavo una minigonna di jeans con del tulle che la rendeva da mozzare il fiato. Era un mio modello. Così come la tshirt, che lasciava intravedere il mio ombelico e il pizzo del reggiseno, nero, come la maglia, alla quale avevo applicato dei brillantini. I miei capelli, bellissimi capelli neri corvini corti, mi incorniciavano il viso in maniera perfetta. Ero un po’ bassa, e la mia amica tendeva a soprannominarmi “folletta” ma ormai ci avevo fatto l’abitudine, e non mi interessava più di tanto come mi chiamasse, anche perché quel nomignolo mi piaceva. Mi ero truccata un po’, senza esagerare, e avevo indossato un paio di scarpe tacco 12 per sembrare anche se solo di un minimo, più alta. Lei, la mia amica era il mio opposto, alta, e si metteva lo stesso scarpe con il tacco, capelli lunghi, ondulati e divinamente biondi, portava un paio di jeans strappati che le fasciavano perfettamente le gambe, una maglia rosa pallido metteva in risalto la sua terza di seno, mentre gli occhi erano pesantemente truccati. Perché eravamo così amiche? Ci capivamo a vicenda e avevamo due passioni in comune, lo shopping, e le auto veloci. Per me Rose era come una sorella, la sorella più grande che non avevo mai avuto.

<< Eh si, non sapevo cosa mettere >>, mi giustificai.

<< Beh, sei stupenda >>, mi disse un ragazzo, Jasper, che quasi ogni sera era in disco. Era simpatico, sbruffone e tremendamente attraente… occhi verdi, capelli biondo miele, e un fisico muscoloso, ben visibile dalle magliette che lo fasciavano, lasciandolo intravedere.

<< Non quanto la mia Rose >>, aveva detto Emmett, fidanzato storico della mia amica. La loro era una coppia così passionale, nonostante si conoscessero ormai da tantissimo.

<< Maleducato >>, lo rimproverammo io, Rose e Jasper contemporaneamente, scoppiando poi in una sonora risata.

Trascinai, poi, Rose in pista, a ballare con me. Adoravo ballare con lei, era sempre armoniosa, sorridente, al contrario di me, che amavo dimenarmi, rimanendo sempre tremendamente sexy,  a detta sua. Dopo un’oretta avevamo entrambe la gola in fiamme. Emmett e Jasper ci portarono due drink. Assaggiai il mio, Vodka alla fragola, riconobbi subito quel sapore. Ma c’era un retrogusto strano, che seppur in minima quantità, dava un tocco amaro a quella bevanda squisita. Ingurgitai il contenuto del bicchiere in un attimo, noncurante del bruciore che produceva alla mia gola, dirigendomi poi al bar, per procurarmene un altro, di bicchiere. Bevvi anche questo, decisamente più buono del precedente. Mi buttai di nuovo in pista, ma un leggero giramento di testa mi colse all’improvviso, eppure sopportavo bene l’alcool. Continuai a ballare, ma fu quando cominciai a vedere prima tutto nero, poi tutto colorato e confuso, che una consapevolezza si fece strada in me. Capii immediatamente il perché del retrogusto amaro della prima bevanda. Mi precipitai nel bagno del locale, schizzandomi il volto con dell’acqua, ma mi sentivo sempre peggio. Poco dopo vidi il volto di Jasper affacciarsi al bagno.

<< Ci hai fatto spaventare, tutto bene? >>, aveva chiesto, sul viso un ghigno. Non avevo fatto in tempo a dire nulla perché tutto era diventato confuso…

La mattina seguente mi risvegliai nel letto di Rose, mia compagna di stanza, mentre lei stessa mi fissava.  

<< Mhh >>, riuscii solamente a dire, prima che una fitta alla testa mi fece uscire un urlo involontario dalla bocca.

<< E’ tutto okay >>, aveva detto lei, asciugandosi una lacrima.

<< Perchè piangi? >>, avevo chiesto, abituandomi alla fitta alla testa.

<< Non ricordi nulla? >>, aveva chiesto a sua volta lei.

<< Solo che ero andata in bagno e Jasper era venuto a vedere come stavo >>, dissi io. La sentii pronunciare qualcosa come “quello stronzo”.

<< Cos’è successo? >>, chiesi io, non capivo più nulla.

<< Ti ha drogata >>, disse lei, chiudendo gli occhi.

<< Jasper? >>, chiesi io.

<< Sì, e poi ti ha usata >>, aggiunse.

<< Come ha potuto! >>, esclamai io, prima di crollare in lacrime.

<< Andiamo a fare due passi, e ti spiego >>, aveva detto lei, e io l’avevo seguita.

<< Tu, con quel corpicino e quei movimenti così sexy l’hai da sempre eccitato, e ieri, ieri ha assecondato i suoi desideri. >>, disse lei, mentre camminavamo dirette al parco.

<< Stronzo. >>, sibilai io, << Come fai a saperlo? >> chiesi poi.

<< Ehm >> diventò tutta rossa, << io e Emmett siamo andati in bagno e lo abbiamo visto mentre si ehm, risistemava, abbassando lo sguardo abbiamo visto te a terra giacere inerme. Emmett capì tutto in un lampo e girandosi ha dato un pugno a Jasper e qualche bella botta. Io intanto ti ho rivestita e mi sono assicurata che stessi abbastanza bene. Poco dopo è tornato Emmett e insieme ti abbiamo portata a casa. >>, disse lei. << Mentre passavamo accanto al corpo di Jasper lui aveva detto qualcosa del tipo “l’ennesima verginella mi sono scelto”, stava per dire altro ma un calcio di Emmett in un posto preciso lo ha fatto tacere >>. Rose aveva appena finito di parlare, ed io avevo preso a correre verso casa. Girandomi indietro la vidi fissarmi e sorridermi, dispiaciuta.

Ecco perché stavo così. Quello stronzo.

E aveva ragione, ero vergine, purtroppo, e la mia virtù, la mia purezza era stata uccisa da lui, da un uomo schifoso, da un verme. Che due giorni dopo denunciai per violenze.

Ora lui è in carcere, e io piano piano mi sono ripresa da quel trauma, non sono più andata in disco frequentemente, solo ogni tanto, per rilassarmi. Ho continuato l’università, e sono felice della mia scelta.

È passato un anno da quel giorno, e da allora non sono più stata con nessuno, ma stamattina ho conosciuto un ragazzo, Edward, il fratello di Emmett, e lui è così carino, gentile, premuroso. E forse ora ho capito che la felicità esiste davvero. Non so, chiedetemelo tra un po’ e vi saprò rispondere.

 Sono passati quattro anni da quando ho conosciuto Edward, ed ora siamo felicemente sposati e i nostri due piccoli gemelli stanno imparando a fare i tuffi con gli zii e i cuginetti. Eh si, perché anche Rose e Emmett si sono sposati, e hanno avuto due bellissimi patuffolini, Mary e Joseph. E ora stanno tutti giocando lì, mentre io guardo il mio bellissimo maritino che riordina la stanza dei giochi e mi viene voglia di saltargli addosso, ma resisto, da un momento all’altro potrebbe arrivare qualcuno, e a  farmi sorprendere, di nuovo, alle prese con una parte di Edward non ne ho voglia. Un sorriso spunta involontariamente sulle mie labbra, ripensando a quella volta in cui fummo beccati proprio da Rose e Emmett, che da come si sbaciucchiavano sembravano avere le nostre stesse intenzioni. Un risolino esce involontariamente dalle mie labbra e un Edward basito mi guarda fisso negli occhi, prima di chiudere a chiave la porta alle sue spalle, e venirmi incontro. So già cosa vuole fare. E ora posso dirvelo, sono felice, Jasper è ancora in prigione e sono felice, mio marito è qui, a spiare ciò che scrivo, e sono felice.

Ah, già, mi presento, sono Alice Brandon, e ora vado a vivere la mia felicità.

 

*Angolo autrice.*
Beh, non avendo nulla da fare mi sono messa a ricorreggera questa fanfiction, la prima che pubblicai!
Enjoy :D

   
 
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