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Autore: Wendy C    15/09/2010    3 recensioni
...In fin dei conti ero una normalissima adolescente come un’altra, non sapevo che fare nella vita, avevo appena compiuto diciotto anni, mio zio era un ex beatle, il mio padrino George anche e in questo momento stavo appollaiata sul tetto di casa mia mentre suonavo una vecchia chitarra classica e fumavo una sigaretta...[...]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Living is easy with eyes closed
Quella sera, dopo le prove, mi feci accompagnare a casa da Justin. Continuava parlare delle prove, della serata in cui avremmo suonato al The Garage. Vomitava parole su parole. Ogni tanto ne captavo qualcuna. Ma non lo stavo ad ascoltare, continuavo a pensare a quello che aveva detto Emily.

Tu vorresti Dhani, ma hai paura di rovinare la vostra amicizia…
Che assurdità, perché mai dovrei essere innamorata di Dhani? Solo perché siamo molto in confidenza, solo perché lui è un ragazzo e io una ragazza, non vuol dire che non possiamo essere amici. Esiste l’amicizia, mica bisogna essere sempre innamorati. Perché sono tutti fissati con l’amore? Ogni persona che conosco è sempre fissata con l’amore e la passione, ma esistono anche altre emozioni nella vita.
Siamo tutti, sempre, alla ricerca di una persona d’amare, ne parlano i libri, te lo cantano nelle canzoni e lo vedi nei film. Sembra che nessuno riesca ad essere in pace con se stesso, sembra che per vivere, ogni singola persona abbia bisogno di qualcuno al suo fianco. Forse è anche vero, ma perché bisogna cercarlo così insistentemente? Non è peggio? Non sarebbe meglio voler vivere la propria vita con gli amici e eventualmente, se un giorno si conoscerà qualcuno di speciale, passarla anche con lui? Non sarebbe meno stressante, invece di passare tutto il tempo alla ricerca di qualcuno?
Perché la gente non mi lascia in pace? Le amiche non dovrebbero sostenerti? Emily avrebbe dovuto dire qualcosa tipo, “si hai ragione, sarà stato un momento di debolezza, parlagli e vedrai che tornerete ad essere semplici amici, come siete sempre stati e come dovreste essere”.
Mi sentivo già meglio a pensarle da sola quelle cose, noi siamo amici, e a volte può succedere che qualcuno sia confuso, ci può stare, un momento di debolezza prima o poi capita a tutti. Siamo esseri umani, è normale sbagliare.

E allora perché hai il cuore che sta per scoppiarti nel petto?

Perché ho solo paura di perdere la nostra amicizia, è l’unico motivo per cui mi sudano le mani e mi batte forte il cuore. Poi sono in auto con Justin, sarà anche quello il motivo, non vedo altre alternative.
-Mademoiselle, siamo arrivati- mi apre la portiera prima ancora che io possa accorgermi che siamo già davanti a casa mia.
-Grazie per il passaggio Justin!-
Faccio per avviarmi al cancello quando mi sento chiamare… -Al! Sabato c’è la festa di Dean, ti andrebbe di andarci insieme?- mi chiede Justin con un sorriso spavaldo dipinto sul volto.
Avanti Alice rispondi di si!! Cosa stai aspettando?

Non pensi che Dhani si potrebbe offendere?

-Certo! Con piacere- rispondo quasi urlando, pur di far tacere la voce di Emily nella mia testa.
-Ti passo a prendere alle otto allora- e così dicendo torna alla macchina e io varco il cancello di casa. Appena chiudo la porta sento delle voci provenire dal salotto.
-Finalmente sei tornata a casa! Ti davamo per dispersa- mio papà sorride venendomi incontro. Insieme a lui c’è zio Paul e…George! Oh mio dio! E se Dhani gli avesse detto qualcosa? No, non è così stupido. Però io mi sento in imbarazzo lo stesso, soprattutto perché a guardarlo mi sembra di avere davanti Dhani e irrimediabilmente arrossisco.
-Eh si! Hehe! Beh io vado di sopra, ciao zio! Ciao George- e senza nemmeno voltarmi salgo le scale alla velocità della luce.
-Dai Mike, lasciala stare. Avrà le sue cose da fare invece che stare con dei vecchi come noi- disse George a papà.
Mi chiusi la porta della mia camera alle spalle e mi lasciai scivolare fino a sedermi sul pavimento. Avevo un sacco di pensieri che mi ronzavano in testa, come tante mosche chiuse in un barattolo di vetro. In teoria, io, me, medesima dovrei sapere quello che voglio per me stessa no? Perché allora è così complicato? Perché deve essere sempre tutto così maledettamente difficile? Forse siamo noi che rendiamo le cose difficili anche quando non lo sono. Avrei potuto semplicemente chiamare Dhani, chiedergli come andava, discutere della questione come due persone adulte e vaccinate e dirgli che avevo avuto un invito per la festa di Dean, un vero invito. E fine della storia. Si sarebbe risolto tutto nel migliore dei modi. Ma invece c’era qualcosa che mi tratteneva dal farlo, cosa fosse non lo sapevo.
Alzai lo sguardo e la prima cosa che vidi fu una foto di me e Dhani quando avevamo dieci e dodici anni, insieme a Merlin, il mio cane. Eravamo abbracciati e sorridevamo felici in quella foto. Me la ricordo perfettamente quella giornata, David Schneider mi aveva fatto piangere dicendo che non sapevo suonare la chitarra e che facevo schifo. Molto gentile da parte tua David.
Non volevo uscire di casa e dicevo che non avrei mai più toccato una chitarra in vita mia, allora Dhani mi aveva letteralmente trascinato fuori di casa con la mia vecchia chitarra e Merlin. Eravamo andati a Hyde Park e aveva iniziato a suonare qualcosa per me.
Non ascoltarlo quel cretino di David Schmerder, lui nemmeno la sa suonare una chitarra scommetto- -Si chiama Schneider- singhiozzo io.
-Fa lo stesso, Schmerder gli si addice di più!-
Risi anche io insieme a lui, sapeva sempre come fare a tirarmi su il morale.
-Sai, tutti dobbiamo imparare a fare qualcosa, nessuno nasce sapendo già suonare la chitarra. Nemmeno Jimi Hendrix, anche lui prima faceva schifo-
Lo guardai perplessa.
-E poi comunque tu non fai schifo, devi solo fare pratica- Passammo in resto del pomeriggio a suonare e a giocare con Merlin, sapevo che avrei sempre potuto contare su di lui. Era la mia ancora di salvezza, la mia isola felice. Come avrei potuto mandare tutto all’aria aggrappandomi a un amore effimero? Io volevo la sua amicizia, se fosse stato qualcosa di più avrebbe rischiato di naufragare come il Titanic. E allora sarei affondata anche io. Non potevo permetterlo.
Presi il telefono e composi il suo numero di casa.
-Pronto? Dhani? Sono Alice, potrei venire? Devo parlarti-


Cloud Number 9
Eccolo qua...un altro capitolo :D Questo è solo un capitolo di transizione, giusto per far comprendere meglio come ragiona Alice e per spiegare il suo rapporto con Dhani ^^
La canzone del giorno è Strawberry Fields Forever che con la frase Living is easy with eyes closed descrive abbastanza bene come vive Brookelle u.u
Ahem!! Coff Coff n.d. John
Ops...ahaha volevo dire Alice u.u n.d. Brookelle
Passiamo ai ringraziamenti :)
Whydoesitalwaysrainonme: thank you ragazza con il nickname lunghissimo (alias: mia unica lettrice ufficiale) XD Spero ti sia piaciuto anche questo misero capitoletto.
E grazie anche solo a chi passa e se ne va :)
Alla prossima (:
Brookelle.
  
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