Giustizia, pace e libertà. È questo quello per cui
abbiamo combattuto, ed è questo che abbiamo ottenuto. Leggo la felicità nei
tuoi occhi, mentre smonti da cavallo e mi prendi tra le braccia, sulla piazza
del borgo, e mi baci con trasporto, come non facevi da tanto tempo. Non mi
importa di avere addosso gli sguardi di tutti, non mi importa della tua divisa,
o della mia condizione. Ho voglia di baciarti, ho voglia di abbracciarti, ho
voglia di amarti. Ho voglia di darti tutto il mio cuore.
“Ti amo, Aldo” ti sussurro. “Ti amo come non ho
mai amato nessuno.”
“Il capitano Loya è stato ucciso nel bosco, dalla
contessa Vittoria. Il generale Ducrot ha deciso di nominarmi capitano. Resterò a
forte San Bartolomeo, Dorina. Resto qui, con te. Le cose cambieranno. Le cose
dovranno cambiare.”
“Dici davvero?” Le tue parole mi sembrano troppo
belle per essere vere.
“Dico davvero, Dorina. Mi occorreranno ancora un
paio di settimane per prepararmi ad assumere completamente il controllo della
situazione al forte, e poi dovremo aspettare che la contessina Agnese e il
marchese Van Necker si sposino, ma dopo, se… se ancora mi vorrai…”
“Se ancora ti vorrò?”
“Se ancora mi vorrai… Dorina Rivalta” inizi,
mettendoti in ginocchio, ai miei piedi, davanti agli occhi di tutti gli
abitanti del borgo, che ancora non si sono stancati di noi, “Dorina Rivalta,
vorresti diventare mia moglie?”
Mi ritrovo in lacrime, mentre un grande sorriso si
fa strada sul mio volto. “Sì, capitano,
sarò vostra moglie!”
Mi baci ancora, mi stringi tra le braccia, e lasci
che siano i gesti a parlare.