Ciao a tutti fan & Lettori! Eccomi qui
col nuovo capitolo fresco fresco! :D
Devo dire che per me questo risulta uno
dei capitoli più difficili da scrivere, anche perché molte delle emozioni che
ho provato, oltre a storpiarmi lo scrivere, si sono perse, spero risulti
altrettanto bello come l’ho immaginato!
Ringrazio di cuore chi continua recensire
e seguirmi con affetto, senza fermarsi alle apparenze.
Ringrazio chi mi ha sostenuto quando ero
indecisa sul destino della storia, ma anche chi legge soltanto e continua ad
apprezzare la fanfic.
Infine, ma non meno importante, The
Distance, la mia correttrice, che amorevolmente, mi aiuta con i miei oRrori :D
Buona lettura :D
Capitolo XX: Confessioni
-Tutto bene? - Chiese lei
preoccupata.
Il moro arretrò socchiudendo gli
occhi con fatica.
-Dannazione…-Imprecò.
-C-che s-succede?-Chiese lei sempre
più timorosa.
Itachi si voltò di scatto,
afferrandola per le spalle.
-Come si chiama la persona che ha
fatto quel disegno!?-Domandò lui del tutto sconvolto.
Luna si spaventò, vista la burbera reazione del Mukenin.
-L’ha… l’ha fatto… Fu’…-
-“Fu” come?? - Lei rimase a bocca
aperta.
-Fu… Fugaku…-Disse lei cercando di
evitare lo sguardo freddo e penetrante dell’uomo, che a sentir quel nome
sbiancò letteralmente.
-Fu…Fugaku? - Disse ancora
arretrando.
-S-si…- Itachi abbassò lo
sguardo, completamente sconvolto.
-M-Ma perché?-Chiese lei senza capire il motivo di tanto turbamento da
parte del moro.
-Fugaku… Il suo cognome??-
-Ah… ehm… ecco… eh… è… ehm… ora che
ci penso… non lo so!-Ridacchiò lei in modo nervoso.
Itachi strinse i denti con rabbia.
-Ma dico scherzi!? - Disse
afferrandola sotto il mento.
-N-No! Te lo giuro!-Esclamò lei
terrorizzata, adesso si che Itachi le faceva paura con quello sguardo oscuro.
Il cuore prese a batterle come un
tamburo, e quasi scoppiava a piangere.
Itachi la guardò per un attimo negli
occhi, e finalmente sembrò calmarsi.
-Scusa…-Sussurrò lasciandola, lei dal canto suo arretrò portandosi le mani al petto
ancora intimorita.
Itachi raccolse quel foglio e
sospirò.
-Questo simbolo… - Disse indicando
il ventaglio del disegno.
-Si… l’ho visto anche sulla parete
della casa di Fugaku, quando siamo andati a prendere il pigiama…-Itachi si
voltò di scatto, doveva controllarsi.
Doveva dirgli la verità o no?
Doveva rischiare o no?
Doveva buttare al vento tutti quegli
anni trascorsi nell’ombra?
Si poteva fidare? E se fosse stata
tutta una trappola? E se stesse commettendo il più grande errore della sua
vita?
Sospirò ancora. Pazienza, vada come
vada, si disse.
-Quello era lo stemma del mio clan…-
Sussurrò chiudendo gli occhi.
I suoi maledetti occhi.
-Cosaa?!!!!-Fece lei quasi
urlando, per poi tapparsi la bocca, temendo di svegliare Minako e Fugaku.
Itachi si voltò a guardarla.
-Del mio clan… doveva essere viva
una sola persona…-
-Che vuoi dire… un clan… non è
formato da tante persone?-
-Si, ma… ti ricordi… di quello che
ti raccontai l’altra volta…?-
Luna ripensò alle volte in cui si
erano visti.
-S-si… il tuo clan… voleva… fare un
colpo di stato… e tu eri…-
-Io ero una spia del clan, si, ma
ero anche una spia del villaggio… loro mi ordinarono di…-Itachi si
bloccò, non ce la faceva, non riusciva a dirle chi lui in realtà fosse.
Uno sporco assassino.
-Mi… mi… mi ordinarono…
di…dannazione!… mi ordinarono di sterminare l’intero clan…-
Luna all’udire
di quelle parole sobbalzò, e sconvolta arretrò.
Gli occhi le si erano spalancati, e
nell’arretrare urtò contro una sedia provocando
un strascico, ma fortunatamente riuscì a prenderla prima che cadesse.
Itachi non osò nemmeno guardarla.
Ora si che era un mostro.
Di sicuro, agli occhi tanto ingenui
di quella ragazza, era un mostro.
Un essere terribile, uno sporco
assassino.
-E… E t-tu?-Riuscì a borbottare lei
solo dopo un interminabile silenzio.
-Ho accettato. - Quella semplice
frase, detta seccamente, per Luna fu come se
improvvisamente le fosse caduto a dosso un macigno.
Suonò come una condanna, a caso
chiuso, a fine processo, una condanna per la vita.
Lei arretrò di
nuovo e finì per inciampare ancora una volta nella sedia, che stavolta
cadde provocando un fastidioso rumore.
Calò un silenzio
snervante, lei sperava solo che nè Fugaku nè Minako si fossero svegliati.
Pregava con tutta se stessa che non avvenisse, perché davvero non avrebbe saputo come
spiegare chi fosse l’uomo che le stava di fronte.
-Ho dovuto accettare… perché se non
l’avessi fatto… sarebbe scoppiata la guerra, se permettevo al mio clan di
attuare un colpo di stato, non sarebbe stato coinvolto solo il villaggio ma
l’intero paese del Fuoco e con esso tutti i paese nemici che avrebbero colto al
volo l’opportunità…così ho accettato l’incarico… e ho assassinato il mio intero
clan…-Raccontò lui alzando finalmente lo sguardo.
-M-ma allora… F-fu…-
-Fugaku… era il nome… di mio
padre…-Disse lui con malinconia.
Luna abbassò lo sguardo, le pareva
che Itachi fosse molto addolorato nel raccontare quelle
cose.
-Di quella strage… è rimasto in vita
solo mio fratello minore…non riuscii ad ucciderlo, per me era solo un bambino,
era il mio fratellino capisci…così gli dissi di odiarmi, e di uccidermi…-
Itachi si bloccò, il resto era un
vortice di ricordi che gli davano il capogiro.
Luna fece un lungo respiro cercando
di sembrare calma, e non terrorizzata nè sconvolta.
-Se… se eri… una spia del villaggio…
perché sei un Mukenin? - Lui la guardò negli occhi.
Erano così ingenui, così puri.
Mentre i suoi erano crudeli,
spietati, sporchi di sangue.
-Era il piano… Implorai il Terzo
Hokage di proteggere mio fratello dai consiglieri e Danzou… e vissi come un
traditore, unendomi all’organizzazione Akatsuki cercai di aiutare il villaggio,
raccogliendo informazioni… però alla fine decisi di incontrare mio fratello… e
lui che mi ha quasi ucciso…-
-Ma perché voleva ucciderti!? -
Chiese lei senza riuscire a darsi spiegazioni.
-Lui non sapeva la verità… crede che
io abbia eliminato il Clan solo per “testare le mie capacità”… o almeno così
gli ho raccontato… non volevo che sapesse che il nostro clan era solo una
farsa, che eravamo dei cospiratori… così ho fatto in modo che lui mi odiasse e
cercasse di vendicare il clan per poi farlo risorgere con nuovi ideali… da
quando abbiamo combattuto sono passati…- Il moro serrò gli
occhi.
-Quasi dieci anni…- Finì
tristemente.
Luna rimase in silenzio.
-Per tutti questi anni… sono stato
bloccato in un villaggio poco lontano da qui… un uomo mi trovò in riva ad un
fiume mezzo morto… in condizioni disperate… non so neppure come ho fatto a non
morire sfortunatamente…-
-Non dire così!! - Esclamò lei
d’impulso.
-Ora sai chi sono…- Lei non rispose
e posò lo sguardo alla sua destra.
Ora si, sapeva chi era Itachi
Uchiha...era una persona che aveva eliminato la sua intera famiglia… per
eseguire un ordine.
Per proteggere il villaggio. Per
evitare una guerra.
Deglutì piano.
-Si… e non sei quello che pensavo…-
Disse un po’ fredda.
Itachi abbassò lo sguardo triste.
-Andrò via dal villaggio… nessuno
saprà mai che sono stato qui… dimenticati di me, e di tutto quello che ti ho
raccontato, lo farai per il bene del figlio di mio fratello… vero?-
-No. - Esordì lei sicura. Itachi
alzò lo sguardo, sorpreso e incredulo.
-Cosa?-
-Ho detto no! - Esclamò ancora più
risoluta, anche se solo in apparenza, in realtà un po’ di paura nel
contraddirlo c’e l’aveva.
-E perché mai!?-Disse lui
prendendola per un braccio.
-Non capisci che così romperai la
felicità delle persone che tanto mi hanno odiato…-Il moro si voltò verso le
camere da letto, poi tornò a guardarla.
-Usciamo! - Esclamò tirandola verso
la porta, per poi trascinarla fuori casa.
Lei protestò un po’ cercando
inutilmente di liberarsi.
Una volta fuori casa, il moro poté
riprendere il discorso, senza temere di essere scoperto dai bambini.
-Ascolta, tu non puoi capire… se
rivelerai a Konoha che sono vivo… mio fratello… si rivolterà contro il
villaggio di nuovo, e se non accadrà questo pensa a cosa accadrebbe alla sua
famiglia, come reagirebbe scoprendo che il fratello che gli ha ucciso i
genitori, e che lui crede di aver ucciso è vivo! So che una persona gli ha
raccontato la verità… so che è riuscito ad andare avanti e dimenticarmi, non
posso tornare nella sua vita capisci… e di sicuro, le autorità del villaggio mi
condannerebbero a morte, le uniche persone che sapevano la verità sono morte
tutte, escluso mio fratello! Non posso fargli questo…- Disse serio lui.
In tutto il tempo che lui aveva
parlato, Luna aveva preso a piangere qualche lacrima silenziosa.
Poi si voltò di scatto per non
guardarlo più.
-E… e… a… e a me non ci pensi!!!!?
Non conto nulla per te!!?-Disse lei quasi sbraitando.
Itachi rimase allibito davanti a
tali parole.
Come poteva chiedergli una cosa
simile!? Diavolo certo che pensava a lei, era anche per lei che andava via!
E certo che lei contava, anche
troppo.
-Smettila di fare la
bambina!-Esclamò lui senza sapere cosa dire di meglio.
Lei si girò lentamente.
-Io non mi sto comportando da
bambina… ti sto dicendo quello che sento!-
Itachi si ammutolì.
-Dici che te ne vuoi andare… che ti
devo dimenticare… ma io non voglio e non posso! A me non importa quello hai
fatto, ti ho lasciato entrare nella mia vita credendo che fossi un traditore, e
invece non è così! Mi hai detto che l’hai fatto per il villaggio… e io ti
credo… non posso fare diversamente, mi dispiace… ma io…io ti amo…-
Itachi chiuse gli occhi. Scosse il
capo.
Per quanto quelle due parole fossero
speciali, per quanto lui le desiderasse da lei, per quanto volesse lasciarsi
andare a lei e ai sentimenti, non poteva, non ora che lei sapeva la verità.
-Non devi…-Riuscì a sussurrare con
la voce rotta.
-Invece si… -
-No…-
-Si… non ti permetterò di andartene
via… io ti amo!-
-Ma che dici?!... Non mi conosci
nemmeno!-
-Ti conosco! So chi sei… lo so da
sempre! Tu sei Itachi…-
-Sono solo un assassino… finiresti
nei guai con me!-
-Tu non sei un assassino! Sei uno
shinobi che ha fatto il suo dovere… non è così?-Lui chiuse gli occhi.
-Si… ma… non posso tornare…-
-Allora resta con me… ti scongiuro…
io ti amo… io non ti ho mai dimenticato… e non voglio perderti di nuovo… ma se
tu… se tu non provi nulla…-Singhiozzò lei asciugandosi le lacrime e tirando su
col naso.
-Non è questo…-Sussurrò lui tornando
ad incrociare quegli occhi come il miele che tanto aveva sognato, per anni.
Gli occhi della bambina che aveva
salvato, gli occhi della ragazza che amava.
-Non voglio farti soffrire… ma se
fosse necessario… se io dovessi sparire… tu soffriresti e non mi va, per questo
non voglio che tu ti leghi a me… ma…- Itachi si accostò
a lei, posandole una mano sulla spalla, l’altra sulla guancia.
-Il problema… è che… - Stavolta
avvicinò il suo volto a quello della giovane.
Si guardarono intensamente negli
occhi.
-Anche io… ti amo…-E finalmente posò
le labbra su quelle di Luna, che però presa dall’emozione, invece di rispondere
al bacio, scoppiò a piangere più forte di prima.
Itachi, accortosi della situazione
si allontanò per guardarla, e lei si portò le mani al viso, per poi asciugarsi
gli occhi col dorso della mano.
-E-ehi…-Balbettò il moro tenendola
per le braccia.
-S-scusa…mi sono emozionata…- Spiegò
lei asciugandosi le lacrime e tirando su col naso.
Poi lo guardò un attimo, sembrava che stesse per scoppiare a ridere.
-N-Non… non ridere scemo!- Disse
buttandosi contro di lui per abbracciarlo.
Itachi la abbracciò stringendola
forte, le mani della ragazza si aggrapparono alla
maglia, appoggiandosi completamente, sul petto del moro e lui ne fu ben felice.
Si sentiva come non si sentiva da
anni, troppi anni.
Finalmente si sentiva amato.
-Adesso smettila di piangere,
piccola…-Gli sussurrò piano, prendendole il viso tra le mani e baciandole la
guancia in modo carezzevole, per poi baciarle le labbra.
Luna si calmò subito e ricambiò con
delicatezza, per poi sprofondare qualche secondo dopo nella passione,
trascinata dal bacio che Itachi stava dirigendo con maestria.
La mano sinistra del moro, s’infilò
nei lisci capelli color miele di lei, mentre l’altra le scivolò lungo il
braccio, per poi carezzarle il fianco e arrivare ad
avvolgere completamente la schiena per poterla stringere di più a se.
Lei per avvicinarsi meglio lasciò le
sue mani salire fino alle forti spalle di lui, incurante del fatto che oramai erano uniti come due fogli di carta, difficili da staccare, se non con impegno.
Impegno
che purtroppo doveva arrivare, perciò anche per riprendere fiato, si staccarono
lenti.
Lei sorrise imbarazzata, lui fece lo
stesso spostandosi una ciocca di capelli dal viso, con un sorriso molto più
sghembo.
C’era ricascato. Non sapeva
resisterle. Ne quando sorrideva, ne quando piangeva. Impazziva solo a
guardarla.
Perché se piangeva, lui si sentiva
uno schifo. Se gli sorrideva, si sentiva bene, meravigliosamente bene.
-Ahm… senti per quello che t’ho
detto prima…Non volevo spaventarti quando ti ho trascinata fuori, però parlavo
per il bene della famiglia di mio fratello…-
-Lo so… ma non voglio che tu te ne
vada! Non dirò mai niente a Fugaku se non vuoi… non lo scoprirà da me te lo
giuro! Però non lasciarmi! - Esclamò lei nascondendo la testa nel petto di
Itachi.
Il moro fece un profondo respiro.
-Io sono un pazzo… finirai nei guai
con me, anzi finiremo nei guai…-
-A me non importa… io adoro i guai…-Disse
lei con tenera voce.
Il moro spalancò gli occhi incredulo
e, con uno scatto, l’afferrò per le spalle e la spostò da se.
Lei strabuzzò gli occhi e lo guardò
in faccia. Sul suo viso un buffo sorriso tirato di lato e sopracciglia curve in
segno di disapprovazione.
-Allora è vero che lo fai a posta a
metterti nei guai!? –
Lei arrossì.
-No-No! Ma che dici… figurati… mica
lo faccio di proposito! Ehehe… e poi riesco sempre a cavarmela! - Rispose lei
spostando le mani del moro, per potersi poi lanciare di nuovo sul suo petto, un
po’ come per nascondere il rossore del viso.
Il cuore le batteva così forte che
persino Itachi riusciva a sentirlo sulla sua pelle.
-Ah no eh? E riesci a cavartela da
sola… ma se quasi il 90% delle volte che ti ho trovato nei casini, sono stato
io a salvarti!-Disse lui sarcastico.
-Ehm… sono dettagli! E poi sei tu
che vieni a salvarmi!-
-Però gridavi aiuto…- Canzonò lui.
Lei strinse gli occhi colta da un
moto di calore sul viso.
-E te ne approfitti… Proprio come ti
stai approfittando adesso del mio petto, piccola…- Scherzò ancora lui.
Luna sobbalzò e si staccò arrossendo
ancor di più.
-Scherzavo piccola!- Esclamò ridendo
il moro spingendola di nuovo contro di se.
Rimasero qualche secondo in
silenzio.
-È meglio che ora vado… altrimenti
si fa tardi…- Disse carezzandole i capelli, fino a scivolare sul viso sfiorandone,
con il dorso delle dita, la guancia.
-Così presto… - Si lamentò lei
mettendo un po’ di broncio.
-Eh si piccola, è quasi mezza
notte…- Disse lui con un dolce tono di voce.
-Non fa niente…non ho sonno…tu hai
sonno?- Chiese lei mielosa, cosa che non poté non intenerire il Mukenin.
-No, non ho sonno piccola…- Disse
lasciandole un bacio sulla guancia.
-Ma è meglio che torni dentro, se i
bambini si svegliano e non ti trovano in casa potrebbero spaventarsi…- Continuò
lui.
-Ok, ma entra anche tu…-
-Meglio di no… va a dormire su!-
-No!- Borbottò lei staccandosi tirando su il broncio, incrociando le braccia al petto
e voltandosi per dargli le spalle.
Itachi aggrottò la fronte.
-Dai non fare la capricciosa! Lo
dico per te…- Tentò lui allargando le braccia con i palmi delle mani rivolti verso il cielo.
Lei non rispose, così Itachi le si
avvicinò e le posò le mani sulle spalle.
-Dai piccola domani torno, te lo
prometto…- Disse lambendole il collo con dolcezza, ma lei per un primo
momento fece l’offesa.
-N-Non ci… casco io… no-n s-sono…
scema… -
-Secondo te pensi che potrei starti
lontano? … quando dico che voglio andare via da Konoha è perché ho paura di
ferirti in futuro, se le cose dovessero complicarsi… non è una vita facile la
mia… Ma come ti ho già detto… sono già complicatissime… -
Lei si lasciò scappare un gemito a causa
dell’ultimo bacio a risucchio.
-E giura!!!-Esclamò lei senza
voltarsi.
-Cosa? -Fece lui perplesso.
-Che torni e che non riesci starmi
lontano!-
Itachi sorrise e con uno scatto
deciso le avvolse la vita con un braccio, mentre
con l’altro le fasciava sotto i seni.
Inutile dire di quante tonalità di
rosso le si era colorato il viso.
Il moro le sfiorò con la punta del
naso la guancia e poi il lobo dell’orecchio.
-E dimmi una cosa… se ti facessi la stessa domanda…?-
-Io ti aspetto sempre…e se volessi
non saprei nemmeno dove venirti a cercare!!-mormorò Luna imbarazzata.
-Hai ragione… Ma certo che tornerò…
te lo prometto, e poi ho bisogno di te…-Gli sussurrò baciandole la mascella.
-A-Anche io… I-tachi… -D’improvviso
il moro, posò una mano sul seno della ragazza, che sobbalzò.
-Mhh… non mi provocare altrimenti
sul serio entro in casa con te e non me ne vado più…-Le sussurrò baciandole
ancora il collo e sotto l’orecchio.
Luna buttò giù un gemito, nonostante
non facesse che pensare alla mano sul suo seno.
-I-I…Itachi…-Mugugnò lei cercando di
sposarsi, ma lui con decisione la trattenne.
-Su dai calmati piccola… -
-È…che… che m-mi vergogno… q-quando…
mi…-Mormorò lei.
-Oh no! Non sarà ancora per quella
storia che pensi di averle piccole!?-Luna diventò rossissima.
Itachi la fece girare per guardarla
in faccia, ma lei spostò subito lo sguardo.
-Ehi guardami quando ti parlo! Ti ho
fatto una domanda…-
-Hmmnmnmnmnn….-Borbottò lei senza
riuscire ad alzare lo sguardo. Itachi sbuffò.
-Luna… non ho capito nemmeno una
parola… -
-…Scusa…
è che… insomma… io… non è
che sono poi così g-grandi… e magari a…
a…a…t-te… p-pia-acciono…
p-più…
grandi…-Tentò con molta fatica di spiegare lei, rossa
come un pomodoro a causa
dell’incendio che divampava nel suo corpo.
Itachi, dal canto suo, la guardò
sconcertato. Come se lei stesse vaneggiando o raccontando qualcosa
tragi-comico.
-M-ma chi te lo ha detto? Numero uno
a me non piacciono le tettone, e ti pare che io abbia mai detto qualcosa
riguardo al tuo seno! Però… visto che ci siamo, perché non toglierci
definitivamente tutti dubbi! Vieni qua che do una controllata!- Esclamò lui
afferrandola di nuovo per un polso.
-Eh!? No… Itachi che fai!??-Il bel
moro, con scatto posò la sua mano sulla forma della ragazza.
-Hmm… no… non è affatto piccola a
parer mio… -Disse con tono divertito l’Uchiha, dopodiché spostò la mano fino
alla spalla e avvicinò ancor di più la ragazza a se.
-Rilassati non ti faccio niente… mi
credi?-Lei prese fiato, per calmarsi e non apparire troppo sconvolta.
-Si…-Mugugnò docilmente. Itachi
sorrise mostrando quei denti bianchissimi.
-Perciò ti prego… non farmi sentire
un maniaco, non lo sono, ma tu mi fai perdere la testa… più di quanto sia
possibile…-
-Ma io non sono… niente di
speciale…-Mormorò angosciata evitando lo sguardo magnetico del moro, che la
guardò torvo.
-Ora basta! Sul serio quando dici
così mi fai perdere le staffe! Tu sei speciale per come sei fatta… e sei speciale
per me! Ma essere speciale non significa essere una bomba sexy o essere una
gran troia che va con tutti perché questo per me non è avere qualcosa di
speciale… ciò che piace a tutti è semplice e normale… ma tu… tu sei diversa, mi
attiri come un orso che cerca il miele…-D’improvviso, Itachi la spinse contro
la parete, e la imprigionò poggiando le mani ai lati della sua testa, ma mantenendo una certa distanza.
Il suo tono cambiò, era leggermente
più irritato ed angosciato allo stesso tempo.
Come se cercasse di reprimere la
rabbia.
Luna, invece, sbalordita si limitò
ad attaccarsi al muro e fissarlo.
-Tu mi ossessioni…All’inizio pensavo
che...dio che mi importava se ti avevo ritrovata, che motivo avevo per essere
in fibrillazione! Felice! Però impazzivo se ti pensavo! Dov’eri? Cosa facevi!?
Ogni volta che ti vedevo… lì dietro il bancone, sul palco… dio che rabbia!
Cercavo di essere indifferente, di fingere che “no, non c’era niente che mi
importava di quello che facevi”! ma no! Non era così, io ti volevo stare alle
calcagna, come se fossi stata la tua ombra...ma
sapevo che non era giusto, che non potevo, non ne avevo il diritto. Chi ero io
per intromettermi nella tua vita!? Ho provato a starti lontano, ma tu…
con quelle tue frasi innocenti non facevi che provocarmi, i tuoi atteggiamenti
davanti a quegli uomini perversi e maniaci! Che gelosia…poi quando mi hai
sbattuto la porta in faccia… -
-Non volevo…-Sussurrò lei chiudendo
gli occhi e cercando di sopprimere le lacrime.
-Io mi sono sentito… un…. Un
maniaco!-Disse con foga, stringendo la mano in un pugno contro la parete.
-Desideravo sparire dalla tua vita,
desideravo con tutto me stesso non infastidirti più, non spaventarti mai più…
permetterti di cancellarmi… ma più, mi illudevo che sarei sopravvissuto senza
sapere se stavi bene, se continuavi ad andare in quella merda di locale… non
dormivo, bevevo, non mangiavo, non facevo che rimuginare e dannarmi… non mi era
mai successo…ero oppresso, era…-
-Era come non respirare…-Lo anticipò
lei aprendo gli occhi, con voce tremante.
-Così non ho retto… e mi sono
arreso… sono venuto lì, io ti volevo portare via! Ma… ma poi… mi sono pentito e
me ne sono andato. E quando ti ho vista piangere… per colpa mia, ho capito che
non potevo lasciarti… continuavo a negarlo a me stesso e cercavo di convincere
anche te che volevo scappare… ma non era vero… io volevo te… volevo stare con
te…non sono riuscito a toglierti dalla mia testa, eri come il ritornello di una
canzone… e ancora adesso… anche ora che sei con me… non riesco a non pensare a
te… a quanto ti vorrei, anche solo starti vicino immobile… tu… per me sei quel
male, nel petto, che fa più male del solito, a partire da mezza notte che esci
di qui fino a che non immagino che tu sia tornata a casa, nel tuo letto,
categoricamente sola…-
Luna arrossì, gli occhi neri e
penetranti di Itachi la scrutavano sospettosi.
-E sai perché tutto questo… perché
sono dannatamente innamorato di te…ma devo ammetterlo questo mi fa paura… temo
che finirò per ferirti e farti soffrire…-
-Non è vero…-Mugugnò lei guardandolo
negli occhi.
-Ma potrebbe accadere…-Disse lui
ancora più sofferente.
-Allora lo accetterò! Diavolo non
m’importa! Anche io ti amo! Ho bisogno di te…-
-Ma io… sono anche… così…più adulto
di te!- Disse cercando con cura le parole adatte. Luna lo guardò negli occhi,
assorta dallo splendido petrolio che in un attimo la imprigionò.
-A me non importa… ho davvero
bisogno di te, non lo so perché! Ma è così! E se io per te non vado bene,
accetterò anche questo, accetterò il fatto che tu non mi voglia… starò male,
soffrirò, ma non ti odierò mai…-
-Non ti farei mai soffrire di mia
volontà… non commetterò mai più tale errore… nemmeno sotto tortura sopporterei
di vederti ancora come quella sera!-
-Allora… non mi ritieni troppo…
giovane…?- Mormorò imbarazzata.
Anche lui arrossì lievemente.
-Ecco… insomma… non mi sento
proprio… felice di questo… sai… mi sento un po’…pedofilo…-
Luna diventò ancora più rossa.
-M-ma… tu non hai cattive
intenzioni…e non ti reputo un pedofilo, quelli vanno dietro le bambine…I-Io
sono… g-grande!-Esclamò lei con fatica. Itachi sorrise.
-Ah davvero? Più di dieci anni di
differenza bellezza, non sei grande…non per me!-
-Non mi vuoi?-Disse lei triste.
-Ma che dici! Certo che ti voglio!
Ma non come i maniaci che ti guardavano quando andavi in bagno nel Night… gli
uomini quella sera del Black out… come ti guardavano! Tu non capisci cosa
avrebbero potuto farti! Ho pensato come picchiarli, ho pensato di tutto mentre
ti seguivo, compreso come strapparti di dosso quel vestito… Fortuna che non
sono ancora diventato un vecchio maniaco!-
-L’età non conta? Non mi trovi
stupida, immatura, frivola!-Disse lei evitando volutamente di approfondire il
discorso dei maniaci.
-No… o forse si… ma questo mi piace…
ecco perché ti sto alle calcagna come un segugio…Sappi che da adesso in poi
sarò il tuo incubo peggiore, e se sarai nei guai, povera te e chi ti ronza in
torno, uomini e vecchi compresi!-
-Bene, e tu allora… Sappi… sappi che
se… se… se tu dovessi sparire… sarò capace di buttarmi in situazioni tanto
pericolose, tipo… infastidire qualche balordo costringendolo a farmi del male
pur di costringerti a sbucare dal buio…-
-Te lo ripeto, nessuno potrà più
avvicinarsi a te…- Disse lui tirandola a se per stringerla forte.
-Bambini?- Chiese lei abbracciandolo
senza guardarlo negli occhi.
-Solo mio nipote direi… ha sempre
sei anni giusto?-
-Certo…-
-Acconsentito allora…-Scherzò lui.
Rimasero in silenzio.
Una folata di vento freddo fece
rabbrividire la giovane, che però parlò prima di lui.
-Itachi?-
-Hmm?-
-Vuoi… vuoi vederlo?- Itachi divenne
un po’ rigido.
-Non credo… sia il caso… non vorrei
che…-
-Ma sta dormendo… sei sicuro che non
vuoi?- Chiese lei con dolce espressione in viso.
Rimasero in silenzio per un po’,
sempre tenendola stretta delicatamente.
Poi lui sospirò.
-Ok… mi hai convinto….però facciamo
in fretta…- Disse lui cercando di fare l’indifferente.
La ragazza sorrise e lo prese per
mano.
-Vieni!- Esclamò trascinandolo in
casa, dove, senza lasciare la mano dell’uomo, chiuse la porta con cautela
attenta a non far nessun rumore brusco.
Itachi, implorando se stesso di
stare calmo, si lasciò guidare per il corridoio, fino all'entrata
della prima camera.
Giunto lì, l’Uchiha si pietrificò.
Uno strano nervosismo gli impedì di proseguire.
Era giusto vedere quel bambino? Era
il figlio di suo fratello, il suo ‘amato’ fratellino, e lui non voleva intromettersi
nella sua vita.
E forse guardando suo nipote, temeva
che avrebbe desiderato sentirsi chiamare “zio”. E lui non poteva. Perciò faceva
male.
Molto male.
Deglutì pesante, e Luna se ne
accorse.
-Non vuoi? Non te la senti?...
scusa, forse sono stata stupida a portarti qui…- Lei lo guardò negli occhi
comprendendo in un attimo l'insicurezza dell’uomo.
-Scusa è tutta colpa mia…Non avevo
capito…che per…te sarebbe stato diffic-!- Ma d’improvviso lui le posò un dito
sulle labbra e sorrise.
-Shh… non hai fatto niente di
sbagliato Luna… non preoccuparti… era solo… un attimo… ora sono pronto,
andiamo…- Spiegò quasi tranquillo il moro, ma Luna, dopo averlo scrutato,
sospirò silenziosa ed aprì dolcemente la porta, che era già a metà.
Con passò felpato scivolarono nella
camera, la luce era fiocca, ma sufficiente a chiarire tutti i dettagli.
Luna mostrò ad Itachi il letto, e
lì, ricoperto da un piumino, c’era un bambino.
In posizione supina, con le braccia
ripiegate ai lati del capo e i palmi delle mani verso l’alto. I capelli
neri, leggermente corti, erano morbidamente poggiati sul cuscino, mentre alcuni
pendevano in un lato della fronte, scompigliati.
La pelle lattea e chiara.
-I suo occhi sono neri…- Sussurrò
Luna.
-È un bambino testardo e cocciuto,
sa sempre un sacco di cose, però è un simpaticone, e sai… in qualche modo riesce
sempre a tirarmi su di morale se sono triste…-Continuò.
Itachi lo fissò ancora qualche
secondo.
-Somiglia… a mio fratello da
piccolo… bhe più o meno!-Fece per avvicinarsi, ma ci ripensò.
Sfiorargli una guancia, per quanto
lo desiderasse, era fin troppo rischioso.
-In effetti gli somiglia… ho visto
suo padre oggi… e … inizialmente l’ho scambiato per te… in un certo senso…
Fugaku ti somiglia… è… è così testardo, quando vuole diventa persino cattivo,
se per il bene di qualcuno, ma ha sempre ragione… è anche un bravo ninja… l’ho
visto usare un… uno Shu… Shuriken gigante però poi ne è comparso un altro…
tutta 'na cosa complicata…per ingannare l’avversario, o così ha detto lui!!-
-Oh… allora è meglio che andiamo,
non vorrei che si svegliasse, se mi trovasse qui chissà cosa gli passerebbe per
la testa!-
-Ah non lo so, magari tenterà di
ucciderti! Ti prenderà per un maniaco, no!?- Ridacchiò lei.
-Se! Ci mancherebbe che mi scambiasse
pure per un maniaco! Pensa se notasse la somiglianza tra me e suo padre?!-
Disse ironico voltandosi per uscire, Luna lo seguì fuori dalla camera e
socchiuse la porta.
-È vero! Siete molto simili… ma non
proprio, insomma… uhm… tu sei più b!-el!-lo!-
Il moro sfoderò un sorriso malizioso
e provocatorio.
-Che stavi dicendo, eh? Sono più
bello, eh?- Luna arrossì.
-Eh… s-si… - La ragazza si mise le
mani sul viso, oramai tutto rosso.
Itachi soffocò una risata, poi le
sue mani si posarono su quelle piccole della ragazza per spostarle dal viso.
Lei non oppose resistenza e lasciò
che Itachi le trasportasse le mani fino alle sue spalle.
-Certo che sono più bello…-
Bisbigliò avvicinandosi per baciarle il collo.
Luna rabbrividì, e si strinse alle
grandi spalle dell’Uchiha, carezzandole dolcemente.
-Lo ammetto… è vero… sei più b-bello
t-tu…- Mormorò timida lei nascondendo il viso nell’incavo fra il collo e la
spalla di Itachi, che dal canto suo ridacchiò.
-Oh… ehi ma guarda che anche tu sei
una tentazione pericolosa, sai?!-
-I-In che senso?- Itachi soffocò
ancora una risata, passandole una mano lungo la colonna vertebrale.
-Che sei bella sciocchina! Troppo
bella, visto che mi hai fatto perdere la testa!- Esclamò catturandole il viso
con le mani...che poi lasciò scivolare fra i lunghi capelli color miele, per
avvicinarsi e baciarla.
-Ora è meglio che vada… si sta
facendo davvero tardi, buona notte piccola…- Disse lui incamminandosi verso la
porta.
-Uhm no! Te ne vai già…-Disse lei
arpionandosi al braccio del moro.
-Ma piccola è già mezza notte
passata…su non fare così, tornerò domani sera presto…-Lei lo guardò con aria
triste e occhi luccicanti.
-Dai, non guardarmi così… Ti ho già
accontentato! Sono rimasto ancora un po’!- Borbottò l’uomo, chinandosi appena
verso il suo orecchio.
-Poi non sai quanto desideri
restare…-
-Allora resta, sono abituata ad
orari molto pensati, lo sai…- Lui con dolcezza le baciò la fronte.
-Lo so… è per questo che voglio che
tu vada a letto, categoricamente ora!- Detto questo l’abbracciò.
-Ok… ma prometti che torni?!-Disse
Lei ricambiando l’abbraccio.
Itachi la guardò con una faccia da finto
sorpreso.
-Non ti fidi. Io ti dico che sono un
assassino che ha ucciso la sua famiglia, tu continui a fidarti e vuoi che ti
stia accanto...e poi, gira e rigira, non ti fidi se ti dico che torno, e vuoi
che prometta!!?-
Luna arrossì.
-Si! - Esclamò voltando il capo come
una bambina viziata.
Itachi ridacchiò.
Luna lo stava cambiando, poteva
sentirlo.
-Ok… ti prometto, ti giuro, ti
assicuro, che tornerò da te di corsa… perché standoti troppo a lungo lontano mi
porterebbe alla pazzia! - Disse lui sorridendo, e che sorriso. Luna trattenne
il respiro. Era meraviglioso.
Come faceva a non credergli. Era
così sincero. Così vero.
E lei lo amava perdutamente, non
poteva non credergli.
-Va bene…- Mugugnò la ragazza che
però invece di allontanarsi gli legò le braccia al collo, era un po’ più alto,
ma ci riuscì.
-Bhe, per essere soddisfatta
piccola, mi sa che non ci siamo proprio… dimmi una cosa, non è che vuoi farmi
tuo prigioniero?- Scherzò Itachi sorridendo ancora di più. (Mi sa che stasera
sono io che non riesco a lasciar andare a casa Itachi XD.nd Autrice)
-Ehm… ecco… Oh uffa…-Borbottò
appiccicandosi al petto del moro, e strusciandosi contro con la guancia.
Itachi le carezzò i capelli e dopo
le sollevò il mento con un dito, incrociando gli occhi di lei.
Poi si chinò e le diede un bacio a
fior di labbra.
Luna si avvicinò e ricambiò il
gesto. Facendosi travolgere dalla passione, lasciò che Itachi approfondisse il
lavoro, facendo scivolare la lingua nella bocca, in cerca della sua, che non si
fece attendere.
Ripresero fiato.
-Buona notte piccola mia! Sogni
d’oro…- Sussurrò Itachi, dandole un bacio su una guancia e carezzandole
l’altra.
-Buona notte Itachi…- La giovane lo
abbracciò di nuovo, e anche lui la strinse forte.
Luna chiuse gli occhi e, con un
respiro profondo, slegò le braccia dal collo del moro, che le sorrise voltandosi
ed aprendo la porta, per poi uscire.
La guardò un istante sorridendole di
sbieco, lei ricambiò e salutò con la mano.
-Chiudi a chiave mi raccomando…-
-Certo! - Disse
lei avvicinandosi al portone che Itachi chiuse e, solo dopo aver sentito lo
scatto della serratura chiusa a chiave, si allontanò soddisfatto.
Fine XX Capitolo.
E anche questo capitolo volge al termine!
Finalmente Luna ed Itachi si sono chiariti e dichiarati a pieno!
Da adesso la storia possiamo dire che prosegue a gonfie vele verso l’ampliarsi del rapporto fra i piccioncini *.*
Ovviamente non mancheranno i gli altri personaggi ad ingarbugliare ogni situazione!
Baci Serenity ^_^