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Autore: Beads and Flowers    16/09/2010    2 recensioni
Questa è la mia prima fanfic, vi prego, siate clementi. Si tratta di una storia comica-dark, inventata da me e i miei amici, trattante l' avventura di una delle più famose tate italiane alla presa con il suo peggior incubo: degli adolescenti decisamente fuori dal comune.
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Tate contro i MEREH'
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Giochi da Tavolo

 

“Ragazzi, vogliamo parlare delle vostre emozioni?”
“Ma vaffa*****!!!”
“Bella zì, st’ idea nun me piace, a’ riceve’ n’ OK sei proprio n’ incapace!”
“...”
“Bum... bum-bum!”
“Allora... vogliamo parlare della famiglia?”
“Ma sei proprio scema?! T’ abbiamo detto di no!”
“Allora che ne dite di fare dei biscotti per la mamma?”
“Noi la mamma nun ce l’ avemo.”
“Allora... allora vogliamo colorare?”
“... Falla finita!” e Gabriele scoppiò a piangere, esausto.
Camilla non riusciva a crederci. Di solito almeno uno di questi metodi per far interagire i bambini funzionava, ma a quanto pareva i MEREH non ne volevano proprio sapere di collaborare. Ma ora basta! Era là da due ore a proporrere giochi e discorsi da fare insieme, ma nulla sembrava soddisfare le anime del gruppo. Avrebbe usato l’ ultimo asso nella manica, e, se non avesse funzionato, avrebbe ripreso a lucidare lo stereo di Nik.
“Vogliamo... vogliamo fare un bel gioco da tavolo?”
“Che?!” chiesero i ragazzi, che non avevano mai sentito quel termine prima d’ ora.
“Sì, sì: giochi da tavolo! Sapete, no? Monopoli, Supermilionario, Allegro Chirurgo, Pictunary...”
“Intendi forse dire: Ricco Spacciatore, Autopsia Splatter, Segni Maledetti?”
“Ehrm... be’, sì... credo...”
“A’ raga’, na’ bella partitina a Segni Maledetti me la faccio pure io!”
“D’ accordo! Una bella partita a Segni Maledetti, e magari anche a Ricco Spacciatore.”
“Bum!”
“Va be’, Bum-bum, va be’! Giocheremo pure a Autopsia Splatter.” poi, alla Tata “Lo so che è un gioco stramaledettamente noioso, ma è il suo preferito.” spiegò  con aria rassegnata.
Camilla, con l’ aria leggermente stranita, annuì. Ancora non le era entrato in testa che quei ragazzini dall’  aria così innocente erano in realtà assassini mangiauomini.
L’ emo andò a testa china nel salotto, dove erano riposti questi giochi da tavolo così originali. Tornò, a mani piene, nella sala da pranzo, dove erano riunita tutta la banda. Deposte le scatole sul tavolo, chiese:
“Quale facciamo per primo?”
“Ricco Spacciato’!”
“Va bene, Nik. Anche se non capisco perchè vi ostinate a cercare la felicità inesistente in dei ridicoli giochi da tavolo.”
“Se lo dici tu...”
Il gioco era composto da una coppia di dadi neri, alcune boccete piene di una polverina bianca e una tavola da gioco raffigurante alcuni bordelli, delle spiagge notturne e delle discoteche. Erano ben disegnate, e l’ espressione sui volti dei clienti della casella numero  34 erano fin troppo chiari...l’ illustrazioni raffigurava dei tossico-dipendenti!
  NO! Mai e poi mai avrebbepermesso a quei ragazzi di giocare a quel gioco così diseducativo!
  “NO! Mai e poi mai permetterò a questi ragazzi di giocare a questo gioco così diseducativo!” disse.
Che copiona!
“Non m’ interessa a cosa volete giocare e a cosa non volete giocare! Questo è il peggior gioco mai stato creato, e sarò costretta a vietarvelo!”
“CHE COSA!?”
“BELLA ZI’... MICA E’ GIUSTO, SAI!?”
“Mi dispiace ragazzi, ma è troppo velenoso per le vostre menti. Ora, che ne dite di prendere le carte da gioco e fare una bella partita a Briscol...”
Bummino scoppiò a piangere, e il silenzio totale calò.
“Tu... tu... TU HAI FATTO PIANGERE BUMMINO!!!” urlò Roberta, impugnando un lanciafiamme, tirato fuori da chissà dove, e agitandolo brutalmente vicino al viso della Tata.
“Io te squarto! Io te amazzo! Mo’ di carte te lo do io il mazzo!”
Klara incominciò a coccolare Bummino, mentre Gabriele, al massino della disperazione, afferrò il cucchiaino di plastica rossa, con cui Bum-bum stava mangiando il suo omogenizzato alla budella, e iniziò a passarselo velocemente per le vene, cercando invano di tagliarsi.
La Tata, persona molto intuitiva, capì subito che la persona che mai avrebbe dovuto offendere, se teneva all’ equilibrio della casa e alla vita, era Bummino.
“Mi dispiace, mi dispiace! C-che ne dite di giocare a... a... com’ è che si chiamava? Ah, già! Che ne dite di giocare a Autopsia Splatter?”
Il delirio finì, e dopo una fugace occhiata fra di loro, i MEREH annuirono.
“Bene. Allora prendiamo il gioco...”
Non so se avete mai giocato all’ Allegro Chirurgo. In pratica è una specie di pagliaccio di plastica su un letto di plastica, con altri pezzi di plastica color cacca (i muscoli infetti ) che bisogna riuscire a prendere con delle pinzette di plastica senza toccare la carne di plastica dell’ omino di plastica senza fargli del male. Questo insegna ai bambini la formidabile lezione che l’ anestetico non esiste, siamo fatti tutti di plastica, siamo dei pagliacci e che gli ospedali fanno così schifo che le operazioni chirurgiche vengono fatte da dei bambini di cinque anni che, almeno, non chiedono di essere pagati.
Autopsia Splatter, invece, consiste nel mettere un cadavere (non di plastica, ma vero, e anche in decomposizione) su  un tavolo (vero) e strappargli i muscoli (veri) con delle pinzette (quelle, però, rimangono di plastica: il metallo può essere pericoloso). Il cadavere non era, in passato, un pagliaccio. Era, anzi, probabilmente l’ idiota che ha inventato il gioco dell’ Allegro Chirurgo, o magari il produttore. Insomma, resta il fatto che questo era il gioco preferito di Bummino, e che, alla fine del gioco, il tavolo era talmente macchiato di sangue che Camilla dovette spendere 5 ore nel pulire solo il primo strato.

Il giorno dopo, i MEREH vollero a tutti i costi  giocare a Segni Maledetti.Ma, essendo il tavolo ancora macchiato, si spostarono nel salotto.  
“Bene, facciamo le squadre. Io e Nik saremo squadra 1, Klara e Gabriele la numero 2 e Camilla e Bummino la 3. Incominciamo!”
Avete presente Pictonary? Quel gioco in cui bisogna disegnare un allegro coniglietto e l’ altro membro della squadra deve indovinarlo? Be’, questo gioco è simile, ma non si disegnano conglietti...

“CERCHIO ALCHEMICO!”
“PENTACOLO!”
“SI’! SI’!” ALLA FACCIACCIA TUA, KLA’!”
“Ora è turno mio!”
“...”
“...”
“...”
“... Stellina!”
“... COSA!?”
“Be’... mi sembra una stellina a... 9 punte?”
“Scema! Quello è... boh...”
“Che vi dicevo, è una stellina a 9 punte!”
Klara minò “Ah, ho capito! È il simbolo della religione Bahai!”
“Brava!”
“Però mica vale, sai? Lei ha 300 anni, sa più cose di noi!”
“Non è vero, ne ha tredici!”
“Ne dimostra tredici solo perchè nel passato la gente era più bassa! Lei ne avrà... quanti ne avevi quando t’ hanno bruciato, Klara?”
“13.” mimò la ragazza.
“Ah! Smettila di fare la sapientona, Roberta!”
“Non è colpa mia se sei un idiota, Gabriele!”
“Ragazzi, ragazzi! Invece di litigare, perchè non cantiamo un canzoncina?”
“Se, se. Sti’ qua nun ce hanno mica o’ ritmo per cantà, bella zì!”
“Non è vero, ascolta:

               Quando tu mi lasciasti... io piansi!
               Quando tu mi respingesti... io piansi ancora!
               Quando tu mi dicesti che sono un fallito sentimentale... io ti diedi ragione!”

“Vedi, Cami’? Solo ‘n emo senza ritmo potreva canta’ na’ merda del genere, e guarda un po’ con chi mi capita vivere? Con un emo senza ritmo!”
“Be’, non è che tu hai tutto questo genio...”
“STA’ ZITTA, METALLARA!”
“ANCORA?! NON RINIZIARE, EH!”
“HAI PAURA, PICCIOTA, EH? HAI PAURA!”
“MA VAI A FARTI UN GIRO SULLA VERGINE DI NORIMBERGA, VA’!”
“B-basta... BASTA!” urlò, esasperata, la Tata.

   
 
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