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Autore: Poisonerlady    17/09/2010    3 recensioni
Una raccolta di follie su uno dei videogiochi più bello ed alienante di tutti i tempi. Dalla terza One-shot: - Ti ho già spiegato, Dottore, che da un mese a questa parte sono iniziate alcune ... anomalie.-
- Si, si. Tachicardia, fastidi addominali, sudorazione e vampate di calore … rimane il fatto che tu sia sano come un pesce. È più probabile che questi sintomi siano da associarsi allo stress - (SephirothXCloud YAOI)
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Autrice: Miyuk (Poisonerlady)

Titolo: Di giornate “no”, di incendi e di vampiri.

Contesto: FF VII, pregame. Infanzia di Cloud.

Raiting: Verde

Personaggi: Vincent Valentine, Cloud Strife (No YAOI)

Warnings: Fluff, OOC, scritta male, potrebbe far causare dolori addominali, nausee e crisi epilettiche. Se i sintomi persistono consultate un medico.  

Declaimer: FF VII e i suoi personaggi non sono miei e io non ci guadagno nulla. Purtroppo. Se fossero stati miei Sephiroth, Cloud, Zack, Angeal e Genesis vivrebbero tutti felicemente insieme.

 

  pensieri

“parlato”

 

Di giornate “no”, di incendi e di vampiri.

 

 

Cloud aveva sempre creduto che, toccato il fondo, si potesse solo risalire.

Era una di quelle leggi di natura che servono a farti sorridere anche nelle situazioni più disperate, in quelle in cui ti sembra che la tua vita sia un susseguirsi di disavventure, un pozzo pieno di qualcosa di denso e puzzolente in cui non puoi fare a meno di affondare.

Ecco, per esempio, una giornata che incomincia con un brutto mal di pancia, che continua con la colazione bruciata e con i pantaloni preferiti che cedono con un “crack” sonoro mentre esci di casa, facendo girare e ridere tutte le persone che, di solito, ti ignorano.

Una di quelle giornate in cui arrivi a scuola in ritardo di soli dieci secondi (perché sei dovuto tornare indietro a cambiare i pantaloni) ma la maestra, che ce l’ha con te, ti sbatte in un angolo a reggere un pesante secchio d’acqua. La passare, però, liscia a Tifa, che di ritardo ne ha ben più di te, perché lei è la figlia del sindaco e tu figlio di nessuno, letteralmente.

Una di quelle giornate in cui i bulli del villaggio si sentono più attivi del solito e, non solo ti rubano la merenda e ti gettano il contenuto della borsa nella pattumiera, ma, finite le lezioni, decidono di inseguirti fino a casa, senza che nessuno dica niente. Arrivato davanti alla porta ti accorgi che la mamma non c’è e che tu hai dimenticato le chiavi, così non hai un posto dove rifugiarti e devi cominciare a correre. Di nuovo.  

Una di quelle giornate in cui, fortuna nella sfortuna, passando davanti ad una tetra ed inquietante villa, inciampi in un sasso e per riprendere l’equilibrio ti appoggi al cancello che si apre stridendo.

 E lì i bulli si fermano e ti guardano.

Perché tu, fortunatamente (sfortunatamente), sei caduto nel giardino antistante la villa, che tutti sanno essere maledetta, e neanche i piccoli teppistelli ci vogliono entrare.

Neanche tu ci volevi entrare, del resto, ma questa è una di quelle giornate in cui, saturo di sfortune, sei disposto a rischiare l’incontro con un mostro pur di evitare pietre e bastoni.

È una di quelle giornate in cui decidi che girare la vecchia Shinra Mansion può essere divertente.

Perché ormai l’hai toccato il fondo, quindi peggio non può andare.

Sbagliato! Toccato il fondo si può sempre scavare.

Cloud Strife lo realizzò mentre guardava la villa, proprietà della più potente multinazionale al mondo (tanto potente da avere un esercito di omaccioni muscolosi con spade spropositatamente grandi), andare a fuoco come un cumulo di foglie secche.

Forse non era stata una buona idea esplorare i sotterranei nascosti dietro quel fichissimo passaggio segreto, e molto probabilmente era stata un’idea ancora peggiore avvicinarsi con una candela accesa a tutti quei libri e fogli dall’aria interessante ma, onestamente, chi si sarebbe aspettato l’arrivo di un tizio losco, vestito di rosso, alle spalle?!

Cloud non aveva potuto trattenersi dal saltare all’indietro, urtando con la fiamma il cumulo di documenti pieni di appunti su un certo Progetto J. (o forse era S.?). In un attimo i sotterranei erano stati invasi dalle fiamme e, circa trenta secondi dopo, l’intera villa si era tramutata in una fornace.

Cloud lanciò un’occhiata veloce all’uomo a pochi passi da lui. Il vampiro (perché era lui il famoso mostro della villa, ne era certo.) osservava il falò con espressione indecifrabile.

Quella era casa sua. Pensò il biondino avvilito.

E io gliel’ho distrutta.

“ Signore … Signor Vampiro?”

L’uomo sussultò alla voce del ragazzino. Si era quasi dimenticato della sua presenza.

Vampiro …

Il bambino lo stava guardando con aria spaesata, un misto di dispiacere e paura nei grandi occhi azzurri.

“ Non sono un vampiro … sono un Tur … “

No. Si corresse l’uomo. Ero un Turk. Ora non sono neanche umano.

“ Sono Vincent. Vincent Valentine.”

Il bambino si limitò ad annuire, poi, esitante, tese la mano. “Io mi chiamo Cloud Strife. “

Vincent prese la mano di Cloud cercando di non stringere troppo, perché il bambino era piccolo e sembrava avere le ossa di cristallo e la pelle di neve. Quando Vincent era entrato nella biblioteca e lo aveva visto, per un attimo, aveva creduto che fosse un piccolo fantasma dai capelli d’argento, alla luce incerta della candela.

Per un attimo avevo creduto che …

Cloud si umettò le labbra risucchiandole piano tra i denti. “Grazie. Per avermi salvato, intendo.”

Era stato solo per merito del vamp … di Vincent se non era bruciato con la casa.

L’uomo, appena viste le fiamme, l’aveva preso in braccio, volando letteralmente su per il passaggio segreto e poi fuori dalla porta principale mentre, dietro di loro, si susseguivano le esplosioni.

Cloud sentì i sensi di colpa crescere. Se qualcuno avesse messo fuoco a casa sua lui non l’avrebbe di certo salvato.

“Mi spiace per la tua casa …”

Vincent, che nel frattempo non aveva smesso di guardarlo, scrollò le spalle.

“Non importa. Non era molto più di una prigione per me.” Sussurrò con sguardo vacuo.

Cloud non era particolarmente intelligente, ma capì comunque che l’uomo non aveva molta voglia di parlare dell’argomento. Si morse di nuovo le labbra per farsi coraggio, poi sparò la proposta che gli girava da un po’ per la testa.

“Senti …. Se vuoi puoi venire da me. A dormire e … e altro. Abbiamo una stanza in più, la mamma ed io.”

Vincent questa volta batté solo le palpebre senza parlare. Onestamente non sapeva che dire. Non credeva che il Bambino di Neve, che chiunque, potesse fargli una proposta simile.

Cloud prese il suo sconcerto per disgusto e repulsione ed immediatamente la faccia gli andò a fuoco dalla vergogna. Che gli era saltato in mente?! A nessuno poteva venir voglia di dormire sotto lo stesso tetto di uno Strife!

Vo-voglio dire … sempre se vuoi, chiaro. So che non è un granché. Io … forse non p-pensi sia il caso … “

Vincent guardò Cloud incepparsi nei suoi stessi giri di parole, il viso arrossato e gli occhi bassi leggermente lucidi.

“Mi piacerebbe venire.”

Il ragazzino smise subito di parlare, fissandolo a bocca aperta. “Dici davvero? “ Chiese incredulo. “Non hai problemi? Con le altre persone del villaggio, intendo. Sai, a loro io e la mamma non piacciamo molto.”

Le ultime parole erano arrivate leggermente incrinate e soffocate, come se Cloud fosse stato sull’orlo delle lacrime.

Vincent sentì arrivargli addosso una leggera ondata di panico. Lui non era bravo con i bambini. Ma che stava dicendo? Lui non era bravo con le persone! O almeno, non lo era più dopo circa venti anni passati dentro una bara.

Prese un bel respiro profondo prima di chinarsi e sfiorare una delle spalle sottili con la mano.

“ Sarei molto lieto di conoscere tua madre e mi piacerebbe chiacchierare ancora con te, sempre che l’invito sia ancora valido.”

Cloud studiò il volto grave dell’uomo prima di annuire, ancora un po’ incerto.

“Ma il villaggio? ”

Vincent alzò gli angoli della bocca di un tantino verso l’alto. Nella mente di Cloud fece capolino l’immagine di un uomo con la stessa espressione. Un sorriso appena accennato, sotto uno sguardo fermo su un bel volto di marmo bianco. Se Vincent avesse avuto i capelli d’argento, sarebbe stato davvero simile al soggetto ritratto nella foto di giornale che teneva appesa in camera sua. Ma quando Vincent parlò il pensiero svanì così come era venuto, in un soffio.

“Il villaggio può pure andare a farsi friggere.”

Cloud non poté fare a meno di ridacchiare a quelle parole mentre prendeva la mano (l’artiglio) con la sua più piccola, guidando il suo nuovo amico verso casa.

***

Cloud alzò gli occhi dalla cioccolata calda, che stava sorseggiando comodamente seduto fra Vincent e la mamma che cuciva canticchiando, davanti al caminetto.

“Secondo te la Shinra se la prenderà con me per la casa?”

L’uomo ci pensò un po’ su, poi accennò un gesto con la mano davanti al viso, come a voler spazzare l’aria. “No. Non preoccuparti. Non sapranno che sei stato tu, l’incendio era troppo violento per lasciare tracce. In ogni caso … nessuno della Shinra ci tiene a far sapere cosa c’era lì dentro.”

Cloud deglutì un po’ troppo rumorosamente. “Non è che era … roba molto importante vero?”

“Erano solo vecchi appunti. Nulla che avrebbe condizionato le sorti del mondo.”

Il biondino annuì, sollevato. Per un attimo aveva creduto che quel posto nascondesse chissà quale segreto. Che sciocchezza! Chi mai porterebbe delle cose tanto importanti in un luogo sperduto come Nibelheim?

E poi, se fossero state tanto preziose, un signor nessuno come lui non sarebbe mai stato in grado di distruggerle, no?!

“Vincent, ti va di vedere la mia camera? Sai che ieri la mamma ed io abbiamo letto un articolo su questo SOLDIER fantastico. Un vero eroe. C’era anche una foto che ho appeso in camera. Ci credi che ha una spada lunga quasi due metri? Mi chiedo come faccia ad usarla …”

 

 

Angolino dell’autrice.

Ovvero: come Miyuk (presto Poisonerlady) vede il magico mondo di FF VII.

Oddio che orrore. Credo che l’idea di base fosse anche buona ma non l’ho sviluppata un granché. Uno dei fattori più sconvolgenti di Final Fantasy è l’importanza che hanno i piccoli eventi. Se ci pensiamo bene la distruzione del mondo e l’avvento dell’Incubo sono frutto di una serie di sfortunati eventi. E’ indubbio che la maggior parte dei desideri di distruzione di Sephiroth nascano dalla sua orribile infanzia (leggi: cavia da laboratorio per Hojo), tuttavia se solo qualcuno avesse svegliato Vincent prima, se solo qualcuno avesse detto a Sephiroth di Lucrecia prima della scoperta del progetto J., se solo Sephiroth non avesse letto quelle ricerche, molte cose sarebbero potute cambiare.

Vincent: Io sono inoltre una ferrea sostenitrice della paternità di Vincent. Per quanto gli autori della Square insistano su Hojo non posso fare a meno di notare che il nostro bel Generale non ha ereditato nulla da quello psicopatico. Nella mia Gaia Hojo ha fatto credere a Vincent che sia Lucrecia sia Sephiroth sono morti ed è questo il peccato che Vincent tenta di espiare.

Cloud: Per quanto riguarda il comportamento di Vincent sei riguardi di Cloud bambino (10 anni circa), ho preso a modello il suo atteggiamento con la piccola Marlene. Vincent non è bravo con le persone in generale ma non odia nessuno, è solo fortemente anacronistico. È indietro con i tempi, lo sa e quindi non riesce ad adattarsi facilmente. E poi, cavolo, Cloud è la pucciosità fatta essere umano, chiunque avrebbe voglia di coccolarlo in C.C. .  

A mio avviso il piccolo Cloud non ha avuto affatto un’infanzia serena, in un piccolo centro come Nibelheim non avere un padre deve essere terribile, perché tutti ti vedono come un figlio di ignoti. Nei flashback di Cloud in FF VII si capisce che lui non era ben visto perché, appena Tifa si fa male, tutti se la prendono con lui senza neanche chiedergli cos’è successo.

Ok, diciamo che la finiamo qua. Recensite, anche in negativo, please. Mi fa piacere sapere le vostre opinioni. A proposito: cerco Beta esperti di FF VII. Qualche volontario? Ho tentato di visitare il Forum apposito ma non ci ho capito nulla O.o’.

   
 
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