[11. Rosso]
“E quello?”
“Volevo rinnovare un po’.”
“É rosso.”
“Sì; lo so.”
Saga stringe gli occhi. I divani non sono rossi; i divani sono bianchi, neri, al massimo blu. I
coralli sono rossi; il vino che Kanon
gli ha offerto è rosso; lo zafferano
è rosso; la tenia di Aioros è rossa. I divani no; i divani non sono
rossi.
“Ecco: chtapodi crasato e... Che c’è?”
“É pacchiano.”
“Il divano?”
“Quello non è un
divano” scandisce piano Saga, quasi nauseato. “É una tortura visiva. Cambialo!”
“Lo tengo allora” scrolla le spalle Kanon. “Non ci hai mai
capito niente di arredamento, tu.”
Finalmente, dopo tre settimane
di andirivieni dall’ospedale, posso aggiornare di nuovo.
E ricomincio con i colori. E avverto che è pronto tutto il prompt, per cui l’aggiornamento, salvo
imprevisti, è sicuro.
Scusate se sono un po’ veloce,
ma devo ancora scannerizzare una cinquantina di immagini e domani ho la
consegna della tesi.
Chiedo venia^^
Risponderò per bene ai
commenti la settimana prossima.
O forse prima, perchè: ATTENZIONE! Forse
faccio passare l’aggiornamento da una drabble a settimana a due a settimana.
Non assicuro; ci devo pensare. E devo vedere se i gemellini accettano l’intensificazione
del programma^^
E’ solo un’ideauccia.
Intanto, grazie mille a chi
legge e, soprattutto, a chi ha commentato: siete fantastiche!
Chtapodi crasato letteralmente significa significa
polipo al vino, ed è una tipica
ricetta greca delle zone costiere. Si taglia il polipo a pezzetti, lo si mette
in pentola a bollire con un bel po’ d’olio fino a disidratarlo (quasi). Soffriggetelo
un po’ e aggiungeteci due bicchieri di vino (rosso, naturlamente) e lasciate
cuocere fino a rendere il polipetto tenero e la salsa bella consistente. Al massimo,
aggiungeteci qualche pomodorino e uno o due foglie di alloro (accidenti! Mi
sembra di essere un libro di cucina^^ E mi è pure venuta faaameee!)
La tenia,è che il nome
corretto della fascia portata in fronte da Aioros. Viene dal greco tanìa, che significa porprio nastro, benda. In antichità, era portata
dai sacerdoti in occasione delle principali funzioni religiose, dagli atleti
durante i giochi o nel ginnasio e dai guerrieri, con lo scopo pratico di
proteggere la fronte dall’abrasione dell’elmo. In sè, ha un particolare
significato simbolico, in quanto chi porta la tenia viene riconosciuto come
posto sotto la protezione della divinità cui è fedele. Una specie di segno
tangibile di riconoscimento.
Gli altri significati derivano
di conseguenza da questo, che è il più antico (prima voce sul Devoto-Oli, Vocabolario della lingua italiana, Le
Monnier): prima è stato applicato all’architettura, indicando propria una benda nell’ordine dorico, poi in
medicina, per designare quel decisamente poco simbatico vermiciattolo che può
annidarsi nell’intestino (e che, guarda caso, richiama un nastro per aspetto).
Per controllare: cercate sul vocabolario Garzanti online. Bisogna registrarsi,
ma è gratuito è fornitissimo. Cercate tenia,
cliccateci sopra e scendete fino al terzo significato, è leggermente
incompleto, ma soddisfaciente.