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Autore: barbara_f    18/09/2010    5 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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 IsaMarie [Contatta] Segnala violazione
 16/09/10, ore 00:01 - Capitolo 20: Cap. 20 Risvegli
E giù lacrime! Ormai non le conto nemmeno più quelle che mi fai versare Barbara! Dovresti rimborsarmi un sacco di soldi per tutti i fazzoletti che consumo a causa tua! Però chappy fantastico... l'unico a cui vorrei spaccare la testa per l'ottusaggine è quel demente di Charlie, mi fa una rabbia! Con quello che si è saputo sul suo conto in questo capitolo, dovrebbe solo che stare zitto e buono e abbassare la testa! Che schifo, non me lo aspettavo così dongiovanni.
Mi è piaciuto un casino invece il pov di Renée e che dire: "la mamma è sempre la mamma"!!!! Edward e Bella sono stati semplicemente fantastici e l'amore che Edward prova per Bella mi sembra talmente forte da non poter essere contenuto in un singolo essere umano.
Alice invece qui l'ho trovata dolcissima. Bacioni e bravissima!

grazie marie, grazie davvero, i tuoi complimenti sono sempre graditissimi!!!

 sara_cullen [Contatta] Segnala violazione
 15/09/10, ore 13:26 - Capitolo 20: Cap. 20 Risvegli

ciao B.! un saluto anche qui!! non vedo l'ora di avere un momento libero per rituffarmi nella tua coinvolgente e strabiliante storia!! adoro i tuoi personaggi e poi questo capitolo è di una struggente tenerezza...
un bacione!!
sara

grazie sara, grazie davvero!!!

 giova71 [Contatta] Segnala violazione
 14/09/10, ore 13:07 - Capitolo 20: Cap. 20 Risvegli

e così eddy x la prima volta ha pianto, ha lasciato uscire fuori tutto il suo dolore, jasper ha proprio ragione bella ha compiuto il miracolo, reneè guardando gli occhi di eddy ha capito che nel suo animo si nasconde tanto dolore, chissà che altro deve ancora succedere???????? UN bacione grandissimo ciao *_____*

deve ancora succedere moltissimo mia cara!!! il peggio deve ancora arrivare...

 Ed4e [Contatta] Segnala violazione
 14/09/10, ore 12:51 - Capitolo 20: Cap. 20 Risvegli

ahhhh belllissimo chapppy!!!! mamma mia nn ci credoooo eddy ha piantoooo finalmente mamma mia DOPO 10ANNI cavoliiiii mi ha fatto troooppa tenerezza spero davvero ke saranno felici!!!! sn belllissimi nn vedo l'ora ke bella si svegli e di vedere ke succederà qndo torneranno alla normalità a prestoooooo un bacioneeeee

vedrai, il risveglio ti piacerà!!!

:) grazie grazie tantissimo

 sonna [Contatta] Segnala violazione
 14/09/10, ore 09:05 - Capitolo 20: Cap. 20 Risvegli

è un capitolo pieno di emozioni *___* complimenti davvero.

grazie!

 bellad93 [Contatta] Segnala violazione
 14/09/10, ore 08:34 - Capitolo 20: Cap. 20 Risvegli

bellissimo finalmente edward ha pianto

e si... bella è riuscita dove molti hanno fallito, con semplicità e dolcezza.

_Cap. 21

 Esigenza

 

Era passata una settimana, stavo bene, benissimo, dopo il ritorno di Edward, mi ero ripresa in fretta, la vita poteva tornare a scorrere serena.

No... mentivo a me stessa, non stavo bene, non davvero...

La mia paura, la mia paura più grande era che lui si allontanasse, che si allontanasse da me ancora una volta. Nei miei incubi, lo vedevo voltarmi le spalle e farsi sempre più piccolo fino a diventare un punto luminoso. Una stella irraggiungibile nell’oscurità di una notte senza luna.

Costantemente mi svegliavo stravolta.

Quando mancava, quelle poche volte che si staccava da me, mi prendeva un ansia tremenda, il cuore mi batteva fortissimo uscendo quasi dal petto.

Sentivo riaprirsi la voragine che, con il suo ritorno, aveva chiuso.

Non dissi nulla ad Edward, ma avevo la nettissima sensazione che lui sapesse...

Il suo sguardo, troppo adulto per i suoi vent’anni, mi leggeva dentro e capiva, capiva tutto di me.

“Buongiorno amore, sei pronta per uscire... oggi ti dimettono!”

Edward aveva preso a chiamarmi amore, ne ero felice, perché sembrava lo facesse in modo naturale. Lo guardai, mi fece un largo sorriso e io ricambiai di rimando. Avevo ripreso a mangiare, seppure con fatica, e mi ero rimessa abbastanza in forze.

“Buongiorno...” il mio cuore era un tamburo, ogni volta che lo guardavo sentivi la stessa identica emozione, la stessa che provai al nostro primo bacio.

Posò le labbra sulle mie e io mi sentii travolgere. Lo strinsi a me e approfondii il bacio, lo volevo, lo volevo anima e corpo... volevo continuare ciò che avevamo lasciato in sospeso nell’archivio polveroso della biblioteca, ero pronta...forse.

“Mmmm! Bella, ti prego, non fare così, tra poco arriveranno i tuoi, non vorrei che Charlie mi sparasse!” mi ritrassi. Da un po’, dopo ogni bacio, dopo ogni tentativo di avvicinamento, lui si ritraeva da me accampando una scusa.

“Edward, non ti piaccio più?” dissi all’improvviso, spiazzandolo.

Mi fissò, occhi negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo. I suoi occhi erano di un verde cupo, tristi e disperati al contempo. Parlò, e la sua voce era lenta e angosciata.

“Tu sei la mia vita Bella, staccarmi da te è stato come tentare di strapparmi il cuore a mani nude, come puoi pensare che tu non mi piaccia più!”  ora, l’irritazione aveva preso il posto della tristezza, mi spaventava sempre quando reagiva così, temevo sempre di dire o fare la cosa sbagliata con lui.  Abbassai gli occhi, mortificata

“Edward, io...scusa.” si addolcì immediatamente

“Perdonami tu, sono stato aggressivo, un’altra volta. ...ci sto provando Bella, credimi...” ancora il tono disperato.

“E’ solo che tu mi...respingi ogni volta che ti bacio, tu...” arrossii. Lui sorrise.

“Io non ti respingo, il problema è che, dopo la nostra lontananza, starti vicino mi....” abbassò gli occhi, imbarazzato anche lui “...insomma.... ho... ho difficoltà a controllarmi...ecco!” era arrossito, incredibile, Edward era arrossito!

“Bella io ti desidero. Troppo. molto più del lecito.  E...e vorrei fare le cose... con attenzione perché tu...”

“Sono ancora vergine!” terminai la frase al posto suo con uno sbuffo, lo vedevo in difficoltà. Mi fece sorridere che, un ragazzo meravigliosamente bello come lui, provasse imbarazzo di fronte a me, goffa e impacciata. Lo osservai bene, quel lieve rossore donava ai suoi lineamenti un fascino speciale.

********************************************************************

La dimettevano, dopo una lunghissima settimana la dimettevano. Ero molto preoccupato per lei. Fisicamente, si era ripresa ma non mi ingannava, dietro i suoi sorrisi si nascondeva una profonda angoscia. La paura, non ancora sedata dell’aggressione, unita all’angoscia causata dalla mia fuga improvvisa l’avevano cambiata. Percepivo il suo sguardo ansioso ogni volta che pensava non la guardassi, mi allontanavo raramente da lei...

Ero preoccupato, terrorizzato di averla ferita irrimediabilmente, rinfocolando le sue paure. Avevo paura di non rivedere mai più la Bella che conoscevo e avevo imparato ad amare. Speravo che il tempo fosse un mio alleato.

“Per quanto resterai”, questa frase ricorreva costantemente nei miei incubi, tutte le notti la voce di Bella mi rivolgeva quella domanda, con il suo tono intriso di dolore. Lo sguardo profondo come un pozzo.

“Buongiorno amore, sei pronta per uscire... oggi ti dimettono!” avevo preso a chiamarla amore, non sapevo nemmeno io quando, tutto era avvenuto in modo naturale, senza premeditazioni, me ne sorpresi. Non era da me.

“Buongiorno...” rispose arrossendo sotto il mio sguardo. Non riuscii a resistere alla tentazione di posare le mie labbra sulle sue, così dolci, morbide, tentatrici.

Immagini seducenti apparvero nella mia mente, la distanza aveva acuito il mio desiderio di lei, la sognai nuda sotto di me, immaginai di baciare il suo seno morbido, di ricoprirla di carezze audaci, di assaggiare il suo sapore... sentii la mia eccitazione premere contro la ruvida stoffa dei jeans. Dovevo allontanarmi, lei era ancora vergine, volevo aspettare, essere tenero con lei, volevo donarle tutta la passione e l’amore di cui ero capace.  Il bacio di Bella si fece più profondo, anche lei mi voleva. Dovevo allontanarmi. Subito.

“Mmmm! Bella, ti prego, non fare così, tra poco arriveranno i tuoi, non vorrei che Charlie mi sparasse!” buttai li una battuta, volevo spezzare la tensione. L’espressione di Bella si fece improvvisamente triste e pensierosa...

“Edward, non ti piaccio più?” la sua domanda così diretta mi spiazzò, come poteva pensarlo... io ero innamorato di lei. La fissai negli occhi, ero triste, molto triste. Per la prima volta nella mia vita, potevo affermare di provare amore, amore vero per qualcuno che non fosse della mia famiglia. Ero arrabbiato, come poteva mettere in dubbio il mio amore? Mi rabbuiai

“Edward, io...scusa.” no, l’avevo fatto di nuovo, l’avevo attaccata senza motivo. Non riuscivo ancora a controllare il fluire dei miei sentimenti, era una cosa nuova per me, le emozioni erano tutte talmente compresse... la mente e il cuore non riuscivano a contenerle.

“Perdonami tu, sono stato aggressivo un’altra volta. ...ci sto provando Bella, credimi...” si, stavo cercando di imparare a gestire l’emotività, ma non era facile, non per me. Per anni cui avevo costretto il mio cuore dentro la rigida gabbia della mia mente, ora che Bella l’aveva aperta, facevo fatica a tenere a freno il sovraccarico di emozioni che mi invadevano.

E’ solo che tu mi...respingi, ogni volta che ti bacio tu...” arrossì. Sorrisi rivelandole il motivo del mio disagio.

“Io non ti respingo, il problema è che, dopo la nostra lontananza, starti vicino mi....” abbassai gli occhi, ero imbarazzato a parlarle così direttamente “...insomma.... ho... ho difficoltà a controllarmi...ecco! Bella io ti desidero. Troppo, molto più del lecito”  L’abbracciai, era così tenera...  la volevo da impazzire e lei mi ricambiava in tutto. Sarebbe stata una vera tortura state lontani per le vacanze di Natale.

**********************************************************************

Passare le vacanze di Natale a Forks...una vera tortura la sola idea. Avrebbe significato stare lontano da Edward, non ero sicura di essere pronta a staccarmi da lui. Lo dovevo a Charlie, dopo quello che era successo negli ultimi mesi, dopo le preoccupazioni, dopo la rabbia, passare un po’ di tempo insieme ci avrebbe fatto bene. Non aveva ancora accettato che Edward fosse tornato nella mia vita, ma di fronte alla mia ferma decisione, si era rassegnato. Ora era giusto che passassi un po’ di tempo con lui. Glie lo dovevo.

Cercavo di non pensare ai giorni di lontananza ma, al contempo, sapevo di non poter rischiare di dipendere dalla presenza costante di Edward per andare avanti. Non potevo diventare un peso per lui. Non l’avrebbe mai ammesso, si sentiva ancora colpevole, ma col tempo, forse, si sarebbe stancato della mia dipendenza.

“Ci sentiamo prestissimo, ti chiamo mentre sei in viaggio” mi disse avvicinandosi al finestrino del mio fuoristrada, stavo per affrontare un viaggio di circa tre ore, il cielo era plumbeo, minacciava neve.

“Ok allora a presto!” misi in moto, volevo allontanami, subito. Un taglio netto, pensai. Guardai Edward dallo specchietto retrovisore, mentre staccavo l’invisibile filo che mi legava a lui; aveva lo sguardo perso, come se, quella separazione, gli costasse quanto a me. Accostai. Non potevo partire senza un bacio. Aprii lo sportello e lui mi corse incontro. Ci abbracciammo stretti poi, freneticamente le nostre bocche si cercarono. Con foga, avidamente, rincorrendosi...le nostre lingue si intrecciarono, assaporandosi con impeto.

“Ti amo!” disse Edward, con voce impastata da una passione che gli toglieva il fiato, “torna presto! Mi mancherai in queste due settimane”. Era emozionato e ansimante. Lo guardai, aveva gli occhi lucidi, era bellissimo con le guance arrossate dal freddo e dalla passione.

“Ti amo Edward!” risposi con il fiato corto dall’emozione.

Si avvicinò di nuovo a me, riluttante a lasciarmi andare, poi fece appoggiare la mia schiena sul fianco dell’auto e, mise le mani ai lati delle mie spalle intrappolandomi. Un brivido mi percorse, ma durò un solo istante poi lo guardai, i suoi occhi bruciavano di passione. La sua bocca scese sulla mia, vorace, esigente, mi sentii sciogliere. Una sensazione di calore liquido salì dal basso ventre invadendo tutto il mio corpo, ero eccitata, eccitata da quelle mani che, sapientemente, stavano risvegliandomi; ero creta e lui mi stava modellando su di se.

La mano di Edward, calda e tremante, scese dal viso al petto sfiorandomi il seno attraverso la ruvida stoffa del cappotto poi si insinuò attraverso gli strati  di vestiti per raggiungerlo. Rabbrividii per il gran freddo ma lui rinfocolò la mia passione intensificando le carezze. L’eccitazione crebbe in ondate sempre più rapide, avevo le gambe molli, desiderose di allacciarsi alla sua vita. Nel fuoristrada c’è caldo pensai, bramai  di entrare per poter ancora godere della sua tenerezza...il freddo mi impediva di gustare a pieno le sensazioni.

Avevo sempre odiato quella parte degli Stati Uniti, il freddo, quando arrivava, era intenso e pungente, non era facile stare all’aperto. Non per me.

Si allontanò, ritornarono le mie paure, ora l’abbandono era concreto e stabilito da entrambi le parti.....solo qualche giorno e ci saremmo rivisti pensai, sperai.. Era giunto il momento di salutarci.

Edward inaspettatamente, aprì lo sportello ed entrò in macchina.

“Vuoi salire?” chiese timidamente, non me lo feci ripetere.

Prese il posto del guidatore e si diresse in un luogo più appartato.

Eravamo nel boschetto appena fuori il campus, faceva molto freddo e, i primi fiocchi di neve cominciavano ad imbiancare le cime degli alberi. Tutto era così silenzioso. Solo i nostri respiri affannati spezzavano il silenzio della scena.

Mi slacciò il cappotto e mi sollevò i maglioni fino a raggiungere la pelle sensibile del mio capezzolo rosa su cui, tremante per lo sforzo di trattenersi, appoggio la bocca. Mi sentii percorrere da un fremito e aprii gli occhi, cogliendo in profilo del suo viso chino su di me. Era stupendo sotto quella luce particolare e rarefatta. Chiamai il suo nome, Edward mi stava torturando, facendomi impazzire di piacere. “Edward...sei bellissimo” ebbi solo la forza di dire.

Aprii la sua giacca a vento, volevo far scorrere le mie mani sul suo torace, volevo sentirlo, volevo baciare la sua pelle infiammandolo di passione, volevo fargli ciò che lui stava facendo con me. Ne avevo l’esigenza. Lo volevo. Le sue mani trovarono la mia schiena scivolando lente lungo la spina dorsale, nuovi brividi di piacere mi percorsero, sentivo l’eccitazione esplodere, volevo essere accarezzata, toccata. Insinuai le mani sotto il suo maglione, poi raggiunsi il bottone dei jeans aprendolo; il suo corpo si tese, mi abbracciò stretta poi, la sua mano, lentamente si infilò all’interno dei miei jeans aperti spingendoli giù fino alle caviglie e accompagnando ogni gesto con una lunga scia di baci.

“Tu sei bellissima” disse con voce roca guardando il mio corpo nudo di fronte a lui.

**********************************************************************

“Ci sentiamo prestissimo, ti chiamo mentre sei in viaggio” le dissi avvicinandomi al finestrino, facevo fatica a staccarmi da lei. Forks era a sole tre ore di viaggio ma, per me, era comunque una distanza siderale. Volevo starle molto, molto vicina.

“Ok allora a presto!” mise in moto, senza nemmeno un bacio di saluto, anche per lei era difficile... Un taglio netto, pensai, proprio come avevo fatto io in passato. La guardai allontanarsi, la voragine nel mio petto si riaprì, non riuscivo più a starle lontano, cominciai a respirare a fatica. Ero completamente drogato di lei.

Percepii il suo sguardo attraverso lo specchietto retrovisore, era triste quanto il mio. Perché dovevamo separarci?  Fece solo qualche metro poi accostò; involontariamente sorrisi e mi avvicinai al suo fuoristrada. Aprì lo sportello e mi corse incontro. Ci abbracciammo stretti, cercai la sua bocca, mi era mancata tantissimo nei giorni bui della mia assenza.... Avevo bisogno dei suoi baci come nutrimento per il mio cuore, avevo bisogno delle sue parole come nutrimento della mia anima. Inseguii le sue labbra con foga, assaggiandola avidamente. Ero come un assetato di fronte ad una sorgente di acqua cristallina. Rincorsi...la sua lingua, gustai il suo sapore dolce e floreale.

“Ti amo!” le dissi, la voce resa irriconoscibile dal forte desiderio di lei, non avevo più fiato, “Torna presto! Mi mancherai in queste due settimane”. Ero emozionato stravolto da sentimenti che non riuscivo a gestire. Sentii le lacrime arrivarmi sull’orlo delle ciglia, nell’imminenza della separazione, le ricacciai indietro. Non volevo dare altro spettacolo di me ma, al contempo, non riuscivo a evitare di commuovermi né di desiderare un maggiore contatto con lei.

“Edward, ti amo!” quelle parole ebbero su di me l’effetto di un eccitante…

Le feci addossare la schiena sul fianco dell’auto e appoggiai le mani ai lati delle sue spalle. Era in trappola, la cosa la spaventò... avrei dovuto pensarci.

Mi guardò per un istante poi, i suoi occhi si colmarono di desideri inespressi. Crollai.

La mia bocca si impossessò della sua, vorace, esigente... ero eccitato, troppo; già da un po’ i miei pantaloni si erano fatti più aderenti, già da un po’ avevo deciso di esplorare il suo corpo dolce, morbido per farle provare le stesse sensazioni che mi aveva regalato, già da un po’ avevo deciso di fermarmi prima di fare l’amore in maniera completa. Sperai di riuscire a controllare i miei istinti.

Le sfiorai il seno attraverso la ruvida stoffa del cappotto poi insinuai la mano attraverso gli strati di maglioni per raggiungerlo. Rabbrividì, aveva freddo, Bella non sopportava il freddo, lo sapevo.

Fiocchi di neve, lievi come piume, cominciarono a scendere lenti. Fra poco tutto sarebbe stato ricoperto da una coltre bianca e pura. Aprii lo sportello della sua auto, mi guardò sconcertata. Pensava la lasciassi andare così?

“Vuoi salire?” chiesi timidamente, per darle la possibilità di scegliere: andarsene o restare. Scelse la seconda possibilità. Sorrisi.

Mi diressi in una zona appartata, un boschetto appena fuori dal campus, lontano dal luogo dell’aggressione a Bella; nulla avrebbe dovuto turbarla, non volevo che qualcuno ci vedesse, che qualcuno violasse, anche solo per sbaglio, anche solo con un’occhiata furtiva, il corpo di lei. Ero geloso.

Tutto era silenzioso, attutito dalla leggera coltre di neve che ricopriva ogni cosa. Solo i nostri respiri affannati e i brevi sussurri, di frasi sconnesse, a rompere il silenzio.  Le slacciai il cappotto, la mia esigenza del suo corpo riempì, prepotente, le coltri nella mia mente. Mi feci strada tra i maglioni fino a scoprirle i seni. Un’altra fitta di desiderio mi colpì mentre, tremante, appoggiai la bocca sul suo capezzolo, rosato  e duro, come un bocciolo pronto a schiudersi.

“Edward...sei bellissimo” disse con un filo di voce, un nuovo spasmo mi trafisse i lombi. Aprì la mia giacca a vento, la lasciai fare, volevo che le sue mani alleviassero la mia tensione, volevo sentirla gemere di eccitazione, mentre con la lingua avrei percorso il suo corpo... Le mie mani scivolarono lente sulla sua schiena esplorandola, rabbrividì di piacere, me ne compiacqui ma, quando timidamente mi slacciò i pantaloni per imitare il mio gesto, mi irrigidii, avevo paura di toccare il punto di non ritorno, il limite invalicabile, oltre il quale,  non avrei più risposto di me. I suoi jeans scivolarono lentamente dalle cosce, alle caviglie... mi concessi un istante per guardarla...era di una bellezza dolce e inconsapevole.

“Tu sei bellissima” risposi con voce roca. L’ultimo lembo che mi impediva di vederla completamente nuda raggiunse i pantaloni poi, lentamente, la mia mano si mosse, guidata da una volontà propria, scivolando dal ventre serico fino alla morbida collina del pube. Le mie dita si introdussero nelle pieghe inesplorate della sua femminilità muovendosi lente, leggere, sensuali.

“Non fermarti, ti prego!” disse inarcando la schiena verso di me e offrendomi i seni che, prontamente baciai facendola gemere. Le mie dita nella sua intimità, assecondavano i movimenti sinuosi del suo bacino che mi invitavano ad approfondire quel contatto. Le mani di Bella si mossero sulla mia erezione liberandola dalla costrizione degli abiti, mi sembrava di impazzire, il suo tocco, così inesperto, mi mandava in paradiso... provai ad immaginare come fosse entrare in lei.... venni quasi subito. Lei mi seguì poco dopo tendendo il corpo contro di me e accasciandosi sui sedili, esausta e raggiante.

“E’ stato ....bellissimo, tu sei bellissimo...ti amo!”

“Bella, amore...mio bellissimo fiore....”

Le carezzavo la pancia pronto a rituffare le dita in lei...

“Ora forse devo andare...” disse triste interrompendo il filo dei miei pensieri.

“Si, è vero... non vorrei che arrivassi col buio..” l’aiutai a rivestirsi, mi ricomposi anch’io.

“Ci vediamo prestissimo, vero Edward?” chiese speranzosa.

“Prima di quanto tu creda! Il tempo passerà in fretta, vedrai!” sorrisi facendole una piccola carezza. Accese l’autoradio, alcune note di pianoforte rimasero sospese nell’aria. Sorrise.

http://www.youtube.com/watch?v=GB49D6ZDZ4s

“Perché ridi” chiesi non capendo nessuna parola di quella canzone

“Rido perché sembra uno scherzo del destino che, le sensazioni più forti della mia vita, siano accompagnate sempre dalla musica giusta.... o forse sono io che attribuisco troppo significato a queste cose!”

“Traduci per me!” chiesi. Annuì sorridendo ancora.

“L’esigenza di unirmi ogni volta con te, e ogni volta mostrare la mia vanità, come dolce follia, s’interessa di me. Ma se è amore perdonami, perché unendo divido anche il mondo a metà, forse è un angelo che si diverte così...
Miele nel vino tu sei, piccola venere, l’indifferenza ti fa altissima
E chiamai disordine, quelle armonie in me... credevo all’abitudine.
Le parole amore mio, serviranno a fingere che voglia non ho più di te....
I discorsi che faccio quando sto con me, Sono esempi perfetti di banalità, se non parlo con te, se non parlo di te...

Ogni istante decidere, ma il mio corpo è imperfetto e non basta più a sé, e’ una sete che so Non mi lascerà più...” *

Sorrisi di rimando per la verità insita nelle parole di Bella.

*Radiodervish , L’esigenza _ Amara Terra Mia (2006)

   
 
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