E
dopo un anno eccomi qui: in un campo di
girasoli.
Non è stato semplice tornare nel luogo dove
tutto ebbe inizio. Il luogo dove andavo sempre a rilassarmi. Il luogo
dove mi
sfogavo cantando ad alta voce sapendo benissimo che non c'era nessuno.
Il luogo
dove incontrai te.
Primi
di Agosto.
Giornate calde e afose.
Non sapevo dove andare e come al solito presi
la bici e andai fuori città verso le campagne, e come ogni
estate ritrovai il
mio rifugio. Eccoli lì, in lontananza: i girasoli in piena
fioritura.
Misi il cavalletto alla bici, dopodiché ero
già in mezzo ai fiori.
Adoro
i girasoli. Penso che siano dei fiori in
grado di amare, e ciò che amano di più
è il sole.
Non appena arriva il sole, iniziano ad
alzarsi, come se aspettassero questo momento da sempre. Durante l'arco
della
giornata lo guardano intensamente e conversano con lui. Il sole si
sposta e
loro non distolgono lo sguardo. Amano ogni suo movimento e non possono
farne a
meno. Il sole sta per andarsene e loro si richiudono, rivivendo con
estrema
felicità ogni singolo momento passato con lui, in attesa di
rivederlo il giorno
dopo.
Continuai
a camminare in mezzo ai fiori, e
dopo un po' mi fermai. Alzai la testa verso il sole come i girasoli, e
chiudendo gli occhi incominciai a cantare.
"Non
posso cantare una canzone con un
testo onesto
perché
finisco sempre con l' addolcirlo.
Da quando qualcuno pigro come me ha imparato
a proteggere qualcosa?
Quale colore del cielo che puoi vedere dalla
finestra della scuola ti piace di più?
A volte desidero che anche le nuvole bianche
diventino nere.."
-
Ora i fiori si mettono anche a cantare? -
domandò un ragazzo dietro di me.
Mi girai di scatto spaventata. Non avevo
sentito il rumore dei suoi passi.
- E tu chi sei? - chiesi cercando di
ricompormi.
- Mi chiamo Hideki. E tu sei... -
- Akiko. Da quanto tempo sei qui? -
- Stavo girando con la bici, quando ho
sentito qualcuno cantare. Mi sono fermato e camminando ho trovato la
fonte. -
rispose sorridendomi.
- Quindi... mi hai sentita cantare? -
domandai impacciata. Mi vergognavo a cantare in pubblico.
-Dalla prima nota fino all'ultima. Assomigliavi
molto ad una di questi splendidi girasoli, solo che per dimostrare al
sole
quanto lo ami, hai cantato, cosa che loro non possono fare. - rispose
dando uno
sguardo ai girasole attorno a noi.
Mi guardai attorno. I girasoli continuavano
ad adorare il sole non degnandoci di un solo sguardo.
- Vieni spesso qui? - chiese mentre mi
guardavo ancora attorno.
- Quasi tutti i giorni. - risposi sorridente.
- Allora, se non ti dispiace, posso tornare
anche domani? -
-Per ammirare i girasoli? Certo che puoi
venire! Non è mio il campo. -
Non avevo minimamente capito la sua domanda,
infatti il giorno dopo ci fu la stessa scena:
io cantavo e lui era lì che ascoltava senza far rumore.
Si ripeté per almeno una settimana, fino a
quando una sera non presi freddo. Avevo perso un po' di voce e non
potevo
cantare. Mi sentivo triste all'idea di non poter far sentire quel
giorno la mia
voce ai girasoli e al vento che soffiava leggero nel campo. Non poteva
sentirmi
Hideki.
Non so il motivo, ma divenne la preoccupazione
più grande. Non sarebbe più venuto se avessi
smesso di cantare anche solo per
un giorno? Sarebbe tornato ugualmente anche solo per poter ammirare i
girasoli?
Desideravo vederlo quando attentamente
ascoltava ogni singola nota. Desideravo vedere quando chiudeva gli
occhi e si
faceva trasportare dalle note che uno a uno si ripetevano. Desideravo
vedere il
suo sorriso mentre mi faceva i complimenti apprezzando la mia voce.
Desideravo
semplicemente Hideki.
Il
giorno seguente ritornai al campo e mi
misi a camminare lentamente tra i girasoli. Li guardai e nella mente
chiesi
loro scusa perché non potevo cantare in mezzo a loro.
Intanto che camminavo,
ripensavo all'amarezza che avevo nel cuore. Non sopportavo l'idea di
non poter
cantare per qualche giorno. Volevo gioire ogni giorno d'estate
cantando. E alla
fine arrivò lui, dandomi una pacca sulla spalla.
- Ciao! Non hai ancora incominciato a
cantare? - chiese sorridendo.
Col fil di voce che mi era rimasto cercai di
rispondergli - Purtroppo ieri sera ho preso fresco alla gola e ho perso
la
voce. Temo che per un paio di giorni non potrò cantare. -
- Mi dispiace tanto. Speravo di sentirti un
ultima volta oggi. -
- Ultima? Perché ultima? -
- Domani torno nella mia città. Ero qui solo
per le vacanze estive da alcuni parenti. Spero di poter tornare il
prossimo
anno. -
- Quindi non tornerai più? - domandai
afferrando una manica della sua camicia.
- Farò il possibile pur di tornare qui! - e
sorrise di nuovo. Stavolta però era un sorriso malinconico.
Come se questo posto
già gli mancasse molto.
- Ti ho portato un regalo, in ricordo di
questi giorni d'estate. - nel frattempo incominciò a frugare
in una tasca dei
pantaloni e tirò fuori una collana. Il ciondolo era una nota
con accanto il
sole.
- Ma... non era necessario. - risposi confusa
guardando il ciondolo e poi lui.
Nel frattempo mi mise la collana al collo e
poi sussurrò un dolce grazie all'orecchio.
- Scusami, ma ora devo andare. -
- Questo è un addio? - domandai con quel poco
di voce rimasta.
- Non so quando, ma questo è un arrivederci.
Arrivederci, Akiko. -
Sorrise.
Il suo ultimo sorriso prima di voltarsi e
andarsene.
Non
appena mi tornò la voce, incominciò a
piovere. I girasoli appassirono e quando tornò il sole, loro
non c'erano più.
Ormai l'estate stava per finire, ma i girasoli sarebbero ritornati
l'anno
prossimo più forti che mai per poter continuare ad ammirare
la loro unica e
sola ragione di vita.
Così feci allo steso modo io.
Aspettai Hideki impaziente fino all'estate
successiva.
Quell'anno, andai tutti i giorni in quel
campo di girasoli, e ogni giorno intonavo le note della stessa canzone
che
cantavo l'anno precedente. Ormai quella canzone faceva parte di me, e
non
potevo abbandonarla così facilmente. Vicino al campo c'era
un albero. Ogni
giorno, prima della passeggiata nel campo, mi sedevo ai piedi di
quell'albero e
ascoltavo il vento che soffiava sui girasoli.
Un giorno mentre ero seduta lì, mi
addormentai e al mio risveglio c'era qualcuno seduto accanto a me. Mi
allontanai
di scatto spaventata e guardai attentamente chi era.
- Ben svegliata... Akiko. -
- ... Hideki? - domandai incredula.
- Come promesso, sono tornato qui. -
Rividi il suo sorriso luminoso.
Contenta lo abbracciai.
- Ben tornato. -
- Posso sentire di nuovo la tua voce? -
- Certo! - risposi felice.
Corsi verso i girasoli, dopodiché cantai.
Hideki chiuse come sempre gli occhi e si
concentrò sulle note della canzone, come per notare se
ancora se li ricordasse
o meno. Cantai con estrema gioia come non facevo da tanto tempo.
Alla fine capii una cosa: i girasoli amavano
il sole più di sé stessi, ma anch'io avevo
trovato il mio sole. La mia ragione
di esistere. Le ansie e le mie gioie ruotavano attorno lui.
Il mio sole sei tu.
Grazie di esistere, Hideki.
L’angolo
di Henrietta (alias Aky):
Il
testo della
canzone è la traduzione di una Ending di Bleach che si
chiama Sky Chord. Ho
trovato la traduzione italiana, ma più che italiano era italiese come dico sempre io, quindi
l’ho sistemata in modo tale
che si capisse un po’ di più. Anche questa volta
il titolo è in giapponese.
Himawari infatti significa “girasole” che
è il tema principale di questa breve
storia. Era da un po’ che non scrivevo, ma sono ugualmente
soddisfatta del mio
risultato. Penso che tornerò presto a scrivere qualche altra
storia. Ringrazio
chi mi sostiene sempre, e continuerò a scrivere anche per
loro!