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Autore: San e Rachel    29/10/2005    4 recensioni
Rumiko. Ritsuko. Legate solamente dallo stesso cognome o forse da qualche altro segreto che le accomuna, ma di cui loro sono ancora all'oscuro? Una la ragazza perfetta negli studi, l'altra la ribelle assoluta. Due vite che corrono parallele... almeno finché un evento non le farà incontrare: la minaccia dei fratelli Nishikado; ragazzi ricchi, potenti e persuasivi. Cosa succederebbe se le loro vite si intrecciassero? Le due ragazze finirebbero per essere entrambe schiacciate dalle persone che stanno loro intorno, e che le vedono come nemiche, o riuscirebbero a sostenersi a vicenda superando ogni situazione avversa? Una storia tinta di mistero, talvolta allegra, talvolta struggente, per raccontarvi la vita di due adolescenti alle prese con problemi forse troppo grandi per loro.
Genere: Generale, Malinconico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Truly Madly Deeply

 

Capitolo 20

 

 

Rumiko si avvolse i capelli in uno degli asciugamani puliti che le aveva dato Ichinose. Aveva uno strano odore... non era quello dei tipici ammorbidenti che vendevano sul mercato. Decise di sorvolare, controllò che l'accappatoio fosse chiuso bene e uscì dalla stanza da bagno e chiamò Ichinose, per chiedergli dove aveva messo gli abiti puliti.

Il ragazzo salì velocemente le scale e la guardò stranito.

- Sono quelli piegati sul tappetino davanti a te. -, disse lui, chiedendosi come mai non li avesse visti.

La ragazza inforcò gli occhiali che aveva appoggiato su un mobiletto del bagno e guardò gli indumenti, cacciando un urlo.

- COSA? QUELLA GONNA E' COSÌ PICCOLA CHE CI ENTRA SI E NO UNA SOLA GAMBA!!!-, disse imbarazzata.

Shigure si passò una mano fra i capelli.

- Sono mortificato... purtroppo mia sorella ha adottato questo look da anni, quindi sono tutti vestiti simili e, credimi, quelli sono i più casti...

Rumiko prese in mano la magliettina ed inorridì. Era microscopica, al massimo le avrebbe coperto solamente il seno, se così si poteva dire. Era completamente trasparente e si chiese il perchè delle maniche lunghe, totalmente inutili. Che mettere un capo d'abbigliamento simile avrebbe fatto prima a rimanere nuda!

Si schiarì la voce, che risuonò comunque più acuta del solito.

- Senti... non é che potresti prestarmi una maglietta tua... fa freddo, con questa magliettina qui morirei assiderata... -, iperbolizzò per fargli capire la gravità della situazione.

- Lo farei volentieri, ma purtroppo pulita mi è rimasta solo la divisa e quella che ho addosso. Mio padre non torna a casa da diversi giorni e non abbiamo domestica e, siccome sarà assente ancora per molto, non mi sono sprecato a fare il bucato. Se vuoi possiamo mettere tutto in macchina adesso, così per quando andrai a casa saranno puliti ed asciutti i tuoi.

Sorrise radioso, invitandola ad indossare momentaneamente gli abiti che le aveva fornito.
Rumiko rimase immobile qualche secondo, il tempo necessario perché il suo cervello si connettesse. Ma era del tutto cretino? Sì, lo era, domanda retorica. Il piccolo barlume di speranza che lui stesse scherzando scomparve, lasciandola nella più totale disperazione. Si portò le mani tra i capelli, esasperata.

- NON LI INDOSSERÒ MAI, CAPITO?!

Ichinose sbuffò.

- Non puoi rimanere in accappatoio, è bagnato, ti prenderai un accidenti! Non fare i capricci Matsumoto!

- No, senti, non fare tu i capricci... -, disse lei riaprendo la porta e trovandolo a pochi centimetri da essa. Alzò lo sguardo azzurrino e lo guardò truce. - Io quei cosi non me li metto neanche morta!

Il ragazzo fece finta di mollare la corda, ma per tutta risposta le tolse velocemente la cintura dell'accappatoio, slacciandolo e tirandola a sé velocemente.

- Se vuoi andare in giro nuda prego... a me non dispiace di certo.

Non rispose. Arrossì visibilmente a quel contatto. Se fosse stata in pieno possesso di tutte le sue facoltà mentali gli avrebbe mollato un pugno e se ne sarebbe andata. Ma non lo era. Aveva perso ogni cognizione. Abbassò la testa e non fece nulla per divincolarsi dalla presa. Ichinose la guardò stranamente, ma lei non se ne accorse.

- Sei così bella Rumiko... e non capisco perchè nascondi sempre il tuo corpo dietro ad abiti così antiquati... scommetto che tutti i giorni ti ripetono quanto sono belli i tuoi occhi, non è vero? Come fai ad averli di un colore tanto inusuale quanto bello? In questo caso è peccato siano sempre celati da quegli occhiali...

Rumiko alzò lo sguardo. Magari avrebbe potuto lasciarsi andare con lui. Gli piaceva, dopotutto. E anche a lei un po' piaceva. Era bello, intelligente e gentile. Si magari avrebbe potuto... Cosa c'era da perdere? Solo la verginità. Niente d'importante comunque. Se non poteva donare tutta se stessa a Yamato, allora uno valeva l'altro.

Gli sorrise. - Penso che resterò in accappatoio. Ti andrebbe di offrirmi una tazza di tè? Avete un salottino così carino... -, chiese in tono vago. Lui non rispose nulla. La prese per mano e la scortò giù, spegnendo le luci del piano di sopra. Entrarono nel salotto, dove il tè era già caldo e pronto sul tavolino. Si sedettero vicini e lei gustò avidamente la sua tazza, senza staccare gli occhi di dosso a lui. Pensandoci ancora meglio, Shigure Ichinose aveva un qualcosa che risvegliava i suoi ormoni. Era piuttosto sexy, un fisico da urlo e una voce vellutata e suadente. Posò la sua tazza e prese anche quella del ragazzo. La posò sul tavolino e si sedette su di lui, una gamba da un lato e una dall'altro. Fece scivolare le braccia intorno al suo collo...

 

***

 

- Ecco guarda qui! -, disse mostrandogli un articolo di giornale. - Mi ha preoccupata molto leggerlo... sai, Rumiko ha degli occhi stranieri...

Akito lesse inorridito l'articolo. Una setta satanica, nei pressi di Kyoto, raggirava e poi aggrediva giovani fanciulle per rubare loro gli occhi. Si diceva che erano persone malate di mente, pericolose e ancora in circolo. Cercavano soprattutto ragazze dai tratti stranieri in modo da poter aggiungere alla collezione occhi chiari, tanto rari quanto belli.

Guardò Azuki sorridendole incoraggiante.

- Dai... stai su... tanto sono a Kyoto... non fa nessun riferimento a Tokyo!- la rassicurò prendendole una mano tra le sue.

- Ma ho paura lo stesso Akito... se dovesse succedere qualcosa alla mia Rumiko io... io non me lo perdonerei mai... -, disse appoggiando la nuca sulla spalla del ragazzo.

Akito l'abbracciò, accarezzandole i capelli. Ma da quanto tempo erano così 'intimi'? Dio, quant'era bella. Aveva una voglia matta di baciarla. E, dopotutto, perché non farlo? Non ci avrebbe perso nulla. E poi sapeva, lo sentiva, che anche lei era attratta da lui. Le alzò il viso con una mano e poggiò le labbra sulla sua fronte, stringendola forte. Tremava un po', e a lui non piaceva che lei si sentisse così insicura. Avrebbe tanto voluto poter passare il suo futuro insieme a lei. A lei e alla piccola Rumiko, perché no. Sarebbe stato bello.

Le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre si guardavano negli occhi.

- Mio dio, Azuki, sei così bella... -, disse mentre il battito cardiaco si velocizzava e il respiro perdeva la sua regolarità, diventando quasi affannato.

- A... Akito io... non mi sembra il caso se Rumiko ci vedesse... mio dio, non immagino come potrebbe reagire.

Si allontanò un poco da lui, passandosi nervosamente una mano fra i capelli.

- Vuoi un tazza di tè? -, domandò dirigendosi automaticamente in cucina.

Akito si morse il labbro inferiore.

"Cristo Santo, di questo passo diventerò pazzo!!! Ma che dico? Io già lo sono!". Si alzò e la seguì, abbracciandola da dietro.

- Azuki io mi sono innamorato di te...-, disse in un soffio, pregando perché Dio gliela mandasse buona.

- Non dire sciocchezze... io sono vecchia per te, ho già avuto un marito... due figlie... non funzionerebbe mai! -, finì la frase con rabbia, mentre una tazza le cadde di mano, finendo rovinosamente sul pavimento e frantumandosi in mille pezzi.

- Non me ne potrebbe fregare di meno... e poi non sei vecchia, sei matura, è diverso... Azuki, ti prego....-, la girò verso di se, prendendole il volto tra le braccia. Le diede un bacio su una gota, poi un altro e un altro ancora, fino ad arrivare alle labbra. Le labbra che tutte le notti sognava e di cui doveva assolutamente assaporarne il gusto, o sarebbe impazzito. Le passò la lingua sul labbro inferiore, e poi fece si che si unissero, cadendo entrambi in un bacio appassionato, furioso, vivo, intenso.

La donna si lasciò scivolare a terra, seguita da Akito. Non interruppero il bacio, però. Lei si sdraiò mentre il ragazzo le si fece sopra, quando la donna lo fermò.

- No ti prego basta... non tentarmi oltre... per rispetto alle mie figlie, almeno...

Akito inarcò un sopracciglio. Credeva prima avesse sbagliato dicendo due figlie... o che magari aveva capito lui male. Ma lo aveva ripetuto ancora.

- Azuki, scusa l'improvvisata... ma che diavolo significa "Due figlie" e "Alle mie figlie"?-, chiese, senza però spostarsi di dosso alla donna.

Lei si portò una mano sulle labbra, rendendosi conto di ciò che aveva rivelato.

- Significa ciò che ho detto Akito... -, disse voltando lo sguardo.

Akito le spostò la mano, dandole un piccolo bacio a fior di labbra.

- Beh... beh poi... ne riparliamo... e comunque stando con me non mancheresti di rispetto alle tue figlie... sei sola da tanto... hai bisogno di qualcuno... Rumiko capirebbe, è una ragazza intelligente... -, le sussurrò mentre le sbottonava la camicia. Azuki sapeva che se non l'avesse allontanato subito non si sarebbe più fermata. Tuttavia forse era inutile provare ancora, presto o tardi sarebbe accaduto, perché lei desiderava fare l'amore con Akito, forse anche più di quanto lo desiderasse lui.

 

***

 

Infilò la chiave nella toppa della porta con fare nervoso, tanto che le cadde a terra. Si abbassarono entrambi contemporaneamente, picchiando la testa assieme. Roxy scoppiò una fragorosa risata.

- Scusami...

Si alzò, riuscendo finalmente ad aprire la porta. Nobu si sentì inondato dal suo dolce profumo, che regnava incontrastato in tutto l'appartamentino. Ritsuko accese la luce, levandosi poi la giacca fradicia.

Nobu chiuse la porta alle sue spalle con poca delicatezza e abbandonò il suo giubbotto da qualche parte all'ingresso. Andarono nel salotto, mentre l'imbarazzo regnava incontrastato tra i due.

- Ehm... -, Nobu stava cercando qualcosa di intelligente da dire, ma aveva la testa così vuota che se qualcuno ci avesse urlato dall'interno sarebbe rimbombato tutto.

Roxy, seduta sul divano, accavallò le gambe e aprì due bottoni della camicetta, che in precedenza aveva chiuso per il freddo. Fece scrocchiare il collo per sciogliere la tensione e riprese il coraggio di guardare il ragazzo in faccia.

- Vuoi... qualcosa da bere? Ti faccio una tazza di tè?

Lui scosse il capo, negativamente.

- No... grazie... non ho molta sete... -, poi si fece coraggio, le prese la mano e la tirò più vicino a sé, baciandole il collo. -... ti amo... -, non poté fare a meno di ripeterlo. Lei voleva fare l'amore con lui. Lui non era da meno. Allora cos'era tutto quel'imbarazzo, se lo volevano entrambi?

La tenne stretta tra le sue braccia, da dietro, e prese a sbottonarle la camicia, sussurrandole dolci parole all'orecchio. - Ora ti laverò via lo sporco di quei bastardi... -, disse infine, baciandole il collo, bagnandolo con la punta della lingua. La sentì rabbrividire tra le sue braccia. Sperava fosse per il piacere...

I suoi occhi verdi si erano riempiti nuovamente di lacrime, al solo pensiero di ciò che le era accaduto in precedenza. Si voltò buttando le braccia intorno al collo del ragazzo, travolgendolo in un appassionato bacio.

- Ho freddo... tanto freddo...

Nobu si diede mentalmente dello stupido. Ancora qualche minuto che rimaneva avvolta dalla divisa fradicia e sarebbe finita in ospedale.

Improvvisamente ebbe una bella idea.

- Ti va di fare il bagno insieme?-, chiese, mentre le gote si coloravano di un vago scarlatto, rendendo la sua espressione molto dolce.

La ragazza annuì. Si tolse del tutto la camicetta e sfilò anche la gonna, rimanendo solamente in intimo. Lanciò i vestiti nel primo posto che le capitò, ovvero in faccia a Nobu.

- Vado a preparare la vasca.

Si fiondò in bagno, aprì l'acqua fredda del rubinetto del lavandino e ci cacciò sotto la testa, per rinfrescarsi le idee. Da quando era così poco pudica? Aprì anche l'acqua della vasca da bagno, versando al suo interno il bagnoschiuma alla cannella.

La vasca si riempì quasi del tutto, mentre lei gironzolava per il bagno accendendo candele profumate. Voleva che quella serata fosse speciale, e cosa c'era di più rilassante di candele al muschio bianco e incenso?

Andò a chiudere il rubinetto, poi si girò per andare a chiamare Nobu, ma con sua sorpresa se lo ritrovò davanti. Lui sorrise con quell'espressione da furbetto che le riservava sempre quando erano piccoli e pensava a quale marachella farle. Infatti nel giro di pochi secondi la prese di peso e la mise nella vasca con molta delicatezza, seguendola poi dopo aver acceso l'idromassaggio. Si sedette affianco a lei, baciandola con trasporto. - Se é un sogno non svegliarmi, ok?-, disse il ragazzo, beatamente. Lei rise.

- Ma se mi dicevi prima che dovevo far il bagno vestita a metà, mi mettevo il costume da bagno! -, scherzò lei alzando una gamba e facendola ripiombare subito dopo nell'acqua.

Nobu deglutì, preso dalla provocazione della ragazza.

Ma poi decise di stare al gioco.

- Perché... chi ha detto che farai il bagno mezza vestita?-, le chiese sorridendo a 100 denti. Allungò una mano dietro la schiena di lei e fece il movimento di slacciarle il reggiseno. Lei gli diede un pizzico sul braccio, per fermarlo.

Gli fece segno di no con la testa, sorridendo maliziosa.

- Pensi di cavartela facendo il bimbo cattivo? Voglio che tu mi stringi a te e mi baci... forse dopo ti lascerò passare a cose un po' più... hot... -, disse queste ultime parole mordendosi le labbra.

Le tornò in mente quante volte, da bambini, erano finiti entrambi nudi. Puri ed innocenti ancora non si rendevano conto di cosa li avrebbe portati in futuro, erano piccoli. Iniziavano a fare il bagnetto con il costumino, ma poi notando che dava terribilmente fastidio, finivano per privarsene.

Lui sembrò pensarci un po' su, poi la tirò vicino, vicino a sé e la baciò come non aveva mai fatto in vita sua.

 

***

 

Le aveva insinuato le mani sotto l'accappatoio e ora la stava accarezzando con passione, fin troppa. Iniziava a sentire fastidio, quasi dolore. Ichinose si alzò in piedi, facendo stringere le gambe della ragazza intorno al suo bacino, in modo che le loro intimità fossero a contatto. Rumiko sentì la sua eccitazione distintamente. Lui la buttò poco delicatamente sul divano, iniziando a stimolarla. La ragazza si lasciò scappare un gemito di piacere, mentre passava le mani nei capelli del ragazzo. Sentiva il suo corpo ardere dal desiderio di fare l'amore con lui, anche se nella sua mente l'uomo che le stava sopra non era Shigure, bensì Yamato. Lasciò che lui le aprisse completamente l'accappatoio e la vide così, come madre natura l'aveva fatta. Si tolse anche lui velocemente la maglietta, seguita subito dopo dai pantaloni. La ragazza stava per abbandonarsi definitivamente a quel piacere estremo che le provocava lui toccandola, ma improvvisamente qualcosa la riportò in sé. Un 'brip brip' insistente. Un telefonino. Shigure ignorò il trillo, ma lei era sicura di conoscere il tono di quella suoneria. Era il cellulare di Ritsuko. Lo spinse via, chiedendosi cosa diamine stesse facendo. Se sua madre l'avesse saputo... non voleva pensare cosa avrebbe detto di lei. Richiuse l'accappatoio e corse verso la sua cartella, che si portava dietro da quando era uscita da scuola. L'aprì e vide il cellulare della sua amica dai capelli azzurri. Non ricordava cosa ci facesse lì, fatto stava che doveva ricordarsi di ringraziare Ritsuko, perché senza quel telefonino, avrebbe commesso l'errore più grande della sua vita.

- Rumiko... lascia perdere quel cellulare... -, disse contrariato il ragazzo.

Si avvicinò e l'abbracciò da dietro, baciandole il collo. Rumiko sospirò e lo allontanò gentilmente.

- Ma perchè?! È sufficiente un telefono che squilla per farti cambiare idea?!

La ragazza fece un mezzo sorriso, in segno di scuse.

- Mi spiace... devo andare... -, disse piano. Salì al piano di sopra entrando in bagno e prese i suoi vestiti, ancora un po' bagnati. Li indossò velocemente e poi scese di nuovo al piano di sotto. Si avvicinò al ragazzo con aria imbarazzata.

- Scusami... davvero... io non so cosa mi sia preso... oggi é stata una giornata orrenda... dimentica tutto... -, farfugliò in frasi sconnesse. Andò verso l'ingresso, indossò il cappotto, prese la cartella e aprì la porta. Il ragazzo la fermò per un braccio e si chinò verso di lei, dandole un piccolo bacio a fior di labbra. Rumiko chiuse gli occhi, assaporando quel momento. Che caro ragazzo. Avrebbe dovuto essere adirato con lei e invece la baciava dolcemente. Quando lui si allontanò un po' lei riaprì gli occhi e sorrise. - Ci vediamo a scuola.-, fu tutto ciò che disse, prima di uscire. La pioggia aveva smesso di cadere da un po' e, stringendosi nella giacca per ripararsi dal freddo pungente di Febbraio, si avviò verso casa, ignara del fatto che Ichinose era ancora sulla porta ad osservarla.

 

***

 

Le diede un bacio sulla fronte, facendo attenzione a non svegliarla. Lei mugugnò un pochino, voltandosi ed aprendo gli occhi. Li strizzò un paio di volte per mettere a fuoco e, quando vide la sua figura davanti a sé, si avvicinò abbracciandolo.

- Grazie Akito... Sei stato molto dolce...

Il giovane uomo sospirò, beato. Se fosse stato per lui, avrebbe fermato il tempo e sarebbe rimasto in quegli istanti, per sempre. Peccato che le lancette dell’orologio continuavano a girare, velocemente. Erano le sei e mezza e, a meno che non le fosse successo qualcosa, Rumiko sarebbe tornata.

- Devo andare... -, sussurrò un po' triste. Azuki grugnì qualcosa, contrariata. Si staccarono malvolentieri e Akito prese i suoi vestiti. Andò in bagno a farsi una veloce doccia, mentre la donna cercava qualcosa nell'armadietto dei medicinali. Era sicura che doveva avere ancora una scatola di pillole anticoncezionali. E infatti le trovò dopo poco. Guardò il retro dello scatola, la data di scadenza rimandava al 2007. Perfetto, c'era ancora tempo. Andò in cucina e ne ingollò una con un bicchiere d'acqua fresca. All'incirca una decina di minuti dopo Akito uscì dalla doccia, pulito, profumato e vestito. Azuki lo guardò, il suo sguardo aveva già assunto un'aria malinconica.

- Te ne vai già? -, domandò con la voce rotta, - Non vuoi rimanere a cena?

Lui sorrise, le si avvicinò e l'abbracciò, dandole un bacio tra i profumati capelli biondi.

- Non so... credo che per stasera sarebbe meglio di no, mi comporterei in modo strano davanti Rumiko, non voglio farmi scoprire subito... eh eh... -, disse stringendola forte. - Ti va di andare a cena insieme un giorno che non hai il turno serale?-, chiese poi improvvisamente, scostandola un po' per guardarla negli occhi.

Azuki scosse tristemente la testa.

- Mi piacerebbe... ma quando non ho il turno, l'ho promesso a Rumiko, sto sempre con lei... già sono sempre assente...

Akito sospirò.

- Vabbè, non importa. Allora vengo io a cena qui!-, disse con un dolce sorriso. Si baciarono ancora, quando infine sentirono dei passi per le scale, e decisero che era meglio separarsi.

Rumiko entrò dopo poco in casa e vide sua madre in vestaglia, seduta sul divano, e Akito seduto accanto a lei, che tentavano di comporre un numero di telefono.

- Oh... Rumiko... stavamo per chiamare a scuola per vedere se eri ancora lì... -, fu la 'piccola' bugia di Akito. Rumiko sentì una strana nota nella voce del ragazzo, ma non ci fece caso più di tanto. La sua mente invece volò da tutt'altra parte, precisamente a casa di Yamato.

- CHE DIAVOLO CI FAI TU QUI? NON DIRMI CHE L'HAI LASCIATO SOLO, PERCHÈ GIURO CHE TI AMMAZZO!-, gridò avvicinandosi al moro e prendendolo per il colletto della camicia.

Akito sbuffò. Che noia che era quella ragazzina, quando c'era di mezzo Yamato.

- Mi hai preso per un'idiota? Yamato è abituato a bere, quando sono uscito di casa era già praticamente sobrio!

Rumiko guardò la madre con una vena d'odio.

- Caccia via questo tizio, altrimenti giuro che lo accoltello mentre taglio le verdure per la cena!!!-, sibilò convincente. Aveva davvero l'intenzione di farlo, se non se ne fosse andato in quell'istante.

 

… continua…

 

Ecco il nuovo aggiornamento!! Siamo state brave? Siamo state veloci??? Si vero? ^O^ Evviva!

Ehm... coff coff... passiamo alle cose serie.................. I ringraziamenti, si, i ringraziamenti.

Grazie a tutti coloro che ci seguono affettuosamente e in particolar modo a chi ci lascia il suo parere nelle recensioni ^o^

 

Shaida Black - Eh, che intenzioni avrà l'amichetto di Rumichan? Come puoi vedere intenzioni non molto caste e pure ohoh ^o^''' Povera Rumi... Per quanto riguarda Roxy, per lei le cose si metteranno molto meglio eh eh

 

Alweyn_Tail - Siamo brave ad incasinare tutto? Beh, allora ci fa piacere di riuscire nel nostro intento principale eheh... una cosa poco incasinata non è interessante, vero? Proprio no. Beh... che "non finisse mai" ci sembra un po' troppo, però tranquillizzati, non abbiamo in programma di terminarla in un futuro molto prossimo ^^ Abbiamo ancora tanto da raccontare e tanta voglia di farlo, quindi dovrai sopportarci ancora per un po' ^_-

 

Ninphadora - Ciao amichetta!!! A quanto pare non siamo le uniche a cui Ichinose sta un po' sulle scatole, vero? Eh eh, in effetti non è propriamente ciò che si dice un angioletto con l'aureola.

 

Ashel - Che bello, una nuova lettrice ^o^ Ci fa sempre piacerissimo quando accade. Siamo dei mostri??? E' un complimento? Speriamo di si =P Grazie dell'entusiasmo, ci farebbe piacere se continuassi a farci sapere, prossimamente, i tuoi pareri sull'evoluzione della trama per le nostre Matsumoto preferite.

 

Alla prossima, baci ^_-

 

San&Rachel Dickinson

 

  
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