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Autore: Evazick    18/09/2010    1 recensioni
Il sogno più grande di una Romancer? Di sicuro ce ne sono molti, ma uno supera tutti gli altri: entrare nella Parata Nera. La sfortunata protagonista di questa storia ci sarà catapultata dentro per caso, ma non tutto è quello che sembra e forse il suo sogno potrà trasformarsi in un incubo… Mi è venuta in mente mezz'ora fa e non so nemmeno se avrà seguito, ma volevo sentire cosa ne pensate... enjoy! ^^
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Eve.'
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“M-Ma tu c-cosa ci fai qui?” balbettai, ai limiti dell’incredulo. Se lui era il vero Gerard, chi diavolo era quell’altro? Ora capivo perché mi avesse sbattuta in prigione senza tanti complimenti: avevo visto chi era veramente, e ovviamente non aveva voluto che informassi qualcun’altro.
“Secondo te cosa ci faccio qui?” Cazzo, Gerard lo avevo sempre immaginato un po’ acido e sarcastico, ma non così tanto! Quasi quasi preferivo l’altro, pensai tra me e me. Rimasi in silenzio per far capire a Gee di andare avanti, e lui lo fece.
“Siamo arrivati qui per caso un paio d’anni fa, dopo la fine del tour. A dirla tutta, non so nemmeno io come: mi ricordo solo che prima eravamo a casa e che poi ci siamo ritrovati in questo posto, intrappolati. Trovammo questo palazzo abbandonato e ci stabilimmo qui, in attesa di trovare un modo per tornare a casa. Eppure io sentivo che c’era qualcosa che non andava: avevo la sensazione costante di essere osservato. Sai com’è, no? Senti qualcuno che ti fissa, ma quando ti giri non c’è nessuno. Era parecchio inquietante, come se non bastasse tutto il resto. E, dopo sei mesi, un giorno mi risvegliai qui dentro, solo e incatenato. Non ci volle molto per capire che qualcuno mi aveva veramente osservato in tutto quel tempo, e che aveva preso il mio posto.”
Rimanemmo in silenzio. Elaborai quello che Gerard aveva detto e riuscii a incastrare qualche indizio: il riflesso dello specchio, la porta in fondo alle scale, il disegno di Jennifer e il comportamento strano di Gerard (quello falso). “Quindi tu sei qua dentro da un anno e sei mesi?” gli chiesi.
“Sì. E nessuno si è accorto di nulla.” Sospirò. “Slay deve aver fatto un ottimo lavoro.”
Eh? “Chi?”
“Quello che ha preso il mio posto.”
Mi morsi il labbro. “Gee… cosa è, esattamente? Ho visto il suo vero aspetto, ma non sono riuscita a capirlo.”
“Un demone, uno spirito, un Incubo… che differenza fa? Non è dalla nostra parte, qualunque cosa sia.” Parlando, Gerard aveva perso tutta l’acidità iniziale, cosa che mi mise molto più a mio agio.
La mezz’ora successiva regnò il silenzio: Gee fissava un punto davanti a sé, mentre io continuavo a pensare.
Stai a vedere che aveva ragione Jennifer, con l’idea del cattivo che vuole conquistare il mondo… No, andiamo, come potrebbe sapere questo… Slay del nostro mondo? D’altronde ha spiato i My Chemical Romance per sei mesi, potrebbe aver capito più di quanto sembri… Okay, ipotesi: questo tizio ha capito da dove vengono questi quattro ragazzi, e che c’è un sacco di gente che li considera importanti. Slay, probabilmente, è assetato di potere, sa che ha in mano un’occasione unica e che non può lasciarsela sfuggire, quindi si sostituisce a Gerard e… E? Cosa succede dopo?Uhm, creare un esercito sembra la prima cosa da fare. Cazzo, come minimo è lui che ci ha fatto finire da queste parti! Ma non penso che sia colpa sua se ho le ali e la spada… Vabbè, ci tornerò dopo. Aspetta un attimo: se questo è il posto della Black Parade, i soldati saranno probabilmente… oddio, morti! Non siamo solo io, Jennifer e i due pazzi, ne sono venuti altri prima di  noi e Slay li ha uccisi! Devo scappare di qui! Ma come? Mi avvicinai più che potei a Gerard. “Gee, dobbiamo scappare!”
“Honey, ci ho provato un sacco di volte, ma queste catene sono impossibili da spezzare,” disse, prendendone una in mano. “A meno che le tue ali non abbiano qualche potere magico, siamo fregati.”
“N…No, ce la possiamo fare! Ho una spada, possiamo tagliarle!” La sfilai dal fodero, la alzai in alto sopra la mia testa e la lasciai cadere sulla catena, sperando almeno di scalfirla. Invece quella rimase lì, intatta, con un’aria quasi di sfida. Non mollai e continuai a calare la spada sul ferro, finchè Gerard non mise la sua mano sopra la mia. “Dammi retta, non ci riuscirai.”
Guardai la spada, poi guardai Gerard. Pensai un attimo e gliela allungai. “Prova tu.” Lui mi guardò sorpreso, e continuai: “Hai sentito benissimo, prova tu. Se non ci riesci neanche te, siamo fregati sul serio e mi arrenderò.”
Lui guardò la spada. “D’accordo.” La prese in mano e, faticando per le catene attaccate ai polsi, la calò sulla catena che gli legava la caviglia destra.
CLANG!
La catena si spezzò a metà come se fosse fatta di burro. Io la guardai stupita, e Gerard lo era ancora più di me: il suo sguardo saltava dalla spada alla catena, probabilmente chiedendosi come diavolo avesse fatto. Ci ripensai io a distoglierlo dai suoi pensieri. “Forza, sbrigati. Taglia anche le altre!” Gee non se lo fece ripetere e le catene caddero tutte, una dopo l’altra. Con più fatica riuscimmo anche a togliere i cerchi di ferro dai polsi e dalle caviglie, poi mi alzai in piedi. Mi diressi verso la porta. “In teoria dovrebbe essere aperta, ma tu dammi una mano a spingere, okay? Uno, due…” iniziai, ma poi mi accorsi che accanto a me non c’era nessuno: Gerard era ancora seduto per terra che tentava faticosamente di rialzarsi. Mi avvicinai e cercai di dargli una mano, ma lui mi mandò via. “Ce… la… faccio,” mormorò.
“Certo, dopo essere stato incatenato un anno e mezzo? Niente scuse, ti aiuto.” Con molta fatica riuscii ad alzarlo, poi lo aiutai a camminare verso la porta, dove si appoggiò. Iniziammo a spingere e quella si aprì facilmente. Nel corridoio non c’era nessuno e ci dirigemmo verso la porta sotto le scale.
“A proposito… non ti ho ancora chiesto come ti chiami,” disse Gerard, con un sorriso, a cui risposi.
“Nessun problema. Mi chiamo Eve.”
Anche la seconda porta si aprì facilmente come la prima. Attraversammo velocemente l’atrio (Gee ormai riusciva a camminare da solo, anche se non molto velocemente) e mi sentii decisamente meglio una volta all’esterno del palazzo. “Forza, cerchiamo un posto dove nasconderci,” mi incalzò Gerard, e ci dirigemmo verso sinistra, quando ebbi la sensazione di essere osservata. Mi girai.
Dietro di noi c’erano degli scheletri che parevano usciti dalla Black Parade, ma i loro sguardi e le spade puntate contro di noi non erano per niente amichevoli. Non persi tempo e sfoderai la mia spada, iniziando a combattere, anche se era decisamente una lotta impari: se io colpivo loro non si ferivano, ma a me capitava l’esatto contrario. Riuscii ad evitare che le ali venissero ferite, così avrei avuto una via di fuga pronta. “Eve, ne arrivano degli altri!” urlò Gerard, impegnato anche lui a tenere a bada gli scheletri.
In breve tempo ci ritrovammo accerchiati, senza nessun aiuto, due contro cento. Alzai lo sguardo verso una delle finestre al primo piano del palazzo: c’erano due figure maschili che sbirciavano dalla finestra e che si ritirarono appena incontrarono il mio sguardo. Non ci voleva un genio per capire che erano i due ragazzi impazziti. Mi guardai di nuovo intorno: nessuna via di uscita. Anzi, una c’era…
Rinfoderai la spada come se mi stessi arrendendo, poi abbracciai Gerard da dietro infilandogli le braccia sotto le ascelle, come se avessi paura. Qualche scheletro rise, e Gerard divenne imbarazzato. “Non mi sembra il momento giusto…”
“Soffri di vertigini?” gli chiesi. Senza aspettare una risposta spalancai le ali, colpendo un paio di scheletri grazie all’effetto sorpresa, e mi sollevai in alto mentre Gee urlava. Rivolsi un ultimo sguardo al palazzo e agli scheletri, poi mi diressi verso Nord.
“Dimmi che hai un piano,” disse Gee quando si calmò, qualche chilometro più in là.
“Per ora cerchiamo un posto dove nasconderci, poi penseremo al resto.”
“… Non hai un piano.”
*
State tranquille: Eve non ha un piano XD
Ho visto il trailer di Danger Days e... cazzo, sono sconvolta. Ho passato metà serata a guardarlo e riguardarlo e pensare a come Gee sta da Dio coi capelli rossi. E poi ho subito iniziato a farmi delle storie su quei cattivi e sui Chimici: la scena dove c'è il tizio bianco che fissa Gerard negli occhi fa tanto libro fantasy dove... boh non so, dove sembra che il buono faccia una brutta fine o che passi dal lato oscuro. KILLJOYS, MAKE SOME NOISE!
Non so quando posterò il prossimo capitolo, non ho un'idea precisa di cosa ci infilerò dentro, ma di sicuro (spero) finirò prima del 28 settembre.
Kumiko_Chan: non c'entra nulla, ma... di dove sei? Io abito a Livorno, qui sulla costa toscana.
So Long And Goodnight. Look Alive, Sunshine. :3
-65 Danger Days: The True Lives Of Fabolous Killjoys
-10 (!): Bulletproof Heart
  
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