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Autore: missteacakes    19/09/2010    1 recensioni
Quando Patroclo uccide accidentalmente un amico in un litigio, lui e suo padre sono costretti a fuggire a Ftia, la cui regina si dice essere una dea. Al ragazzo viene chiesto di prendersi cura del suo figlioletto, non immaginando le conseguenze di quella serie di eventi destinata a cambiare il mondo per sempre. {Patroclo/Achille}
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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«In All but Blood»

Frustrazione
- Capitolo 29° -

Achille si domandò se fosse questo il modo per diventare un ubriacone. Non aveva parlato molto durante la cena, mangiato ancora meno, e solo adesso si rendeva conto che aveva bevuto quasi per tutto il tempo, ma non aveva voglia di smettere. Una mano passò oltre la sua spalla e gli tolse dalla mano la coppa che teneva. Ciondolò la destra indietro e si ricordo che stava dividendo un triclinio con Patroclo.

"Ehy," disse. "Stavo bevendo."

"Non più. Hai già bevuto abbastanza. Il vino non dovrebbe essere usato per dimenticare i problemi."

"Chi ha detto che ho dei problemi?"

Patroclo sospirò. "Non devi parlarmene se non vuoi. Ma per favore, non fare così."

"...sono stanco."

"Lo sei?"

"Per favore, aiutami ad andare a letto," disse Achille. "Lo farei da solo, ma non so se riuscirei neanche a raggiungere il prossimo triclinio."

Patroclò si alzò sospirando. Prese per un braccio il suo amico e lo tirò su in piedi. Achille cercò di mettersi in equilibrio, e fu abbastanza orgoglioso di se stesso quando ci riuscì. Ma si sentiva oscillare, e lo stesso faceva la stanza. Ad eccezione che la stanza stava andando dalla parte opposta. L'unica cosa compatta sembrava Patroclo. Faceva del suo meglio mentre camminava nel corridoio, ma i suoi piedi non volevano obbedirgli. Stava scherzando quando aveva detto che non sarebbe riuscito ad arrivare al triclinio successivo, ma ora si rendeva contro che non sarebbe riuscito a fare più di un passo o due.

Quando finalmente riuscirono a raggiungere la stanza, Patroclo buttò goffamente Achille sul letto. Quindi forse non era così sobrio come pensava Achille. Achille si tirò su e lo prese per il collo, tirandolo giù e baciandolo altrettanto goffamente. Patroclo lo spinse via con una molle protesta.

"Sei ubriaco," disse.

"Sì, lo sono," rispose Achille, sorridendo. "Sono molto ubriaco. E voglio fare l'amore con te."

"No," stabilì Patroclo. "Non così. Aspetta almeno fino a domani quando non potrai sopportare nessuna luce e nessun rumore. Poi vedremo come ti senti riguardo a quella cosa."

Come si alzò, Achille lo prese per il braccio. "Ti amo."

"Lo so," disse Patroclo, sorridendo dolcemente.

"Patroclo," lo chiamò di nuovo Achille, quando il suo amico si voltò per andarsene.

"Sì, Achille?"

"È sempre così?" chiese.

"Cosa? Essere ubriachi?"

"No. Essere responsabili. Avere il potere di cambiare il destino degli uomini. Non ho avuto tempo di prendere una decisione perchè la gente continuava a chiedermi delle cose."

Patroclo si avvicinò e sedette sul letto accanto a lui. Achille sentì la mano di Patroclo tra i suoi capelli.

"Tu non hai il potere di cambiare il loro destino," gli disse Patroclo. "Gli dei decidono tutto, lo sai. Ma riguardo la parte della responsabilità, sì. È qualcosa che devi decidere presto, semplicemente perchè la guerra è qualcosa che si deve preparare. Non sarò io a metterti fretta, comunque. Sono felice che tu non stia fuggendo. O almeno, non completamente."

Rimase a guardare Patroclo mentre prendeva una scodella da mettere vicino al letto e una brocca e una tazza vicino a lui. Quando Achille si sdraiò sulla schiena, Patroclo lo voltò a pancia in giù.

"Non dormire sulla schiena quando sei ubriaco," disse. "Se ti sanguinasse il naso andrebbe tutto giù per la gola. Ti ho preso anche qualcosa se dovessi vomitare. Assicurati di prendere anche un po' d'acqua."

"Grazie."

"Riposati."

Patroclo si alzò e se ne andò, chiudendo piano la porta dietro di sè, lasciando un Achille che si sentiva malaticcio e scoraggiato.


 
~*~

La luce lo stava uccidendo. Achille odiava il fatto che Patroclo avesse ragione. Si tirò su, ma questo buttò sottosopra il suo stomaco e finì per riempire la bacinella che Patroclo aveva lasciato di fianco al suo letto. Si sdraiò in preda ai lamenti, coprendosi la faccia con un cuscino. Quando sentì la porta che si apriva, borbottò a chiunque fosse di andarsene via.

"Cosa ti avevo detto?" Era Patroclo.

"...ti odio."

"Vedi? La scorsa notte mi amavi."

Achille non disse nulla. Sbirciò da sotto il cuscino quando lo sentì avvicinare.

Patroclo versò dell'acqua nella tazza che aveva lasciato lì e la porse ad Achille, che ne lasciò cadere la metà quando provò a bere da sdraiato. Tuttavia funzionò abbastanza e Achille porse di nuovo la tazza a Patroclo perchè la riempisse ancora.

"Dovresti mangiare qualcosa," disse Patroclo, riempendo la tazza.

Achille sbuffò. Non era sicuro di riuscire a buttar giù del cibo. Solo il pensiero gli dava il voltastomaco. Patroclo mise un pezzo di pane sotto il cuscino e Achille glielo tirò dietro.

Patroclo toccò la sua spalla per un momento, poi Achille sentì uscirlo dalla stanza.

Non riuscì ad alzarsi prima di mezzogiorno. Invece di cercare Patroclo, che odiava ancora, decise di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia. L'odore dell'aria salata gli schiarì la mente e gli tirò su il morale. Alla fine si fermò e si sdraiò su una roccia, dove poteva essere nascosto al resto del mondo. Doveva essersi addormentato, perchè quando si svegliò, vide una figura venire verso di lui dall'acqua. Riconoscendo i capelli biondi, evitò di sbuffare.

"Madre," disse. "Per favore, lasciami solo. Devo pensare."

"Alla guerra?"

Achille la guardò curiosamente. "Ho una decisione da compiere."

"Ho qualcosa da dirti," disse lei, sedendosi vicino a lui. "Ti aiuterà a decidere. Ci sono due opzioni. Se resterai a casa, condurrai una lunga vita, senza la gloria di un grande guerriero. Se invece vai in guerra, morirai, ma il tuo nome vivrà per sempre."

"Come fai a saperlo?" chiese lui.

"È stato deciso dagli dei."

"...come fa una persona a decidere?"

"Non lo so," disse lei. "Dipende da te."

"Tu cosa vorresti per me?"

"Vorrei che tu fossi felice."

Achille sospirò. Non era granchè come risposta, ma era tipico per una donna. Poche ad eccezione di Atena potevano pensare a questo genere di cose. Alzò lo sguardo verso il cielo. Quando si volse verso sua madre, lei non c'era più.

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Nota dell'autrice: Sì, sono cattiva. Non posso vedere Patroclo "aprofittarsi" dello stato di ubriachezza di Achille. E inoltre, Achille ha anche altre cose a cui pensare!


Nota della traduttrice: @cry_chan: Sono felice che ti piaccia ^-^ sta per iniziare una parte davvero bella :3 Cavolo, è una bella scocciatura avere una fumetteria così lontana :( oltretutto questo fumetto non è come Naruto o cose simili, esce ogni morte di papa e l'ultimo volume è uscito nel 2008! Non è facile da trovare.. forse a questo punto è più comoda la spedizione ><'


   
 
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