Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Nami    12/12/2003    1 recensioni
Ci ho pensato su.. e ho deciso di fare questa ff. Si perchè per chi si sia interessato all'altra mia fic "La ricercata" questa è esattamente il suo seguito. Dopo undici anni Rufy e i suoi amici si sono trasferiti al villagiio Fusha. Ciascuno ha realizzato il suo sogno e finalmente anche Shank e Max fanno ritorno all'isola. Cosa succederà dunque questa volta? Beh.. Rufy & Co., Shank il rosso, Max e la loro figlia di dieci anni saranno alle prese con criminali che vogliono sottrare il tesoro di Gold Roger ritrovato da Rufy, diviso in fine con gli abitanti del villaggio.Ma naturalmente non sarà una storia di sola avventura. L'amore c'è sempre. Il resto lo lascio a voi. Buona lettura e mi rraccomando: GIUDICATE!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: Il re dei pirati


- Che bella giornata! –

Lucky, il pirata più grasso della ciurma, fece un profondo respiro a pieni polmoni osservando i primi gabbiani che volavano sulla sua testa mentre il sole era già alto.

- Già! Peccato che tu non sei una bella vista.. –

Esclamò una vocina. Lucky si irrigidì e digrignò i denti furioso. Il suo umore si guastava sempre quando sentiva o vedeva quella piccola peste.

- Maledetta mocciosa! Sei già in piedi? Su, tornatene a letto piccina! –

Ennie era uscita sul ponte mentre Lucky si era arrampicato sull’albero maestro. Quei due erano in guerra perenne.

- Chiudi il becco pallone gonfiato! Bleah! –

Gli fece la linguaccia e immediatamente dopo scomparve dietro alla porta della cambusa.
La tavola era imbandita con una ricca colazione e tutti si prepararono per buttarsi sui piatti.

Max aprì l’armadio e prese un vestito lungo e aderente e un paio di stivaletti. Shank era ancora sdraiato sotto le pesanti coperte con un braccio sugli occhi.

- Shank, alzati, è tardi! La colazione è già pronta! –

Esclamò tirando indietrro le coperte.

- Che male! –

Si lamentava girandosi dall’altra parte.

- Fammi indovinare! Ti è venuto mal di testa! Sei sempre il solito! Bere del rhum di notte per poi mettersi a letto subito dopo non fa bene! Tu dovresti saperlo! O no? –

Il rosso rispose con un semplice – Mh! – per ricadere nel silenzio. Max si vestì rapidamente e afferrò Shank per un braccio e lo trascinò giù dal letto.

- Eddai amore! Lasciami dormire ancora un po’! –

Si lamentava lui in preda alla terribile emicrania. La donna però non voleva sentire ragioni. Lo trascinò in bagno e lo costrinse a lavarsi e a vestirsi. Arrivò in cucina che aveva una faccia quasi spaventosa, a momenti spaventava tutti i suoi uomini.

- Ehi capo! Che faccia.. non hai dormito? –

Domandò Usop addentando una ciambella alla crema.

- .. si e no.. –

Rispose lui stravolto sedendosi sulla panca.

- Buongiorno papy! –

Ennie si buttò sulle sue ginocchia abbracciando il collo del padre.

- Ciao tesoro! –

La salutò accarezzandole il capo, anche se aveva gli occhi pesanti e una gran voglia di accasciarsi a terra e ricadere nel sonno.
Non beveva più come un tempo. Prima di conoscere Max era peggio di una spugna, si ubriacava di continuo e finiva col stare male piegato in due steso a terra ridotto come un verme strisciante. Poi però, la ragazza lo aveva ricondotto sulla retta via convincendolo a bere di meno e pensare di più alla sua salute. Ma ovviamente un vero pirata non potrebbe mai rinunciare a un goccio di vino, di birra o di un buon liquore ogni tanto..

La nave riprese il viaggio, il vento soffiava e faceva gonfiare le vele del vascello. Al largo ancora non si vedeva niente, nessuno quindi sapeva quanto ci sarebbe voluto ancora prima di raggiungere il villaggio. Avrebbero potuto posare lo sguardo all’orizzonte dopo un’ora e vedere l’isola in lontananza, come avrebbero potuto navigare ancora un mese senza vedere niente.. sapevano solo che erano vicini. La rotta era quella giusta, il resto doveva farlo la nave. Doveva solo continuare ad avanzare in quel vasto Oceano e portarli a destinazione.

Era steso sulla sdraio con il sole negli occhi. Lentamente l’emicrania si stava attenuando.

- Come ti senti? –

Max era seduta accanto a lui che come sempre gli prestava cure premurose.

- Meglio! –

Le rispose guardandola con i suoi occhioni dolci come quelli di un bambino.

- Meno male! Vedi di smetterla di bere la notte! –

- Ma veramente ho bevuto solo un misero bicchierino! –

Esclamò mantenendo il suo solito sorriso aperto e sincero, lo stesso che la aveva conquistata undici anni prima.

- Non mi interessa! –

Si alzò di scatto puntandogli contro il dito indice.

- Evidentemente non ti fa bene! Se vuoi continuare a svegliarti con l’emicrania fa pure, la scelta è tua! –

In tutta risposta lui fece la linguaccia mentre lei scoppiò a ridere allegramente.

Era appoggiata al parapetto ancora troppo alto per lei. Ma riusciva benissimo a guardare l’oceano che luccicava sotto la palla infuocata. Suo padre le aveva raccontato spesso di Rufy, per filo e per segno. Sapeva già tutto di lui. Era come se lo conoscesse da tempo. Ora era curiosa di incontrarlo, certo, sapeva che non era più un bambino di sette anni, ormai era un ragazzo mentre dentro di lei vivevano i racconti di Shank rimasti a quando Rufy era ancora piccolo. Era rimasta affascinata da lui. Un bambino così piccolo senza genitori che voleva intraprendere una vita da pirata e viaggiare per mare già a quell’età. Era un po’ come lei. Era cresciuta a bordo di quella nave insieme ai suoi genitori, un pirata e un’ex ricercata. Litigando sempre con Luchy, divertendosi a fargli fare la figura dell’idiota e giocando con il vice-capitano Ben, che adorava e che considerava suo zio. Pensandoci il rosso le aveva detto di voler bene a Rufy come se lui fosse suo figlio e che quindi lei avrebbe potuto essere una specie si sorella per lui.. si sentiva felice all’idea. Era figlia unica e conosceva il mare meglio di qualunque altro bambino. Sapeva dunque che aveva bisogno di stare a terra per un po’, conoscere gente nuova e avere nuove amicizie.

- Chissà quanto ci vuole ancora! –

Sospirò contemplando con gli occhi puntati all’orizzonte nella speranza di vedere la sagoma di un’isola. Ma ancora non c’era nulla. Davanti a loro c’era solo il mare aperto.

- Vedrai, fra poco arriveremo! –

Il vice-capitano si era appoggiato al parapetto di fianco a lei ma era così assorta nei suoi pensieri che non si era accorta della sua presenza.

- Oh, ciao zio Ben! –

Disse sorridendogli. Quando allargava le labbra a quel modo sembrava proprio suo padre. Ben si sentiva come se davanti a lui ci fosse Shank in miniatura e in versione femminile.

- Pensavi? –

- Mh! –

Seguì un attimo di silenzio.

- Secondo te quanto dovremo viaggiare ancora prima di raggiungere il villaggio Fusha? –

Riprese Ennie immediatamente.

- Beh, chi può dirlo.. una settimana, un mese.. –

L’espressione della bambina si fece subito triste e Ben pensò a qualcosa per consolarla.

- Lo so che sei stanca di stare sempre in mezzo al mare! So che non vedi l’ora di conoscere gente nuova ma non devi avere fretta! Da solo tempo al tempo e fidati del tuo zietto! Manca davvero poco! –

Subito il suo viso si illuminò e il sorriso tornò vivo sul suo viso.

- Va bene! Aspetterò! –

- Mpf! In questo sei uguale a tua madre! –

Sussurrò.

- Eh? –

- Niente! Stavo solo ricordando! Non stare troppo li a fissare il largo piccola! Distraiti con Luchy! –

E si allontanò mentre quest’ultimo fece la pernacchia al vice per riprendere a mordere il suo cosciotto.

- Antipatico! –

Mugugnò con la bocca piena.

- Eh! Non ti stanchi mai di mangiare? Non ti basta essere così grasso? Vuoi mettere su altra ciccia? –

Camminò lei davanti a lui con le mani dietro alla schiena e con aria di superiorità al fine di provocarlo.

- Zitta mocciosa! –

- Bleah! –

- Cosa? Mi fai la linguaccia? Vieni qui che ti prendo e ti butto in mare! Anzi meglio! Ti lego alla canna da pesca e ti uso come esca per i pesci! –

Ennie scoppiò a ridere e iniziò a correre per la nave con Luchy “mangiacosciotti” alle calcagna.

- Quando imparerai! –
Esclamò Max osservando quelle due furie.

- Come dici tesoro? –

- Quando imparerai ad insegnare a tua figlia che Luchy non è un bambolotto! –

Guardò storto il fidanzato mentre il grassone stava per cadere in mano perché appena scivolato su una buccia di banana piazzata da Ennie mentre questa era piegata a terra ridendo a squarciagola.

- Scusami cara ma.. non vedo cosa ci sia di male. Si diverte.. –

- Già ma non Luchy! Tanto è inutile! Tu non le dirai mai di smetterla e dato che lei ha ereditato la tua cocciutaggine non mi darà mai retta! –

Sospirò.

- Mettiti il cuore in pace! Lo sai piccola, che con me non hai scampo! –

Già, era così. Shank il rosso otteneva sempre quello che voleva. In ogni circostanza.

- Aaah! Max! Difendimi da quella pestee! –

Luchy si tuffò dietro alla donna mentre Ennie si asciugava le lacrime. Le giornate erano sempre così attive e vivaci a bordo di quel vascello. L’arrivo di Max aveva cambiato la vita di tutti. Da undici anni quella parte tutto era più bello.

Passò una settimana e ancora non vi erano traccie dell’isola. Ennie stava quasi per rassegnarsi.. avrebbe dovuto viaggiare ancora per molto tempo.
Si sedette sul ponte da sola e aprì il suo libro preferito che ormai conosceva a memoria. Un libro di navigazione dal titolo “Le isole del mondo”. Sperava di trovare, nonostante conoscesse ogni singola pagina di quel volume, qualcosa riguardante il villaggio, essendogli probabilmente sfuggito. Ma purtroppo non vi era nulla, proprio come sapeva. Richiuse il libro e sospirando delusa posò il capo sulla ringhiera di legno.

- Uffa! –

Disse solamente per cominciare a fissare i gabbiani che volavano liberi nel cielo che a suo parere non era mai stato così limpido. L’ultima volta che aveva visto un’isola era due mesi prima, da allora vedeva solo l’oceano.
Max era seduta sulle scale a guardare la sua bambina. Sapeva che si sentiva giù ma purtroppo non poteva fare nulla per consolarla. Nemmeno lei sapeva quanto ancora avrebbero viaggiato. Sapeva anche che tenerla per così tanto tempo in mare senza avere qualcuno della sua età con cui giocare ls faceva sentire sola a volte, nonostante invece fosse circondata da persone che la amavano. Si sedette vicino a lei ma non disse una parola. Voleva solo farla sentire amata e nulla di più.

- Mamma! –

La chiamò.

- Dimmi cara! –

Le rispose.

- Tu credi.. –

Chissà se sarebbe piaciuta a Rufy.

- Che Rufy mi apprezzerà? O non mi considererà altro che una mocciosa rompiscatole che gli ha portato via suo padre? –

Seguì un attimo di silenzio.

- Ennie, certo che no! Io l’ho conosciuto e credimi! E’ davvero generoso e dolce! Vedrai come gli piacerai! –

Non sembrava molto convinta ma voleva solo vederlo. Incontrare il suo ideale, il re dei pirati.

- Vado a giocare con zio Ben! –

Disse alzandosi e dirigendosi dal vice che era sdraiato a leggere il giornale. Egli vedendo la bambina venire verso di lui, lo posò e alzandosi iniziò a rincorrere la piccola minacciandola muovendo le dita intenzionato a farle il solletico. Poi, tutt’ a un tratto Ennie si fermò posando lo sguardo al largo. Vide qualcosa. Non poteva credere ai suoi occhi.

- MAMMA! MAMMA! ZIO BEN! PAPY! GUARDATE! GUARDATE! CI SIAMO! –

Corse verso il parapetto e ci si arrampicò. Era vero. All’orizzonte si scorgeva, anche se lievemente, la sagoma di un’isola. La rotta era esatta, quindi doveva essere di sicuro la loro destinazione.

- Hai ragione! SHANK, VIENI! –

Chiamò il fidanzato che incuriosito da quelle grida eccitate uscì dalla cabina.

- Si amore? Mi hai chiamato? –
- Ci siamo! –

Indicò l’orizzonte. Subito il rosso notò la sagoma dell’isola e scoppiò di gioia mentre la figlia gli saltò in braccio.

- Evviva! Papy! Che bello! Che bello! –

Non stava più nella pelle. Finalmente poteva rimettere i piedi a terra, conoscere gente nuova, visitare un villaggio..
- Sei contenta piccola? –

Stringeva la figlia mentre tutti si precipitarono sul ponte e euforici di poter finalmente toccare terra, gridarono a squarciagola. Shank, dentro di se si sentiva morire. Avrebbe potuto rivedere Rufy, suo figlio, ormai cresciuto, diventato un ragazzo, il re dei pirati di tutti i tempi. Erano passati undici anni da quando si erano salutati definitivamente. Eppure ora gli sembrarono così pochi.. talmente pochi, che aveva l’impressione di averlo lasciato il giorno prima a sette anni, e ora lo stava per rincontrare, a diciassette. Era come se il tempo vosse andato avanti nel giro di ventiquattro ore. Ma in realtò l’abisso di tempo che li aveva tenuti divisi avrebbe anche potuto averlo cancellato dal suo cuore. E se lo avesse dimenticato? Cosa avrebbe fatto se quel moccioso non lo avesse più considerato un padre? Un ideale? No. Non doveva pensarci.

- Shank! –

Lo chiamò veendolo assorto e stranamente serio.

- Che cosa c’è? –

Gli domandò dolcemente posando una mano sul suo viso. Lui ome sempre si limitò a sorridere.

- Niente Max! Stavo solo pensando! Non preoccuparti! –

E posò la piccola Ennie a terra.

- Allora uomini! –

Urlò da vero condottiero.

- Stiamo per approdere! Piegare le vele! –

E immediatamente a quell’ordine tutti obbedirono al volo. Lentamente la nave si avvicinò al porto dell’isola. A Max tornarono in mente i momenti di paura quando stava per conoscere gli amici di Shank e soprattutto il piccolo Rufy. Temeva di non piacergli e ciò la terrorizzava. Invece alla fine, tutti, Rufy soprattutto stravedettero per lei ma allora.. perché anche adesso si sentiva così nervosa? Conosceva già tutti e non andava in contro a nulla di terribile. E allora perché il suo cuore batteva a quel modo? Forse perché era diventata madre e temeva che stavolta fosse la figlia a non piacere agli altri? O magari era soltanto emozione? Si era subito affezionata a Rufy e ora stava per rivederlo nei panni di un vero uomo. Si, doveva essere per quello.. almeno credeva..

Non c’era nessuno al porto. Il vascello attraccò e tutti scesero a terra urlanti e felici. D’improvviso qualcuno uscì di casa e scrutò i pirati

- Ah… Shank! –

Esclamò e correndo verso di loro disse..

- RAGAZZI! SONO TORNATI I NOSTRI AMICI! –

Nel giro di breve tempo la folla era incredibile. Tutti salutavano quasi con le lacrime agli occhi i vecchi amici che non vedevano da una vita. Si informarono sull’avventura alla Rotta Maggiore mentre Shank esibiva orgoglioso la sua bambina che timidamente si presentò mentre tuti rimasero inteneriti profondamente. Lentamente il tempo passò… ma ancora mancava qualcuno.. Rufy non si vedeva.. dove poteva essere?

- Ragazzi.. Rufy? –

Domandò.

- Ah! –

Esclamò un ragazzo.

- E’ alla locanda di Makino! Veniti! Avete già mangiato? –

No e avevano fame ma in quel momento Shank era più preso nel vedere il re dei pirati che pensare al suo stomaco che gorgogliava. Alla locanda non c’era quasi nessuno. Makino si precipitò da Shank per i saluti ed esibì anch’ella un bambino dell’età di Ennie.

- Ciao Shank! Max! Sono così felice di rivedervi.. quanti anni.. –

Sembrava felice e sembrava proprio aver dimenticato Shank..

- Chi è quel bimbo? –

Chiese Max curiosa. Makino prese in braccio il piccolo che non appariva per nulla timido.

- E’ mio figlio! –

Lasciò tutti di stucco. Così aveva trovato un uomo in grado di darle quello che non aveva potuto ricevere da Shank. Max provò tanto piacere per lei.

- E immagino.. –

Continuò posando lo sguardo su Ennie che stringeva la mano dei suoi genitori.

- ..che lei sia vostra figlia! –

- Già! Lei è Ennie ed è il nostro orgoglio! –

Sorrise salutando la piccola che rispose con un timido “ciao!” per poi arrossire e abbassare il capo.

- Emm.. Makino.. io vorrei.. –

- Salutare Rufy? –

Lo interruppe.

- Già.. è qui? –

Le domandò.
- Si, entra pure! E’ con i suoi amici! –

Così trasse un profono respiro e si addentrò in quella locanda che conosceva più del palmo della sua mano. Aveva passato moltissimo tempo li dentro anni prima e si era divertito un mondo a prendere in giro il suo adorato moccioso. Ma ora probabilmente le cose sarebbero cambiate.

Dritto davanti a sé vide cinque ragazzi. Uno spadaccino seduto a bere un boccale di vino, un ragazzo biondo intento a fumarsi una sigaretta appoggiato al muro, un tizio dal naso lungo, una ragazza dai capelli rossi puttosto carina che stava leggendo qualcosa simile ad una carta nautica e infine.. quello al centro, seduto sul solito sgabello doveva essere lui.. Il suo vecchio cappello di paglia.. non poteva sbagliare.

- Rufy! –

Lo chiamò con un filo di voce attirando l’attenzione dei suoi quattro amici mentre lui, rimase immobile e in silenzio. Stava guardando suo figlio, Rufy, il re dei pirati.

  
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