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Autore: _ki_    20/09/2010    3 recensioni
Lily vive da quattordici anni in un orfanatrofio ai confini di Londra, con la migliore amica Emmie e la severa suor O'Brey. Ma qualcosa sta cambiando. Lily litiga con Emmie, incontra uno strano ragazzo, scopre di essere una maga... Cosa c'è che non va nella sua vita? Chi sono i suoi genitori, chi sono i suoi veri parenti? E, soprattutto, chi sono le strane creature che vogliono ucciderla?
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap. 24

Inutile palla al piede

«Spegni quella sigaretta, Weasley, mi sta venendo da vomitare».

Rose ghignò. Nel loro linguaggio, unito agli occhi blu pieni di rimorso, voleva dire letteralmente “Ciao Rose, mi dispiace per questa mattina, ma mi hanno costretto!”

«E tu sparisci dalla mia vista, Weasley, vedere persone come te rovina i miei poveri occhi». Questo, nel gergo dei fratelli, voleva invece dire “Non importa, ormai è successo”.

Hugo sbuffò, facendole intendere che avrebbe trovato il modo per farsi perdonare.

«Mi dispiace molto per i tuoi occhi, principessa, ma questo è un luogo pubblico, e per di più è vietato fumare, quindi smamma tu», tradotto: “Sono felice di vederti prima del Banchetto. Vorrei parlare un po’ con te, si può?”

«Bene, tanto ho finito» Rose buttò fuori dal finestrino il mozzicone di sigaretta, guadagnandosi un’occhiataccia (questa volta sincera) da parte del fratello. «Vedi di non farti vedere nella cabina dei Prefetti alle quattro, Weasley, perché è un posto abbastanza isolato per poterti mettere fuori gioco per il resto del viaggio».

Quindi, dopo aver accuratamente lanciato al fratello un’occhiata sprezzante, Rose girò i tacchi e s’incamminò verso l’ultima cabina del vagone, deserta in quel primo pomeriggio.

Dietro di lei, Hugo finse uno sguardo adirato, quindi si voltò a sua volta e s’incamminò verso il suo vagone.

*

«Hai incontrato Rose» decretò Lydia con ovvietà, appena Hugo si stravaccò stufo sul sedile accanto al suo. Il ragazzo le lanciò uno sguardo di traverso pieno di falsa irritazione.

«Non ne posso più, ha sempre qualcosa da dire! Neanche fosse la regina del mondo intero, quella presuntuosa!» esclamò, strofinandosi ripetutamente gli occhi blu cobalto. Lorcan, nel sedile davanti al suo, ridacchiò.

«Già, è talmente irritante che l’anno scorso vi davate appuntamenti segreti per litigare!» e rise, seguito dal gemello. Hugo arrossì lievemente alle punte delle orecchie, ma finse di non essere minimamente imbarazzato.

«L’anno scorso sembrava diversa. Più… gentile. Dopo che vostro fratello ci ha scoperti ha capito di essersi rovinata la reputazione e ora mi tratta ancor peggio di prima!»

«Non che ci voglia molto» mormorò Lydia, lo sguardo basso e pensieroso. I due gemelli le lanciarono un’occhiata identica.

«Che intendi sorellina?».

La ragazzina scosse il capo, facendo ondeggiare i capelli biondo cenere e spargendo nello scompartimento un buon odore di miele. Hugo sospirò.

«Ora scappo» disse alzandosi e controllando l’orologio. I tre fratelli lo guardarono con sguardi che lo fecero rabbrividire per la loro somiglianza. Nonostante fossero semplici fratelli (beh, non esattamente, Lorcan e Lysander erano gemelli, ma avevano quattro pieni anni di differenza con Lydia!), i loro occhi turchesi avevano la stessa identica espressività. Erano sempre un po’ vacui, sapevano sempre essere solamente allegri e avevano la capacità di porre una domanda semplicemente guardando. Hugo a volte aveva paura di quei ragazzi.

«Mi vedo con…» si bloccò un attimo, appena il tempo di pensare ad un nome credibile. «Charlie. Non lo vedo dall’anno scorso, e poi avevamo una scommessa. Voglio vedere se l’ha vinta» quindi, un piccolo sorrisetto di circostanza a contornargli i lineamenti sottili, sgusciò fuori dallo scompartimento e si confuse con la piccola folla di ragazzi che animava sempre i corridoi del treno.

Charlie Paciock era il figlio del loro professore di Erbologia, aveva un anno in più di lui ed era un perfetto Grifondoro. Erano vecchi amici per via dei suoi genitori (veri e adottivi), e spesso passavano qualche pomeriggio a parlare o fare partite a questo o quello. Era un perfetta scusa, quindi, e Charlie, dopo averglielo detto, l’avrebbe sicuramente appoggiato.

Dopo aver incontrato un paio di persone, aver scambiato quattro chiacchiere e aver chiesto a Charlie di coprirlo fingendo di doversi incontrare con una ragazza (mezza verità, in quanto Rose era una ragazza, anche se certo non la incontrava per fare quello che aveva fatto pensare a Charlie che avrebbe fatto) si diresse velocemente, cercando però di non dare nell’occhio, verso il vagone dove si riunivano i Prefetti a inizio e tre quarti del viaggio.

Prima di aprire la porta, una delle poche con i vetri oscurati, si guardò attentamente intorno. Dopo essersi assicurato di non essere visto da nessuno, s’intrufolò rapido nello scompartimento e si chiuse veloce la porta alle spalle.

Voltandosi, sospirò e alzò lo sguardo verso la sorella, che gli sorrideva radiosa. Sorrise a sua volta, pronto per una lunga chiacchierata prima del banchetto d’inizio anno scolastico.

*

Prima di arrivare al vagone dei Prefetti, Rose si fece un piccolo giro del treno in cerca del vagone in cui si erano rintanati i suoi amici.

Li trovò non molto distanti da dove aveva visto entrare il suo fratellino. Prima di entrare, guardò attentamente verso i finestrini del corridoio. Mancava ancora più di metà del viaggio per arrivare ad Hogwarts, ma per Rose era comunque pochissimo in confronto al periodo che avrebbe passato circondata da quelle imponenti mura. Come i suoi veri genitori avevano amato quella scuola, allo stesso modo Rose l’odiava.

Infine si risolse ad entrare, premurandosi di sbuffare pesantemente e far perdere lo sguardo oltre il finestrino.

Come previsto, tutti nello scompartimento le lanciarono sguardi curiosi. Tutti, si annotò mentalmente Rose, tranne Scorpius, che si limitò a lanciarle una veloce occhiata carica di disprezzo. Rose la restituì in un attimo senza difficoltà.

«Allora… La nostra principessa ha litigato con qualche bambino cattivo?» cantilenò Dempsey Zabini in falsetto, lanciandole un’occhiata maliziosa. Rose gli rispose con una linguaccia.

«No, la principessa ha avuto una stressante e altamente noiosa discussione con i suoi cugini su come si deve comportare una Weasley ad Hogwarts» sbottò, il tono più acido che riusciva a mettere su con l’agitazione dell’incontro imminente con il fratello. Hera, accanto a Dempsey, ridacchiò.

«Non si ruba, non si prendono in giro i cugini sfigati, non si fa sesso prima dei diciotto anni e non si risponde male ai professori?» elencò, sempre quel ghignetto strafottente a coronarle il viso. Rose, sospirando teatralmente, annuì.

«Pensa, mia cara Rea, che mi hanno pure dato un bacio in fronte!  Quest’anno si sono superati, gli Weasley».

«Fortuna allora che tu sei stata adottata, mia cara Rose» esclamò Hera, annuendo a qualche suo strano pensiero. A quelle parole, Rose lanciò una meccanica occhiata a Scorpius, l’unico in quello scompartimento che sapeva, e lo trovò, con suo grande disappunto, che la fissava. Gli lanciò uno sguardo confuso, che lui ricambiò con un’occhiata ancora più penetrante.

Rose capì, nell’istante in cui si ritrovò a dover distogliere lo sguardo, che la stava testando. Voleva vedere quanto a fondo sarebbe riuscita a fingere quell’anno. E voleva aver la conferma che non si sarebbe vista ancora di nascosto con Hugo.

Rose, distogliendo lo sguardo, gli aveva appena risposto l’ultima delle domande che con un solo sguardo le erano state poste: lei e Hugo si sarebbero ancora visti.

Vide Scorpius scuotere impercettibilmente il capo con disappunto, quindi decise con un’occhiata scocciata che non gliene fregava niente di quello che pensava il suo fratellastro. Lui serviva solo a farle saltare i nervi, non doveva mica approvare quello che faceva con il suo vero fratello.

«Come avete passato le vacanze, ragazzi?» chiese allora, pronta ad ignorare completamente Scorpius. Guardò le persone che occupavano lo scompartimento, gli amici che da sette anni le permettevano una vita un po’ viva in quella scuola che detestava con tutto il cuore.

Dempsey ed Hera Zabini erano gemelli. Belli come il sole, misteriosi come la loro infanzia. Avevano la stessa età di Rose, ed erano migliore amico e migliore amica della ragazza. Erano la sua ancora di salvezza nei momenti di sconforto, quando non c’era Hugo a poterla sostenere. Ed erano gli unici che, come lo era Rose nel profondo, detestavano quella enorme rivalità tra case. Ma erano anche figli di Mangiamorte, e obbligatoriamente allergici a Mezzosangue e Babbani.

Hel Nott era anch’ella figlia di Mangiamorte, ma non aveva questi ideali, che lei riteneva stupidi ed inutili. Per Hel, niente era importante se no se stessa e quello che la riguardava strettamente. Era silenziosa, quasi invisibile, e fino a due anni prima faceva quasi paura a Rose.

Infine, Vincent Goyle. Rose notò con disappunto che non c’era la piccola Ludmilla, sorellina di due anni più piccola di Vincent.

Quasi come se si fossero messi d’accordo, tutti e quattro i ragazzi incominciarono a parlare contemporaneamente, sommando le parole tra loro e rendendo lo scompartimento carico del calore delle loro voci.

Tranquillamente, come fosse la cosa più normale del mondo, Rose sorrise con una felicità che rasentava la sincerità e si mise a seguire l’appassionante racconto di Dempsey alla scoperta dei Grizzly americani.

Mezz’ora più tardi, Rose fece scorrere nuovamente la porta dello scompartimento e sgusciò fuori quasi invisibile. Si confuse presto con i primini curiosi che esploravano il treno e si lasciò alle spalle gli amici Serpeverde.

Arrivò allo scompartimento dei Prefetti in perfetto orario, si richiuse la porta alle spalle e si andò a sedere su una delle comode sedie poste in cerchio in mezzo all’ampio scompartimento.

Si abbandonò alla soffice poltrona, chiudendo gli occhi. Scorpius non l’aveva più guardata e si era limitato a lanciare qualche battutina al suo amico del cuore, Dempsey. Quindi non le aveva neanche rivolto la parola e a Rose non poteva andare più bene di così.

Immersa nell’immaginare quel pazzo di Zabini che cercava di accarezzare con la sua solita grazia di un elefante un Grizzly affamato e arrabbiato perché il suddetto ragazzo gli aveva appena fatto scappare il pranzo (un bel piccolo cerbiatto disperso che Dempsey aveva amabilmente liberato dalla trappola dei cacciatori e aveva fatto levitare con maestria verso la preoccupata madre), non si accorse nemmeno di quando lo scompartimento si aprì e vi sgusciò dentro una figura silenziosa. Si accorse di lui solo quando le sussurrò a qualche centimetro dal viso.

«Dormiamo già alle quattro di pomeriggio, Rosellina?»

Rose rischiò seriamente di morire sul colpo di infarto quando udì quella voce derisoria a pochi centimetri dal suo orecchio.

Spalancò gli occhi e sobbalzò, voltandosi di scatto verso uno Scorpius ghignante e compiaciuto.

«Ti ho spaventata?» chiese, fingendo un’espressione dispiaciuta. Rose ringhiò.

«Che ci fai qui, Malfoy?»

Scorpius sospirò, sedendosi accanto a lei, in una delle soffici poltrone scure.

«Rose, Rose. Ti sembra questo il modo di parlare al tuo povero fratellino?»

Nonostante dovesse essere una provocazione, Rose notò piacevolmente che Scorpius aveva digrignato i denti a quell’appellativo che si era dato da solo. Essere fratelli, per loro, era la cosa peggiore che potesse capitare in tutta la vita.

«Scusami, Scorpiuccio caro, non volevo certo risponderti così male. Mi vorrai mai perdonare?» chiese quindi, cercando di usare la voce più ripugnantemente melensa che riuscì a trovare, e sbattendo ripetutamente gli occhi fissi sullo sguardo del ragazzo.

Con una certa sorpresa della ragazza, Scorpius arrossì. Non nel senso che diventò del colore dei capelli di Rose, no, Scorpius non era in grado di imbarazzarsi sul serio. Ma assunse un colorito più roseo agli angoli del volto. Rose rimase un attimo interdetta, il tempo che Scorpius si riprendesse e contrattaccasse.

«Oh, non ti preoccupare, ti ho già perdonata» sussurrò, sorridendo con uno dei suoi sorrisi falsamente radiosi. «Però non so quanto riuscirai a perdonarmi tu, quando saprai che avrò detto ad Angelina e George dei tuoi incontri clandestini con il piccolo Hugo».

Rose, che per un attimo si era creduta vincitrice, sentì il mondo crollarle addosso. L’unica cosa che la tenesse legata a quella scuola squallida e ingiusta era proprio suo fratello, e l’opportunità di poterlo vedere anche durante l’anno, e non solo durante le vacanze. Se qualcuno glielo avesse portato via (i suoi zii in primis) era certa che non sarebbe più riuscita a controllare i suoi gesti. E se Scorpius si azzardava a dire qualcosa era un verme finito.

«Non ti azzarderai a farlo» ringhiò, gli occhi ridotti a fessure. Era spaventata, spaventata a morte, e l’unico modo per vincere la paura era la rabbia.

Scorpius, dal canto suo, sembrava la persona più calma del mondo.

«Ne sei così sicura? In fondo, mi basterebbe chiamare qui, in questo momento, o Ame o Alexis. Sono certo che saranno abbastanza giuste da mandare un gufo ai loro genitori prima dell’arrivo ad Hogwarts», si studiò con accurata noncuranza le unghie della mano destra, senza guardare neanche per un istante la furente Rose. Ora era lei ad essere diventata rossa come i suoi capelli.

«Tu… tu sei… tu non… non puoi!» esclamò, una nota disperata che non aveva mai creduto di possedere nella voce. Scorpius era sempre così, era solo capace di minacciarla. Per ogni cosa che scopriva, si divertiva a metterla in agitazione con la proposta di andarla a dire agli zii. Di solito erano cose futili, di poca o nulla importanza, e non facevano quel grande effetto su Rose. Ma nell’arco di quell’estate sembrava essere cambiato. La minacciava sul suo lavoro estivo, sulle sue conquiste squallide che usava solo per gioco, ed ora anche su Hugo. Se non fosse stata certa di avere un biglietto prenotato per Azkaban alla prossima effrazione, Rose gli sarebbe saltata volentieri al collo e l’avrebbe ucciso senza tante cerimonie. Era certa che non se ne sarebbe minimamente pentita. Ma aveva già troppe volte dato ascolto alla sua impulsività e si era già guadagnata sei restrizioni disciplinari e quattro multe per danni a luoghi ed enti pubblici. In pratica, se rischiava ancora una volta sarebbe finita a far compagnia a suo nonno in prigione*[1]. E vedere di nuovo di Dissennatori (li aveva già visti due anni prima per un controllo ad Hogwarts, dove credevano si fosse nascosto il suo padre biologico) era l’ultima cosa che desiderava al mondo.

«Non sono sicuro che tu sappia quello che posso e non posso fare, Rosie».

«Non chiamarmi Rosie» ringhiò Rose, le mani strette a pugno, una vena che pulsava ribelle sulla tempia. Era certa che sarebbe bastata un’altra parole e se ne sarebbe infischiata altamente delle regole di Hogwarts sugli scontri corpo a corpo.

«Aspetta!» esclamò Scorpius ad un tratto, distogliendola dai suoi piani omicidi. Tese le orecchie verso il corridoio e solo quando si voltò nuovamente verso di lei Rose si accorse che aveva stampato in faccia il ghigno più sadico dei suoi tempi.

«Ma guarda… Sento dei passi! Sarà il mio caro cuginetto?»

Rose sibilò, ma poi si avvicinò alla porta. Anche lei aveva sentito i passi di qualcuno che si avvicinava. Vide una sagoma sfocata apparire dietro alla porta, indugiare un secondo, ed infine entrare. Con un sorriso improvvisamente sincero, Rose guardò il suo fratellino varcare la porta dello scompartimento di Prefetti. Si guardarono per un lungo istante, felici di potersi parlare prima del Banchetto.

Solo quando Scorpius tossicchiò dietro Rose, la ragazza si ricordò di quell’inutile palla al piede. Irritata, decise che l’avrebbe fatta davvero pagare a quel presuntuoso biondino platinato che le avevano affibbiato come fratellastro.

[1] Punto che conto di approfondire in futuro. Il nonno di Rose, nonché Arthur Weasley, è finito in prigione per intralcio alla legge già parecchi anni prima di questi avvenimenti. Motivo? Ha cercato di nascondere un ricercato. Non vi dirò di più =P

 

Allora, per prima cosa mi scuso infinitamente per il ritardo mostruoso T_T. Non cerco nemmeno di inventarmi una scusa plausibile, sono solo in ritardo e me ne dispiaccio -_-

Per tornare alla storia, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Da come la penso io, non è uno dei migliori che ho creato, ma non credo di essere in gradi di migliorarlo, putroppo... Ovviamente so che dopo questo mio terribile ritardo molte persone che seguivano questa ff si saranno ormai dimenticate anche di cosa parla il capitolo scorso, però... Conto di farmi perdonare, in qualche modo a me ancora ignoto =P

Ora, passiamo ai ringraziamenti.

Ringrazio le persone che hanno aggiunto la mia ff tra le preferite:

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Quindi, anche quelle che l’hanno aggiunta tra le seguite, ovvero:

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Oltre, anche, a quelle che l’hanno messa tra le ricordate!:

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5 - Lilla95
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E chi legge semplicemente =). Quindi, in ultimo ma non meno importanti, le meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo:

 prettyvitto: Mi dispiace che non ti piaccia molto, ma... Che ti posso dire? Se non vuoi leggere la mia storia non sei obbligata. Fa come vuoi =)

 JuliaSnape: Ehii =) Sono contenta  che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e... credo tu abbia centrato il nocciolo. Forse, proprio come dici tu, il comportamento così chiuso e insofferente di Scorpius deriva proprio dal fatto che lui non ha nessuno di cui potersi fidare veramente... Ma chissà =) Vedremo con i prossimi capitoli!

Un bacione

 rose07:  Allora... Cosa ha fatto Fred in Egitto con i suoi amici? =) Mah... il mistero del mese! Lascio alla vostra fantasia scoprirlo =P Sono contenta che la storia ti piaccia anche se Rose non è uno dei tuoi personaggi preferiti, e sono molto contenta anche che ti piacciano gli altri personaggi! =) Per la tua idea di tramutare la storia in una Lily/Scorpius... Credo di aver ormai delineato tutta la trama della storia, che comprende il paring Rose /Scorpius, quindi... Spero che ti possa piacere lo stesso =)

Un abbraccio

ashelia_96: Ehilà! =) Allora... l’estate è ormai finita, no? T_T Cominciata bene la scuola? =)

Per la storia... Concordo con te, stare lontani dal proprio migliore amico è straziante, se poi questo è anche tuo fratello... Dev’essere terrificante O_o

Per ciò che ha fatto Fred in Egitto... Mi piacerebbe sapere cosa pensi tu =)

Un bacione

 naog94: Allora.. sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente e la domanda di cosa ha fatto effettivamente Fred in Egitto ha un po’ incuriosito tutti. Come alle altre, non mi resta che dire anche a te di viaggiare con la fantasia e magari dirmi qualche tua ipotesi al riguardo... Chissà che non sia quella giusta =P

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, anche se molto, mooolto in ritardo =D

Un bacio

 

Bene, e dopo questa... Spoiler! =)

 

“Si scoccarono un’occhiata significativa. ‘Odio Scorpius’ diceva Hugo, i suoi occhioni cobalto pieni di irritazione; ‘Vorrei che non esistesse questa scuola di merda’ diceva invece Rose, gli occhi color cielo tristi e rassegnati.”

 

Spero di avervi incuriositi!

Un bacio, al prossimo capitolo!

_ki_



   
 
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