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Autore: bianfre    20/09/2010    2 recensioni
“Inverno!”“Pomodoro,mozzarella,radicchio e grana!”“Rustica!”“Pomodoro,mozzarella,tonno,cipolla,salamino piccante…e…..”“AH, FREGATO! Olive nere!”e detto ciò il biondo non tardò a fuggire mentre il bruno cercava invano di scagliarvisi contro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ÒPomodori

 

 

Dovette fare diversi tentativi prima di riuscire a infilare le chiavi nella toppa.

Tutto questo era assurdo, nel modo più completo.

Sbloccata la serratura aprì la porta, scusandosi in anticipo per il disordine. Cosa che, a quanto pare, non servì affatto.

I pavimenti erano lustrissimi, i mobili immacolati e le finestre parevano brillare di luce propria. E mentre l'ispanico boffonchiava un 'ma quale disordine?' Romano sospirava sollevato, ringraziando mentalmente il fratello per aver pulito quella mattina.

Il meridionale andò a poggiare la borsa della spesa sulla tavola della cucina, lanciando nel mentre la giacca sul divano. Lo spagnolo lo seguì ancora titubante, sussurrando un 'permesso' a vuoto. Vide il giovane trafficare con le pentole, senza neanche sapere dove mettere le mani.

"Ehm... posso darti una mano?" chiese cortesemente ricevendo in risposta un secco "no" da parte dell'italiano che diventò bordeaux.

-E' davvero buffo vederlo così goffo- pensò sorridendo il moro, sedendosi comodamente su una delle quattro sedie disposte attorno alla tavola. Un rumore di passi attirò l'attenzione dei due che, voltatisi in direzione della porta d'ingresso videro un certo ciuffetto di capelli castani fare la sua apparizione. "Niichan sono a casaaaa!" urlò felice il padrone di tale chioma mentre richiudeva con un calcio la porta dietro di sè, appendendo il cappotto sull'attaccapanni.

"Scusa il ritardo ma non ci crederai, giù nel parcheggio ho incontrato..." ma si fermò non appena vide la figura dello spagnolo che lo guardava sorridente.

"OH! Ma tu sei il cliente dell'altra volta!" esclamò eccitato, andando a stringergli la mano energicamente. Entrambi stavano lì a guardarsi con un sorriso da ebeti mentre si presentavano e a Romano quasi venne un colpo.

Presentarsi.

Il nome.

CAZZO, NON SAPEVA NEMMENO COME SI CHIAMAVA!

Imbarazzatissimo s'intromise nella conversazione, porgendo la mano all'ispanico.

"E-ehm.. R-Romano, p-piacere comunque" esalò. L'altro rise, ricambiando la stretta.

"Piacere Romano, io sono Antonio" disse con le lacrime agli occhi, scoppiando a ridere subito dopo mentre un certo veneziano li guardava senza capire.

"Ma scusa, non vi conoscevate già?" chiese innocentemente, ma Romano gli fece cenno di lasciar perdere e cominciarono a preparare il pranzo.

 

 

 

 

Un rutto gutturale ruppe il dolce frinire delle cicale, destando lo spagnolo dai suoi sogni.

Voltandosi nella direzione di quel suono, si trovò il capo di Romano poggiato al suo braccio, sentendoselo improvvisamente atrofizzato. Il viso di questo era contratto in una smorfia di dolore mentre deglutiva infastidito, strusciandosi meglio contro il suo petto, riprendendo a dormire. Lo spagnolo lo fissò indispettito. Sbattendo le palpebre, Antonio si voltò dalla parte opposta, riscontrando la chioma bruna di Feliciano solleticargli il mento, mentre questo dormiva beatamente, a differenza del fratello che russava in modo disumano. -Nel belmezzo, insomma-

Sospirò sommessamente, sentendo ancora la pasta al pomodoro pesargli sullo stomaco, gonfio.

Finito di mangiare si era lasciato convincere a seguire i due nella loro quotidiana pennichella pomeridiana, ritrovandosi ora impossibilitato a muovere anche un solo muscolo. Chissà che ore si erano fatte.

Cominciò a guardarsi attorno alla ricerca di un orologio, ma invano.

Fissò ancora la testa dei due ragazzi, dicendosi che dopotutto avevano dormito abbastanza.

"Ehi.." esalò, senza ricevere però risposta.

"Ehi...!"ripetè con un tono pi alto, ricevendo in risposta un 'sta zitto Feli' da parte di Romano che si girò dalla parte opposta, ricominciando a russare.

Almeno adesso aveva un braccio libero. Ora bisognava solo spostare il minore che se ne stava col capo appoggiato al suo petto. Sfilò il braccio sinistro da sotto il cuscino, poggiando delicatamente la mano sulla guancia del castano, spostando il proprio busto da sotto la sua testa, poggiandogliela poi sul morbido cuscino.

-Libero- pensò e con balzo saltò gi dal letto. Si accertò che i due dormissero ancora e messe le scarpe si avviò verso l'ingresso.

 

 

 

 

"Ehi"

"Uhm?"

"Se ne andato?"

Il silenzio calò improvvisamente, rispondendo alla domanda del meridionale che guardava basito il fratello sorridergli dall'altro guanciale.

"E' stato gentile, non ha voluto svegliarci" disse questo alzandosi piano, sbadigliando sonoramente.

Peccato che Romano non la pensasse allo stesso modo. "Vado a prendermi una birra" disse solo mentre si dirigeva in cucina, ma uno strano cartoncino giallo appiccicato al frigo lo lasciò a bocca aperta.

Poco dopo spuntò anche Feliciano che guardò prima il fratello, poi il postit.

"E questo?" chiese.

Romano deglutì.

"E' il suo numero di cellulare..."

 

 

 

Continua...

   
 
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