Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Night Julia Holly    20/09/2010    3 recensioni
le ennesime peripezie di un gruppo di giovani ragazzi,ormai famosi, a Londra.La storia di una ragazza italiana,amica di Paul,che si emoziona durante i loro concerti.La storia di due manager, Norman e Shake,che si stressano quanto i 4 musicisti.La storia di un nonnetto John McCartney,che ne combina di tutti i colori! La rivisitazione del film A hard day's night (1964),e la prima di un sequel,ancora in fase di "allestimento".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il viaggio per lo studio fotografico non era breve.

Per passare il tempo,si parlava di lavoro: si parlava dell’attuale fama dei Beatles e della futura pubblicazione e promozione del loro nuovo album,A hard day’s night.

Ma non solo si parlava di lavoro e giornate pesanti,ci fu tempo anche per fare due o tre risate.

-E dai,gente- esordì John,con una nuova battuta -cantiamo una canzoneeeee?- disse,con una vocina alquanto infantile.

-Suvvia,seguitemi…è semplice: Mary aveva un agnellin IH un agnellin IH un agnellin IH-

E tutti lo seguirono in questa nota cantilena con qualche IH di troppo.

Silvia rideva così troppo da avere le lacrime agli occhi. Come la sera prima,al rientro a casa.

Da quando stava con John,era come se toccasse il cielo con un dito.

Shake,alla giuda,girava il volante,come se stesse cambiando una canzone di LP: un LP di canzoni infantili cantato dai Beatles.

John era il capo indiscusso delle canzoni per bambini. Non solo perché era un padre,ma anche perché era come se nelle sue battute volesse sempre mettere un filo conduttore tra l’età adulta e l’infanzia.

Shake spense il motore: era ora di scendere.

I Beatles,rumorosamente,scesero balzando dal furgoncino bianco.

I camerini li aspettavano: tutti e quattro dovevano vestirsi con dei lupetti neri.

Era estate,ma faceva sempre un freddo cane,in Inghilterra.

John a malincuore,lasciò sola la sua fidanzata: non voleva mai staccarsi da lei.

Poco prima di allontanarsi,Silvia gli chiese il tema delle foto.

-Dobbiamo fare altri fotogrammi simili alla copertina dell’album- rispose,il giovane.

Il fotografo andava avanti a suon di click,come le lancette dell’orologio,che facevano tic tac.

Infatti,il tempo sembrava scorrere a suon di click.

L’ora di pranzo si avvicinava,e lo stomaco di Silvia iniziò a brontolare.

Erano le undici e mezzo,però!

Non si era accorta che il tempo era volato,per il fatto che stava leggendo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del Signor Hyde”,il piccolo grande libro di Stevenson,ma aspettava con ansia che passasse un’abbondante mezz’ora.

Guardò un attimo John.Si sorrisero.

Mezzogiorno arrivò,come il capitolo ottavo:poteva uscire,come i Beatles.

Paul si precipitò fuori a fumare,in un angolo alquanto remoto. Che volesse stare solo? Chi lo sa. Ma Silvia era così curiosa di capire il perché della solitudine del migliore amico,che si spinse a fumare la sua Gauloises rossa di fronte a lui.

-Ciao-

-Ciao!-

Si salutarono. Paul sembrava tranquillo,come sempre.

Per il momento,perché da quell’attimo in poi,Paul iniziò a fare alla ragazza tante domande tipiche da interrogatorio di terzo grado.

-Devi spiegarmi due cose-

-Dimmi pure- rispose,tranquillamente.

-Come mai eri con John,a colazione?-

-Te lo abbiamo già detto Paul,se la mia mente non mi inganna-

Silvia non sopportò la  tanta insistenza di Paul.

-Sì,ma perché non con gli altri?-

-Non insistere,non c’era ancora nessuno-

Passò un breve minuto di silenzio,dato da una boccata di Paul.

-Ahahah-

Rise poi,il ragazzo,con tanto gusto,interrompendo il silenzio appena creato.

-Perchè ridi?-

-Dimmi una cosa: ti fidi di John?-

-Certo che mi fido- rispose,in modo ovvio. Perché non si poteva fidare di John? Eppure,se la sua mente non la ingannava,Paul si fidava sempre ciecamente di John…perchè Paul stava sempre diventando più pedante,anzi…più odioso che mai?

-Non aspettarti tanto da lui- rispose,ritornando tranquillo,con lo sguardo assorto a guardare il cielo.

-Tranquillo,so badare a me stessa…non ho bisogno dell’aiuto di : “Paul, rubrica del cuore”-

Silvia stava sempre più diventando nervosa.

-Se se…divertiti a prendermi in giro,ragazzina…sappi che io ti ho invitato qua non per innamorarti follemente di John…ma per divertirti a suon di buona musica-

-I sentimenti non possono essere controllati-

-Voi donne siete strane-

La ragazza guardò l’amico in malo modo.

-Donate troppo il vostro cuore a uomini che non se lo meritano-

-Che ha fatto John Winston Lennon per meritarsi tutto questo?- urlò,sempre più nervosa.

-Ha un anello particolare,che non usa mai. Questo anello si chiama fede nuziale-

Questa era la goccia. Silvia non aveva più voglia di far compagnia a Paul.Era meglio che fosse rimasto solo già da prima.

-Ma che stai a blaterare,Paul…- disse,allontanandosi,molto nervosa.

-Non ti scaldare con me. Capito?- urlò,puntandole un indice contro.

Silvia si voltò,fermandosi.

-Che hai? Sei cambiato da Febbraio!-

-Pure tu…che fine ha fatto quel bacio?-

“Che fiato sprecato” pensò la ragazza,mentre si voltò di nuovo e continuò il suo cammino.

-Che fai? Vuoi scappare da me?Vuoi fare la vigliacca? Non sai in che guaio ti stai mettendo-

-Non ho intenzione di ascoltarti-

-Silvia,credimi,non lo dico per fare il cretino o l’innamorato pazzo,ma lo dico perché tu sei come una sorella per me.Io voglio proteggerti. Non mi interessa se non mi ami,anzi,io ho anche la…sì,chiamiamola così: ragazza. Quello che voglio fare è proteggerti-

Infatti. Era vero. Ma era lo stesso molto “ficcanaso”.

-So proteggermi da sola,grazie-

Oramai Silvia era già diretta verso John,il ragazzo sbagliato,ma che forse sentimentalmente era più giusto degli altri tre messi assieme. Almeno,lo pensava,mentre era furibonda per le insensate parole di Paul.

Quest’ultimo,più la vide allontanarsi,più aumentava la sua preoccupazione per lei. “Oh Silvia,non sai in che pasticcio di stai mettendo” continuò a ripetere,la sua testa.

Ed ecco che arrivò vicino al ragazzo più bello che i suoi occhi avevano mai visto.

-Io vado- gli disse,con lo sguardo perso nel vuoto.

-Ma come te ne vai,amore…non resti?-

-No,non mi sento bene-

-Che c’è? Parliamone-

Le sue mani scorrevano sulle guance della ragazza.

-è una storia lunga…poi qua non fa...non è il posto adatto…stai lavorando-

-Poco importa il lavoro,ora. Ho bisogno di capire perchè sei triste-

Al diavolo il lavoro. Silvia era più importante di due o tre foto.

Ma Norman,impedì il dialogo dei due giovani: richiamò Lennon al lavoro. La pausa per lui era finita. Era l’unico Beatle che doveva ritornare a lavoro. Gli altri,fortuna loro,avevano finito.

-Lennon! Smettila di importunare la sorellina di Paul e fila a parlare del tuo capolavoro letterario!-

-Un attimo,Norm!-

-Vedi…stai lavorando- evidenziò Silvia. Ma lui non voleva che se ne andasse.

-Piccola…io-

-Parliamone stasera…spero che durante il pomeriggio mi passi,il malessere-

-Lo spero anche io. Mi sento stupido perché non posso stare ad aiutarti adesso,a causa del mio lavoro-

-Non preoccuparti. Starei peggio nel vederti triste per me-

-Ma dai,non dire così…-

-Amore,io vado.Ti amo-

-Anche io-

E così,si abbandonarono,dopo aversi dato appuntamento sul tardi ad un Night Club che menzionarono Paul e George durante il viaggio in pullmino.

Tanto,per i Beatles non c’erano problemi,non avevano i manager alle calcagna,poiché questi ultimi gli concedettero la serata libera.

Norman osservò John come guardava Silvia allontanarsi. Sembrava un pesce lesso.

E i pesci lessi non la raccontano mai buona.

O sono innamorati,o sono serviti a tavola fumanti in un bel piatto.

E John non era il pranzo di Norman.

-John,la smetti?-

-E di cosa?-

-è troppo piccola per te. Sei sposato,poi-

-Ma è un’amica di infanzia,la conosco da quando è nata…almeno,quasi-

-Ecco perchè sei spesso da lei…- disse,con un’occhiata di sospetto.

-io e Paul siamo ottimi amici. E di conseguenza lo sono anche i suoi fratelli-

-Capisco…almeno,spero che stia dicendo la verità. Ora siediti qua,e aspetta il giornalista-

John si sedette,mentre gli venne servito per pranzo un panino al prosciutto cotto e dell’acqua.

I giornalisti stavano per arrivare.

Poco dopo che John entrò dentro lo studio,George uscì,e vide in lontananza Silvia.

Corse a gambe levate per raggiungerla,tra un brontolio dello stomaco e l’altro,poiché aveva (come al solito) una fame da lupi.

-Ehi Little,aspettami…dove vai?-

-A casa-

-Così presto?-

-Sì,e ho anche fame-

-Pure io-

-Però prima devo andare a comprarmi qualcosa-

-Posso venire con te? Sai,dato che ho fame anche io…-

Ogni scusa era buona,per George Harrison: era così positivamente attratto dalla personalità particolare della nuova amica che non voleva perdere attimi preziosi per stare con lei.

-Va bene,ma sappi che non me la sento oggi a stare con qualcuno. Avrei preferito stare da sola. Sai,mi sento un po’ paranoica…non voglio disturbare gente innocente-

Ma George insistette per farle compagnia:

-No dai,non essere negativa…tranquilla,ti porto in una pizzeria buonissima…tutti smettono di deprimersi con una pizza! E tu lo sai bene,dato che la Pizza l’avete creata voi italiani…- disse,con gli occhi lucidi,come era solito averli quando parlava di cibo prelibato.Al solo pensiero della Pizza,George aveva l’acquolina in bocca.

-Dai,andiamo. Chissà se davvero mi passerà la malinconia-

-Fidati di George,su!-

E con questo consiglio,George cercò di espellere i pensieri negativi di Silvia,e senza pensarci due volte,accompagnò la ragazza ad una rinomata pizzeria cingendo un braccio attorno alle sue spalle. Complimenti George,con la scusa di consolare,allungavi un po’ troppo le mani!

Intanto,mentre George destreggiava la sua arte da corteggiatore fingendo di avere solo lo scopo di istruire la giovane ragazza con qualche pensiero positivo per avere una vita migliore,Ringo e Paul,accompagnati dal nonno,si chiedevano dove fosse finito.

-Dov’è George? Non aveva fame?-

-Penso che sia scappato….sai,riusciva più a resistere dal non mangiare-

-Peccato…però poteva aspettarci-

-Eggià,in effetti...ma sai,gli sarebbe costato tanto. Forse,ci avrebbe mangiati. Ma ora,che facciamo? Siamo soli,ti faccio sapere. Shake,Norm e John si devono trattenere- disse il giovane bassista. Poi,rivolgendosi al vecchio John McCartney,disse: -Nonno,dove vuoi andare a pranzo?Vuoi della zuppetta?-

-Ehi giovanotto,ricordati che il nonno ha i denti d’acciaio…e quindi…andiamo a mangiarci una bistecca!-

-Non male…che languorino!- commentò Ringo,alquanto entusiasta per la proposta del vecchio.

-E vada per la bistecca!- aggiunse Paul,e dopo poco,i tre erano già diretti per un bel ristorante.

Nel frattempo,qualcun altro era già bello comodo su una sedia,mentre divorava una Margherita dalla mozzarella filante e tracannava coca-cola. Per chi lo non avesse capito,questo era il famosissimo chitarrista dei Beatles, George Harrison.

-Non smetterò mai di ripeterlo: non ho mai visto una persona divorare così tanta roba in poco tempo- disse la ragazza scioccata nel vedere l’amico alle prese con la pizza

-Sono peggio di un pozzo senza fondo,lo so…è un mio illustre difetto- e morsicò un trancio

-Sei peggio di mio padre-

-Che fa,tuo padre?-

-Non divora il cibo come te…lui mangia rumorosamente-

E come se mangiava rumorosamente,il signore…Silvia gli doveva sempre dire di mangiare piano,e che non era ad una gara a chi finiva prima di mangiare.

-Tutti mangiamo rumorosamente,qual è il problema?-

-C’è chi lo fa di più e chi lo fa di meno-

-Vero…cameriera! Un’altra Margherita!-

E la cameriera si voltò,e rimase sorpresa,nel vedere QUEL giovane  nel locale dove lavorava.

-Sì…ma lei…oddio…non è?- disse timidamente,non credendo a quello che vedevano i suoi occhi

-No,sono il suo sosia…lo sa che è l’ennesima persona che me lo dice?-

-Oh…mi scusi…torno subito per la pizza!- disse la donna,allontanandosi.

-Ho bluffato solo perché non vorrei che qualcuno mi assalisse proprio in questo momento…- si giustificò successivamente,il giovane.

-Intendi dire…quando mangi?-

-Sì…io a volte divento furioso…no,tranquilla…ho detto : “a volte”-

-Ah-

-Senti…ti va di dirmi perchè sei così giù,se non ti dispiace? Hai litigato con qualcuno?Hai litigato con…John,per caso?-

-Perchè dovrei litigare con lui?-

-Perchè è il tuo…insomma…quello che è…siete sempre…appiccicati…non dirmi che come Paul è il tuo migliore amico,perché non ci credo-

-E se fosse anche lui un mio migliore amico?-

-Strano che le ragazze invitino i migliori amici a dormire a casa…nello stesso letto…-

-Ehi,fai attenzione a quello che dici: io e John non abbiamo fatto nulla di quello che la tua testa sta pensando.Mi ha solo accompagnato a casa,e poi è tornato in albergo-

-Sono allibito dal fatto che John non ti abbia ancora scopato-

-George,complimenti per la battuta. Sei peggio di Paul-

“Sarà perché neanche a lui va a genio che sei la fidanzata di John,e non magari di qualcun altro che non è sposato”

-Ahahah. Sono davvero così tremendo?-

-Quasi-

-Significa che io sono più simpatico di Paul?-

-Se simpatico significa riuscire a trattenere di più la pazienza alla sottoscritta,sì-

-Significa che ti piaccio?-

-Probabile…- disse la ragazza,scherzando

-Ma allora è vero,mi ami-

-Uh?- disse,sorpresa.

-Niente,scherzavo. Dimmi,chi è la causa del tuo malessere. Abbiamo escluso il bellissimo e affascinante ragazzo intellettuale dalle battute sporche,ora ci resta…Paul,Ringo,il nonno,Norm,Shake e….io. Apparte tua mamma,tuo babbo,tua zia,tuo zio…e poi… -

-Basta George,non elencare tutto il mondo: te lo dico,tranquillo…te lo dico ora,senza problemi: c’è l’ho con Paul-

-Che ha fatto,il tuo caro beneamato fratellino?-

-Ce l’ha con me perché mi piace John-

“Beh,non ha poi tutti i torti”

-Ma che avrà fatto di male,il povero e dolce gigante dal sorriso smagliante e dagli occhi orientali dell’Emperor’s gate?!-

-Emperor’s gate?-

-La strada dove abita John-

-Ah…wow…ma comunque,non ce l’ho solo con Paul,ce l’ho con tutti quelli che si intromettono nella nostra relazione-

-Come ad esempio un certo ragazzetto rompipalle che si chiama George Harrison….ovvero,me. Ti sto inondando di domande. Infatti,ora ne ho in mente una fresca fresca. Perché proprio John?-

-John…oh…lui è così dolce…carino…intelligente…simpaticissimo-

Oramai la ragazza era più rossa di un pomodoro maturo.

-Un amore…un piccolo e soffice batuffolo di zucchero filato rosa…un piccolo e tenero cucciolo da coccolare…awwww-

-Smettila George,io non sono certo una stupida bambina da dire queste cretinate!-

-Lo so,è che mi sono lasciato trascinare un po’ troppo dalla descrizione di John.Insomma,ti piace perché è bello,intelligente e simpatico-

-Non solo. Lo amo perché è speciale,nella sua semplicità-

-Semplice…speciale…mah-

“Questa è tutta pazza…ma cavoli….è così caruccia

-Insomma,tu lo conosci da una vita,dovresti saperlo- disse la ragazza,con un lieve accenno di sorriso.

-Mhsì. Ma io lo vedo come un ragazzo normale. Mah,sarà perchè non sono una femmina,quindi a priori non vedo i lati “oscuri” che sanno solo vedere le donne…come,parlando di sesso…-

-Che c’entra il sesso?-

-Volevo farti uno sporco esempio…-

-Tu sei pazzo-

-Mai quanto te,Little Lennon-

-Ma vaffanculo!- disse,scherzando.

-Vacci te,cretinetta…dai andiamo a pagare…anzi…cameriera!-

La solita cameriera portò in breve tempo il conto,che venne pagato da un galante George.

I due ragazzi uscirono così dalla pizzeria.

George,per stare ancora un po’ con la sua amica,propose di fare “due passi” così,tanto per “digerire meglio”.

Chissà se davvero voleva camminare per quello scopo!

Mentre camminavano,George ripropose alla ragazza di andare la sera successiva al Night Club,e nel mentre,i suoi occhi si posarono su una vetrina.

-Oh guarda. I vestiti che piacciono tanto alle signorine!-

-Mah,sì,sono carini- disse la ragazza,non troppo entusiasta.

-Non vorrai mica metterti uno straccetto per stasera,vero?- disse,ironicamente.

E così portò la ragazza dentro il negozio. Silvia provò un vestito bianco. Non era tanto abituata a quelle cose,ma George sembrava (sbavarle addosso) che fosse favorevole all’acquisto,così tanto favorevole da comprarglielo.

-Bene,così non avrai il problema sul cosa mettersi-

-Grazie infinite,George-

-Dovere..-

Chissà che progetti aveva per la testa,il giovane George,mentre accompagnava a casa la ragazza. Chissà se le avrebbe chiesto di ballare,durante la serata. Sarebbe stata un po’ dura,dato che ci sarebbe stato in mezzo un ponderoso John Lennon.

-Ciao-

-Ciao!- gli sorrise,sullo stipite della porta.

E senza neanche pensarci,George le diede un bacio sulla guancia,che venne contraccambiato (purtroppo per lui) con un sorriso.

-A dopo,George-

-A dopo-

Silvia chiuse la porta,George si voltò e si diresse verso l’albergo.

Mentre tornava,una frase gli balzava per tutto il tragitto: “E adesso,come faccio a liberarmi di John?”

 

Menlove Ave.

Sì,è stata dura scrivere e pubblicare questo capitolo.A molti forse sembrerà strano,ma è così. La scuola è iniziata,e poi sono piena di impegni. Eheh,con le tante cose da scrivere xD

Purtroppo ho poco tempo per rispondere a chi ha recensito: mi limito solo a ringraziare a tutti,e a dirvi che sono felice che vi piaccia questa storia!

Chissà se George riuscirà a concludere per il meglio il suo sporco piano: il capitolo è ancora in allestimento! Ma,per il momento…la vedo nera,il Karma non è dalla sua parte.

E con questo,vi lascio al prossimo capitolo! ^^

Ciao!

Night.

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Night Julia Holly