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Autore: crazy_gio90    20/09/2010    0 recensioni
Due ragazzi che sono riusciti a cogliere i segnali del destino, seppur diversi proveranno ad unire le loro strade
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

Era passato già un po’ di tempo da quando la mia storia con Valerio andava avanti a gonfie vele, ormai avevo praticamente cambiato residenza perché volevamo stare insieme più tempo possibile, anche perché lui aveva così tanti impegni. Ero a casa da lui quando ricevetti una telefonata.

-Pronto?-

-Buongiorno signorina, volevamo informarla che dalla sua facoltà di studi ci hanno fatto il suo nome per farle avere un colloquio presso il nostro giornale. E’ interessata?-

-Certo!! Mi dica quando e ci sarò-

-Per questo pomeriggio alle 16 le va bene?-

-Perfetto, non ci sono problemi. Mi farò trovare alla vostra sede-

Vale subito si avvicinò a me incuriosito, per sapere cosa fosse successo.

-Chi era?-

-Mi hanno contattato per un colloquio per un posto al loro giornale, è oggi pomeriggio. Mi accompagni amore?-

-Wow, che bella notizia!! Certo, vengo io con te. Aspetta… -

-Che c’è Vale?-

-Com’è che mi hai chiamato?-

-Amore u.u-

Mi venne incontro, si impossessò dei miei fianchi e subito iniziò a baciarmi. Le mie labbra sulle sue, i nostri corpi che si aderivano insieme e prendevano una unica forma. In un attimo mi condusse in camera, e me lo ritrovai sopra di me. Iniziammo a giocare con le lenzuola, poi come spesso accadeva fui io a richiamare la sua attenzione.

-Vale dobbiamo andare ora, così faccio tardi-

-Sei sempre una guastafeste u.u- mi disse stuzzicandomi, e facendo la faccina da bimbo alla quale non potevo resistere.

-Dai vieni qua, aiutami a scegliere cosa mettere-

-Veramente io avrei in mente altro, senza stai meglio-

-Scanu ma quanto sei scemo? Muoviti vieni-

Dopo un po’ di prove finalmente arrivò il suo “così vai bene”. Prese la sua macchina e mi accompagnò alla sede di quel giornale locale, era presto mancava ancora una mezzoretta così ci fermammo prima per una tappa dal gelataio, lui era molto goloso e con le sue doti culinarie stava mettendo su quella strada anche me. Terminato quel piccolo momento nostro fatto di risate e giochi, ci incamminammo di nuovo verso lo stabilimento. Il direttore era fuori che mi aspettava, mi presentai e mi accompagnò nel suo ufficio. Valerio dovette aspettarmi di sotto impaziente di sapere l’esito del colloquio. Mi fece alcune domande di routine e dopodichè mi comunicò che il posto per una rubrica di spettacolo era mio. Avrei iniziato la settimana prossima, mi salutò e io mi fiondai di sotto per comunicare il tutto a Vale. Mi tuffai tra le sue braccia stampandogli un bacio, lui mi accolse volentieri e subito mi chiese:

-Allora, che ti ha detto?-

-Mi hanno presooooooo-

-Brava amore mio!! Allora dobbiamo festeggiare ;)-

-Sì e so io come u.u-

-Sentiamo, come?-

-Per prima cosa mi porti a cena, il posto lo puoi decidere tu ma poi ti porto io in un posto…e se vuoi puoi dire a Roberto di raggiungerci più tardi che io chiamo Deb-

-Ci piace u.u vedo che hai intuito anche tu che quei due si piacciono eh. Ti passo a prendere a casa alle 20 così ti prepari-

Valerio

Prima di tornare a casa mi fermai nel mio negozio di indumenti preferito, Gucci. Scelsi un vestito adatto per la serata per me e uno per lei, visto che conoscevo i commessi ormai bene chiesi di recapitarlo a casa della mia ragazza con un biglietto. Tornai dalla mia Mirandina con un pacchetto anche per lei che apprezzò molto, dedicai il resto del pomeriggio a me. Mi rilassai con un bagno caldo pieno di schiuma, mi piaceva poter stare un po’ tranquillo, dopo essermi fatto anche la barba mi provai il vestito che mi ero comprato, stavo proprio bene. In quel momento ricevetti un nuovo sms.

Amore tu sei un pazzo u.u

Dopo giudicherò io, tanto non ti serve per troppo tempo

Giò

Qualcuno suonò alla porta, dentro di me pensai che non era possibile che Vale non avesse resistito e mi avesse già raggiunto, infatti non era Valerio. Andai ad aprire la porta e mi trovai davanti un commesso che secondo la targhetta doveva essere Simone il commesso di Gucci. Mi consegnò un pacco, e mi fece notare il biglietto: “Per questa serata speciale ho pensato ad un piccolo regalo, voglio vedere come ti sta. Il commesso non andrà via finché non l’avrai provato. A dopo, Valerio” Lo andai a provare subito in modo che poi sarei potuta restare sola, dopo pochi minuti tornai da lui e apprezzò. Così mi salutò e andò via, io lo ringraziai per la pazienza. Finì di prepararmi con molta calma, prima di rivestirmi mi accomodai sul divano per fare una telefonata. Raccontai tutto a Deb e poi anche alle altre mie amiche, a lei diedi appuntamento per quella sera intorno alle 22.30 alla nostra spiaggia, era là che volevo portare Valerio. In mezz’ora sarebbe arrivato a prendermi, così mi rimisi il vestito che mi aveva regalato e poco dopo mi venne a suonare alla porta. Indossava un completo gessato grigio di Gucci, era bello come il sole e mi sfoggiava uno dei suoi sorrisi migliori, io lo accolsi con un caloroso bacio e lui per fare lo scemo iniziò a fischiarmi dietro.

-Amore sei davvero uno schianto, ti è piaciuto il vestito che ti ho comprato?-

-E’ bellissimo, ma non era il caso-

-Dai non lamentarti e muoviti che dobbiamo andare, abbiamo il tavolo prenotato-

Arrivati al ristorante potei notare che non aveva prenotato solo un tavolo, ma un’intera tavola era riserva a noi e c’era una piccola band con tutti i loro strumenti pronta a deliziarci la serata con la loro musica. Riconobbi quella band, perché era la sua. Mi accompagnò al tavolo e mi fece sedere come un vero gentiluomo, la cena era squisita e arrivati al dolce mi lasciò un attimo sola per raggiungere i musicisti. Aveva messo su per me un suo mini concerto privato, tutto per me, solo per me. Per ultimo cantò Miele, che era un po’ la nostra canzone, mi raggiunse, prese la mia mano e mi portò a se. Continuando a cantare mi tenne abbracciata a lui come in un piccolo valzer in quella melodia favolosa; e per concludere mi disse quelle due paroline che vengono detto solo quando ami davvero una persona.

-Ti amo-

Io ricambiai con uno stupido ti amo dolce e sussurrato all’orecchio, per poi baciarlo con trasporto, passione, con amore. La prima parte della serata si era conclusa divinamente ora toccava a me, volevo condividere con lei il posto che maggiormente consideravo mio.

Valerio

Avevo preparato tutto nei minimi particolari, volevo che tutto fosse perfetto per noi. I ragazzi della mia band si erano mostrati molto disponibili con me ma ormai c’era un buon rapporto e avevano capito fosse importante per me. Alla fine ero rimasto molto soddisfatto di tutto, ero riuscito a farle capire che l’amavo veramente, e l’unica cosa che non avevo calcolato erano quelle parole. Quelle venivano proprio dal cuore in quel momento. Ora ero curioso di vedere dove mi avrebbe portato lei.

Giò

Stavamo andando verso la macchina, quando io dalla borsa estrassi una fascia nera con la quale avrei bendato Valerio.

-Adesso guido io, e tu indossa questa-

-Ma…-

-Nessun ma, fai come ti dico-

Dopo un’oretta di viaggio in macchina sentì nelle vicinanze il rumore del mare, solo quello si sentiva e il rombo della macchina. Accostai la macchina alla spiaggia, scesi e dopo aver aperto lo sportello dalla parte di Vale lo feci scendere. Lui si teneva stretto a me, lo feci sedere e feci lo stesso anche io. Dolcemente slegai il nodo della banda e davanti a lui si aprì un orizzonte azzurro con tante piccole ondine. Gli raccontai cosa fosse per me quel posto e che volevo condividerlo con lui. L’avevo colpito perché anche lui amava il mare e alla Maddalena aveva un posto come questo, ora questo era anche un po’ nostro. Lui aveva un’idea precisa di come condividerlo con me, andava bene anche se non era un lago. Si avvicinò a me e iniziò a baciarmi, la sua mano cercò la cerniera del mio vestito che fu subito sfilato. Restammo lì così insieme, uniti nel nostro amore. Ci rivestimmo quando in lontananza si sentì un rumore di ruote, stavano arrivando. In effetti ci apparvero davanti prima Deb e poi Roberto, loro non sapevano niente e rimasero sorpresi di vedersi. Li salutammo, facemmo un po’ gruppo poi quando vedemmo che si stavano facendo sempre più intimi li lasciammo lì soli, mi avvicinai a Vale e all’orecchio gli dissi:

-Amore lasciamoli soli ora, andiamo-

Andammo via così, cercando di far avvicinare quei due che sembravano fatti l’uno per l’altra.

 

  
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