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Autore: Iris of Goodbye    22/09/2010    4 recensioni
Komm und hilf mir fliegen Leih mir deine Flügel
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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uhm Guten Tag Leute :)
Stare qui e non combinare nulla a scuola mi ispira. Non é vero in realtá scrivo solo perché mi annoio e non voglio addormentarmi in classe u_u ( vi voglio bene xD)
Ringrazio  P_Sunshine (-.-) Marty483 memy881 e Splash_BK

 

Capitolo 9


Guardai quegli occhi cosí simili ai miei per non so quanto tempo prima di distogliere lo sguardo.
Loro erano lí che mi fissavano, incapaci di produrre alcun suono con la bocca.
Dimenticai per un momento il motivo del mio essere lí.
Dimenticai il perché ero arrabbiata con loro.
Dimenticai perfino il mio nome.
Avevo solo voglia di correre e abbracciarli.
-Violette..- sussurró Tom sorpreso di vedermi. Ero andata solo al loro primo concerto prima di giurare a me stessa che non il avrei piú visti suonare.
E invece quella sera avevo infranto la mia promessa. Li avevo visti e mi ero divertita da morire.
-Papá, devo andare a casa- sibillai senza rispondere al suo saluto.
Gordon mi guardó e sospiró - si, adesso andiamo..- Lanció una breve occhiata ai Gemelli e avvisó le guardie del corpo.
- Ehi piccola..- Georg aspettó che il resto del gruppo si allontanasse per avvicinarsi a me.
Si fermó a pochi centimetri avvolgendomi tra le sue grandi braccia.
Georg era l‘unico della band che adoravo. Il perché... beh, era palese.
Lui mi piaceva e anche tanto ma i suoi otto anni in piú mi proibivano di farmi avanti.
Mi lasciai sfuggire un breve sospiro quando, il suo odore cosí buono, penetró nelle mie narici.
- Come stai?- domandó senza sciogliere quel tenero contatto.
-Bene..- mentii
Non parló piu, semplicemente mi accarezzó i capelli facendomi aumentare il battito del cuore.
- Georg, la macchina é arrivata!- urló uno dei miei fratelli.
Slegai le sue braccia dal mio corpo e, portandomi il cappuccio a coprire i lunghi capelli, uscii.
Bill e Tom erano sempre stati molto protettivi quando ero piccola e odiavano vedere che un altro ragazzo mi abbracciasse.
Ancor di piú se era un componente della Band.
-Puoi almeno dirmi " Ciao Tom"? - sbottó frustrato quando sfortuna volle che in macchina capitassi accanto a lui.
-Ciao Tom.- lo imitai senza alcun tono nella voce.
Mi guardó appena scuotendo il capo e poi si infiiló le cuffiette con Samy Deluxe a palla.
Difronte a me, invece, due occhi da cucciolo bastonato mi fissavano sovrapensiero.
Sostenni il suo sguardo fino a quando esasperata ed imbarazzata non mi voltai verso il finestrino.
Infondo lo sapevo che quella lotta tra occhi l‘avrebbe vinta lui. Contro Bill nessuno poteva combattere.
-dopodomani devi venire a casa?- chiese osservando le sue unchie perfette, accennando una punta di aciditá nel parlare.
- Non ci contare troppo, preferirei andare da nonna piuttosto che mettere piede in quella casa..- Mi avvelenai.
Quado ci si metteva era proprio un Bambino!.
Mio padre si giró ponendo fine a quel battibecco. - Tua madre mi ha detto che avete litigato. Posso saperne, di grazia, il motivo? Ti comporti come una drogata in astinenza.- borbottó - che ti prende Viví?-
- Forse lo sono..- ipotizzai ironica - Tu che ne sai? Non ci sei mai a casa- Scrollai le spalle.
Vidi i suoi occhi sgranarsi appena, sapevo sempre dove e come colpirlo ormai.
- Violette, non iniziare ancora con questa storia, é il mio lavoro lo sai!- provó a spiegare, ma io avevo tappato le orecchie dopo aver udito il mio nome.
Arrivai a casa un ora dopo, passata tra discussioni e occhiatacce.
- Sono tornata- urlai posando nuovamente le chiavi sotto lo zerbino, davanti la porta.
- Ah eccoti!- sussurró Simone scendendo le scale. Era ancora delusa, glielo si leggeva in faccia.- La berlina é ancora fuori?- domandó scostando la tenda.
Come sapeva che non ero tornata con Elizabeth?.
Annuii e la lasciai nell‘atrio andando a togliere i vestiti completamente unti di fumo e sudore per le ore passate in fila.
Quando uscii dal bagno, dopo una lunga e rilassante doccia calda, attraversando il corridoio, udii ancora voci al piano inferiore.
Papá doveva essere li.
Curiosa, mi spazzolai i capelli e nascosi il mio corpo, avvolto in un‘semplice asciugamano, dietro la colonna in muratura.
- Simone sei sicura? Non é una decisione troppo avventata?-
- No Gordon, ne ha bisogno e poi vedrai che per lei sará piú che una punizione..- Spiegó mia madre.
- Va bene, ne parleró con Bill e Tom allora- rispose sconfitto - Tu? Lo dirai tu a lei?-
Simone annuí prima di baciarlo dolcemente.
Tornai in camera infilandomi immediatamente nel letto, risparmiandomi cosí quella patetica scenetta romantica nel salotto di casa
Volevano punirmi
Strinsi le lenzuoa e lasciai che la spazzola cadesse sul tappeto provocando un tonfo sordo.
Che avevano in Mente?
- le faró preparare le valigie il prima possibile - Pausa - Ho giá parlato con Gordon, Tom, é qui ed é daccordo- nuovamente silenzio - Un pó di movimento non le fará male, ha bisogno di cambiare aria-
Ma che cosa..?
- Non intralcerá in alcun modo il vostro lavoro lo sai! E poi ci penserá suo padre se dovesse combinare guai.. Ok, Ti voglio bene anche io...Salutami Bill.. Ciao-
Sentii dei passi veloci muoversi sulle scale e poi tutto intorno tacque.
I Miei occhi sgranati per le parole appena udite, il mio cuore che palpitava.
Mia madre mi stava mandando via da casa.
Via da Hamburg.
In tour con i Tokio Hotel.

- Un giorno verrai con noi!- esclamó il ragazzo dai capelli neri e palesemente tinti, raccogliendo la sua valigia dalla cameretta.
- Davvelo?- rispose timorisa una vocina, forse un po´ triste in quel momento.
Il moro annuí e accarezzó i capelli della bambina - Davvero- confermó salendo sul grande bus e sparendo dalla sua vista.

Vedi Bill? Avevi ragione.
Quel giorno é arrivato.

  
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