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Autore: Le Streghe    22/09/2010    7 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destino inevitabile capitolo 38
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 38
Muro di ghiaccio

Aveva tentato di prendere sonno diverse volte prima di alzarsi per uscire all'esterno, sedendosi sotto il portico a contemplare la luna.
Trovò parecchio strano, quindi, sentire l'improvviso aroma di tabacco nell'aria, seguito dalla comparsa di Haruka-san.
«Oh... sto sognando...» Mormorò, sorridendogli.
L’uomo fece lo stesso, sedendogli accanto. «Sembri stanco, Kimihiro-Kun...» Esordì. «Dormi abbastanza..?»
Quella domanda sembrò spingere il più giovane a pensieri poco allegri. «Non molto. Sa... per via degli incubi.» Replicò.
«Incubi...» Sospirò Haruka. «Vuoi parlarne?»
Watanuki lo osservò per un lungo istante, prima di riprendere. «Mi è sembrato di sentire una voce ultimamente... Sa, alla fine di ogni incubo...»
L’uomo annuì, facendogli segno di continuare.
«..Mi chiedevo... Era lei a parlare?»
Quella domanda sembrò vibrare tra loro.
«Tu cosa pensi?» Fu la risposta di Haruka.
«Ci ho pensato a lungo e... A me è sembrata la sua voce...»
«Capisco.» Replicò l’altro. «E sentiamo... cosa ti dice la mia voce?»
Una domanda, quella, che giunse del tutto inattesa.
«Lei... non lo sa..?» Mormorò Watanuki, visibilmente scosso al pensiero di aver sognato un Haruka diverso da quello che era solito incontrare nel mondo dei sogni.
Per tutta risposta, il sacerdote riprese a fumare, osservando le spirali di fumo che aleggiavano nell’aria davanti a sé. «Abbatti la barriera...» Fece in tono calmo, l’espressione leggermente più tesa. «Sai Kimihiro-kun, dovresti seguire il consiglio. Abbettendola potresti aiutare Shizuka. E presto... potrebbe aver bisogno di te...» Sentenziò in tono grave.
Tra i due seguì un breve silenzio, che il più giovane utilizzò per metabolizzare la cosa.
«..Così era lei...» Mormorò infine, voltandosi a guardarlo con aria implorante. «Mi dica come fare... Come salvarlo..» Sussurrò, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
Si sentiva perso.
Solo in una guerra senza alletati; una guerra dove chiunque poteva essere il nemico.
Chiunque.
Persino se stesso.
«Pensaci bene, Kimihiro-kun...» Fu la risposta di Haruka. «Quel muro rappresenta l’ostacolo che ti impedisce di salvare Shizuka... Nel sogno lo infrangi quando è ormai tardi e... devi farlo prima, sai?» Si voltò a guardarlo, lo sguardo infinitamente triste. «Continuando così... l’incubo diverrà reale...»
Quelle parole scossero il più piccolo. «La prego...» Singhiozzò, incurante delle proprie lacrime. «Non voglio che... che muoia...»
«Prova a guardare dentro di te, Kimihiro... Impara a cogliere la tua vera essenza, a separarla da eventuali interferenze, cogli i simboli...»
«..Interferenze?» Fu l’immediata risposta.
«Mio nipote ha bisogno di te, sai?»
Di nuovo quelle parole.
«Allora gli parli lei!» Esclamò Watanuki. «Gli dica di non fare esorcismi. Si riferisce a quelli vero? Anche lei è morto così, no?» Replicò, ormai troppo allarmato per preoccuparsi di quanto diceva.
Il sacerdote sorrise mestamente, concedendosi una nuova boccata di fumo.
«Non è stato l’esorcismo ad uccidermi.» Spiegò in tono calmo. «..ma il prezzo che ho scelto di pagare...» Asserì.
«Un... che prezzo?»
«Per quel futuro che state rischiando di perdere...» Fu la risposta cupa dell’uomo.
L’espressione di Watanuki mutò di colpo, specie nel vedere l’immagine di Haruka-san farsi sempre più distante. «Quale futuro...» Mormorò, un attimo prima di riaprire gli occhi.

«Ti sembra questo il posto per dormire?» Furono le prime parole che colse al risveglio. Parole espresse con un tono ben distante da quello che sapeva appartenere ad Haruka, eppure...
«Haru... Shizuka...» Mormorò, rendendosi conto di essere ormai sveglio.
La stanchezza alla fine aveva avuto la meglio, facendolo crollare.
Già... quel sogno. Di sicuro aveva un significato ben più profondo di quanto non gli apparisse al momento, si disse, facendosi pensieroso.
Fu la voce di Doumeki a riportarlo al presente. «Hai fatto altri incubi?»
«Eh? N..no.» Mormorò, osservando l’arciere sederglisi accanto. «Ho... ho incontrato Haruka-san.» Spiegò in tono ancora vagamente perplesso.
«Capisco.» Fu la risposta dell’altro, alla quale seguì un silenzio carico di tante cose non dette, percepibili da entrambi.
Watanuki però si sentiva stanco, tanto da finire con l’appoggiare il viso contro la spalla dell’arciere. Era confortevole la sua presenza, si disse, ancora per metà addormentato.
«A parte questo...» Riprese l’arciere, stupito da quel gesto. «Stai bene?»
Il più piccolo sembrò pensarci. «No, sono stanco.» Rispose d’istinto. «Non dormo bene dall’ultima volta qui al tempio.» Dichiarò, senza pensare al peso di quelle parole.
Doumeki sorrise appena. «Avete parlato dei tuoi sogni?»
«Si... ed era davvero sua, quella voce.»
«E di quella persona?» Indagò il più grande. «Ne avete parlato?»
Watanuki annuì, lasciando una serie di dubbi inespressi nel cuore dell’arciere.
«..Dovrò indagare sui simboli dei sogni...» Mormorò poco dopo, la voce impastata dal sonno.
L’arciere continuò ad osservare la luna alta nel cielo, assaporando quel momento di quiete tra sé e la persona che amava, lasciando che il venticello cullasse entrambi.
Fu solo quanto il silenzio gli sembrò protrarsi troppo a lungo che tornò ad abbassare lo sguardo su Watanuki, scoprendolo nuovamente immerso nel mondo dei sogni.
Sospirò appena, muovendosi con cautela per poi prenderlo in braccio, al fine di ricondurlo in quella che, solo poco tempo prima, era stata la loro stanza.

xXx

Al mattino, dopo una notte quasi insonne trascorsa ad osservare Watanuki, l’arciere decise che era ora di agire.
Si alzò quindi cautamente, attendo a non svegliare gli altri, avvicinandosi a Watanuki e mettendogli una mano sulle labbra, nel caso si fosse messo ad urlare come sue solito. «Oi...» Sussurrò piano.
Quel risveglio, decisamente atipico, caricò il più piccolo di un brivido inatteso.
La voce calda di Shizuka era qualcosa che proprio non si aspettava, così si limitò a rivolgergli uno sguardo meno astioso di quanto avrebbe voluto. «Che succede?» Sussurrò piano.
«Sono quasi le sette... Dovremmo cercare qualcosa sui simboli e... dovrei avere un libro adatto in bibilioteca.» Spiegò con il suo solito tono, seppur limitadosi ad un sussurro.
«Oh...» Fu la sola risposta del più piccolo. «Va-va bene.»
«Prepara qualcosa di buono allora.» Continuò l’arciere. «Io recupero il libro e te lo porto.»

Poco dopo si ritrovarono in cucina, il più piccolo che, in abiti da cuoco, si dava da fare mentre l’arciere, nella sua tenuta da tempio, faceva il suo ingresso con un libricino piuttosto sottile, di quelli rilegati a mano, probabilmente scritto dallo stesso Haruka.
«È un libro dei sogni.» Spiegò, posandolo sul bancone dove sostavano già alcuni piatti. «Cosa dovremmo cercare?» Chiese quindi, assaggiando qualcosa.
«Attendi che sia ora di colazione!» Sbottò il più piccolo dandogli un colpetto sulla mano, salvo poi tornare a rivolgere la propria attenzione al libro. «Qualcosa su muri di ghiaccio e situazioni che ti impediscono di agire.» Dichiarò, non troppo felice al pensiero di dover svelare simili particolari al diretto interessato.
A quella richiesta l’arciere lo osservò per un attimo, iniziando poi a sfogliare il libro.
«Che strano...» Mormorò, notando che il muro di ghiaccio era tra i primi simboli presi in esame.
Il libricino, inoltre, sembrava incompleto, presentandosi davvero scarno in quanto a simboli. L’avervi trovato proprio il muro di ghiaccio andava sicuramente oltre quello che chiunque avrebbe definito una coincidenza. Chiunque non conoscesse Yuuko-san, ovviamente.
«Qui dice che il significato dipende dal ruolo che riveste nel sogno e da quante persone vi si trovano coinvolte.» Dichiarò, proseguendo con la lettura. «Se si trova attorno al sognatore, indicherà una sorta di scudo eretto dal sognatore stesso, al fine di proteggersi da qualcuno o qualcosa.» Si fermò, per un istante, osservando Watanuki con fare più cupo, riprendendo subito dopo la lettura. «Se invece si trova tra il sognatore ed un’altra persona, in particolar modo se l’altro/a è una persona da egli amata, il muro indicherà una barriera erroneamente creata per proteggere chi si ama. Probabilmente il messaggio del sogno è quello di abbattere il muro di ghiaccio, sciogliendolo con il calore stesso dell’amore. Se ciò non verrà fatto... la persona amata rischierà la vita.» Si fermò nuovamente, notando l’improvviso pallore sul volto dell’amico. «Dice anche... che se appare in sogni rivelatori...  il messaggio deve essere assolutamente ascoltato.»
A quello Watanuki si irrigidì, lasciando cadere il coltello che aveva in mano. «Dice proprio... così?» Mormorò in tono teso.
L’arciere annuì. «Stai bene?» Chiese, girando il libro per osservare l’immagine di un ragazzo intento a colpire una parete di ghiaccio. Dall’altra parte qualcuno, del quale si intravedeva solo la sagoma, era disteso per terra, probabilmente privo di vita. «Questo qui... ti assomiglia.» Fece, avvicinandosi all’amico per poi indicargli la figura in luce.
«Che..?» Replicò l’altro, osservando l’immagine.
Un attimo dopo si trovò a tremare. «Questa scena... è proprio così...» Sussurrò. «Ed io... non riesco mai a salvarlo...»
Vederlo in quello stato e sapere che era per qualcuno che amava faceva male, ciò nonostante, aiutarlo restava sempre la sua priorità. «Forse analizzando questo testo, riuscirai a cambiare le cose.» Tentò.
«Forse.» Ribatté il più piccolo, facendosi coraggio per quanto stava per chiedere. «..Mi aiuteresti con la meditazione?» Domandò quindi.

xXx

Il bisogno di trovare indizi rendeva tutto particolarmente dfficile per uno che, come Watanuki, non era affatto portato per cose come silenzio e concentrazione.
Mezz’ora dopo essersi chiusi in una stanza silenziosa, quindi, non vi era stato alcun cambiamento.
«Non ci riesco.» Sbuffò il più piccolo, aprendo gli occhi.
A quello Doumeki sospirò amaramente, andandogli vicino per poi sedersi a gambe incrociate.
«Dammi le mani e cerca di fare come me.» Lo esortò, chiudendo poi gli occhi mentre l’amico tentava, suo malgrado, di imitarlo.
Dopo diversi minuti l’arciere tornò a fissarlo. «Allora..?» Domandò cautamente.
«Cosa!» Replicò il più piccolo in tono brusco.
«Che stai facendo?»
«Pulizie di primavera...» Fu la secca risposta.
«Non ne facevi da tanto, eh?» Ironizzò il più grande, tornando a chiudere gli occhi. «Prova a concentrarti, ora.»
A quell’esortazione Watanuki sospirò, tentando ancora una volta di trovare la giusta concentrazione.
Provò a ripensare al sogno, al muro di ghiaccio, alle parole di Haruka, ottendendo solo maggior confusione.
Se Haruka-san aveva detto quelle parole... se era riuscito a comunicare nel sogno, allora anche il muro poteva essere stato inserito da qualcuno, pensò, improvvisamente travolto da una fitta alla testa.
Che ci fossero davvero delle interferenze a guidarne i pensieri?

Bastò quel dubbio a rendere improvvisamente presente una sgradevole sensazione, unita ad un forte capogiro, che di colpo rese particolarmente difficile tenere a mente quanto appena pensato.
«Doumeki..» Mormorò, tremando appena, portandosi entrambe le mani alla testa.
L’arciere gli fu subito vicino. «Che succede?» domandò, portando istintivamente le mani sulle sue, avvertendo qualcosa di strano.
Fu in quel momento che tra la confusione dell’altro riuscì a cogliere un pensiero ben distinto.
«Pensi che qualcuno ti invii i tuoi incubi?» Chiese senza scostarsi.
Watanuki annuì e, nel trovarlo tanto fragile, l’arciere si sistemò davanti a lui, lasciandogli andare le mani per posare le proprie sulla sua testa.
«La tua energia ha qualcosa di strano.» Asserì di colpo. «Qualcosa di forte ma comunque affine a te...» Si incupì a quel pensiero. «Per questo prima non l’avevo notata...»
«Potrei parlarne con Yuuko-san...» Mormorò il più piccolo, lasciandosi cullare dalla calma che l’arciere riusciva ad infondergli con la sua sola presenza.
Doumeki si limitò a fissarlo, l’espressione appena più tesa. «Purtroppo io ne so troppo poco per poterti aiutare...» Affermò.
«..mi stai aiutanto molto, invece...» Replicò l’altro, aprendo gli occhi per rivolgergli un sorriso grato. «La tua presenza allontana la confusione.» Ammise, arrossendo appena per l’imbarazzo.
Quelle parole giunsero all’arciere cariche di calore. Gli sorrise a sua volta, in silenzio, mantenendo quel contatto, sperando di potergli essere davvero utile.
Era quella, per lui, l’unica cosa che davvero contava.



Rieccoci, dopo questo capitolo ricco di informazioni.
A questo punto della storia possiamo dirci nel centro focale della seconda parte.
Cosa accadrà ai nostri amici? Qual'è il vero significato del muro di ghiaccio? E sopratutto, da cosa dipende?
Curiosi, eh? ^____________^

Ed ora, via alle vostre recensioni!

Beal95: Fortunatamente le cose sono andate in modo più semplice di quello da te previsto. Almeno per il momento. XD
Ma non preoccuparti, nessun manicomio per te. Al massimo ti offriremo un bicchiere di sakè! XD
Quanto a Nakuru, ebbene si è lei! Complimenti per averla ricordata.
Grazie a te, ora sta saltellando felice dandosi arie da diva famosa. XD

Quanto ai tuoi aggiornamenti…
Sei velocissima! Ma anche se in ritardo leggo sempre! (nd Lay)

harinezumi: Siamo contente che il capitolo ti sia piaciuto... atmosfere alla Holic? Si, per quella scena erano particolarmente necessarie, e dopotutto ce ne sono anche in questo capitolo...
In realtà, anche se può non sembrare, non ci siamo distaccate molto dalle situazioni che potrebbero essere descritte nel manga stesso.
Anche a noi, comunque, piacciono i personaggi di CCS ed Eriol (soprattutto ad una delle due XD)... anche se, beh, Nakuru non è poi così male come la dipingiamo... ma a tutte le storie serve qualcuno che dia fastidio :P
Ed ora ti lasciamo al capitolo, seguici ancora!

Naco: Stanno migliorando, visto?
Seppur lentamente i progressi ci sono e presto, saranno ben più evidenti (e catastrofici ^^").
Quanto a Yuuko ed Eriol, diciamo che sono troppo fuori dal comune per esitsere una coppietta come le altre. Ma il loro fascino sta proprio in questo, no? ^_^
Grazie come sempre per le tue recensioni, speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

sailorYuko: Ciao! Doumeki era davvero affascinante, vero..? *sospirano con gli occhi a cuoricino. Poi scappano da un Wata sospettoso...*
Comunque, per quanto riguarda Clow ed Eriol, partiamo dal presupposto che tu conosca la storia di CCS... Ma ricapitolando brevemente:
Eriol è in pratica la reincarnazione di Clow con, alla fine del manga, metà del potere che aveva nella sua precedente incarnazione, l'altra metà va a Fujitaka che comunque non ha ricordi e personalità di Clow.
Nel nostro universo, come avrai notato dato che Eriol è in forma adulta ormai, sono passati diversi anni dalla fine di CCS (Ricordiamo che, ai fini di questa fanfiction, i veri genitori di TRC!Shaoran/Watanuki sono CCS!Sakura e CCS!Shaoran, almeno prima che il loop temporale iniziasse) e, sebbene Eriol si sia trasferito in inghilterra con Kaho alla fine di CCS, sono pur passati più di quindici anni.
In pratica, non stanno più insieme.
È anche possibile che Eriol sia andato via con Kaho per attendere il momento giusto e tornare in giappone da Yuuko... oppure si sono semplicemente lasciati. Questo non lo diciamo, ancora :P
Speriamo di aver chiarito il dubbio, comunque.
E che tu non sia andata in astinenza!

Thyahiel: Bentornata tra noi ^_^
Che dire… Felici che le tue vacanze siano andate bene, ti offriamo dell'ottimo sakè d'annata per disintossicarti dai troppi zuccheri. Eh si, anche se alcolico il sakè di Yuuko-san è a basso tenore di zuccheri (o non si spiegherebbe la sua linea vista la mole di bottiglie che si scola XD).
Bando alle ciance comunque. Piaciuto questo nuovo capitolo?

Ciccio85: Ciao! ^_______^ Felici di risentirti anche qui :P
Di inaspettato, nell'altra coppia che entra in scena, non c'è stato molto.. ma ancora ne avrai da vedere delle belle, anche perché quei due, ma soprattutto Yuuko, di certo non sono affatto contenti di essere definiti una coppia! Chissà come andrà a finire, anche tra di loro...
Temiamo però che quegli aspetti della storia di questa coppia dovranno aspettare un po'... goditi il DouWata intanto, vah!
Che stiamo per entrare nella parte clow... ahem... clou... di Connessioni!
Aspettiamo il tuo parere :P

Witch Of The Dimensions: Sii monotona quanto vuoi, cara. XD
Quanto al manicomio, la casa di Yuuko-san è sempre aperta a nuovi adepti. Certo, purché disposti a lavorar sodo. :P
Grazie come sempre per le tue belle parole. ^_^

WYWH: Ciao anche a te! ^_^ Contente che ti sia piaciuto il capitolo... e si, anche se ci potranno essere risvolti negativi (forse... chissà... *misteriose*), l'angst con questi due è sempre divertente da leggere e scrivere. E soprattutto... Le Streghe tifano per l'happy ending!
Comunque, dopo questa rassicurazione... Nakuru antipatica? Simpatica non è, certo, ma ha i suoi motivi per fare quel che fa! E noi abbiamo i nostri per lasciarglielo fare :P
Comunque Yuuko non è timida, verso la questione coppia-con-eriol, più che altro è parecchio arrabbiata... ma il come mai dovrai aspettare per saperlo :P

   
 
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