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Autore: Luz_    23/09/2010    2 recensioni
Ho bisogno di spendere.
Questa parola rimbomba nella mia testa e fa male, tanto male.
Spendere! Spendere! Spendere!
Giro famelica per quella via, quella meravigliosa, ma tremenda via di New York, e non so dove andare.
E’ tutto così bello, scintillante, glamour.
I manichini sembrano chiamarmi verso di loro, sembrano tirarmi con una corda invisibile verso le porte dei negozi e come non poter seguire il canto delle sirene? Sarebbe stato impossibile.
Ed eccola..la luce. Lì, davanti a me, dietro quel doppio vetro, di quella boutique...
"..." Corro a prendere le buste e con un gesto teatrale, tiro fuori le mie incredibili, meravigliose, divine anime gemelle. Le pongo davanti gli occhi di Luke, che le osserva inespressivo.
“Sai cosa sono queste?”gli chiedo quasi con la bava alla bocca. Lui scrolla le spalle e con fare semplice risponde “Delle scarpe.”
Delle scarpe! Mantieni la calma Becky, non è colpa sua, non è colpa sua.
“Queste non sono delle scarpe. Guarda attentamente..suola rosso sangue.”gli suggerisco.
“Ci hanno ucciso qualcuno?”
“No!”quasi grido indignata. “Sono delle incantevoli Louboutin, le ultime..che io dovevo avere.”
“Cosa hanno di speciale?”
Spalanco gli occhi. Sono al massimo dell’indignazione, non potrei sopportare altro. Rinfilo bruscamente le scarpe nella scatola, mentre osservo Luke che cerca di trattenere una risata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.

 

“Ti rendi conto Luke? Io no. Non riesco proprio a rendermene conto. E’ pazzesco, non ci posso credere. Ma ti rendi conto!”

Si. La felicità mi provoca questo. Blatero, tremendamente, e non riesco a fermarmi!

L’unica cosa che può sconfiggere la mia parlantina è il sonno; oh si, quello mi blocca immediatamente.

Luke scuote la testa sconsolato e non mi risponde più ormai; sa che continuerò così per tutta la cena, perciò è inutile sprecare il fiato, ripetendo sempre la solita frase.

“Comunque è bello qui sai? Ha un non so che di..”

“Orientale?”ride lui e mi lancia un’occhiata divertita, mentre mangia un po’ del suo involtino primavera.

Sconsolata, scrollo le spalle con un sospiro. “L’ho già ripetuto dieci volte vero?”

“Tredici.”mi corregge, ma mi sorride dolcemente da sopra il bicchiere di vino.

“Scusami, ma sono così su di giri! Non ci..ok, non lo ripeto più. Basta parlare di ciò che è successo oggi.”

“Ma no, Becky. E’ comprensibile. Voglio dire, hai avuto un incarico importantissimo e non te l’aspettavi minimamente!  E’ ovvio che non sei in te. Certo, se non ripetessi più quella frase mi faresti un gran favore, ma se proprio ti è difficile, sopporterò.”

Non posso non sorridere con gli occhi che brillano più delle stelle. Ho un angelo accanto a me!

“Dovrebbero darti un premio per riuscire a starmi accanto ancora sai?”mormoro tra un boccone e un altro e Luke sorride per l’ennesima volta, accarezzandomi il palmo della mano con i suoi polpastrelli.

“La mia vita non sarebbe più così unica però.”

“Giusto. Ehi, da dove escono queste perle poetiche?”

Luke fa spallucce. “Anch’io ho le mie  doti personali.”

“Oh si, lo so bene.” E mi esce spontaneo guardarlo maliziosamente, mentre addento un raviolo al vapore.

Luke fa per rispondere ma l’arrivo della cameriera con i secondi ci interrompe e il piatto che ho davanti mi distrae completamente

Cos’è quella roba nel mio piatto? No, no, no. Assolutamente no.

“Luke, che diavolo è questo?”

Indico schifata il piatto davanti a me e lo allontano verso il centro del tavolo.

“Pollo di Shantung.”

“Ossia?”

“Non ne ho idea.”si limita a rispondere e riprende a mangiare il suo pollo al limone, l’unico alimento normale in quel posto. Ma perché siamo venuti a mangiare cinese? Io odio il cinese, odio il cibo orientale, a parte la cucina italiana ovviamente!

Sbatto le palpebre, sperando di aver udito male e lo guardo sconvolta. “Fammi capire, tu ordini qualcosa di cui non sai nulla?”

“Bè, se fossi arrivata puntuale, avresti potuto pensarci tu no? E poi il nome mi faceva pensare a qualcosa di buono.”

“Sono stata trattenuta.”ribatto piccata e l’occhio mi cade sulle buste bianche accanto alla sedia.

Trattenuta da un meraviglioso completo di Victoria’s Secretes che era la fine del mondo. Sicuramente non avrebbe rimpianto il mio ritardo appena lo avrebbe visto.

 “Ehi! C’è Becky il capo!”sento esclamare alle mie spalle e strizzò gli occhi, cercando di riconoscere il possessore di quella voce, ma qualche secondo dopo al tavolo mi raggiungo Jack, Roby, Jessica e Brandon, i miei colleghi, che però ora avrebbero seguito le mie istruzioni.

“Ragazzi! Che ci fate qui?”

Solo un secondo dopo mi accorgo di aver fatto una domanda veramente stupida, ma degna di Becky Grif.

I miei assistenti iniziano a ridere nello stesso attimo, tranne Jessica, ovviamente. Probabilmente mi odierà a morte per averle soffiato quel posto, ma evidentemente un motivo ci sarà no?

“Becky, sei davvero unica.”commenta solennemente Jack e mi ritrovo ad arrossire spontaneamente, senza poterlo evitare. “Ma invece tu che ci fai qui?! A te non piace il cinese, vero?”

Ok, sono confusa, molto confusa. Jack ricorda i miei gusti in fatti di cucina? Impossibile.

“Ehm, bè in effetti. Ma a volte amo fare uno strappo alla regola.”butto lì e mi sento davvero stupida per aver motivato in modo così basso la mia risposta. Sento impercettibilmente l’aria attorno a me divenire pesante e decido di cambiare discorso immediatamente.

“Ehm, vi presento il mio fidanzato: Luke Bray.”

Le teste dei quattro si voltano verso Luke che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare la scena, ma appena lo inserisco nel discorso si apre in un sorriso educato e si alza per stringere la mano ad ognuno di loro.

Con non poco orgoglio noto Jessica e Roby scambiarsi un’occhiata d’intesa che solo noi donne possiamo comprendere fino in fondo. Si, perché quella è la classica occhiata ‘miodiochefigodapaura’ e ‘troviamounmodoperscoparcelo!’.

Su Roby non ho nessun pensiero cattivo, ma di Jess..bè, potrei scrivere un libro.

“Oh, finalmente conosciamo il fidanzato di Becky.”dice Jack e mi pare di notare che la loro stretta di mano sia un po’ troppo calorosa, ma probabilmente è solo la mia immaginazione, come sempre.

“Già, da tre anni ormai.”

Qualcosa non quadra. Luke non ha mai sottolineato in presenza di estranei quanto la nostra relazione duri, non l’aveva mai fatto, accadeva di rado anche tra di noi!

“Becky, non ci avevi detto di avere una relazione così importante.”mi fa notare Roby ingenuamente e mi ritrovo nuovamente con le gote rosse per l’imbarazzo, di cui non riesco a comprendere l’origine.

Gratto con l’unghia ben smaltata la tovaglia distrattamente. “Preferisco lasciare la mia vita privata al di fuori di quelle mura, sapete..”

“Si, hai perfettamente ragione. Sono della tua stessa idea. Mischiare lavoro e vita privata non è proprio il caso.”si intromette Jack e tutti annuiscono d’accordo.

“Ragazzi, ho fame! E poi è meglio lasciare i due piccioncini in pace. Li abbiamo fin troppo disturbati.”cinguetta Jess e dopo aver fatto un occhiolino a Luke si allontana verso l’altra sala, seguita dagli altri.

“Ci vediamo a lavoro, B.”mi saluta Jack e mi lascia un buffetto leggero sulla guancia.

Aggrotto la fronte confusa, non capendo assolutamente quel comportamento; non è da Jack avere quegli atteggiamenti, cosa gli è preso?

Preferisco buttare alle spalle quei pensieri inutili e mi rimetto comoda per affrontare quel disgustoso secondo che avevo davanti, ma noto Luke mangiare con grande velocità e mi bloccò con la forchetta e il coltello a mezz’aria.

“Luke? Hai fretta?”

“No, no. Ho tutta la sera libera.”risponde semplicemente, ma non accenna a rallentare.

Scrollo le spalle e cerco tutta la buona volontà per intraprendere la lotta contro quel pollo Shantung, ma dopo qualche tentativo sembra decisamente in vantaggio il pollo.

‘Farsi battere da uno stupido pollo cinese non lo accetto.’commento fra me e me, ma la voce di Luke mi riporta sulla terra ferma.

“Simpatici i tuoi colleghi.”commenta, mentre pulisce la sua bocca con il tovagliolo, ma dal tono di voce che ha usato sento che non è del tutto sincero. Meglio non essere d’accordo completamente allora.

“Uhm, si..abbastanza.”rispondo disinvolta e finalmente riesco a tagliare un pezzo di carne ed assaggiarlo.

No, no. Cattivo decisamente. Allontano il piatto da me e bevo il vino per eliminare il sapore amaro di quella pietanza.

“Apparite molto uniti.”insiste.

Socchiudo gli occhi e cerco di capire dove voglia andare a parare: non è da lui comportarsi in quel modo! Dio, ma che hanno tutti questa sera!

“Siamo costretti a lavorare insieme, che ci piaccia o no. Ad esempio hai visto la mora? Jessica? Bè, se potesse mi eliminerebbe all’istante, soprattutto dopo che il comando dell’organizzazione è stato assegnato a me e non a lei. Forse non hai notato le occhiate che mi ha lanciato prima.”

“Oh tranquilla. Ho notato ogni occhiata che ricevevi.”

Ok, ora sono certa che qualcosa non va e che non è più merito della mia immaginazione.

Luke tira fuori il portafoglio e va alla casa per pagare, senza aspettare il conto al tavolo; io rimango immobile con le labbra arricciate pensierosa e l’unica supposizione possibile che riesco a trarre mi sembra così ridicola, tanto che vorrei ridere divertita!

Lo raggiungo all’ingresso ed in silenzio raggiungiamo la sua Cayenne nera, tirata a lucido. Mentre salgo in auto penso che non riuscirò mai ad amare questo ammasso di ferro così grande e dispersivo; insomma, come si può preferire un auto ad un paio di scarpe o ad una Birkin? E’ impossibile!

Osservo il profilo di Luke, che guida in silenzio con gli occhi fissi sulla strada e provo ad aprire bocca, richiudendola subito dopo. Non voglio che si innervosisca ancora di più, ascoltando le mie innumerevoli stupidaggini, ma il desiderio di parlare è troppo forte.

“Becky, a furia di chiudere ed aprire la bocca, farai scroccare la tua mascella prima o poi.”Luke mi lancia un breve sguardo e per un attimo vedo l’ombra di un sorriso comparire sul suo volto. “Dì quello che devi dire, dai.”

“Lascia perdere, una delle mie solite stupidaggini.”mormoro con gli occhi fissi sulle mani intrecciate in grembo e sento Luke sospirare.

“Tu non dici stupidaggini Becky. Forza, parla.”

Lo guardo torva da sotto le lunghe ciglia e lo vedo più rilassato, segno che è intenzionato a parlare; perciò mi schiarisco la gola e con finta disinvoltura espongo i miei pensieri ad alta voce. “Perché questa scenata di gelosia?”

Luke scoppia a ridere sarcasticamente, ma capisco che è solo una copertura. Non è l’unico a conoscere perfettamente l’altro.

“Pensi che io sia geloso? E perché dovrei?”

“Te lo sto chiedendo infatti.”

“Io non sono geloso. E poi di chi? Di cosa?”

Mi acciglio all’istante. “Bè, non mi pare che il tuo comportamento sia rimasto immutato dall’inizio della serata, Luke. Appena sono arrivati Jack e gli altri sei mutato. Perciò..perchè?”

Lo sento sospirare e le sue mani stringono di più il volante, impercettibilmente. Nessuna gelosia eh? Non era ancora nata la persona che avrebbe potuto fregarmi.

“Semplicemente non mi vanno così a genio, tutto qui.”

“E c’è qualcuno che ti sta meno simpatico degli altri?” Ecco che la sua mascella si indurisce all’istante. Bingo!

Luke mi guarda ancora una volta rapido per poi tornare a guardare la strada, ma quel tanto che basta per capire di non avere scampo: ormai l’ho beccato.

Sbuffa contrariato e sbatte le mani sul volante. “Contenta ora? Hai scovato il criminale!”

Con un sorriso sornione mi allungo verso di lui, baciandogli una guancia. “Sei delizioso, quando fai il geloso.”gli sussurro e la sua risposta è un borbottio incomprensibile.

Arriviamo a casa e rimaniamo in silenzio sino alla camera da letto. Io con un’espressione divertita stampata sul volto, lui frustrato e sconfitto.

Gli lascio tutto il tempo per elaborare cosa dire, finchè mentre si sta spogliando scoppia, esclamando:”Chi si crede di essere, dico io! ‘Hai ragione Becky, sei un’unica B. , ma a te non piace il cinese, ah ah ah’

“Jack è’ semplicemente gentile, tutto qui.”cerco di spiegare, ma Luke mi si avvicina, scuotendo il capo. “No, no, no. Quello non è essere gentili. Quello è volerci provare, stanne certa. E non può farlo.”

“Ah no?E chi e che cosa glielo impedisce?”sussurro sfrontata volontariamente; ormai il suo viso è a poche spanne dal mio e il suo respiro veloce invade tutto il mio volto.

“Io, perché tu sei mia e di nessun altro.”

Non posso ribattere, non ne ho il tempo materiale. Le sue labbra si scontrano con le mie famelicamente.

 

La stanza è immersa nel buio, ma posso scorgere i lineamenti della sua figura, illuminati dalla fioca luce lunare, che proviene dalla finestra.

Le sue mani percorrono  il mio corpo, sfiorandolo con carezze dolci come il miele e lasciando sulla mia pelle scie infuocate di pura passione.

Indugiano sui miei esili fianchi e sollevano di poco l’inutile gonna del vestito, scoprendo un altro lembo di pelle pronto a venir segnato dalla scia di fuoco che scaturisce da ogni suo tocco.

Accarezzo la sua schiena, percependo da sopra la camicia che indossa, la perfezione del suo corpo; scendo lungo i suoi fianchi, giungendo sino alle sue mani.

Intreccio forte le mie dita fra le sue, come se avessi paura che da un momento all’altro quel momento incantevole possa finire e non deve essere così.

E’  il mio momento, il nostro.

Le sue labbra, calde come il sole, morbide come petali di rosa, indugiano sul mio volto, sul profilo della mia mascella e gemo ogni qual volta esse si separano dalla mia bocca, ma vengo inondata da una miriade di emozioni appena esse ritornano a baciarmi famelicamente.

Invoca il mio nome con una meravigliosa dolcezza e la sua voce si disperde per la camera, seguita dai nostri respiri affannosi e da puri gemiti di piacere, che rappresentano tutto ciò che stiamo provando l’uno per l’altro.

Mi allungo, appoggiando il capo sul cuscino e beandomi di quegli attimi divini che sto vivendo, mentre il mio abito finisce sul pavimento, come d’altronde la sua camicia.

La mia mente è vuota. Non penso. Non odo. Ci siamo solo io e lui. Nient’altro..

Mi lascio andare completamente ai sensi, senza pensare a nulla, ma seguendo solo ciò che mi grida il cuore: amalo.

Mi stringe con le sue forti braccia, come per proteggermi, ma facendomi capire che sono solamente sua, di nessun altro.

Sento i nostri toraci che si muovono all’unisono e il più bel rumore che le mie orecchie hanno mai udito: il battito del suo cuore. Incessante, veloce, emozionato.

Le mie mani scivolano lungo i suoi glutei, le sue labbra baciano ogni centimetro del mio corpo oramai nudo e dalle nostre bocche fuoriescono gemiti leggeri, dolci invocazioni, che riempiono tutto il silenzio della notte.

 

 



Un enorme grazie a chi segue questa ff, recensendo o semplicemente in silenzio.
Al prossimo capitolo!
Un bacio, Lu.

   
 
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