Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Ricorda la storia  |       
Autore: Heresiae    31/10/2005    3 recensioni
Saeko affibbia un incarico a Ryo e fin qui nulla di strano, normale amministrazione. Qualcuno ha commissionato a un killer l'uccisione di Ryo Saeba. E qui si va sullo scontato. Ma le cose non sono mai semplici come appaiono e i segreti possono essere pericolosi, soprattutto se sono di Ryo Saeba.
E bisogna sempre ricordare che zio Murphy imperversa!
Genere: Drammatico, Azione, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREMESSA:
In un attacco di nostalgia e crisi creativa, ho deciso di riesumare la seconda fanfic che scrissi a diciassette anni, quando la mia testa era ancora intasata di anime, film e telefilm americani.
Ci sono elementi più che scontati qua dentro e sicuramente già visti su qualche teleschermo, ma forse vi farà ridere senza farvi venire la nausea per la grammatica visto che la sto correggendo.
I commenti sono graditi, le critiche anche. Buona lettura, amanti di CH e non.






PROLOGO


Svizzera, 10.06 Briga


La mattinata era calma e serena. Il sole splendeva in un cielo terso e senza nuvole, facendo sembrare le montagne circostanti un immenso quadro ad olio. La cittadina, arroccata per metà sul fianco di un monte, era splendida: il piccolo centro storico della città, completamente in granito e pietra locale, era pulito e addobbato a primavera; la tonalità chiara delle stradine rifatte da poco contrastava piacevolmente con quella più scura e antica dei palazzi e delle piccole abitazioni; grossi vasi rigurgitavano di fiori morbidi dai colori sgargianti, le tende dei negozi di allungavano pigramente davanti agli ingressi e la gente passeggiava tranquillamente, senza troppi schiamazzi, godendosi la bella giornata domenicale. Perfino i turisti italiani erano disciplinati e tranquilli. Posta a pochi chilometri da una cittadina italiana di pari bellezza, ma meno ben tenuta, sembrava di stare su un altro pianeta. Per fortuna era solo un altro stato.
La strada in salita sembrava stranamente la più frequentata, ma c’era un motivo valido. La mulattiera portava al castello Stockalper*, che in quel periodo ospitava una mostra sulla storia del Traforo del Sempione, che aveva attirato storici, appassionati, professori con classi al seguito, famiglie e curiosi. Non era un grande avvenimento, ma era una di quelle cose che permettono di passare un pomeriggio non troppo noioso e aggiungere qualche informazione in più all’archivio ‘posto in cui sono nato e vivo’.
Il castello sorgeva proprio su uno strapiombo sopra la parte moderna della città, che ospitava anche un bel giardino da cui si poteva ammirare tutto il paesaggio circostante. In mezzo al verde e alle panchine in sasso, c’erano diverse persone, per lo più turisti e famigliole, in attesa della loro guida o dello stimolo necessario per avviarsi a pranzo. tra di loro c’era una persona solitaria, apparentemente persa ad osservare il panorama della piana sottostante. Era seduto con non curanza sul basso cornicione in sasso e con altrettanta non curanza fumava un sigaretta. Vestito con un completo beige un po’ sgualcito, la cui giacca era accanto a lui, e una camicia bianca non più freschissima appariva come uno di quei professori che fanno girare la testa alle studentesse universitarie fin dal loro primo ingresso in aula, o un giornalista annoiato, ma con lo stesso risultato. Due ragazze all’incirca sui vent’anni gli passarono accanto chiacchierando allegramente mentre raggiungevano la loro comitiva, una di loro gli lanciò un’occhiata di approvazione che fece sorridere l’uomo all’indirizzo del paesaggio. Anche se quasi cinquantenne e con i capelli un po’ grigi sulle tempie riusciva ancora a fare la sua figura.
La comitiva scolaresca fu raggiunta dalla loro guida e un po’ di chiacchiericcio scomparve, per riapparire subito dopo dall’arrivo di una comitiva che aveva appena finito il suo giro; la sigaretta finì. Pochi secondi dopo un altro uomo si mise ad osservare il paesaggio davanti a lui, a fianco del primo. Era molto più giovane e il contrasto era evidente: biondo e un fisico che la maglietta scura che aveva addosso non nascondeva minimamente, sembrava surclassare quasi tutti i maschi presenti. Quasi. Le studentesse universitarie continuavano a guardare il più vecchio. Le ragazze più giovani sbavano verso il biondo. I ragazzi sbuffavano e basta.
I due rimasero in silenzio per qualche minuto, poi il più vecchio prese la parola senza neanche guardarlo.
- Allora?
- Accetto. Sarò sicuramente un incarico divertente.
Il tono troppo spensierato dell’uomo più giovane irritò il più vecchio, che serrò la mascella.
- Non vorrei demolire troppo le tue aspettative, ma non sarà un gioco semplice da vincere.
- Sarà. È pur sempre un uomo e un uomo prima o poi cade in trappola. Se poi le sue informazioni sono corrette non dovrebbe essere troppo difficile farlo cadere in trappola, anzi potrebbe essere fin troppo facile.
L’uomo fece un gesto come per troncare la discussione, non intendeva portare avanti un dibattito di quel genere.
- Allora siamo d’accordo. I termini del contratto rimangono quelli che abbiamo stipulato insieme.
- Perfetto.
L’uomo coi capelli neri si alzò da muretto al quale si era appoggiato e fissò la sua immagine riflessa negli occhiali da sole dell’uomo di fronte a lui: gli occhi verdi del più vecchio assunsero un’aria gelida mentre sibilava l’ultima frase.
- Voglio vedere il suo cuore strappato dal petto.
Senza aggiungere altro, prese la giacca e se la mise con noncuranza voltandosi per raggiungere l’uscita del giardino. L’altro uomo si tolse gli occhiali da sole rivelando un paio d’occhi chiarissimi e rimase ad osservare rapito il paesaggio, poi la sua espressione divenne gelida e le labbra di atteggiarono a un ghignò malefico.
- Preparati City Hunter, la tua leggenda ha i giorni contati. Questa partita sarà l'ultima che giocherai.-



CAPITOLO 1

Tokyo, 13.24

Tokyo è una grande metropoli piena di vita caotica e non. Vivace e intensa, la città non smette mai di fremere di vita nemmeno di notte: per un quartiere che si addormenta ce ne è sempre uno che si sveglia. Forse solo nelle ore di passaggio dal giorno alla notte la vita sembra rallentare quel tanto che basta per prendere fiato, ma come l’ora passa, ecco la gente invadere di nuovo le strade, i negozi aprirsi verso una folla agitata e gli uffici riempirsi di personale indaffarato. Tutti sono svegli e attivi e tutti svolgono la loro professione con frenesia.
Peccato che questo non valga per una persona.
- RYOOOOO!!!!- appunto - Vuoi svegliarti! È l’una passata!
Dalla porta di una camera che sembra essere stata sede di una violenta battaglia, una donna dai capelli corti e le mani sui fianchi lanciava occhiate omicide al groviglio di coperte sul letto al centro della stanza, dal quale provenne un lamento sofferente.
- Aaahh! Kaori che vuoi? Lasciami dormire.
La voce della donna, già alta di suo, era salita di un’altra ottava a causa dell’arrabbiatura e la si poteva sentire tranquillamente anche dalla strada, nonostante i sei piani di altezza e le finestre chiuse. Ma a Shinjuku era la normalità, gli abitanti ormai si preoccupavano solo quando non la sentivano.
- No che non ti lascio dormire, è tardi, ed è ora che ti alzi.
Detto questo avanzò a passo deciso dentro la camera e aprì le tende. Poi si accostò al letto, e senza troppi complimenti tirò via le coperte, lasciando un povero Ryo completamente nudo e indifeso esposto alla luce del sole. Come un vampiro, Ryo si rannicchiò sul cuscino emettendo atroci lamenti agonizzanti.
- Aaahh! Vuoi lasciarmi in pace!! Stavo facendo un sogno stupendo!!-
Qualcosa gli atterrò in pieno viso, quando lo levò vide che erano i suoi boxer. Una Kaori più che paonazza lo fissava con la stessa espressione furiosa.
- Si, me li immagino i tuoi sogni stupendi. Muoviti pelandrone, dobbiamo essere da Miki tra un’ora. Non voglio arrivare tardi per colpa tua.
- Si… si… ora mi alzo…
Il tempo perché le parole appena giunte al cervello assumessero un significato concreto a livello cosciente e i lineamenti di Ryo cambiarono all’improvviso, assumendo la solita espressione a pesce lesso, altrimenti ribattezzata ‘maniaco’.
Kaori lo squadrò sospettosa.
- Che ti prende ora?
- Hai detto Miki?
- S-si.
Ryo balzò letteralmente dal letto senza nemmeno essersi infilato i boxer del tutto.
- Yahoo!! Umi non c’è! Avrò il campo libero con quella sventola di …
Un vibrante profondo ‘stonk’ risuonò fino alla strada sottostante accompagnato dal rumore di qualcosa che si schiantava di netto.
Ryo non finì mai la frase, perché un grosso martello da 100t lo spalmò sul pavimento.
- Per tua informazione Miki e Umi sono sposati! Vedi di non fare i pervertito come al tuo solito almeno con lei!
Detto questo uscì dalla stanza a passo di marcia sbattendo la porta e lasciando Ryo alle prese con il parquet della sua stanza e un martello conficcatoci dentro assieme alla sua testa.
“Quel maniaco deficiente! Mai una volta che si smentisca! Ma se ci prova un’altra volta con Miki io…”. E si lanciò in una serie di imprecazioni, epiteti e definizioni di torture cinesi che di addicevano molto poco all’immagine di una ragazza e che continuarono fino alla discesa fin troppo allegra del (miracolosamente ripresosi) soggetto di tale sfuriata.
- Allora Kaori, andiamo?

Qualche minuto dopo Ryo e Kaori sedevano al bancone del Cat’s Eye in attesa dell’arrivo di Saeko. Kaori aveva una faccia molto scura e sorseggiava il suo caffè con l’espressione di chi ha appena avuto un attacco d’ulcera. Miki asciugava i bicchieri dietro al bancone, stando ben attenta a non dire niente che potesse scatenare sul serio un attacco d’ulcera alla sua amica. Nel caso non si fosse capito Kaori non era molto contenta di dover incontrare Saeko e questo perché doveva affidargli un incarico. Come tutti gli incarichi che Saeko aveva affibbiato a loro, in buona fede e non, Kaori sentiva che sarebbe finita con loro che portavano a termine incarichi dieci volte più pericolosi di quello promesso e un bel po’ di macerie. Purtroppo la sweeper non aveva scelta: le bollette erano già scadute da tre settimane ed era già arrivato il secondo sollecito di pagamento, generalmente detto ‘ultimatum’. Il frigo era vuoto già da due giorni, non che prima fosse pieno, ma se non altro potevano ancora fare colazione. Ryo aveva declinato tutti i casi (due) che non coinvolgevano belle donne a cui chiedere il pagamento in natura e Kaori non era riuscita a dissuaderlo. Lo spettro della miseria bussava alla loro porta e Saeko ne aveva abilmente approfittato, promettendo un pagamento in contanti (e anticipato) per il suo incarico. Kaori aveva capitolato.
Indecisa se dire a meno che il loro cliente era Saeko, Kaori aveva preferito tacere, anche perché la poliziotta era stata molto chiara, o soldi o mokkori; in più dovevano annullare tutte le botte arretrati, visto che li avrebbe pagati più del dovuto. A una prospettiva del genere Kaori dubitava che Ryo avrebbe accettato, anche se era Saeko che lo chiedeva.
In netto contrasto con Kaori, l’espressione di Ryo era raggiante: canticchiava tra se allegramente e si portava addosso un’espressione da bambino felice che irritava profondamente la sua socia. Negli ultimi giorni era stato molto depresso, perché nessuna bella donna aveva bussato alla sua porta bisognosa di aiuto e affetto e perché le ragazze libere che passeggiavano da sole era molto scarse negli ultimi tempi. Però quel giorno avrebbe potuto rifarsi: Kaori aveva cercato di nasconderglielo, ma lui aveva sbirciato nella sua agenda e aveva visto che la bella poliziotta stava arrivando per affidargli un incarico. Ryo le avrebbe chiesto la solita botta in cambio, più tutti gli arretrati, compresi d’interessi.
Solo per questo ed esclusivo motivo se ne stava tutto tranquillo seduto al bancone, canticchiando allegramente senza degnare Miki di uno sguardo. Saeko era vicina.
Miki e Kaori lo guardarono: la prima perplessa e cauta, la seconda con rassegnazione.
- Di, non è che Ryo sta male, vero?
- Fino a stamattina stava benissimo, soprattutto a sentire il tuo nome.
- Che cosa gli è preso allora?
- Mah, e chi lo sa. Non so cosa mi preoccupa di più. Se la sua espressione o il fatto che non ti guardi.
Miki e Kaori si guardarono un attimo colte da un pensiero improvviso, poi abbassarono la testa sospirando mormorando all’unisono:
- Ha saputo che sta arrivando Saeko.-
Uno scampanellio annunciò l’entrata dell’oggetto dei desideri di Ryo, sfoderando il suo sorriso sicuro e seducente.
- Buon giorno a tutti.-
- Yahoo! Ciao Saeko dolcezza! Come sta…-
Ryo si tuffò all’indirizzo di Saeko… tuffo che terminò bruscamente a mezz’aria.
Kaori, con un’agilità impressionate per una sull’orlo di una crisi di nervi, aveva afferrato un martello e con un colpo da maestro aveva rimandato Ryo nella direzione in cui era arrivato, facendolo sbattere nel muro dietro al bancone. Saeko, per nulla impressionata, andò a raggiungere le ragazze.
- Vedo che oggi siete belli carichi eh?-
Il mugugno di Kaori, l’imbarazzo di Miki e un Ryo riemergente dal muro antistante, salutarono l’arrivo della donna.

Pochi minuti dopo, sedevano tutti e tre al bancone con davanti le tazze fumanti. Miki, molto preoccupata per lo stato di salute dell’amica, aveva preparato a Kaori una camomilla, che la ragazza rimestava scura in volto.
- Allora, qual è il caso che devi proporci?-
- Non c’è bisogno che mostri così tanto entusiasmo Kaori.-
La sweeper era ancora arrabbiata con Ryo per le sfuriate a distanza ravvicinata che le aveva fatto fare quel giorno e il derivante mal di stomaco. Lui dal canto suo, era al settimo cielo mentre studiava le curve di Saeko seduta accanto a lui, completamente dimentico della testa fasciata e del naso ancora tumefatto.
- Si tratta di proteggere una ragazzina di quattordici anni. La sorella è una giornalista che ha intenzione di svelare alcuni dei segreti di un importante uomo politico che da tempo sospettiamo implicato con la mafia.
Così semplice?
- Quindi noi dovremo proteggere la ragazzina?- Kaori, al pensiero che con loro non avrebbe abitato nessuna bella sventola tutte curve, aveva ripreso un po’ della sua espressione serena ma senza farsi troppe illusioni, sicuramente c’era dell’altro; Ryo al contrario, si era subito incupito.
- Esattamente. Alla donna ci ha già pensato la polizia, o meglio, il suo ragazzo, che è uno dei nostri migliori agenti.-
Crudele la vita, con una sola frase Saeko cancello a Ryo la possibilità di farsi pagare in natura una volta di più.
- Bene, allora accetteremo senz’altro, non è vero Ryo?- Kaori era decisamente più sollevata.
Lo sweeper, che stava per replicare in malo modo, si blocco subito alla vista Kaori e dell’esalazione dei suoi pensieri ‘Accetta o muori’.
- Emh, ma certo.- disse senza troppo entusiasmo e sudando abbondantemente.
Saeko sorrise certa della completa disponibilità dell’uomo.

Dall’altro lato della strada in un’utilitaria verde scuro, un uomo osservava il bar con un piccolo binocolo dalle lenti schermate. C’erano solo quattro persone nel locale in quel momento: quella dietro al bancone era la proprietaria; l’altra, una donna avvenente e ben vestita non la conosceva, non era nel dossier posato sul sedile del passeggero accanto a lui; ne rimanevano solo due ed erano inconfondibili.
“Devono essere loro.”
I tre si alzarono e si diressero verso l’uscita sempre parlando tra di loro. Si affrettò a mettere via il binocolo e ad accendere il motore; prima che fossero tutti usciti lui era già partito.

Dall’espressione di Ryo, si capiva subito che il caso non gli andava a genio: si trattava di proteggere una ragazzina, che aveva una sorella più grande già impegnata e per giunta con un poliziotto; senza dubbio, non era soddisfatto.
- Bhè non parli più? Non hai detto una parola da quando siamo usciti dal bar.
Kaori lo stava fissando attendendo una risposta, ma lui si limitò a girarsi con un’aria imbronciata da bambino offeso. Kaori rimase interdetta: non aveva visto l’espressione di Ryo e non riusciva a capire cosa gli passasse per la testa. Il pensiero di un incarico semplice e ben pagato aveva eliminato ogni altro pensiero nella sua mente oltre che il mal di stomaco.
- Che c’è? Qualcosa non va?
- Certo che non va!
Kaori ammutolì, il tono di Ryo era molto serio
- È questo caso che non va!
Anche Saeko si voltò all’indirizzo di Ryo con aria allarmata. Che cosa sapeva lui che era sfuggito a lei? Questa volta aveva giocato pulito.
- Questa volta Saeko mi dovrà dare anche gli interessi! Ma tu guarda! Un ragazzina mi doveva affidare, ma io…
Ryo non riuscì a finire nemmeno quella frase. Una Kaori più che furente e una Saeko soddisfatta della vendetta compiuta lo guardavano furenti.
- Sei sempre il solito maniaco, non cambi mai!-
Lo sweeper era stato letteralmente scaraventato nel marciapiedi da una Kaori rossa in viso: un grosso pupazzo bronzeo di una rosticceria gravava sulla schiena dell’uomo letteralmente incastrato nelle lastre di cemento.
- Vedi di essere più educato quando arriverà la ragazzina, altrimenti ci penserò io a metterti in riga!-
Ryo, malmenato per la terza volta in meno di due ore, preferì capitolare.
- O-obbedisco.-






*Lo Stockalper era un nobile svizzero molto ricco del Seicento, che fece una cosa piuttosto importante, come finanziare la mulattiera che da Domodossola porta a Briga.
Finanziò tantissimo anche il convento del Sacro Monte ossolano, sempre la mulattiera del percorso del calvario (doveva essere un appasionato).
Su di lui c'è una storiella che il mio professore d'italiano trovava molto divertente: arrivato a Milano lo Stockalper si accorse che il suo cavallo aveva perso un ferro e andò dal fabbro per farselo rimettere. Purtroppo non parlava molto bene l'italiano e l'uomo lo prese per uno dei poveri idioti senza molti soldi in tasca che pullulavano nella città. Lo Stockalper riuscì a insistere abbastanza per convincerlo a dare un'occhiata al suo cavallo, e il fabbro rimase letteralmente di sasso nel constatare che i tre ferri rimasti erano tutti d'argento.
Non so se sia vera o no, ma mi è sempre piaciuta.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: Heresiae