Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: storyteller lover    24/09/2010    2 recensioni
"Ricordami, quando me ne sarò andata via,
via, lontano nella silente terra,
quando non potrai più tenermi per mano…
soltanto ricordami…
Tuttavia, se dovessi dimenticarmi a volte
e poi ricordami, non addolorarti:
perché se l’oscurità e la corruzione lasciassero
un segno dei pensieri che ebbi un tempo,
sarebbe meglio per te dimenticare e sorridere
che ricordare ed essere triste."

(Traduzione libera da Christina Rossetti, Remember, 1860)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Cap. 3: Una bacchetta nuova per Ella

 

Come deciso, la signora Weasley ed Ella andarono a Diagon Alley il mattino seguente.
Uscirono  molto presto, così presto che il Quartier Generale era ancora deserto.
“Forza Ella cara. Dobbiamo fare in fretta.” Le diceva sua cugina.
“Sei mai stata a Diagon Alley? No? Vabbè, oggi ti ci farai un bel giretto. Controlla per favore la lista dei libri, credo che bene o male abbiate tutti bisogno del nuovo libro di difesa contro le arti oscure.” 
Solo Ella doveva acquistare davvero tutto, dal calderone in peltro al cappello a punta.
Tutti gli altri avevano già tutto quello che gli occorreva. 
Passarono così per prima cosa alla Gringott dove Ella prelevò del danaro dal suo conto personale, e poi da Madama McClan dove Ella si fece confezionare tre divise nere in tinta unita e gli indumenti con il simbolo dei Grifondoro. Ma acquistò anche un grazioso paio di guanti in cuoio e una mantellina rossa da indossare durante le gite a Hogsmade.
“Mi piacerebbe imparare a cucire come Madama McClan. A Natale regalo sempre ai ragazzi un maglione o una sciarpa ricamati ai ferri, ma non vengono certo così bene.” 
Passarono al Ghirigoro e acquistarono i libri. 
Entrarono dal farmacista per acquistare gli ingredienti e tutto l’occorrente per frequentare le lezioni di Pozioni.
Fu una mattinata alquanto gradevole. 
Ella e la signora Weasley andavano molto d’accordo. Solo con Molly, Ella riusciva a parlare della sua situazione familiare senza trovarsi in imbarazzo.
“Hai sentito tuo padre, Ella?” Le chiese sua cugina, cercando di non far capire che era un po’ preoccupata.
“Ancora no. Gli scriverò una lettera, prima di andare a Hogwarts.  Lui, beh, non credo che voglia vedermi.” Rispose Ella, un po’ amareggiata.
“Sai che non ci siamo mai frequentati più di tanto, ma non credo che non ti voglia vedere. È tuo padre dopotutto.”
Ella promise che gli avrebbe perlomeno scritto, anche se erano anni che non si incontravano. 
“Senti Molly, mi puoi parlare di quel professore di Hogwarts, quello che ci ha portato le lettere ieri?” Chiese Ella a sua cugina, dopo averci pensato su.
“Chi, il professor Piton? Sarà il tuo insegnante di Pozioni, Remus deve avertelo detto.” Gli rispose Molly, intenta a scegliere la marca giusta di polvere volante.
“Da non credere come riusciamo a finirla subito. Devo chiedere ad Arthur di essere più cauto nell’usarla.” 
“Sì, è vero. Sembra molto autoritario. Ron e gli altri non lo trovano molto simpatico e…” Cercò di dire Ella, ma la signora Weasley la interruppe.
“Ron e i suoi fratelli dovrebbero pensare più a studiare che ha pensare al professor Piton. Silente ha le sue buone ragioni per fidarsi di lui, e per me tanto basta. E poi non devi credere a tutte le sciocchezze che dicono i tuoi cugini.”
“No, non volevo dire questo, Molly. Ero solo curiosa.”
“Non dico che sia perfettamente affabile e pronto a conversare, ma ne ha passate tante ed è...”
“Proprio lì.” Disse Ella, interrompendo i discorsi della signora Weasley.
Fu così che le due cugine videro il mantello nero di Piton uscire  da una traversa secondaria alla via principale di Diagon Alley e scomparire in un’altra stradina subito dopo.
“Oh, Ella cara,” Le disse Molly, “non dobbiamo avvicinarci. La segretezza è tutto, Silente è stato chiaro. Al di fuori delle mura dell’Ordine non dobbiamo ammettere la nostra conoscenza o collaborazione. Ora che ci penso, Mundungus dovrebbe essere da queste parti. Mi raccomando, Ella, non una parola.” Le disse Molly, tornando a scrutare la lista dei loro acquisti da fare.
“Ti manca ancora…” Stava per dire.
“Una bacchetta.” L’anticipò Ella.
“Sì, cara, e Olivander è giusto dietro l’angolo. E poi dritte a casa. Devo ancora preparare il pranzo.”
Un lieve scampanellio, proveniente dagli anfratti del negozio non meglio identificati, accolse il loro ingresso. Era un luogo molto piccolo, vuoto, tranne che per una sedia dalle zampe esili…*
Dagli alti scaffali, pieni di scatoline impolverate, ricadevano minuscoli granellini di polvere, e una luce fioca faceva capolino dalle finestre sporche.
“Buongiorno.” Disse una voce sommessa.*
Ella e Molly sobbalzarono. 

Avevano di fronte un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminavano la penombra del negozio come due astri lunari.*
“Buongiorno.” Gli rispose Molly, mentre Ella proferì un “salve” molto flebile.
“Molly Weasley. Quercia e peli di unicorno. Lunga tredici pollici e mezzo. Piuttosto flessibile. Ottima per gli incantesimi domestici.” Le disse il vecchio Olivander.
“Proprio così. La conservo con molta cura.” Gli rispose Molly, molto entusiasta.
“Il primo dei suoi figli maschi ha preferito peli di unicorno e faggio. Dieci pollici. Bella flessibile. Un po’ meno potente, ma se così è deciso, questo noi non possiamo giudicare.” Continuò il vecchio, parlando molto più a se stesso che a loro. 
“Sembra ieri che suo marito ha acquistato qui da me la sua prima bacchetta magica. Cuore di drago e salice. Dodici pollici e un quarto. Non molto elastica, ma adatta alla Trasfigurazione.”
E mentre elencava i diversi tipi di bacchette venduti a tutti i membri della  famiglia Weasley, Ella lo guardava con un’espressione mista a stupore e curiosità, che l’anziano non tardò a notare.
“Io ricordo tutte quelle che ho venduto, signorina Davies, come anche a chi appartengono. E anche quella che comprerà lei oggi resterà per sempre nella mia memoria. È la bacchetta, non il mago o la strega, a scegliere il suo possessore. Così fin dall’acquisto della bacchetta possiamo sapere se lei sarà destinata a compiere grandi cose, o a distinguersi, come molti altri prima di lei.” Le disse Olivander, scrutandola con i cuoi grandi occhi azzurri. Seppur molto in là con l’età, mostrava una mente lucida e una memoria duratura, che quasi intimidirono Ella.
“Bene, bene.” Diceva Olivader tra sé, muovendo freneticamente le dita e scegliendo con cura quali contenitori tirare fuori. 
Solo in quel momento Ella si rese conto che un metro da sarta le stava prendendo le misure del braccio.
“Usa la destra, non è vero?” Le chiese Olivander.
“Sì.” Gli rispose Ella.
“Sua madre aveva preferito una bacchetta di mogano. Dodici pollici. Flessibile. Ho detto preferito, ma come ho detto, è la bacchetta a scegliere.” Diceva tutto eccitato.
Dopo un bel po’ di tramestio e concitazione, Olivander porse quella bacchetta che aveva giudicato adatta per la prima volta.
“Castagno e corde di cuore di drago. Otto pollici. Elastica. Leggermente sibilante. La provi.” Le disse, ma prima che Ella lo facesse, Olivander gliela prese.
Scomparve ancora una volta dietro gli scaffali e ne riemerse con una nuova bacchetta.
“Tenga questa. Frassino e piume di fenice. Elastica. Undici pollici.”  Disse, porgendogliela.
Ella la agitò, ma non accadde nulla.
“Forse, questa.” Le disse, porgendogliene un’altra. “Pino e peli di unicorno. Piuttosto flessibile. La provi.”
Ma neanche quella bacchetta, ne le successive, sembravano soddisfarlo.
Un cliente difficile, eh? No, niente paura, troveremo quella che va a pennello*…” Le disse Olivander. 

Le bacchette si stavano accumulando sulla sedia, ma più Olivander ne tirava fuori dagli scaffali, più sembrava felice.*
“Non si preoccupi, signorina Davies, sono certo di aver fabbricato quella che fa per lei.” Le disse entusiasta. 
Poi, d’improvviso, sembrò concentrarsi profondamente.
Mormorava parole incomprensibili e agitava nuovamente le dita sottili, dirigendosi nello scaffale alla sua sinistra.
Ne estrasse una scatola logora e consunta, ma prima di aprirla, puntò nuovamente il suo sguardo su Ella.
“Potrebbe essere quella giusta. La lunghezza, la linea del suo braccio sembrano a dir poco perfette.” Le disse.
Scartò rapidamente la scatola e ne estrasse una bacchetta di un bel rosso bruno. Era stranamente lavorata, con intarsi lungo tutta l’estensione della bacchetta.
“Ciliegio selvatico e piume di fenice. Quindici pollici e mezzo. Molto flessibile. Appena, appena sibilante, ma perfettamente elastica.” Le disse, porgendogliela.
Impugnata la bacchetta, Ella le diede un lieve colpetto e dalla punta scaturì una scia blu e argentata, con spruzzi di scintille che disegnarono una linea curva nell’aria.
“Bravissima, signorina Davies, proprio così. Molto, molto bene.” Disse Olivander. “Sa, ho atteso a lungo di trovare qualcuno adatto per questa bacchetta. L’ho fabbricata prim’ancora che lei, Molly, entrasse alla scuola di Hogwarts. Molto prima, molto prima, direi. Forse Silente non era ancora diventato Preside.” Disse Olivander. “Vedere la nascita di una bacchetta e saperla inutilizzata è un’amara consolazione, signorina Davies. Sono contento che lei sia stata scelta da questa bacchetta. Mi è molto cara. Vede, il legno del ciliegio è molto duro, compatto e resistente. Per ottenere un risultato eccellente, deve essere lavorato con cura e attenzione. E più a lungo si lavora il legno, più potente è la bacchetta. Ma bisogna interrompere il lavoro, prima che, a lungo andare, il legno perda le sue preziose qualità. Posso già dirle che mi aspetto di sapere grandi cose, su di lei.”
Ella pagò la sua bacchetta nuova diciassette falci e nove zellini e qualche minuto dopo, lei e Molly rientravano al Paiolo Magico, cariche di pacchi e di buste, pronte a tornare a casa.

 

Al Quartier Generale.

 
Appena rientrata al Quartier Generale, Ella salì in camera sua per sistemare i suoi nuovi acquisti.
Tutti i libri finirono dentro il baule, come il calderone, la bilancia e tutto il resto.
Lasciò per ultima la bacchetta. Era decisa a guardarla meglio. 
Le piaceva, e molto. 
Le sarebbe piaciuto mostrarla agli altri, ma per il momento, se la infilò in tasca e uscì dalla stanza, diretta al piano di sotto. Un pensiero le tornò in mente, allora, mentre scendeva le scale.
Di sfuggita, al ritorno da Diagon Alley, aveva intravisto nuovamente quel professore, Piton, seduto in disparte al Paiolo Magico. Molly non ci aveva fatto caso, ma lei sì.
Era stata una figura ricorrente negli ultimi due giorni ed Ella iniziava a capire il perché non suscitasse molta simpatia ai più. Era piuttosto silenzioso e autoritario, e sarebbe stato meglio non fare niente che potesse infastidirlo, una volta andata ad Hogwarts, pensò Ella, mentre scendeva le scale.
Come sempre, solo la luce della cucina era accesa e tutti erano seduti intorno al tavolo, a discutere.
Harry, Ron ed Hermione formavano un gruppetto unito a cui ogni tanto si aggiungeva Sirius.
Molly e Arthur parlavano tra di loro accanto a una poltrona, mentre Ginny leggeva un libro proprio vicino a loro, disturbata dalle continue ragazzate di Fred e George. Lupin e Tonks parlavano con Kingsgley, mentre Moody stava dando una bella lavata di capo a Mundungus per aver cercato di contrabbandare delle piante carnivore a un babbano inconsapevole, spacciandole per delle comunissime gardenie.
“Ecco la nostra bella ragazza.” Esortò Sirius, quando Ella entrò in cucina,
Tutti la salutarono gioiosamente e insistettero affinché Ella mostrasse loro la loro bacchetta e raccontasse tutta la scena per filo e per segno.
“È davvero molto bella. Non credo di averne viste così, fin’ora. Tu che ne dici Remus?” Disse Sirius.
“È particolare, non c’è dubbio. Il buon vecchio Olivander ha superato di nuovo se stesso.” 
“È un po’ strampalato, oserei dire.” Disse Ron, ridendo sotto i baffi. “Mette agitazione, non trovate? E non è piacevole sentire che riesce a ricordarsi persino la prima bacchetta che ha venduto, mentre io fatico a ricordare quello che ho mangiato a pranzo.”
“È un grande esperto, Ron. E ne sa molto più di chiunque altro sulle bacchette. Ricordo quando mi vendette la mia. Fu davvero emozionante.” Disse Hermione.
E tutti presero a discutere su quale fosse la bacchetta più bella.
Sirius restava in disparte e sorrideva ad Ella, quasi con aria paterna.
“Quando acquistai la mia,” Disse Harry, “Olivander dovette tirarne fuori un intero scaffale. Ricordo di essermi trovato in grande imbarazzo. Non sapevo che fare per la metà del tempo.”
“Sì, è vero.” Gli rispose Ella, “Non credevo che la scelta della bacchetta fosse così sentita, anche dai non interessati.” 
E in effetti, tutti raccontavano la storia di come erano stati scelti dalla loro bacchetta.
Persino Tonks si accinse a raccontare.
“E poi c’era Piton.” Disse Ella e le sue parole causarono un’ondata di mutismo generale.
“Il professor Piton?” Chiese Ginny.
“Vuoi dire quel professor Piton?” Chiese George.
“Proprio il buon vecchio Piton?” Fece eco Fred.
“Credo che abbia afferrato ragazzi.” Disse Harry.
“Sì.” Disse Ella. “Il professore che ha portato le nostre lettere da Hogwarts. Io e Molly, vostra madre, l’abbiamo intravisto a Diagon Alley, e poi mi sembra di averlo visto anche al nostro ritorno al Paiolo Magico.” 
“E cosa diavolo ci faceva Piton al Paiolo Magico? Anzi, a Diagon Alley?” Disse Ron, piuttosto confuso.
“Ma non lo usi il cervello, Ronald? Sicuramente stava acquistando materiale per le sue scorte personali a Hogwarts. Ricordi? La scuola inizia dopodomani, pigrone.” Lo ammonì Hermione.
“Miseriaccia, tra due giorni si parte.” Disse Ron. “Doppia miseriaccia.”

 

To be continued…

 

Sono riuscita a completare anche il terzo capitolo. Non so come, ma ieri sera mi sentivo ispirata. Comunque spero sia stato interessante. L’ho scritto ambientando la gran parte della scena nel negozio di Olivander perché, insieme alla parte dello specchio dei desideri, era la mia scena preferita di Harry Potter e la Pietra Filosofale.

Tutte le bacchette che nomino sono puramente inventate. Ovviamente ho riletto quella parte della storia, cercando di capire i criteri di classificazione di Olivander e cercando di descrivere bene questo strano ma importante personaggio. Le descrizioni sulle caratteristiche del legno del ciliegio non sono inventate, ma reali. Tutto ciò che Olivander dice riguardo alla bacchetta di Ella e della lavorazione delle bacchette in genere è puramente frutto della mia immaginazione. 
Tutte le parti in corsivo e contrassegnate dall’asterisco sono tratte da Harry Potter e la Pietra Filosofale, 1998, Salani Editore, dal capitolo 5 Diagon Alley*.

Ringrazio in particolare:

Hotaro_Tomoe: grazie mille di aver recensito la storia, mi ha fatto molto piacere.^^
giada2000 e lucre per aver inserito la storia tra i preferiti e hermione616 per seguire la storia.^^

Grazie a tutti per aver letto, alla prossima

 

storyteller lover

 

    

    

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: storyteller lover