Cap. 3: Una bacchetta nuova per Ella
Come deciso, la
signora Weasley ed Ella andarono a Diagon Alley il mattino seguente.
Uscirono molto
presto, così presto che il Quartier Generale era ancora
deserto.
“Forza Ella cara. Dobbiamo fare in fretta.” Le
diceva sua cugina.
“Sei mai stata a Diagon Alley? No? Vabbè, oggi ti
ci farai un bel giretto. Controlla per favore la lista dei libri, credo
che bene o male abbiate tutti bisogno del nuovo libro di difesa contro
le arti oscure.”
Solo Ella doveva acquistare davvero tutto, dal calderone in peltro al
cappello a punta.
Tutti gli altri avevano già tutto quello che gli occorreva.
Passarono così per prima cosa alla Gringott dove Ella
prelevò del danaro dal suo conto personale, e poi da Madama
McClan dove Ella si fece confezionare tre divise nere in tinta unita e
gli indumenti con il simbolo dei Grifondoro. Ma acquistò
anche un grazioso paio di guanti in cuoio e una mantellina rossa da
indossare durante le gite a Hogsmade.
“Mi piacerebbe imparare a cucire come Madama McClan. A Natale
regalo sempre ai ragazzi un maglione o una sciarpa ricamati ai ferri,
ma non vengono certo così bene.”
Passarono al Ghirigoro e acquistarono i libri.
Entrarono dal farmacista per acquistare gli ingredienti e tutto
l’occorrente per frequentare le lezioni di Pozioni.
Fu una mattinata alquanto gradevole.
Ella e la signora Weasley andavano molto d’accordo. Solo con
Molly, Ella riusciva a parlare della sua situazione familiare senza
trovarsi in imbarazzo.
“Hai sentito tuo padre, Ella?” Le chiese sua
cugina, cercando di non far capire che era un po’ preoccupata.
“Ancora no. Gli scriverò una lettera, prima di
andare a Hogwarts. Lui,
beh, non credo che voglia vedermi.” Rispose Ella, un
po’ amareggiata.
“Sai che non ci siamo mai frequentati più di
tanto, ma non credo che non ti voglia vedere. È tuo padre
dopotutto.”
Ella promise che gli avrebbe perlomeno scritto, anche se erano anni che
non si incontravano.
“Senti Molly, mi puoi parlare di quel professore di Hogwarts,
quello che ci ha portato le lettere ieri?” Chiese Ella a sua
cugina, dopo averci pensato su.
“Chi, il professor Piton? Sarà il tuo insegnante
di Pozioni, Remus deve avertelo detto.” Gli rispose Molly,
intenta a scegliere la marca giusta di polvere volante.
“Da non credere come riusciamo a finirla subito. Devo
chiedere ad Arthur di essere più cauto
nell’usarla.”
“Sì, è vero. Sembra molto autoritario.
Ron e gli altri non lo trovano molto simpatico e…”
Cercò di dire Ella, ma la signora Weasley la interruppe.
“Ron e i suoi fratelli dovrebbero pensare più a
studiare che ha pensare al professor Piton. Silente ha le sue buone
ragioni per fidarsi di lui, e per me tanto basta. E poi non devi
credere a tutte le sciocchezze che dicono i tuoi cugini.”
“No, non volevo dire questo, Molly. Ero solo
curiosa.”
“Non dico che sia perfettamente affabile e pronto a
conversare, ma ne ha passate tante ed è...”
“Proprio lì.” Disse Ella, interrompendo
i discorsi della signora Weasley.
Fu così che le due cugine videro il mantello nero di Piton
uscire da
una traversa secondaria alla via principale di Diagon Alley e
scomparire in un’altra stradina subito dopo.
“Oh, Ella cara,” Le disse Molly, “non
dobbiamo avvicinarci. La segretezza è tutto, Silente
è stato chiaro. Al di fuori delle mura dell’Ordine
non dobbiamo ammettere la nostra conoscenza o collaborazione. Ora che
ci penso, Mundungus dovrebbe essere da queste parti. Mi raccomando,
Ella, non una parola.” Le disse Molly, tornando a scrutare la
lista dei loro acquisti da fare.
“Ti manca ancora…” Stava per dire.
“Una bacchetta.” L’anticipò
Ella.
“Sì, cara, e Olivander è giusto dietro
l’angolo. E poi dritte a casa. Devo ancora preparare il
pranzo.”
Dagli alti
scaffali, pieni di scatoline impolverate, ricadevano minuscoli
granellini di polvere, e una luce fioca faceva capolino dalle finestre
sporche.
“Buongiorno.” Disse
una voce sommessa.*
Ella e Molly sobbalzarono.
Avevano
di fronte un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminavano
la penombra del negozio come due astri lunari.*
“Buongiorno.”
Gli rispose Molly, mentre Ella proferì un
“salve” molto flebile.
“Molly Weasley. Quercia e peli di unicorno. Lunga tredici
pollici e mezzo. Piuttosto flessibile. Ottima per gli incantesimi
domestici.” Le disse il vecchio Olivander.
“Proprio così. La conservo con molta
cura.” Gli rispose Molly, molto entusiasta.
“Il primo dei suoi figli maschi ha preferito peli di unicorno
e faggio. Dieci pollici. Bella flessibile. Un po’ meno
potente, ma se così è deciso, questo noi non
possiamo giudicare.” Continuò il vecchio, parlando
molto più a se stesso che a loro.
“Sembra ieri che suo marito ha acquistato qui da me la sua
prima bacchetta magica. Cuore di drago e salice. Dodici pollici e un
quarto. Non molto elastica, ma adatta alla Trasfigurazione.”
E mentre elencava i diversi tipi di bacchette venduti a tutti i membri
della famiglia
Weasley, Ella lo guardava con un’espressione mista a stupore
e curiosità, che l’anziano non tardò a
notare.
“Io ricordo tutte quelle che ho venduto, signorina Davies,
come anche a chi appartengono. E anche quella che comprerà
lei oggi resterà per sempre nella mia memoria. È
la bacchetta, non il mago o la strega, a scegliere il suo possessore.
Così fin dall’acquisto della bacchetta possiamo
sapere se lei sarà destinata a compiere grandi cose, o a
distinguersi, come molti altri prima di lei.” Le disse
Olivander, scrutandola con i cuoi grandi occhi azzurri. Seppur molto in
là con l’età, mostrava una mente lucida
e una memoria duratura, che quasi intimidirono Ella.
“Bene, bene.” Diceva Olivader tra sé,
muovendo freneticamente le dita e scegliendo con cura quali contenitori
tirare fuori.
Solo in quel momento Ella si rese conto che un metro da sarta le stava
prendendo le misure del braccio.
“Usa la destra, non è vero?” Le chiese
Olivander.
“Sì.” Gli rispose Ella.
“Sua madre aveva preferito una bacchetta di mogano. Dodici
pollici. Flessibile. Ho detto preferito, ma come ho detto, è
la bacchetta a scegliere.” Diceva tutto eccitato.
Dopo un bel po’ di tramestio e concitazione, Olivander porse
quella bacchetta che aveva giudicato adatta per la prima volta.
“Castagno e corde di cuore di drago. Otto pollici. Elastica.
Leggermente sibilante. La provi.” Le disse, ma prima che Ella
lo facesse, Olivander gliela prese.
Scomparve ancora una volta dietro gli scaffali e ne riemerse con una
nuova bacchetta.
“Tenga questa. Frassino e piume di fenice. Elastica. Undici
pollici.” Disse,
porgendogliela.
Ella la agitò, ma non accadde nulla.
“Forse, questa.” Le disse, porgendogliene
un’altra. “Pino e peli di unicorno. Piuttosto
flessibile. La provi.”
Ma neanche quella bacchetta, ne le successive, sembravano soddisfarlo.
“Un cliente difficile, eh? No, niente paura,
troveremo quella che va a pennello*…” Le
disse Olivander.
Le
bacchette si stavano accumulando sulla sedia, ma più
Olivander ne tirava fuori dagli scaffali, più sembrava
felice.*
“Non
si preoccupi, signorina Davies, sono certo di aver fabbricato quella
che fa per lei.” Le disse entusiasta.
Poi, d’improvviso, sembrò concentrarsi
profondamente.
Mormorava parole incomprensibili e agitava nuovamente le dita sottili,
dirigendosi nello scaffale alla sua sinistra.
Ne estrasse una scatola logora e consunta, ma prima di aprirla,
puntò nuovamente il suo sguardo su Ella.
“Potrebbe essere quella giusta. La lunghezza, la linea del
suo braccio sembrano a dir poco perfette.” Le disse.
Scartò rapidamente la scatola e ne estrasse una bacchetta di
un bel rosso bruno. Era stranamente lavorata, con intarsi lungo tutta
l’estensione della bacchetta.
“Ciliegio selvatico e piume di fenice. Quindici pollici e
mezzo. Molto flessibile. Appena, appena sibilante, ma perfettamente
elastica.” Le disse, porgendogliela.
Impugnata la bacchetta, Ella le diede un lieve colpetto e dalla punta
scaturì una scia blu e argentata, con spruzzi di scintille
che disegnarono una linea curva nell’aria.
“Bravissima, signorina Davies, proprio così.
Molto, molto bene.” Disse Olivander. “Sa, ho atteso
a lungo di trovare qualcuno adatto per questa bacchetta. L’ho
fabbricata prim’ancora che lei, Molly, entrasse alla scuola
di Hogwarts. Molto prima, molto prima, direi. Forse Silente non era
ancora diventato Preside.” Disse Olivander.
Ella pagò la sua bacchetta nuova diciassette falci e nove
zellini e qualche minuto dopo, lei e Molly rientravano al Paiolo
Magico, cariche di pacchi e di buste, pronte a tornare a casa.
Al Quartier Generale.
Appena rientrata al Quartier
Generale, Ella salì in camera sua per sistemare i suoi nuovi
acquisti.
Tutti i libri finirono
dentro il baule, come il calderone, la bilancia e tutto il resto.
Lasciò per
ultima la bacchetta. Era decisa a guardarla meglio.
Le piaceva, e molto.
Le sarebbe piaciuto
mostrarla agli altri, ma per il momento, se la infilò in
tasca e uscì dalla stanza, diretta al piano di sotto. Un
pensiero le tornò in mente, allora, mentre scendeva le scale.
Di sfuggita, al
ritorno da Diagon Alley, aveva intravisto nuovamente quel professore,
Piton, seduto in disparte al Paiolo Magico. Molly non ci aveva fatto
caso, ma lei sì.
Era stata una figura
ricorrente negli ultimi due giorni ed Ella iniziava a capire il
perché non suscitasse molta simpatia ai più. Era
piuttosto silenzioso e autoritario, e sarebbe stato meglio non fare
niente che potesse infastidirlo, una volta andata ad Hogwarts,
pensò Ella, mentre scendeva le scale.
Come sempre, solo la
luce della cucina era accesa e tutti erano seduti intorno al tavolo, a
discutere.
Harry, Ron ed Hermione
formavano un gruppetto unito a cui ogni tanto si aggiungeva Sirius.
Molly e Arthur
parlavano tra di loro accanto a una poltrona, mentre Ginny leggeva un
libro proprio vicino a loro, disturbata dalle continue ragazzate di
Fred e George. Lupin e Tonks parlavano con Kingsgley, mentre Moody
stava dando una bella lavata di capo a Mundungus per aver cercato di
contrabbandare delle piante carnivore a un babbano inconsapevole,
spacciandole per delle comunissime gardenie.
“Ecco la
nostra bella ragazza.” Esortò Sirius, quando Ella
entrò in cucina,
Tutti la salutarono
gioiosamente e insistettero affinché Ella mostrasse loro la
loro bacchetta e raccontasse tutta la scena per filo e per segno.
“È
davvero molto bella. Non credo di averne viste così,
fin’ora. Tu che ne dici Remus?” Disse Sirius.
“È
particolare, non c’è dubbio. Il buon vecchio
Olivander ha superato di nuovo se stesso.”
“È
un po’ strampalato, oserei dire.” Disse Ron,
ridendo sotto i baffi. “Mette agitazione, non trovate? E non
è piacevole sentire che riesce a ricordarsi persino la prima
bacchetta che ha venduto, mentre io fatico a ricordare quello che ho
mangiato a pranzo.”
“È
un grande esperto, Ron. E ne sa molto più di chiunque altro
sulle bacchette. Ricordo quando mi vendette la mia. Fu davvero
emozionante.” Disse Hermione.
E tutti presero a
discutere su quale fosse la bacchetta più bella.
Sirius restava in
disparte e sorrideva ad Ella, quasi con aria paterna.
“Quando
acquistai la mia,” Disse Harry, “Olivander dovette
tirarne fuori un intero scaffale. Ricordo di essermi trovato in grande
imbarazzo. Non sapevo che fare per la metà del
tempo.”
“Sì,
è vero.” Gli rispose Ella, “Non credevo
che la scelta della bacchetta fosse così sentita, anche dai
non interessati.”
E in effetti, tutti
raccontavano la storia di come erano stati scelti dalla loro bacchetta.
Persino Tonks si
accinse a raccontare.
“E poi
c’era Piton.” Disse Ella e le sue parole causarono
un’ondata di mutismo generale.
“Il
professor Piton?” Chiese Ginny.
“Vuoi dire quel professor
Piton?” Chiese George.
“Proprio il
buon vecchio Piton?” Fece eco Fred.
“Credo che
abbia afferrato ragazzi.” Disse Harry.
“Sì.”
Disse Ella. “Il professore che ha portato le nostre lettere
da Hogwarts. Io e Molly, vostra madre, l’abbiamo intravisto a
Diagon Alley, e poi mi sembra di averlo visto anche al nostro ritorno
al Paiolo Magico.”
“E cosa
diavolo ci faceva Piton al Paiolo Magico? Anzi, a Diagon
Alley?” Disse Ron, piuttosto confuso.
“Ma non lo
usi il cervello, Ronald? Sicuramente stava acquistando materiale per le
sue scorte personali a Hogwarts. Ricordi? La scuola inizia dopodomani,
pigrone.” Lo ammonì Hermione.
“Miseriaccia, tra due giorni si parte.” Disse Ron.
“Doppia miseriaccia.”
To be
continued…
Sono riuscita a
completare anche il terzo capitolo. Non so come, ma ieri sera mi
sentivo ispirata. Comunque spero sia stato interessante. L’ho
scritto ambientando la gran parte della scena nel negozio di Olivander
perché, insieme alla parte dello specchio dei desideri, era
la mia scena preferita di Harry
Potter e
Tutte le bacchette
che nomino sono puramente inventate. Ovviamente ho riletto quella parte
della storia, cercando di capire i criteri di classificazione di
Olivander e cercando di descrivere bene questo strano ma importante
personaggio. Le descrizioni sulle caratteristiche del legno del
ciliegio non sono inventate, ma reali. Tutto ciò che
Olivander dice riguardo alla bacchetta di Ella e della lavorazione
delle bacchette in genere è puramente frutto della mia
immaginazione.
Tutte le parti in corsivo e contrassegnate dall’asterisco
sono tratte da Harry
Potter e
Hotaro_Tomoe: grazie mille di
aver recensito la storia, mi ha fatto molto piacere.^^
giada2000 e lucre per
aver inserito la storia tra i preferiti e hermione616 per
seguire la storia.^^
Grazie a tutti per aver letto,
alla prossima
storyteller
lover