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Autore: virgily    25/09/2010    2 recensioni
“Un nuovo Jack lo squartatore sta terrorizzando l’intera nazione. Nessuno sa’ chi sia ma ovunque vada lascia il segno di bellissime donne morte. Tuttavia sembra che lo psicopatico serial killer abbia una preda precisa da eliminare, lo testimonia il fatto della presenza di scritte insanguinate su muri o pavimenti ritrovate assieme ai cadaveri delle donne uccise. La prima risale a due mesi fa con su scritto “questo e’ per te Juliet”; la seconda invece e’ di qualche settimana piu’ tardi dicente “sarai soltanto mia Juliet” e l’ultima invece appartiene al cadavere della donna ritrovata questa mattina alle cinque: “sto venendo a prenderti Juliet”. Si presume quindi che questa Juliet sia colei che quest’uomo brama piu’ di ogni altra cosa al mondo. Per il momento la polizia sta indagando ma ne Jack e ne Juliet sono stati trovati.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ronnie Radke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Viky immediatamente accorse in aiuto della figlioletta, la quale si era accasciata a terra tenendo tra le mani un cartoccio di carta umidiccia di lacrime; la strinse tra le sue baccia e cerco’ quanto poteva di rassicurarla; gia’ il fatto che non fosse ferita risollevo’ il cuore della madre, la quale si era immaginata il peggio. Daltronde come si poteva biasimare la povera donna? Aveva gia’ sentito altre volte la figlia gridare nel pieno dell’angoscia, e tutto per colpa di quel malato che aveva ospitato a casa tanto tempo fa.

-piccola? Tesoro? Respira bambina mia che e’ successo?!- domando’ la madre con i lacrimoni, asciugando con i pollici le gemme bagnate che colavano sul suo piccolo volto vellutato,

-mi ha tagliato una ciocca di capelli... Stanotte Ryan e’ stato qui mamma e io non me ne sono accorta. P-poteva uccidermi!- singhiozzo’ la moretta nascondendosi nel petto della genitrice, la quale comincio’ apparentemente a coccolarle i capelli, anche se Armony sapeva bene che in realta’ stava guardando la ciocchetta corvina che quel maniaco le aveva tranciato. Sentiva il cuore creparsi un’ennesima volta, e aveva paura... non tanto per il fatto che quello schizzato era entrato furtivamente nella sua camera. No quello che in realta’ le faceva piu’ male erano le parole che stavano per uscire lente ma spavalde dalla bocca della sua mamma:

-ci dobbiamo traferire-.

Proprio come aveva previsto sua madre era nuovamente convinta che scappare fosse il metodo giusto di scampare dall’omicida; di ostacolare il passato. Prendendo un respiro profondo la ragazza si poggio’ con la schiena contro il muro, osservando malinconicamente il soffito: Ronnie Radke, questo era il suo unico pensiero; non gli importava nulla di quel malato psicopatico che bramava il suo “sangue”... Tutto quello che piu’ desiderava era rimanere accanto all’uomo che amava, e non avrebbe permesso a una Squallida imitazione di Jack lo squartatore di portargli via l’unica persona che in diciasette fottuti anni di miserabile vita, passati a scappare come un topo, di portarglielo via. Armony era decisa quanto seria, osservo’ la madre nelle sue profonde iridi verdognole e si mordicchio’ le labbra; era la prima volta che stava per contraddire sua madre, e sentiva il cuore esploderle nel petto

-no. Io non vengo- affermo’ schiettamente la giovane

-c-cosa? Forse non ti rendi conto della gravita’ della situazione...-

-no mamma, sei tu che non ti rendi conto. Che fine farebbe Ron?- domando’ scansando appena la donna che si era accostata a lei cenrcando di protrarla via

-amore mio, so che adesso ti senti legata a lui. Ma devi capire che prima devi pensare a te... e poi agli altri- rispose scostandole una ciocca dietro l’orecchio, ma di starla a sentire non c’era verso, anzi quasi gli diede fastidio quel gesto tipicamente materno. Armony aveva deciso, costi quel che costi sarebbe rimasta... anche se prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con il suo peggiore incubo.

-dovremmo solatanto cambiare casa. E per altro tempo saremo al sicuro mamma. Andra’ tutto bene!- sussurro’ speranzosa la piccola moretta accoccolandosi alla madre sperando che le sue parole carezzevoli potessero servire a qualcosa

-oppure, potrei... No forse e’ meglio di no.- tralascio’ la frase a meta’ cosi’ che un silenzio interrogativo aleggiasse all’interno dell’intera camera. Voleva depistare l’inseguitore e allo stesso tempo rendere la sua bambina felice, e un’idea follemente brillante si schianto' nella sua mente ancora addormentata e angosciata

-cosa? Mamma a questo punto tutto fa brodo...-

-scappa da Ronald- affermo’ seriosamente cogliendola di sorpresa, facendola fremere e allo stesso tempo palpitare dalla emozione che quelle strane parole le avevano creato

-c-come?- domando’ ancora incredula, non aveva assimilanto per bene il significato di quelle 14 lettere

-per qualche giorno io andro’ in albergo. E tu da Ronnie. Che ne so’ digli che parto per lavoro. Quando quel figlio di puttana vedra’ casa vuota sicuramente pensera’ che ce ne siamo andate. Si lo so che forse e’ un piano stupido...- affermo’ abbassando di colpo la sguardo, rienendosi una madre incampace di proteggere la propria figlia. Tuttavia Armony non pote’ che ritenersi onorata di avere una mamma come Viky; quel piano era cosi’ maledettamente perfetto che quasi si stupi' del fatto che non l’avessero accettata nell’esercito; un cervello stratega come il suo avrebbe fatto furore in campo militare. Guizzando come un pesciolino abbraccio’ la sua genitrice piangendo dalla gioia e dalla euforia

-sei un genio. Sei un genio!- cinguetto’ la mora volteggiando per la sua stanza a occhi socciusi: si vedeva tra le braccia tatuate e possenti del suo Radke, avvolta dal cuo carisma del duro, cullata dalla sua dolcezza... incantata dalle sue labbra.

 

Ore otto e mezzo del mattino; il moro stava seduto sulla gradinata dell’entrata principale all’istituto con le cuffiette nelle orecchie e lo sguardo sperso nel vuoto. Quasi gli parve di aver vissuto un incubo quando quella stessa mattina si era risvegliato solo sotto le lenzuola; per tutta la notte gli parve di averla stretta al suo petto, di averla amata finche’ Morfeo non fosse giunto su di loro. Poi imporvvisamente riconobbe una Galaxy nera entrare nel parcheggio della scuola; Viky era alla guida e la sua bella mora scese abbracciandola forte, brandendo un grande borzone azzurrino mentre in spalla portava la cartella. Senza neanche avvertire il suo Maxwell, il quale stava comodamente steso tra belle pupattole che lo viziavano con carezze e baci intriganti, si sfilo’ le auricolari e comincio’ a camminare in direzione della sua preziosa parte di anima che la sera prima, alle undici in punto, aveva lasciato per una delle sue notti piu’ lunghe della sua vita.

Sciogliendo l’abbraccio la donna piu’ grande sorrise al giovane che era giunto ale spalle della ragazza e lo saluto’ con un bacio sulle guance, come se lo conoscesse da una vita; come se fosse una delle poche persone di cui potesse fidarsi ciecamente

-Ronald... dovrei chiederti un favore caro...- comincio’ la donna cingendo le spalle di sua figlia con un braccio

-mi dica tutto Viky- rispose esponendo un tenero sorriso, che giunse al culmine della dolcezza nello stesso momento incui i suoi grandi occhioni scuri si mescolarono con le grandi iridi verdi della sua anima gemella

-so che sembra sfacciato, ma desidererei che tu ospitassi la mia Armony per qualche settimana. Purtroppo questa mattina mi hanno avvisata di un imminente viaggio per motivi di lavoro. Posso affidarla a te?- la domanda della donna parve musica per le orecchie di Ronnie: lui e lei, per settimane, nella stessa casa... e sicuramente suo padre sarebbe stato daccordo, dopotutto il buon vecchio Mr. Radke era gia’ pazzo di lei:

 

“-dovresti frequentarla piu’ spesso quella Armony. E’ spontanea, e’ semplice... ma sopratutto figlio mio...-

-non e’ una barbie. Lo so- ridacchio’ il moretto prima di entrare in camera sua.”

 

Tornato dal suo breve flash back, il moro annui’ piu’ volte prima di afferrare ambo le mani della donna

-le posso assicurare che andra’ tutto bene. Che il suo soggiorno in casa mia sara’ piacevolissimo.-

-spero sia cosi’ anche per tuo padre-

-mio padre sara’ piu’ che entusiasta... si fidi.- ridacchio’ lasciandosi improvvisamente abbracciare da una Viky sollevata per aver fatto la scelta giusta

-bambina ci vediamo tra qualche settimana allora. Stammi bene- singhiozzo’ baciandole le guance prima di ritornare in macchina, e sparire veloce nel silenzio dei due, che non facevano altro che continuare a guardarsi nell’immensita’ degli specchi delle loro anime.

-mi sei mancata- sussurro’ afferrandola delicatamente per i fianchi, avvicinandosi a lei, quel tanto che bastava per farsi sfiorare dal suo respiro tiepido e dolciastro

- la tua maglietta mia coccolata stanotte sai? Tuttavia non credo che sia lo stesso di quello che mi procura il tuo petto...- ridacchio’ maliziosamente la morette poggiandogli ambo i palmi sui pettorali, percependo direttamente sulla sua pelle i battiti accellerati del cuore di Ron, causati dalla stretta vicinanza con cio’ che riteneva piu’ importante di qualsiasi altra cosa al mondo

-vogliamo provare?- ridacchio’ divertito allora il giovane Ron facendo salire un palmo sulla sua schiena, coperta da un magliettina rossa, avvicinandola man mano al suo corpo massiccio e tatuato. Si sfiorarono appena le punte dei loro nasi, quasi stuzzicandosi a vicenda prima che il bel tenebroso fuse le sue labbra con quelle della novizia, che immediatamente lascio’ andare a terra la valigia per stringersi al collo del suo amato; gustandosi un’ennsima volta quel sapore dolce e suadentemente amaro per cui valeva la pena di rischiare la vita.

 

*Angolino di Virgy*

solitamente non commento il mio operato, o meglio lo faccio di rado...

Beh che dire... l'idea della "fuga" dall'amante mi e' parsa cosi' romanticamente audace che non ho saputo resistere!

A quanto ho potuto constatare invece Ryan non piace, anzi vi sta proprio sullo stomaco; e devo ammettere che sono veramente contenta di cio'.

Volevo cercare di rendere questa figura come il male fatto persona, come una persona che puo', anzi che deve essere odiata e credo di esserci riuscita!

Bene con questo ho finito e voglio ringraziarvi per aver letto fin qui e non esservi annoiati.

Un dolce bacino

-V-  

  
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