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Autore: Taila    25/09/2010    1 recensioni
La Regina Bianca e Alice sono nello studio di quest'ultima. Per convincere la ragazza a combattere contro il Ciciarampa l'indomani, la Regina le racconta la storia di Eileen, una ragazza venuta dal Sopramondo che, molto tempo addietro, divenne una Paladina di Sottomondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve salvino gentili lettrici ^___^ Eccomi di ritorno: ho alcuni capitoli pronti così mi sono data da fare nel caso avessi problemi ad aggiornare nei prossimi giorni. Mi sono portata avanti con il lavoro ^^ Ma veniamo a noi. Ringrazio Euridice Volturi: Eccomi qui, ho fatto prestissimo questa volta ^__^ Per Iain dovrai aspettare ancora qualche capitolo ^^ Ringrazio Leia_the_Witch: Tesssorro *ç* Grazie davvero, il mio ego è tutto arrossito ^//^ entrambi ti ringraziamo per le bellissime parole, davvero! A me piace molto giocare con personaggi originali all'interno di fandom famosi, mi diverto tantissimo ^O^ Mi piace cercare di renderli credibili come quelli non originali, spero di riuscirci anche qui. Allora spero di aver inserito anche il tuo: magari ci piace lo stesso personaggio -___^ Ringrazio: Alice_in_Realityland, Euridice Volturi e LazioNelCuore 1711 per aver inserito la fic tra i preferiti. Ringrazio: eleonora96 e Leia_the_Witch per aver inserito la fic tra i seguiti. Ringrazio tutti coloro che hanno anche solo letto (inchino).
Adesso vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente \^__^/


Capitolo III: La colpa del Re

In piedi davanti alla grande vetrata che si apriva sulla parete alle spalle del trono, la Regina Blu osservava il ponte mobile che si stava abbassando per permettere al Fante e ai soldati di entrare nel castello.
Si sentiva inquieta.
Da quando aveva preso il potere con un rapido colpo di mano, assoggettando tutta Sottomondo ai suoi capricci, non aveva mai provato un’emozione simile. Era sempre stata una persona molto determinata, fin da bambina aveva sempre saputo cosa volesse per sé e come ottenerlo. Era cresciuta ombrosa e irascibile, fredda e disinteressata verso qualsiasi cosa che non fosse se stessa e il potere. E forse il suo carattere era dovuto al fatto che era la primogenita e alla consapevolezza che i suoi genitori si aspettassero molto da lei. Quegli stessi genitori che le avevano strappato l’infanzia, costringendola a comportarsi da adulta quando era poco più che una bambina. Quegli stessi genitori che indulgevano in carezze e sorrisi verso sua sorella, che si scioglievano davanti ai suoi grandi occhi neri e la viziavano in tutti i modi possibili e immaginabili.
Ricordava bene tutte le volte in cui era stata costretta a sedere a un tavolo della biblioteca di palazzo ad ascoltare le noiose lezioni del precettore, mentre il suo corpo gridava dalla voglia di correre libero e i corridoio del castello risuonavano delle risate e dei giochi della sorella.
Ma lei si applicava di più, sempre di più, ignorando tutto ciò che non fosse il suo dovere e lo studio, per cercare di compiacere quei genitori sempre più lontani che sembravano non essere mai soddisfatti di lei e che ricoprivano di lodi sua sorella per la minima sciocchezza.
E alla fine cosa mi hanno fatto? La Regina Blu strinse le dita a pugno forte, al solo ricordo.
Lo rammentava bene, quel giorno: pioveva a dirotto, cascate di fulmini si rovesciavano nel cielo nero e carico di nubi, illuminando per un attimo tutto il paesaggio circostante, mentre i tuoni rombavano minacciosi sulle cuspidi delle montagne lontane. Il loro padre, ormai anziano, aveva convocato lei e la sorella nel suo studio. Credeva che volesse finalmente annunciare la sua successione al trono. Il Re le aveva ricevute seduto alla sua scrivania mentre scriveva un documento, solo dopo averlo firmato aveva sollevato lo sguardo e le aveva scrutate a lungo in volto, con quei suoi occhi da falco che sembravano scavare fino a raggiungere la loro anima, come se stesse cercando qualcosa. Poi, alla fine, lo sguardo del padre si erano fermato su di lei e lui l’aveva chiamata per nome. Si era sentita felice e orgogliosa come mai lo era stata prima, certa che il suo genitore avrebbe finalmente riconosciuto i suoi sforzi e i suoi meriti. Beryl tu non diventerai regina. Con questo documento dichiaro di voler abdicare e di lasciare il trono e la corona alla mia secondogenita, Gael Harrewood. Non una parola di consolazione o una spiegazione per quella decisione che le sembrava incomprensibile: aveva costruito tutta la sua vita sul momento in cui sarebbe diventata regina e ora tutte le sue speranze erano crollate come un castello di carte. Quelle poche, misere parole di suo padre erano incise a fuoco nella sua mente, non le avrebbe mai dimenticate perché sancivano la sua definitiva sconfitta.
Era lei la primogenita, la corona le spettava di diritto!
Aveva mostrato di accettare la decisione del padre e si era congratulata con sua sorella, ma dentro di sé meditava già vendetta. Si era ritirata nell’ombra, al sicuro nel castello che era stato fatto costruire per lei ai Picchi Aguzzi, coltivando quell’innata fermezza e crudeltà e freddezza, tessendo e tramando come un ragno velenoso, aspettando pazientemente il momento adatto in cui la sua preda si sarebbe messa in trappola da sola e avrebbe potuto divorarla. Con un patto terribile era riuscita a legare a sé il terrificante Ciciarampa, la pedina più importante della sua scacchiera, certa che nessuno avrebbe mai osato sfidarla fino a quando l’avesse avuto al suo fianco.
E quel momento era giunto poco dopo la morte del loro padre. Gael regnava su Sottomondo con il titolo di Regina Verde da alcuni anni, serenamente e ignara dei pericoli che si stavano formando alle sue spalle. Lei aveva radunato in fretta il suo esercito e sferrato un attacco fulmineo al Palazzo di Cristallo, cogliendo tutti di sorpresa, quando meno se l’aspettavano. Il Ciciarampa aveva distrutto ogni cosa, guidando il suo esercito al trionfo, trasformando la rigogliosa e pacifica residenza di sua sorella in un deserto in cui non riuscivano più a crescere neanche le erbacce.
La sua cara sorellina era stata catturata, costretta ad assistere alla rovina del suo bellissimo mondo e alla morte dei suoi dignitari, e poi l’aveva rinchiusa nella torre più alta e isolata del suo palazzo, alla quale poteva accedere solo una serva anziana e fedele solo a lei.
Spaventati dalla sua azione di forza, gli abitanti di Sottomondo avevano giurato a lei fedeltà, dichiarandola loro regina.
Erano passati cinque anni da allora e ormai credeva di essere riuscita a consolidare il suo dominio, invece…
Invece aveva scoperto che molti dei suoi sudditi si erano riuniti attorno a una profezia che assicurava che presto il suo regno sarebbe terminato e la Regina Verde sarebbe tornata sul trono.
Si era mossa più in fretta che aveva potuto, vietando le riunioni non autorizzate dei suoi sudditi e arrestando e giustiziando tutti coloro che venivano anche solo sospettati di parteggiare per sua sorella.
Ma nemmeno questo era bastato. Gli abitanti di Sottomondo avevano stretto le fila e si erano fatti più furbi e sfuggenti. Aveva così iniziato a mandare delle spie perché si unissero ai ribelli e scoprissero cosa stava succedendo. Era stato così che aveva scoperto che tutti stavano aspettando una Prescelta che giungesse in loro aiuto dal Sopramondo, l’unica che potesse sconfiggere il Ciciarampa e porre fine al suo regno.
Da quel momento non era riuscita a darsi pace, viveva costantemente nel terrore e a nulla serviva aver aumentato le sue pattuglie che perlustravano ogni angolo del regno e che tornavano sempre a mani vuote.
Il dubbio e la preoccupazione erano due tarli che la stavano rodendo nel profondo, impietosamente, istante dopo istante. Doveva agire, catturare e uccidere la Prescelta, e recidere le speranze di tutti alla radice.
Il rumore vuoto di passi alle sue spalle sul pavimento di marmo, la strappò dai suoi pensieri. Riconobbe il suono dei passi del suo Fante.
- Che notizie mi porti, Lew?- domandò senza voltarsi.
L’uomo rimase per qualche istante in silenzio, temendo la collera della sua sovrana. Deglutì pesantemente e si costrinse ad aprire le labbra per parlare.
- La Prescelta è arrivata a Sottomondo, mia signora.- disse cautamente.
- Davvero o è solo una diceria con cui i miei sudditi cercano di darsi coraggio?- il Fante conosceva la voce della sua sovrana abbastanza da scorgervi un sottofondo di rabbia ribollire sotto le sue parole.
- L’ho vista con i miei occhi, maestà. Il coniglio bianco l’aveva condotta dal Brucaliffo.- rispose sentendosi immediatamente la gola secca.
- E immagino che tu l’abbia catturata e che in questo momento sia rinchiusa nelle mie segrete.- la voce della Regina diventava ad ogni parola più freddo.
- Ehm… No mia signora. Il coniglio l’ha fatta scappare.- balbettò pietosamente il Fante, conscio che la collera della sovrana stesse per esplodere.
- Che cosa?! – urlò infatti la Regina voltandosi verso di lui e fissandolo con un’espressione furibonda – Ti sei lasciato ingannare da uno stupido coniglio?- .
- M… mia regina… Mi ha preso di sorpresa e, mentre radunavo i soldati la ragazza era già… lontana… Però lo abbiamo catturato: ora è rinchiuso nelle se….- cercò di scusarsi l’uomo.
- Risparmiami le tue patetiche scuse, Lew. – lo zittì bruscamente la monarca – Ora tu mobiliterai ogni soldato del mio esercito e batterai palmo a palmo Sottomondo fino a quando non avrai trovato la Prescelta. Solo allora potrai ripresentarti al mio cospetto.- .
- Sì mia signora.- sospirò il Fante contento di essersela cavata tutto sommato con poco.
- Che ci fai ancora lì impalato? Muoviti a eseguire gli ordini!- gli gridò contro.
- Sì, mia regina.- rispose Lew scattando in piedi e correndo fuori dalla stanza.
La Regina Blu rimase immobile per una manciata di secondi, come se fosse diventata una statua.
- Maledizione!- esplose poi, battendo forte il piede sul pavimento.

  
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