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Autore: Arshatt    26/09/2010    1 recensioni
Si tratta di un racconto "a puntate",ambientato dopo gli eventi di ff12 Revenant Wings. La coppia principale è quella di Balthier e Fran,ma appaiono con frequenza anche Vaan e l'intero equipaggio della Galbana, Sono previste apparizioni di altri personaggi sia tratti da FF12 sia dalla mia fantasia XD.E'un racconto fantastico del tutto inventato, dai toni romantici e drammatici,ma talvolta anche comici.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Balthier, Fran, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si era accovacciata sopra una grossa roccia posta in un angolo della sala, stringeva le ginocchia al petto  e con la testa poggiata sulle braccia conserte osservava il riflesso dell’acqua. Erano già trascorsi quaranta minuti da quando i suoi amici erano andati via, si chiedeva dove fossero e cosa stessero facendo, ma soprattutto se stessero bene… se lui stava bene. Quell’attesa le sembrava incessante e ad ogni minuto cresceva la sua ansia, c’era qualcosa in quel luogo che non riusciva a farla stare tranquilla.

D’un tratto percepì una strana presenza dietro di lei. Drizzò la schiena voltandosi di scatto, ma non vide nulla. Le sembrò di rivivere un deja vù, disorientata e confusa si tirò in piedi impugnando il suo arco. Non voleva farsi cogliere impreparata anche stavolta.

Il silenzio tombale che fino a quel momento aveva riempito l’intera sala, fu bruscamente spezzato da dei gemiti di pianto. Fran non riusciva a capire da che parte venissero, scrutava attentamente ogni angolo di quello spazio vuoto, senza ottenere nessun risultato. Il rumore di quelle lacrime assunse il suono concreto delle gocce infrangersi sul pavimento  già bagnato.

 

“ Chi sei…?? Mostrati! ” urlò istintivamente. L’unica risposta fu un pianto più forte che fece aumentare il livello dell’acqua.

Nella sala aveva ormai iniziato a piovere a dirotto e i gemiti si erano trasformati in grida di dolore . Quel frastuono stridulo le stava facendo scoppiare la testa. L’angoscia che traspariva da quella voce l’ossessionava , cadde per terra in ginocchio confusa e con le mani tentò disperatamente di bloccare quei suoni , spingendole con forza contro le lunghe orecchie bianche da coniglio.

“ Basta… Basta..” continuava a ripetere, scuotendo la testa. Improvvisamente la pioggia e il pianto cessarono. Una misteriosa figura femminile le si prostrò dinnanzi. Sollevò lo sguardo, quasi impaurita, scorgendo il profilo di una donna scalza, avvolta da una veste bianca sporca di fango.

Fran si alzò di scatto impaurita, indietreggiando. La misteriosa figura rimase immobile davanti a lei. I suoi occhi erano cosi chiari da sembrare quasi di vetro  e il suo sguardo era completamente assente. La sua pelle chiarissima era in contrasto con i lunghi capelli neri e increspati che le incorniciavano il volto smagrito. Quando le rossi iridi della viera si posarono sulle esili braccia della donna,  vide qualcosa di agghiacciante. Stringeva nella mano destra il cuore di uno huma ancora pulsante e gocciolante di sangue mentre con la mano sinistra impugnava una  massiccia spada di platino e gemme.

La ferocia che le trasmetteva l’immagine di quel cuore cosi duramente strappato al suo petto, la terrorizzò. Il Myst gelido che sprigionava da quella figura le fece intuire di trovarsi di fronte ad uno spirito, capì che puntarle contro armi ordinarie non sarebbe servito a nulla.

Fece l’unica cosa che le venne in mente in quell’istante e con foga le scagliò addosso la magia bianca, l’unica che sapeva essere in grado di danneggiare le entità non-morte.  Tuttavia  i fasci luminosi  trapassarono  la donna  senza scalfirla. Era rimasta inerte, come imperturbabile, continuava a tenere gli occhi inchiodati sul vuoto .

Fran prese il coraggio a due mani e si decise ad avvicinarsi, pensando che infondo se quell’oscura entità avesse voluto attaccarla, probabilmente l’avrebbe già fatto . Quando furono faccia a faccia provò a parlarle.

 

 “ Chiunque tu sia, non era nostra intenzione disturbare il tuo sonno.. Lasceremo questo luogo al più presto..”

 

Non ottenne nessuna risposta, ovviamente.

Così mise a tacere i mille pensieri che affollavano la sua mente e chiuse gli occhi, voleva cogliere  il senso  profondo che quel silenzio le stava comunicando.  Si lasciò attraversare dal Myst, affinché le loro anime potessero sintonizzarsi e divenire un tutt’uno. Come viera era particolarmente sensibile alle emozioni altrui, sapeva leggere nel cuore delle persone con facilità, eppure da quando aveva abbandonato la Foresta per vivere nel mondo degli Huma, aveva cercato di frenare l’uso di questa sua abilità. La violenta passionalità dei sentimenti umani esercitava su di lei una pericolosa seduzione che le faceva temere di perdere il controllo.

Nonostante ciò, aveva deciso di abbandonarsi alle emozioni confuse  che trasparivano dalla tetra figura di donna che le si era inaspettatamente manifestata. Un freddo pungente l’avvolse, ebbe come la sensazione che mille aghi le pungessero la pelle, spingendo con forza sempre maggiore. Seguì una rabbia feroce che la percosse facendole vibrare il corpo. Era incontenibile, sentì  il cuore traboccarle di odio, disgusto e disprezzo fino a che una crisi di ira non la travolse. Iniziò a battere violentemente i pugni sull’asfalto mentre le urla uscivano dalla sua bocca prive del controllo della sua volontà. Era come posseduta da un demone, sentì di stare per perdersi. Cerco disperatamente un pensiero nella sua mente a cui appigliarsi, per non farsi sopraffare completamente da quella ferocia incontrollabile che la stava pervadendo. Gli venne in mente lui, il suo compagno di sempre, l’unico che fosse mai riuscito a farla sentire accettata e amata. Avrebbe voluto che fosse stato li con lei anche adesso, a sostenerla come aveva sempre fatto da quando si erano conosciuti. Detestava rimanere da sola, le ricordava la profonda solitudine che aveva patito negli anni in cui aveva lasciato il villaggio e si era ritrovata a viaggiare per il mondo, senza meta e senza uno scopo. Fino a che un giorno ad Archades, un incrocio di sguardi con un giudice farfallone non le aveva cambiato la vita.

Si aggrappò a quel ricordo con tutta se stessa, non voleva perderlo e non voleva perdersi, sarebbe stata più forte del tormento che bruciava dentro di lei. Raccolse tutte le sue forze e si tirò in piedi, recuperando un po’ di lucidità. Pian piano quei sentimenti cupi e rabbiosi iniziarono a svanire, lasciando rinsavire Fran del tutto.

Quando riaprì gli occhi, trovò il braccio della donna proteso verso di lei, era quello in cui stringeva il cuore.

Una voce ferma e severa riecheggiò nella sala,

 

“ Questo è il premio della lotta.

La punizione di chi brama ciò di cui non è degno.

Il tormento di chi resta.”

 

Prima ancora che Fran realizzasse il senso di quelle parole, la misteriosa figura scomparve e il silenzio tornò a regnare , come se nulla fosse successo. 

 

 

 

 

Intanto Vaan e gli altri si erano addentrati  nelle fauci del tempio. Ampi corridoi si estendevano lungo la superficie, intrecciandosi tra loro in un complesso labirinto infestato da creature mostruose. Lo scontro di lame e gli affanni agitati degli aviopirati scandivano il ritmo frenetico delle battaglie. Un gruppo di fastidiosi molboro li aveva appena circondati.

 

“ Maledetti, ma in quanti sono??!!” sbraitò stanco, Vaan.

 

“ State attenti alle magie verdi, sono la loro specialità!” avvertì Penelo.

 

“Prendete questi polsini, sono fatti con un materiale riflettente, ci aiuteranno a difenderci dal Blind” urlò Tomaj.

 

“ C’è lo zampino di Cu Sith o sbaglio?” chiese Philo.

 

“Proprio cosi! Il nostro amico yarhi è il migliore alleato che poteva capitarci in fatto di armi e protezioni” ribattè l’amico.

 

“Risparmiate il fiato per combattere, si avvicinano!” gridò Balthier.

 

“Ci penso io!! State indietro!! Flaaareee” invocò, Kytes. Un esplosione avvolse i molboro  disintegrandoli .

 

“WoooW!! Ben fatto Kytes! Diventi sempre più bravo!” esultò Vaan.

 

“Guardate lì, sembra un meccanismo .. deve esserci una porta nascosta qui” constatò Balthier. Aveva notato una rientranza sulla parete alla loro sinistra. Si trattava di una complessa tavola con tredici tasselli ad incastro disposti circolarmente. In ognuno di essi era inciso un simbolo zodiacale mentre sulla cornice erano riportate le incisioni degli elementi che governano la magia di Ivalice.

 

“ Sembra che i segni dello zodiaco e gli elementi vadano collegati… chi di voi è ferrato in astrologia?” domandò.

 

Non guardate me!” rispose Vaan.

 

“Io ho letto dei libri di magia sugli elementi.. forse so come vanno combinati i tasselli..” intervenne il piccolo Kytes. “ L’Ariete è un segno di fuoco.. va qui” non appena il tassello fu al suo posto, una luce rossa fluì verso il centro dalla tavola.

 

“Però sono tredici tasselli per dodici simboli.. ne manca uno” notò Balthier.

 

“Non proprio.. la Bilancia non è collegata a nessun elemento, per questo c’è un simbolo in meno” spiegò il ragazzino. “ I Pesci.. vanno con il Ghiaccio.. Lo Scorpione col Veleno…”. Ad ogni abbinamento corretto tenui fasci di luce colorata convergevano al centro della tavola. “Il Leone con.. mmm..”

 

“ Terra!!” esultò Philo. “ Lo so bene!! E’ il mio segno zodiacale”

 

“ Perfetto…  Capricorno e Fulmine…. Vergine e Luce… Sagittario e Spirito... Toro e Vento..”

 

“Sembra che stia apparendo un simbolo al centro.. somiglia a quello presente all’ingresso, deve trattarsi di un sigillo..” disse Balthier

 

“ Ricordate le parole di Fran ? Forse dietro questa porta c’è davvero qualche creatura mostruosa tenuta imprigionata.. ” ricordò, Penelo.

 

“Se non siete convinti di voler svelare il meccanismo, ditelo adesso… Mancano solo quattro abbinamenti.. dopo non potremo tornare indietro” li informò, il maghetto.

 

“Era chiaro fin dall’inizio che avremmo incontrato degli ostacoli.. Adesso che siamo arrivati fin qui, volete lasciare perdere?” domandò Balthier, con tono di sfida.

 

“ Certo che no! Non è mica la prima volta che ci troviamo in una situazione rischiosa e siamo sempre usciti vittoriosi. Sarà cosi anche stavolta” risposte sicuro, Vaan. “Kytes continua, per favore”.

 

Il ragazzo fece spallucce rassegnato, poi tornò a dedicarsi al meccanismo. Spostò il tassello che raffigurava il segno dei Gemelli verso l’incisione che rappresentava il simbolo della Morte. Non appena il fascio di luce bianca fluì all’estrema destra del sigillo, Kytes mosse anche la piastrella del Cancro, combinandola al simbolo della Gravità. Una volta posizionato anche il segno dell’Acquario verso l’incisione riportante l’elemento dell’Acqua, la tensione iniziò a farsi sentire.

 

“ Questo è l’ultimo…. Ofiucio.. Mai sentito nominare prima d’ora..”

 

“ Per questo l’hai lasciato alla fine? Volevi trovare l’accoppiamento per esclusione..” ridacchiò Balthier. Kytes annuì arrossendo, era stato beccato.

 

“ Mmm.. non so perché ma mi è familiare… credo abbia a che fare con quell’esper… come si chiamava..?? ah si.. Zodiark!” disse Penelo.

 

“ Ti riferisci al serpentone con la ali che abbiamo incontrato nelle miniere di Henne?? Quello si che ci ha dato filo da torcere.. mi vengono i brividi solo a ripensarci” risposte Vaan.

 

“Credo che tu abbia ragione.. Del resto gli esper sono legati  alle forze che governano lo zodiaco… E pare che questo Zodiark sia connesso alla Luce” constatò Kytes, posizionando finalmente anche l’ultimo tassello. Ora il sigillo era completo.

 

Con immenso stupore generale non accadde nulla, la grossa parete rocciosa rimase immutata.

 

“ ….. Forse abbiamo sbagliato qualcosa..?” osò, Philo.

 

“Impossibile.. Gli accoppiamenti erano quelli… Altrimenti il sigillo non si sarebbe illuminato.. Deve esserci un’altra spiegazione” disse Kytes.

 

“ Proviamo a toccarlo, magari si attiva qualcosa!” intervenne Vaan, poggiando la  sua mano  al centro della tavola.

 

“……………………………………….!! Guardate sta apparendo una scritta!!” urlò, Tomaj.

 

“Di questi luoghi è Testimone.

Di questi luoghi è il Signore.

Colui che è destinato si cospetti al Fato”

 

“E cosi solo il prescelto può svelare l’enigma..” disse un po’ delusa, Penelo. 

 

“Deve trattarsi di un esper.. cosi avrebbe senso tutto.. gli elementi.. lo zodiaco.. ma chi sarà?” si domandò perplesso Kytes.

 

Gli indizi sono un po’ pochi per stabilirlo…” dovette ammettere Vaan.

 

“ Il Signore e il Testimone di questi luoghi… Credo che sappiamo già abbastanza…” intervenne Balthier, suscitando la curiosità di tutti.

 

“ Come? Cosa vorrebbe dire questo?” chiese Vaan.

 

“ Arthahl… è questo l’indizio..” aggiunse distrattamente  l’aviopirata, completamente assorto nei suoi pensieri.

 

“Ivalice chiama Balthier! Hey!! Spiegati meglio!Vogliamo capire anche noi!!” ribatté il biondino.

 

“Il luogo… Le nubi scure.. L’acqua… La pioggia.. Ma certo, ho capito! Arthahl rispecchia perfettamente questo fantomatico prescelto del fato” intuì Tomaj.

 

“Continuo a non capire..”. Vaan scosse la testa.

 

“Sei il solito testone!” lo rimproverò la sua compagna. “ L’esper che stiamo cercando, quello che svelerà il meccanismo, ha gli stessi tratti di questa pianura. Invoca la pioggia e oscura i cieli….. … E se fosse..”

 

“Famfrit” la interruppe Balthier. Il suo sguardo si era incupito, da quando suo padre Cid era morto, non aveva osato invocarlo neanche una volta, nonostante fosse rimasto il loro unico legame.

 

“Si.. Famfrit, la nuvola nera…  Colui che con la sua anfora d’acqua fu portatore di inondazioni e cataclismi e la cui forma nebulosa fu imprigionata dagli Dei in un’armatura per limitarne il potere” chiarì, Penelo

 

“Mmm.. Balth quando eravamo sul Faro di Ridorana.. Dopo la scomparsa di Cid.. Hai preso tu l’esper, vero?” chiese timidamente Vaan.

 

“… L’invocherò.. Se è l’unico modo per accedere al tesoro di questo dannato tempio” rispose seccamente.

 

“Non devi farlo per forza, se non te la senti… Ti capiremmo..” disse Penelo, comprendendo il disagio dell’amico. Si sforzava sempre di apparire cinico e disinteressato, ma bastava stargli vicino un po’ per capire che era solo una maschera e che infondo era un uomo molto sensibile.

 

“Sopravvivrò..” rispose lui, sorridendole dolcemente.

 

Invocò il nome del suo esper  che pochi istanti dopo si materializzò davanti a lui. L’imponente corazza azzurra con i suoi dettagli in oro e la lunga catena argentea che teneva legata l’anfora sovrastarono lo spazio circostante.

 Non potè fare a meno di ricordare la prima volta che se l’era ritrovato faccia a faccia, a fianco dell’uomo che l’aveva messo al mondo e che ormai riusciva a vederlo solo come un ostacolo ai suoi progetti. Persino in punto di morte non era riuscito a cacciare fuori una parola compassionevole verso suo figlio, solo l’ennesimo rimprovero per essersene andato via, scegliendo una strada diversa da quella che aveva designato per lui.

Abbassò lo sguardo triste ed arrabbiato e rigidamente ordinò a Famfrit di disporsi davanti al sigillo. Un intenso bagliore fuoriuscì dallo stemma investendo tutti quanti. Balthier richiamò l’esper che svanì avvolto da una nube luccicante, mentre il muro dinnanzi a lui si spalancò su un’ampia sala. La pavimentazione cristallina rifletteva la luce soffusa delle candele che si intervallavano nello spazio vuoto, riempito solo dai marmi chiari delle colonne che sorreggevano il soffitto.

Una potente creatura avvolta da folte ali di piume corvine, li aspettava al centro .

 

 

 

**Spazio dedicato ai chiarimenti**

Per chiunque volesse chiedermi qualcosa in merito alla storia, aggiornerò questo spazietto a fine capitolo ogni volta che mi verrà richiesto.

X Titania76: Ihihi non mi ero assolutamente accorta di aver sbagliato un dettaglio simile, in quella battuta di Vaan XD. Grazie della segnalazione, ho provveduto a correggerla. Ancora grazie per la recensione, sempre troppo buona =). Al prossimo capitolo!

  
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