Mi volto di scatto e
cerco la coppia
che cammina tranquillamente, ignara del proprio pubblico. Sono
abbracciati, o meglio, lei lo abbraccia.
E menomale che prudeva a me.
Stringo i pugni fino a sentire le
unghie nella pelle. La odio, santo Dio se la odio!
“Andiamocene,
dai. Ora ho capito
chi è” mi dice Alice, superandomi.
Non me ne vado. Voglio che mi veda
con Alice, non mi basta che sappia che saremmo usciti. Ora siamo io e
lei da soli, senza Ste, senza le sue stupide amiche.
Ilaria, cazzo, guardami!
Rimango qualche secondo a fissarli
mentre Alice mi chiama e Ilaria si volta lentamente, quasi mi avesse
sentito.
Mi fissa e rallenta il passo. Io non
posso e non voglio muovermi.
Uno... Due... Tre...
Ha ripreso a camminare senza più
degnarmi di uno sguardo, incredibile! E poi sarei io lo stronzo, non
è vero?
“Ale, andiamo?
Ho ancora
mezz'ora!” mi grida Alice, facendo i capricci.
Non mi va di mollarla qui, ma non ho
neanche voglia di perdere tempo con lei, visto che non pare proprio
volerci stare.
“Ali non ti
offendere ma si è
fatto tardi e sta per tornare mia madre. Ci vediamo domani a scuola,
okay?” le chiedo, lasciandola basita.
“Ale ma dove
vai? Mi lasci qui?”
mi chiede, tirandosi indietro il ciuffo voluminoso.
“Sì.
Torna a casa da sola” le
dico, sapendo di aver appena mandato tutto a puttane. Amen, tanto non
avevo molte possibilità.
“Sei proprio
uno stronzo!” mi
grida.
Basta, non ne posso più di questa
parola. Mi rintanerò in casa, non mi importa, ma basta
sentire che
sono uno stronzo perché inizio a crederci davvero e non mi
va la
cosa.
Non presto più attenzione alla mia
accompagnatrice, in compenso so benissimo che loro
hanno
appena visto il mio fallimento e la cosa mi innervosisce ancora di
più. Ma che bella coppietta, immagino che lui abbia un conto
in
banca che smerderebbe tutta la mia famiglia, compreso quel deficiente
di mio padre.
Anche se mi sento un po' un bambino,
ho davvero voglia di stare un po' con mia madre. Non sono un mammone,
okay forse un po' sì, ad ogni modo lei mi vuole bene
incondizionatamente perché è così che
fanno le mamme. Solo lei
sarà la donna della mia vita, ne sono sicuro.
Le altre non fanno altro che
abbandonarmi.
Vedo la sua macchina nel parcheggio
e capisco che sono in ritardo per prepararle la cena, ma c'è
sempre
tempo per chiacchierare e apparecchiare la tavola, perlomeno.
“Ciao
ma'” grido, entrando in
casa.
“Ale vai a
controllare i
fornelli!” mi grida dal bagno.
Mi ero illuso, tocca comunque a me.
Abbasso il fuoco della padella e
scopro che ha messo su le ali di pollo, ma c'è ancora
dell'acqua e
ha ancora il colorito del pollo bollito.
“È
pronto?” mi chiede mia
madre, entrando in cucina.
“Non
ancora” le rispondo,
voltandomi.
Mi spinge leggermente da una parte e
si occupa della sua parte preferita della casa, le piace cucinare
anche se è stanca morta e non esce di casa se non ha lavato
i piatti
e la cucina.
“Come
stai?” le chiedo,
appoggiandomi contro il piano in marmo.
“Sono un po'
stanca, a dire il
vero” mi risponde, senza guardarmi.
“Novità?”
le chiedo,
guardandomi le unghie. Quella dell'indice è cresciuta troppo
rispetto alle altre.
“No. Tu hai
qualche novità?” mi
chiede, voltandosi.
È proprio tenera, mi verrebbe da
raccontarle tutto, ma non ci riesco proprio. Potrei accennarle
qualcosa, non scoprirà tutto per forza.
“Sono
arrabbiato. Perché hai
fatto un figlio così scemo?” le chiedo, allargando
le braccia.
“Io ti ho fatto
normale, sei tu
che sei peggiorato crescendo” mi risponde, scuotendo la testa.
“Non puoi
lavartene le mani così!
Faccio una cosa e ne sbaglio due, non è possibile”
le dico,
grattandomi la fronte.
“Hai vent'anni
Alessandro, ti devi
prendere le tue responsabilità, mica puoi pretendere che ti
stia
ancora dietro” mi risponde, mentre gira la pasta.
“Non ti ho
chiesto niente,
infatti. È solo che mi comporto da perfetto imbecille. Sai
la
ragazza dell'altro giorno, Ilaria?” le chiedo e lei annuisce.
“È
una bella ragazza” commenta,
prendendo la tovaglia.
“Si
è arrabbiata perché non te
l'ho presentata come la mia ragazza. D'accordo, non sono stato
carino, ma era la verità. Non è la mia ragazza,
perché devo dire
che lo è?” le chiedo, sfogandomi.
Ora basta Alessandro, finirai
dicendole tutto.
“E
perché non è la tua ragazza?”
mi chiede, guardandomi negli occhi.
Cattiva mamma! Cattiva mamma
indagatrice.
“Non sono
innamorato di lei, okay?
E ho fatto bene visto che oggi era già in giro con un
altro” le
dico, prendendo i piatti.
“Mica
può rimanere lì ad
aspettare te che neanche la vuoi” commenta, pugnalandomi alle
spalle.
“Ehy, sono io
tuo figlio, è me
che devi difendere!” le dico, indicandomi.
“Cosa c'entra,
se non hai ragione
non posso difenderti. Si vedeva che era in imbarazzo e probabilmente
si è vergognata di farsi trovare nel tuo letto da tua madre,
senza
che fosse neanche la tua ragazza. Sai che a me non me ne frega niente
di chi ti porti a letto, purché tu prenda
precauzioni” mi dice e
mi sento un attimo in imbarazzo.
“Mi ha detto
che prende la
pillola, non usiamo più il... Ma perché te lo sto
dicendo?” le
chiedo, tenendo tra le mani due bicchieri.
“Perché
non dovresti? A
proposito, hai cambiato le lenzuola?” aggiunge, senza
migliorare la
situazione.
“Mamma!”
grido indignato. Santo
Dio, mi sento una checca.
“Che
c'è? Non è mica igienico”
mi dice.
“Adesso basta,
cambiamo argomento”
dico, mettendo le posate sul tavolo.
“No, davvero,
le hai cambiate?”
continua, imperterrita.
“Sì,
le ho cambiate” rispondo,
sbuffando.
“Non
è vero! Che schifo che fai
Ale, ma quand'è che cresci?” mi dice, scuotendo la
testa.
Ma perché diavolo ho iniziato
questa discussione con lei?
“Me ne vado in
camera” dico,
irritato.
“Vieni qua che
adesso mangiamo”
mi dice, prima che riesca ad uscire dalla cucina.
Mi siedo a tavola e, dopo cinque
minuti circa di totale silenzio, prende la parola.
“Era carina
quella ragazza” mi
dice, facendomi irrigidire.
“Sì
però è una scassapalle”
le dico, bevendo un bicchiere d'acqua.
Finirà mai questa giornata? È
passata tutta all'insegna di Ilaria, Ilaria, Ilaria!
“La donna che
sta zitta non è
interessante, non credi? Quella che ti piace in tutto e per tutto ti
stufa ancora prima di quella che ha qualche difetto”
aggiunge,
smerdandomi un po'.
In effetti è interessante, ma ho
anche buttato tutto via.
“Tanto
è tardi per parlarne, è
finito tutto tra di noi” le dico, chiudendo l'argomento.
“Secondo me ti
mancherà”
aggiunge, tagliando una mozzarella.
“Secondo me
l'argomento è chiuso
e non dovremmo riaprirlo più” commento.
***
Sono in ritardo, non
avrei dovuto
farmi la doccia. O meglio, avrei dovuto farla ieri sera invece di
concedermi il lusso della pigrizia.
“Ale io vado,
sbrigati!” mi
grida mia madre, prima di chiudersi la porta alle spalle.
D'accordo, al massimo entro alla
seconda ora.
Sono le sette e cinquanta, ho dieci
minuti per vestirmi, fare lo zaino e arrivare a scuola. Bastano
cinque minuti di traffico e sono fottuto.
I jeans, dove sono i jeans?
Prendo i vestiti ammucchiati sulla
sedia e li lancio sul letto. Possibile che siano spariti? Apro
l'armadio e prendo i pantaloni neri, non posso fossilizzarmi
sull'idea dei jeans. Prendo una t-shirt bianca e la felpa
dell'Adidas. Dai, meglio che niente.
Apro lo zaino e controllo l'orario
nel diario e scopro che alla seconda ora c'è inglese, con
letteratura. Che palle è l'ora in cui ci si divide con i
“tutor”
e l'ultima volta era Ilaria la mia tutor e il lavoro l'abbiamo
iniziato insieme e dobbiamo finirlo insieme.
Prendo la mia copia di David
Copperfield e infilo nello zaino anche il libro di matematica, cerco
le chiavi ed esco di corsa da camera mia.
“Soldi, chiavi,
cellulare...”
dico ad alta voce.
Ho tutto.
Esco di casa e corro giù per le
scale, ma una volta fuori mi accorgo che sta praticamente diluviando.
Fantastico!
Entro in macchina che sono già
fradicio e metto in moto pronto a schizzare via.
Merda, sono in riserva.
Non ho tempo per fare benzina, ci
penserò più tardi, visto che non sono sicuro
neanche di avere
abbastanza soldi, dietro.
La pioggia rallenta il traffico,
questo è risaputo, ma stamattina sembra che i pedoni ce
l'abbiano
con me. Devono attraversare la strada tutti!
Alle otto e dieci sono a scuola,
cinque minuti di ritardo, in effetti pensavo peggio. Entro e chiedo
al professore di matematica se mi fa entrare in classe, lui
acconsente ma vuole la giustificazione.
Mi siedo vicino a Walter e cerco il
libretto delle giustificazioni, compilo la tabellina, firmo e la
porto alla cattedra.
“Ti sei
svegliato tardi, eh, De
Angelis?” scherza il prof.
Non lo sopporto, si crede l'unico
Dio in terra, quando è buono solo a schiaffarti un due
perché non
ricordi che “m” è il coefficiente
angolare. È programma di
terza, porca puttana!
“No, me ne
stavo sdraiato nel
letto in preda all'indecisione. Non sapevo se venire ad annoiarmi
durante la sua ora, o stare a casa a dormire e infischiarmene. Ma
siccome sono un bravo alunno, mi sono fatto vedere. Ora posso
annoiarmi” gli dico, sbeffeggiandolo.
“Fuori De
Angelis” mi dice e io
gli faccio un inchino.
D'accordo, è l'ultimo anno, sono
stato già stato bocciato una volta, la mia media fa schifo e
potrei
salvare almeno la condotta, però non ci riesco. È
più forte di me.
“C'è
Galeoni in classe?” mi
chiede la bidella, guardandomi mentre cammino senza meta per il
corridoio.
“Ovvio”
commento, senza
guardarla. Ormai è un'abitudine, ma almeno non sono in
ritardo.
Okay, non sono sicuro che sia una
cosa positiva.
La porta della mia classe si
spalanca ed esce Ilaria con il libro di matematica tra le mani. Non
poteva chiedere a qualcun altro di fare le fotocopie? Probabilmente
immagina che lei sia l'ultima persona con cui potrei parlare.
Il bello di avere un segreto!
Mi passa davanti senza degnarmi di
uno sguardo e si ferma davanti alla fotocopiatrice, in attesa che la
professoressa di francese della terza B finisca di fare i suoi
comodi.
Mi avvicino a lei e mi guarda con
uno sguardo truce, che mi fa capire che non vuole parlare con me,
tanto meno vorrebbe che mi soffermassi a guardarla.
“Fotocopie?”
le chiedo, quando
sono abbastanza vicino.
“Fai un po'
te” mi risponde,
voltandomi le spalle. Che zitella acida.
“Che state
facendo in classe?”
le chiedo, senza alzare la voce. C'è sempre e comunque
un'insegnante.
“Come se ti
importasse davvero...”
commenta, scuotendo la testa.
Non la sopporto, lei si è fatta
vedere in giro con un altro, di cui nemmeno immaginavo l'esistenza, e
se la prende con me? Il messaggio era davvero uno sbaglio!
Odio ammetterlo, ma non le avrei mai
fatto una cosa del genere, ho un livello massimo di bassezza anche
io.
“Dobbiamo
parlare” le dico.
Voglio spiegarle che era uno sbaglio, era davvero convinta che
l'avessi fatto apposta. Ma che ne può sapere? Ah,
già, lei è
quella che conosce Alessandro De Angelis come le sue tasche.
“Preferirei di
no” mi risponde,
senza girarsi.
“Tanto
c'è letteratura inglese
l'ora dopo. Dovrai parlarmi per forza” le dico, con un
sorrisetto
compiaciuto.
“No, chiedo
alla professoressa di
mettermi in coppia con Walter” mi risponde, voltandosi e
sorridendomi.
No, non lo farebbe. Cioè, sarebbe
davvero cattivo da parte sua e non è giusto che a me tocchi
Valentina come partner.
“Non
scherzare” le dico,
fissandola.
“Chi me lo
impedisce, scusa? Tu?
Non mi pare tu abbia alcun diritto” risponde, sfidandomi.
Ci penso su, devo trovare qualcosa
di convincente. Non mi viene proprio nulla!
“No,
però già non capisco niente
di inglese, se ancora cambio sempre compagno di lavoro, come posso
sperare di capirci qualcosa?” le chiedo, incrociando le
braccia al
petto.
Alza il mento e anche il
sopracciglio destro.
“Tu l'inglese
lo conosci meglio di
me, non fare l'idiota. Sei solo pigro, non stupido” commenta.
Ehy,
è una specie di complimento!
“Devo
compiacermene?” le chiedo,
dubbioso.
“No, non te
l'ho detto come
lusinga, piuttosto come critica” risponde, inserendo la
tessera
delle fotocopie. È azzurra, quindi è
dell'insegnante.
“Cosa stai
fotocopiando?”
chiedo, prendendo una delle pagine che escono.
“Esercizi di
ripasso” mi
risponde, cambiando pagina.
“Sono tipo
compiti?” le chiedo,
alzando lo sguardo.
Lei mi guarda in modo strano, quasi
avessi le orecchie a punta e la pelle rosa shocking.
“È
ovvio, no? Sono per la
prossima volta” mi dice, prendendo tutte le copie. Sono
all'incirca
una ventina in tutto.
“Questa
è mia” mi dice,
prendendomi la copia dalle mani. Torna in classe lasciandomi qui come
uno stupido.
Quella ragazza è proprio
incredibile.
D'accordo, quasi quasi mi manca.
E va bene, mi manca e basta, però
sono sicuro che dipende tutto dal fatto che Alice esce con quel
deficiente che le fa regali così inutili.
La fine della prima ora arriva e
torno in classe, ignorando il professore che esce e richiede
l'attenzione di tutti.
Ammazzati.
“De Angelis mi
sa che tu alla
maturità non ci arrivi” commenta l'insegnante di
matematica prima
di uscire.
“Questo mi
porta sfiga” dico a
Walter, sedendomi vicino a lui.
“No, questo ti
sega” dice lui,
ridendo.
Ho deciso che Walter mi sta proprio
sulle palle, non lo posso proprio soffrire, è più
forte di me.
La prof. di inglese, la schizzata,
entra in classe e subito chiede di dividerci in coppie, per non
perdere tempo. Ilaria si alza in piedi, ma sembra che stia prendendo
tempo.
No, non può davvero cambiare
compagno, devo parlare con lei ed è la mia unica
possibilità.
Mi alzo in piedi e la raggiungo
prima che possa parlare con l'insegnante.
“Non
cambiare” la imploro,
cercando di non fare scenate.
“In coppia con
te non ci sto” mi
risponde, fredda.
“Allora
facciamo che la prossima
volta cambi, ma oggi parli con me” le chiedo, sperando di
aver
trovato un espediente.
Lei mi fissa e poi sbuffa: davvero
l'ho convinta?
“Va
bene” risponde, facendo
dietro front e andandosi a sedere al suo posto. Mi sbrigo a prendere
David Copperfield e il quaderno e a sedermi di fronte a lei.
“Fai almeno
finta di scrivere”
mi consiglia, aprendo il suo libro e iniziando a leggere le prime
frasi.
“Alessandro hai
letto il sesto
capitolo?” mi chiede la prof, comparendo alle mie spalle.
“Sì,
certo. È un bel libro,
meglio di Romeo e Giulietta” commento, prendendo la mia copia
del
libro tra le mani.
“Bravissimo”
commenta,
allontanandosi.
“Non hai manco
letto il primo”
dice Ilaria, scuotendo la testa. Non è mica colpa mia se la
prof
pende dalle mie labbra.
“Vero”
aggiungo, sorridendole.
Inizia a scrivere qualcosa e, ogni
volta che cerco di prendere parola, mi zittisce. Dopo un quarto d'ora
capisco che ha finito l'esercizio e alza la testa per ascoltarmi.
“Dimmi che
vuoi” mi dice,
posando la penna a sfera.
Inspiro.
“So che ieri ti
sei arrabbiata con
me e so che ti ho detto cose poco carine. Non voglio rimangiarmi
nulla, ma sappi che quel messaggio era davvero uno sbaglio”
le
dico, guardandola negli occhi. Lei, però, sbuffa e gira gli
occhi.
“Non
è solo quel messaggio, okay?
Se non fosse stato seguito da tutti gli altri, probabilmente non
avrebbe avuto l'importanza che gli sto dando ora. Mi hai offesa e non
me lo merito, nonostante quello che pensi tu” mi risponde,
mentre
spiegazza i bordi del libro.
“Ero
arrabbiato” provo a
giustificarmi.
“Se sei
arrabbiato cerca di
morderti la lingua o sbattere la testa contro un muro, invece di
scrivermi cattiverie. Basta, non ho più voglia di
ascoltarti, direi
che è anche troppo” mi dice, mortificandomi.
Inizio a copiare il foglio che aveva
scritto prima e sto zitto. Mi ha rimesso al mio posto e non so
più
che dire, visto che ha ragione lei. Devo imparare davvero a mordermi
la lingua. Prendo il foglio e leggo le parole scritte da lei e mi
sembrano tutte senza senso.
E non perché è inglese.
La guardo di sottecchi: la sua pelle
è splendida, i capelli sono a posto, ma i suoi occhi sono
tristi e,
giuro, mi sento un idiota a fare caso a queste cose.
Hola bella gente :) ecco qui un
nuovo capitolo. Il problema? Sono nella cacca perché, per la
prima volta, non ho nient'altro di scritto oltre a questo. Significato?
Per il prossimo capitolo aspetterete un po' di più! A meno
che non sia presa da un'insana ispirazione e voglia di scrivere.
Sapete, dovrei smettere di mangiarmi le unghie, mi fanno male! D: beh,
cos'altro vorrei aggiungere? Sabato ho avuto un'incontro sconvolgente
con gli occhi del "vero alessandro", nel parcheggio della scuola.
Accanto c'era la sua ragazza (con cui aveva litigato nell'intervallo,
davanti al suo pubblico, ovvero io e l'unica mia compagna che sa di
questa immensa cotta xD).
Ebbene, vi lascio, mi aspetto dei commenti! Un bacio, vi adoro tutte
quante <3
missLovely91: immagino di essermi fatta aspettare un po' troppo, eh? Chiedo umilmente scusa =( dimmi che ne pensi del capitolo, era così che pensavi si sarebbe comportato? A presto^^
vigife: chiedo scusa, ma chi sarebbe l'altro della storia? xD Alessandro? Comunque hai ragione, dovrebbe farci un pensierino!
Criros: ciao Cheerios! Non riesco a leggere criros (è stato un problema scriverlo xD), perciò più semplicemente sarai cheerios, d'accordo? xD che bello il tuo entusiasmo! *___* mi rallegra!^^ mi sorprendono i commenti su Alice, ma ne deduco che hai inquadrato perfettamente il personaggio^^ beh, la fine e lontana, ma spero di intrattenerti in modo positivo con questi capitoletti-passaggi! Un bacio!
_deny_: eheh :) è arrivato anche questo capitolo^^ spero ti sia piaciuto! Neanche io sopporto Alice, davvero!^^ alla prossima!
kia_85: oh, ti ringrazio!!! Il discorso madre-figlio è arrivato, spero di non averti delusa! Beh, confesso che Andrea piace molto anche a me, infatti avrà un ruolo più importante... Ma moolto più avanti ;) ora per qualche capitolo (conto almeno il 6-7) saranno in gita^^ conta circa 3 capitoli di EFP per ogni capitolo della storia e avrai il risultato... Sempre che tutto vada per il verso giusto!^^ comunque si, avevi capito bene^^ un bacio!
sciona: piiiicola! Mi dispiace tanto =( il bello dell'abitare in Piemonte è che non è zona sismica! xD belli i tuoi messaggi d'odio, direi che condivido in pieno, nonostante li abbia creati io .-. comunque non puoi sapere perché si sono baciati, visto che la storia è dalla parte di Alessandro. Mi piacciono queste tue fantastiche perle! xD alla prossima, carissima <3
giulla: cara, inizio col dirti che non sono sicura di poter passare per una questione di tempo, perciò non prometto nulla. Però, chissà, magari in un giorno di noia... =) ri ringrazio dei complimenti, fanno sempre piacere! Già, anche io adoro Ale nella sua stupidaggine <3 e odio Alice perché è... perché è Alice! >.< alla prossima!^^
Rebellious_Angel: ti ringrazio per aver colmato la mia lacuna e vorrei dire anche che quel genere di storie non mi piacciono. In compenso ho dato il mio nome ad un personaggio, anche se le analogie tra di noi erano ben poche =) ti ringrazio anche per avermi segnalato l'errore che ho subito provveduto a correggere, odio quando capita! xD e sì, la parola era "allora"^^ beh, capisco bene i problemi scolastici, visto che questa settimana ho almeno una verifica/interrogazione ogni giorno ç__ç grazie per i complimenti, un bacione!^^
marty 95: Sì, l'ho creato apposta così, almeno non è il riccone convenzionale^^ e pure io preferisco Alessandro ad Andrea, anche se il secondo (ANTICIPAZIONE, ANTICIPAZIONE! xDD) si comporterà egregiamente più avanti. Sarà davvero fantastico *___* capisco bene ogni reazione, e ti dico che erano proprio quelle che mi aspettavo dalle lettrici xD mi dai soddisfazioni! xDDD ora ti lascio, un bacio!
Eklypse: non sono sicura di aver esaudito i tuoi desideri, ma c'è una spiegazione a tutto: è troppo presto! Vedrai, andando avanti, la storia prenderà una piega diversa e allora lì potrete sbizzarrirvi con i desideri! E comunque, tutto saprai tranne che la fine! Sarà così scontata che nessuno di voi se la potrebbe mai immaginare xD non a questo punto, almeno! Spero davvero che piaccia *__* a presto! <3
machi: lo so, chiedo scusa, non riesco proprio ad aggiornare regolarmente! ç__ç anche a te non prometto di passare perché non sono sicura di mantenere la promessa, ma se capitasse, molto volentieri!^^ è vero, Ilaria ha fatto la furbacchiona nel negozio! ;)