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Autore: iosnio90    26/09/2010    2 recensioni
Questa è la terza parte della mia serie: il linguaggio della resa. Dopo tutti gli avvenimenti del Labirinto, quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco che la magia sembra avere la meglio e Samuel e Samia rapiscono Bonnie lasciando Damon da solo. Cosa succederà? Per scoprirlo dovrete leggere, ma per chi non lo avesse ancora fatto, vi consiglio di leggere prima le prime due parti di questa serie altrimenti non si capisce nulla. Ovviamente è una Damon/Bonnie! BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Capitolo undicesimo

La luce solare che illuminava il mattino del ballo si era riversata su Damon come un secchio d’acqua gelida in pieno viso mentre si è completamente immersi nella fase rem.
Damon odiava quella giornata, odiava quello stupido ballo e odiava quegli stupidi stregoni.
Era così in collera che aveva emanato, inconsapevolmente, per tutta la notte, ondate di Potere talmente crudeli e cariche d’ira che più volte Stefan si era svegliato in preda al panico convinto che qualcosa fosse andato storto e che li avessero scoperti.
Quel giorno Damon odiava anche lui…o meglio, lo odiava molto più del solito.
La sua mente era totalmente impegnata nello scandagliare minuziosamente ogni possibile evenienza.
Sapeva di non poter far nulla, almeno non fino a quella sera quando sarebbe andato alla festa.
Tutto era nelle mani di Bonnie e tutto dipendeva da quanto lei si fidasse di lui.
La vecchia Bonnie non avrebbe esitato un solo secondo a fidarsi di lui, ma la nuova Bonnie era un’incognita.
Per quanto Damon sapesse che, nonostante i ricordi bloccati, Bonnie sentiva per lui qualcosa di molto forte, forse addirittura amore, doveva comunque ammettere che la nuova Bonnie era comunque convinta che lui fosse poco più di uno sconosciuto quindi poteva anche scegliere di non fidarsi di lui.
Se a questo, poi, si aggiungeva il fatto che la sua richiesta era stata piuttosto strana, beh….Damon non poteva certo biasimare la nuova Bonnie se lo avesse creduto un povero pazzo.
“Aaaaaaah!” - Damon si sentiva friggere il cervello.
Non riusciva a stare fermo e, in quella cella, non aveva abbastanza spazio per muoversi come avrebbe voluto.
Si sentiva impotente, per la prima volta nella sua vita non aveva alcuna scelta, doveva solo aspettare e sperare.
Decise che forse era meglio svegliare Stefan, tanto per passare il tempo inondandolo di insulti.
Dopotutto lui stesso lo aveva quasi pregato di seguirlo, quindi adesso non aveva alcun diritto di lamentela: avrebbe dovuto sorbirsi anche lui la sua parte di ansia.
“Stefan! Stefan!” - Damon era in piedi di fianco al corpo addormentato del fratello e continuava a chiamarlo, ma nessuna risposta, nemmeno un grugnito.
- Vuoi vedere che è morto nel sonno! - pensò Damon con una nota d’amarezza: si era ripromesso che se Stefan fosse morto, sarebbe morto se e quando era lui, Damon, a deciderlo.
“Stefan! Ascoltami bene se non ti svegli immediatamente ti uccido seduta stante!” - lo minacciò Damon, ma ancora nessuna risposta.
“Ok! Basta, svegliati!” - ordinò Damon e questa volta, per essere sicuro dell’effetto, accompagnò le parole con un bel paio di calci dritti nello stomaco del fratello.
Stefan scattò su a sedere, con una smorfia di dolore sul volto.
“Ops! Scusa! Ti ho svegliato?” - chiese sarcastico Damon.
“Sei stato tu? Mi hai fatto venire un colpo, io credevo che fossero venuti a prenderci!” - rispose Stefan.
“Non ancora! E smettila di farti inutili paranoie!” - rispose Damon sedendosi di fronte al fratello con le spalle contro la parete e le gambe allungate in avanti.
“Damon, non sono paranoie inutili le mie!” - rispose cocciuto Stefan.
“Si che lo sono! Sono inutili!”  - ribattè caparbio Damon.
“Perché esistono paranoie più utili di quelle che mi faccio io?” - chiese Stefan.
“Certo! Le mie! Ed è giunto il momento di condividerle, fratellino!” - rispose Damon.
Damon vide il fratello che si rilassava contro la parete e annuiva impercettibilmente.
“Stai pensando a Bonnie?” - gli chiese Stefan e ovviamente con quella domanda non perse tempo per riconfermare ancora una volta la sua totale idiozia.
“Secondo te?” - rispose Damon.
“Ma hai detto che ti ha promesso di fare come le hai detto! Credi che non si fiderà di te?” - chiese Stefan.
“La biasimeresti se non si fidasse? Per quanto ne sa io sono un vampiro sconosciuto venuto a scombussolarle la vita!” - rispose Damon.
Damon avvertì dentro di sé un accenno di sollievo.
Aveva passato tutta la notte a porsi quelle domande senza riuscire a darsi una risposta.
Porgerle a qualcun altro lo faceva sentire meglio e alleviava l’enorme peso che quei pensieri formavano nella sua mente.
Certo! Santo Stefan non era questo granchè, ma sempre meglio di niente.
“Io credo che si fiderà! Insomma…ti ama!” - rispose Stefan.
“La vecchia Bonnie mi ama!” - rispose pronto Damon.
“Non esiste una vecchia Bonnie e una nuova Bonnie! Devi smetterla di pensare a lei in questi termini!  Bonnie è sempre la stessa e ne esiste una sola, una sola che per qualche inspiegabile ragione ti ama profondamente, persino adesso ti ama! Altrimenti come ti spieghi il fatto che non ti abbia denunciato? Chiunque altro lo avrebbe fatto subito senza neppure darti il tempo di parlare!”.
Damon doveva ammettere che il discorso di Stefan, per quanto fosse stato fatto da Stefan che non brillava di eccezionali doti intellettive come lui, infondo era convincente e aveva un filo logico.
Forse Damon poteva addirittura crederci.
“Quindi non ti fare inutili paranoie, Damon! Andrà tutto bene ed entro quattro giorni saremo fuori di qui con Bonnie! Ah, e io che pensavo che sarei rimasto lontano da Elena per chissà quanto tempo, invece….una settimana, solo una piccola settimana!” - continuò Stefan.
Ma c’era qualcosa nella seconda parte del discorso di Stefan che a Damon non quadrava proprio.
Ripensò mentalmente alle ultime parole del fratello e poi capì.
- Oh, dannazione! Mi sono scordato di dirglielo! - pensò.
“A dire il vero, Stefan, non si tratta proprio di una piccolissima settimana! Cioè per noi è una piccolissima settimana, come chiami tu questa tortura dolorosa e lunghissima, ma per la tua cara Elena le cose sono diverse!” - tentò di spiegare Damon.
“Cioè…spiegati meglio!” - c’era da aspettarselo che Stefan reagisse con quella voce da idiota innamorato solo per il fatto che Elena era stata nominata.
- Incredibile! Ho capito che è innamorato, ma l’amore non giustifica la totale perdita di dignità! Io amo la streghetta, ma allo stesso tempo mantengo intatta la mia virilità! - pensò Damon soffermandosi qualche secondo ad osservare il fratello che sospirava al ricordo del nome < Elena >.
“Mi sa che non hai capito, idiota! Il tempo funziona in modo diverso qui! Quando ritorneremo…se ritorneremo, per Elena saranno passati quasi due mesi!” - a quel punto le parole di Damon sortirono finalmente il loro effetto e Stefan si risvegliò dal suo stato di sublime beatitudine.
“Due mesi? Da quanto lo sai?” - gli chiese agitato.
“Da ieri mattina!” - rispose Damon con nonchalance.
“E perché non me lo hai detto subito?” - sibilò Stefan.
“Mi è passato di mente e poi che avresti potuto fare, scusa?” - ribattè tranquillo Damon puntando i suoi occhi dritto in quelli del fratello.
Stefan si arrese.
“Hai ragione! Grazie!” - rispose Stefan cogliendo di sorpresa Damon.
“Grazie?” - chiese.
“Si per questo momento da fratello a fratello! Dovremmo farlo più spesso!” - rispose Stefan sorridendo.
Quel sorriso inorridì Damon.
“Fare più spesso cosa?” - chiese cauto.
“Parlarci col cuore in mano!” - rispose Stefan.
Damon sgranò gli occhi per la sorpresa.
“Stà zitto, deficiente! E se ti è piaciuto tanto questo momento ricordatelo per bene perché non capiterà mai più!” - disse Damon alzandosi di scatto.
“Cosa?” - adesso era Stefan quello stupito.
“Zitto!” - ripetè Damon.
Nella cella calò il silenzio.

Dopo quella specie di chiacchierata mattutina con il suo santo fratello, Damon passò l’intera giornata controllando da lontano la streghetta.
L’aveva vista provarsi e riprovarsi il suo vestito per tutto il giorno facendo strani pensieri su lui che la abbandonava per altre tizie decisamente poco interessanti.
Damon si stupiva ogni volta della completa insicurezza di Bonnie.
Non riusciva a capacitarsi del fatto che Bonnie non capisse che nessuna poteva competere con lei.
Per incoraggiarla decise di farle un regalo e si intrufolò in un negozio di fiori poco distante per confezionare, con le sue stesse mani, una enorme mazzo di girasoli da recapitarle in modo del tutto anonimo.
Firmò un bigliettino con la sua iniziale e poi lasciò tutto fuori alla porta di casa di Bonnie.
Quando la streghetta tornò in camera aveva un sorriso enorme sul volto e i suoi pensieri si erano decisamente calmati.
Il resto del giorno fu piuttosto noioso, come sono noiosi tutti i giorni passati con Stefan, dopotutto.
Finalmente, però, l’ora di andare al ballo arrivò.
Damon tirò fuori le pietre magiche della strega Katie dal nascondiglio che aveva scavato nella roccia e si preparò ad usarle.
“Ricordi tutto?” - gli chiese Stefan.
Damon annuì.
“Stà attento! Se ti scoprono è finita!” - continuò Stefan.
“Credi che non lo sappia?” - e fu così che Stefan si zittì.
Damon si accostò all’entrata della cella e sbirciò all’esterno: le guardie erano distanti, all’inizio del corridoio.
Poggiò l’enorme pietra bianca sulla serratura e ordinò: “Apriti!”.
Pochi istanti dopo il cristallo si illuminò e con lui l’intera porta che alla fine si spalancò con un leggero click.
Nello stesso istante in cui Damon mise un piede all’esterno, le quattro guardie si voltarono e si lanciarono contro di lui.
Damon afferrò per la catena d’oro la pietra rossa e, tenendola bene in alto, ordinò: “Dormite e dimenticate!” - le guardie caddero a terra all’istante, addormentate.
Stefan fece capolino dalla cella e osservò la scena.
“Incredibile!” - commentò.
“Resta qui!” - gli disse Damon e poi sparì.
Arrivò ad una velocità impossibile al piano di sopra, all’esterno, nascondendo a dovere la sua aura, in modo da poter guardare tutto e tutti senza essere scoperto: la festa si sarebbe tenuta all’interno, nessuno voleva uscire di lì con due vampiri nel Palazzo che tra due ore sarebbero stati liberi.
Osservava le cose da appena pochi minuti, quando individuò Bonnie.
Davanti a lei c’era lo stregone. I due stavano parlando e Bonnie sembrò mostrargli qualcosa che reggeva in mano.
Accadde tutto in un attimo: Sean afferrò Bonnie e i due si baciarono.
Nello stesso istante il cuore di Damon cedette: non si era fidata di lui, Samuel e Samia avevano vinto, non gli apparteneva più, adesso amava lo stregone, lui era arrivato tardi, l’aveva persa e non c’era più nulla da fare.
Non valeva più neppure la pena di vivere.
Damon scomparve.

Bonnie si ribellò.
Si scostò da Sean, lo afferrò per le spalle e gli assestò una ginocchiata nello stomaco.
La musica coprì i lamenti dello stregone e nessuno si accorse di loro, tutti troppo impegnati a godersi il divertimento.
“Si può sapere che diamine ti è preso? Come ti sei permesso di baciarmi?” - Bonnie era furiosa.
“L’ho fatto perché tu mi ami!” - rispose Sean rimettendosi in ordine gli abiti.
“Cosa, cosa, cosa?” - Bonnie non riusciva a crederci...era impazzito.
“Oh, ho capito! Sei timida e non vuoi dichiararmi il tuo amore davanti a tutti! Ma non preoccuparti, adesso ce ne andiamo e vediamo di concludere la serata a modo nostro!” - disse Sean andandole di fianco e mettendole una mano intorno alle spalle.
Bonnie non lo sopportò.
Lo guardò dritto negli occhi, gli afferrò con entrambe le mani il bavero della camicia e gli parlò con un tono così minaccioso che mai avrebbe creduto potesse uscire dalle sue labbra.
“Ascoltami bene, stupido idiota! Io non sono innamorata di te e mai lo sarò perché solo una perfetta cretina si innamorerebbe di un deficiente patentato come te! Detto questo è più che ovvio che io non verrò proprio da nessuna parte con te! Se ho accettato il tuo invito l’ho fatto solo perché ero nuova, perché Samia mi ha spinto a farlo e perché allora avevo ancora gli occhi così offuscati da credere che tu fossi carino, ma sai cosa ho scoperto? Ho scoperto che tu sei solo un viscido verme e se ti si guarda più da vicino non sei neppure questo granchè! Quindi mi dispiace, ma stasera non aggiungerai un’altra tacca alla tua cintura, Sean, almeno non con me! Sei liberissimo di cercartene un’altra abbastanza stupida da crederti e da trovarti interessante! Ma non azzardarti mai più a dire cose del genere a me o su di me! Io non ti amo e mai lo farò e sarò anche timida, ma so esprimere i miei sentimenti al momento giusto e adesso esprimerò quello che provo per te! Mi fai pena, Sean, e ti trovo così disgustoso che se solo ripenso al fatto che mi hai appena baciato mi devo trattenere dal vomitare qui sul posto! Adesso lasciami in pace!” - detto questo Bonnie lo fissò per un altro minuto buono e poi si voltò, uscendo dalla sala.
Adesso doveva trovare Damon e fare di tutto per convincerlo che era stata tutta opera di Sean.
Pensò di cominciare dall’esterno, dove lo aveva visto prima.
Senza farsi beccare da nessuno, sgattaiolò fuori velocemente e si mise a correre nella direzione in cui aveva visto sparire Damon.
Corse così tanto che non aveva fiato, ma non poteva fermarsi.
In quel momento desiderò poter gridare il nome del vampiro, ma sapeva che era un pessima idea: di sicuro qualcuno l’avrebbe sentita.
Si limitò ad avanzare sempre di più nel bosco che si trovava alle spalle del Palazzo del Consiglio.
Ormai era molto distante da chiunque, la musica in lontananza era appena percettibile.
Si chiese cosa avrebbe dovuto dire quando e se avrebbe trovato Damon e quando e se Damon avesse voluto parlarle.
Fu allora che se lo ritrovò davanti.
Era in piedi su una collinetta e il suo profilo si stagliava contro l’unico sole ancora visibile di notte, la luna del Regno Magico.
Bonnie avanzò con passo incerto, fino ad arrivare a qualche metro da lui che le dava le spalle.
Tutto intorno a loro alberi e cespugli li tenevano separati dal resto del mondo, invisibili a chiunque.
“Sei venuta a dirmi che mi hai denunciato? Grazie ma lo sapeva già!” - la voce di Damon era fredda. Il vampiro aveva usato un tono che avrebbe voluto essere tagliente, ma che invece mostrava solo un immenso dolore.
“Io…io non ti ho denunciato!” - rispose Bonnie.
“Certo che lo hai fatto! Sei innamorata dello stregone!!” - ribattè Damon.
“No! Non è vero!” - questa volta la voce di Bonnie risultò ferma.
Damon si girò verso di lei e la guardò con diffidenza.
“E io dovrei crederti? Vi ho visto! Non continuare a fare la scena con me, Bonnie! Qual è il piano? Adescarmi, consegnarmi al Consiglio e guardarmi morire mentre te ne stai avvinghiata a quello lì?” - questa volta Damon fu tagliente e spietato per davvero, ma Bonnie non poteva biasimarlo.
“Ti stai sbagliando! Io non amo Sean, lui mi ha baciato all’improvviso, ma io l'ho scostato subito e figurati che l’ho addirittura minacciato! Inoltre lo sai che non ti denuncerei mai! Solo il pensiero che tra quattro giorni verranno per ucciderti mi fa stare male, come credi che io stessa possa farti una cosa del genere?” - Bonnie aveva la voce incrinata per le lacrime che stavano cominciando a scendere.
Come era possibile che un vampiro conosciuto solo tre giorni prima le scatenasse tutte quelle emozioni?
Damon la fissò per qualche attimo, soppesando le sue parole, ma poi si voltò dall’altro lato scuotendo la testa.
“Non ti credo!” - le disse.
Bonnie scoppiò in lacrime.
“Damon, per favore, devi credermi! Non ho fatto che cercarti per tutta la sera ed ero confusa perché non riuscivo a scorgerti da nessuna parte, e poi c’era Sean che voleva per forza che bevessi quel maledetto champagne e mi esasperava, e poi…” - ma non ebbe il tempo di continuare, che Damon la interruppe.
“Certo! Ti esasperava! Ti esasperava così tanto che alla fine lo hai accontentato e lo hai bevuto, vero? Non ti sei fidata di me!” - le rinfacciò.
“Ti sbagli di nuovo! La tua richiesta era del tutto incomprensibile e assurda, ma io ho mantenuto la mia promessa, Damon! L’ho fatto per tutto il giorno e l’ho fatto anche stasera! Non ho accettato nulla da nessuno, neppure da Sean! Mi sono limitata a mostrargli un bicchiere vuoto e poi lui ha fatto quella cosa assurda, ma io mi sono fidata di te e non volevo baciarlo, credimi!” - lo pregò Bonnie piangendo.
Il silenzio che seguì la spiegazione di Bonnie fu devastante e assoluto, interrotto solo dai suoi singhiozzi.
Poi Damon parlò: “Chi mi dice che non è tutta una grossa bugia?” - chiese, sempre dandole le spalle.
“Io, te lo dico io!” - rispose Bonnie allo stremo delle forze.
“E dovrei crederti? Per quale motivo?” - ribattè Damon.
Ecco era giunto: il momento di confermare con le azioni quello che aveva sibilato prima contro Sean confessando a Damon quello che provava per lui.
La domanda era: Cosa provava?
Bonnie aveva accuratamente evitato di porsi quella domanda nei giorni precedenti perché sapeva che rispondere le avrebbe causato solo dolore, un dolore atroce nel momento in cui Damon sarebbe stato ucciso e Bonnie non voleva soffrire, perché credeva di aver già sofferto abbastanza, ma si sbagliava di grosso.
Mai nella sua vita aveva sofferto come in quel momento, con il suo vampiro che non credeva a ciò che gli diceva e che probabilmente si apprestava a dirle addio.
Bonnie non poteva permetterlo e quasi inconsapevolmente confessò a voce alta quello che fino a quel momento non aveva confessato neppure a sé stessa.
L’unica verità che avesse una qualche importanza.
“Perché io ti amo, Damon!” - disse.
Un’ansia terribile le serrò lo stomaco: e se lui, dopo quello che aveva visto, non voleva più saperne di lei?
Ma non fece neppure in tempo a chiederselo che Damon si voltò di scatto.
In un secondo fu a pochi passi da lei, l’afferrò e Bonnie si sentì bloccare contro un albero con le mani ai lati della testa, bloccate ai polsi dalle mani di Damon.
E lui era così vicino…
“Ripetilo!” - le ordinò puntando quei due pozzi neri dritto nei suoi occhi.
Bonnie fu risoluta: non voleva perderlo.
“Io ti amo, Damon!”- disse guardandolo.
Un silenzio carico di elettricità scese tra loro due.
Bonnie aveva sempre percepito la corrente elettrica che si sprigionava ogni volta che erano anche solo nella stessa stanza, ma non l’aveva mai avvertita così chiaramente: era come una specie di sfera privata fatta di energia e passione che li teneva uniti, incatenati.
Il primo a parlare fu Damon: “Quello che hai detto prima è vero!” - disse e la sua non era una domanda, ma solo una constatazione.
Un attimo dopo lui la baciò.
E quello sì che era un bacio, il bacio che Bonnie aspettava da tutta la sera, forse addirittura il bacio che aspettava dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati, nella Sala del Consiglio appena tre giorni prima.
Damon le liberò le mani e Bonnie si ritrovò ad aggrapparsi a lui con tutto l’ardore possibile.
Finì con il posargli una mano lì dove doveva battere il cuore e l’altra sul viso attirandolo ancora di più, mentre lui la teneva stretta a sè con una mano al centro esatto della sua schiena e l’altra sulla nuca.
Bonnie si sentiva in paradiso e all’inferno allo stesso tempo.
Quel bacio era tutto: era passionale e violento, ma insieme tremendamente inteso e ricco d’amore.
Sentì che Damon le scioglieva i capelli e la spingeva di nuovo con la schiena contro l’albero. Lo sentì afferrarle il viso e giocare con i suoi riccioli, prima di scendere piano in un lunga carezza che terminò sui suoi fianchi.
Bonnie non riuscì a trattenere un gemito.
Non aveva mai provato nulla di simile, anche se una piccola parte dentro di lei le diceva che quel bacio aveva un chè di familiare.
Quando Damon si scostò da lei e la lasciò libera di respirare, erano entrambi affannati e Damon la guardava con un lampo di eccitazione negli occhi che non doveva essere molto diverso dalla luce che sicuramente stava illuminando i suoi di occhi.
L’unica cosa che Bonnie voleva era tornare a baciarlo, tornare a stringerlo, tornare a sentire le mani di Damon che vagavano sul suo corpo.
“Damon…” - fu l’unica cosa che riuscì a dire prima che Damon tornasse a baciarla, a stringerla e a toccarla in una tortura tanto dolce che Bonnie desiderò non finisse mai.





NOTE:
Ciao a tutti!
Spero abbiate passato una buona domenica e che stiate passando una bella serata!
Fianalmente la svolta è arrivata!
D'ora in avanti le cose precipiteranno, ma non vi anticipo niente!
Diciamo che fino a questo momento ho usato i capitoli per fare in modo che, nonostante i ricordi sigillati, Bonnie si innamorasse di nuovo di Damon!
Adesso che ne è consapevole le cose cambieranno: presto verrà a conoscenza di quello che le è stato fatto e i nemici capiranno quello che succede tra i due e si daranno da fare!
Insomma, le cose non saranno facili, ma sarà proprio l'amore ritrovato a spingere i ricordi di Bonnie a riaffiorare....bisogna solo sperare che riaffiori il ricordo-chiave e che sopratutto riaffiori in tempo!
Grazie, come sempre, a chi ha letto e a chi ha recensito...BACIONI...IOSNIO90!
   
 
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