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Autore: Ezrebet    27/09/2010    3 recensioni
A L.A. Spike affronta i suoi fantasmi, e non solo. La vita lo costringe a capire che niente finisce per davvero.Vi racconto questa storia, prendendo spunto da una bellissima poesia di Pablo Neruda.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La porta si è chiusa con un tonfo la cui eco è divampata come un incendio dentro di lui. Un attimo fa la guardava, tentando di spiegarle che tra loro c’è qualcosa, un filo che li lega, sensazioni che condividono e che Lei finge di non vedere, negando l’evidenza. L’ha inseguita, come gli capita spesso di fare, balbettando le sue ragioni, rispondendo alla sua rabbia, ignorando il suo sarcasmo.. Infine, ha sbattuto contro il rifiuto. Niente più parole, solo quell’onda che lo ricaccia indietro, la maledizione che lo perseguita, la certezza di essere un indesiderato. In qualche modo, gli ha revocato l’invito dopo anni. Sbattere contro una barriera invisibile che di fatto incarna tutte le sue maggiori paure, l’ha annientato. A distanza di qualche ora, si rende conto che lo sguardo che le ha rivolto deve esserle sembrato comico, nella sua tragicità. L’ha fissata incapace di crederci, come se fosse scivolato in un incubo da sveglio. L’ha fissato senza espressione e ha chiuso la porta, costringendolo ad arretrare di un passo per non esserne colpito.

Dirle senza esitazione “Io ti amo” non è servito a niente, anzi, forse sì, è servito a farla decidere che non c’è alcun posto per un feroce vampiro bloccato da un chip nella sua vita, nel suo mondo, sul suo pianeta.

E’ rimasto fermo sulla veranda qualche secondo, lottando contro la voglia di prendere a pugni la porta chiusa, spaccare i vetri delle finestre, calciare qualsiasi cosa trovasse lì introno.. Ha lottato contro questa voglia, rimanendo immobile, le braccia lungo i fianchi, le mani strette a pugno, lo sguardo che vagava sulla facciata della casa da cui, da ora, è definitivamente cacciato.

Quando si è mosso, ha riso. Una smorfia grottesca gli ha attraversato il volto. Si è voltato e si è allontanato, tentando in ogni modo di ignorare il peso che gli schiacciava il petto. Il sapore salato delle lacrime sulle sue labbra non l'ha fermato. E non l'ha stupito.

 

Fred lo fissava. Spike sapeva che le lacrime di un vampiro erano un fatto raro, ma non impossibile ed era conscio che erano cose che potevano succedere, in momenti di alta tensione, tuttavia essersi lasciato andare davanti a qualcuno lo umiliava. Sebbene potesse contare sulla sua discrezione, era sempre duro da sopportare. E poi, quel suo sguardo.. Non c’era compatimento o pena, piuttosto una grande tristezza. Sospirò, allontanandosi di qualche passo e tornando a guardare Buffy, sprofondata nella poltrona di fronte ad un Angel sempre più cupo.

“Non è uno spettacolo edificante, eh?” sussurrò, abbozzando un sorrisetto e passandosi una mano sugli occhi, facendo sparire i segni delle lacrime “Non pensare che sia la norma, comunque”.

La ragazza seguì la direzione del suo sguardo. Fissò Buffy qualche secondo “La invidio molto”.

Spike strinse la mascella, respirando forte.

“Si, la invidio, perché ha suscitato in te questi sentimenti indistruttibili. Deve essere una donna eccezionale.. Beh, si. E’ la Prescelta. Lo è stata per molto tempo” sussurrò.

“Non è per questo” si sentì dire “E’ la sua natura. E’ forte, terribile, diretta.. Ed è unica”.

Fred lo affrontò “Spike, devi uscire di qua e andare a parlarle” gli poggiò le mani sulle braccia e il vampiro fu assalito da una improvvisa sensazione di calore che lo lasciò boccheggiante. Le dita sottili di lei gli stringevano gli avambracci, nel punto in cui le bende terminavano, e quel contatto risvegliò molto altro in Spike. Ripensò alle mani di Buffy che, lievi come carezze, risalivano le sue braccia, fino alle spalle, fino al collo, la rivide piegarsi su di lui e lasciargli scie di piccoli, umidi baci sulla pelle.. Respirò forte, incontrando gli occhi scuri di Fred, spalancati e preoccupati “Presto se ne andrà e se il mio istinto non m’inganna, non tornerà tanto presto. Il chiarimento che stanno avendo quei due mi sembra.. definitivo..” voltò la testa verso l’ufficio di Angel “E’ il momento di agire, William. Le tue lacrime saranno di rimpianto, se non ci proverai”.

Spike guardò ancora Buffy, poi le disse “Non posso farlo”.

Fred lo scosse leggermente “Devi, farlo. Di che cosa hai paura? Del suo rifiuto? Hai paura di questo? Oh, Dio, William, se anche dovesse rifiutarti, non starai peggio di così!”.

Il silenzio che seguì li avvolse. Improvvisamente, Spike si sentì a mille miglia da quella stanza vuota ed impersonale, si sentì sospeso in aria, pronto a scomparire tra le nuvole, e lo avrebbe fatto, sarebbe scomparso se non avesse avuto quella corda che lo teneva legato a terra, impedendogli di perdersi.

“Non posso farlo” ripeté scuotendo la testa, la tensione che lo dilaniava e tirava i suoi tratti marcati fino allo spasimo “La cose sono andate in un modo che.. che esclude un altro finale. Sono morto, per lei, in quel crepaccio. Sono morto, per lei” incontrò i suoi occhi “Ho fatto la fine che fa un vampiro, sono diventato un mucchietto di cenere disperso nel vento. Lei era lì e ha visto”.

Fred si lasciò sfuggire quel che gli parve un ringhio. Nel suo sguardo passò, per un secondo, una luce furiosa. Poi la sentì dire “Stronzate. Tu non sei polvere. Tu sei qui, carne, ossa, anima. Anima, William” lo strattonò “Deve pur esserci una ragione per questo. Buffy, è una di queste..” gli impedì di interromperla “No, tu ascolti me. Non so perché sei tornato e hai di nuovo la possibilità di camminare su questa valle di lacrime, ma è questa la realtà e se tu hai troppa paura per affrontare tutto ciò che ne consegue, beh, allora hai recuperato per niente l’anima..” lo lasciò andare “Forse per te era più semplice aggirarti per il mondo senz’anima, con un chip che ti rendeva innocuo, senza la speranza di una redenzione..” lo sfidò con lo sguardo “Era meglio, William?”.

Invaso da una rabbia impotente che gli impediva di pensare lucidamente, Spike si sciolse con uno strattone dalla presa di lei e le diede le spalle, tremante. Ci mise un po’ a calmarsi.. Gli passavano davanti agli occhi le immagini del suo ritorno a Sunnydale, con un’anima ingombrante che aveva rischiato di farlo impazzire e si rivide abbracciato ad una croce, l’odore nauseante di carne bruciata che si alzava dal suo corpo, mentre sentiva lo sguardo stranito di Buffy che registrava la sua confessione.. Mosse la testa, come a scacciare quegli ingombranti ricordi.

“Perciò, se tutto ciò che ti ha portato fin qui, in questo posto, in questo momento, ha un qualche senso per te, ti consiglio di rivedere i tuoi piani” la voce di Fred lo raggiunse. Il suo tono era di nuovo dolce, la solita Fred “Tutto il resto non ha importanza, William”.

Ciao a tutti. Ringrazio quelli che leggono la mia storia e ringrazio tutti coloro che hanno recensito. I commenti mi fanno piacere e mi aiutano a proseguire. Grazie ancora.
A presto, Ezrebet
   
 
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