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Autore: giulina    27/09/2010    4 recensioni
"Ed ora ci scommettevo la mia collezione di figurine di Sailor Moon che aveva fatto una scenata di gelosia e Laura si era ributtata nelle braccia dell’ex di cui era ancora innamorata. La solita vecchia storia.
-Li guardo ancora una volta e…Bum!-
-Uno sparo?- Chiesi perplessa mentre lui era ancora preso dal suo racconto.
-Ma no scema! È il rumore che ha fatto il mio cervello- Eh?"
Piccola One-shot scritta in un momento di svago! Spero che apprezzerete questa mia piccola cavolata. Un bacione Giulina
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Questa è la storia di un gigante del mare. Una storia lunga ottant’anni durante i quali un piccolo capodoglio diventa il re del mare più profondo. Questa è..- Ero comodamente sdraiata sul divano, con un pacchetto enorme di pop-corn tra le mani e lo sguardo puntato sulla tv, dove il mio amato Piero Angela aveva da poco incominciato a parlare dei capodogli, quando sentii il campanello suonare. Presi il telecomando che era finito sotto al divano e misi in pausa la registrazione. Corsi ad aprire la porta e mi stupii di vedere chi era il mio ospite.
-E tu cosa caspita ci fai qui?- Ero stata davvero molto gentile devo dire.
Il ragazzo davanti a me sbuffò alla mia frase poco carina ed entrò in casa.
-Dovevo parlarti- Mi disse semplicemente levandosi il cappotto ormai mezzo. Fuori la finestra del salotto potevo benissimo vedere la pioggia che cadeva incessante dal cielo mentre alcuni fulmini illuminavano la stanza buia. Già perché quando guardavo il mio programma preferito dovevo avere anche la luce spenta.
-Ma non potevi parlarmi domani? No lo sai che stasera è la serata..-
-“di SuperQuark e che quando lo guardo non devo essere assolutamente disturbata”..si lo so benissimo, ma credo che uno stupito programma sia meno importante di quello che devo dirti- Non so se in quel momento fui più infastidita dall’aggettivo poco carino con cui si era riferito al programma o preoccupata dal tono di voce con cui disse la frase.
Mi sedetti sul divano imitata da lui aspettando che aprisse bocca.
-Sto cercando di….mettere insieme le idee..ecco, non so come dirtelo- Mi disse torturandosi i capelli con una mano.
In quel momento i capodogli erano l’ultimo dei miei pensieri. - Magari parlando, o se vuoi vado a prendere la lavagnetta di Matteo e me lo disegni-
Con quella battuta ricevetti soltanto un’occhiataccia da parte di Marco che stava incominciando ad innervosirsi.
-è meglio partire dal principio. Allora oggi sono andato a fare la spesa perché mia madre voleva preparare la sacher, anche se sa benissimo che sono allergico al cioccolato, così mentre ero vicino al reparto dei dolci al supermercato ho visto Laura, la mia ex. Era abbracciata ad uno e si stavano baciando come una normalissima coppia. Lui naturalmente era alto 1 e 90 muscoloso, biondo platino e con due bicipiti che erano il doppio di me. Comunque mentre li stavo guardando Laura si gira ed incrocia il mio sguardo-
“E in quel supermercato che puzzava di pesce sembrava che ci fossimo solo noi due” Ero sicura al cento per cento che la frase dopo fosse quella. La classica frase da film e libri.
-Mi sorride e mi chiama. Mi avvicino a loro e mi presenta il suo ragazzo, che mi guarda con un’aria di superiorità, ma uno che si chiama Osvaldo, superiore non so proprio come faccia a sentirsi.- Ed ora ci scommettevo la mia collezione di figurine di Sailor Moon che aveva fatto una scenata di gelosia e Laura si era ributtata nelle braccia dell’ex di cui era ancora innamorata. La solita vecchia storia
-Li guardo ancora una volta e…Bum!-
-Uno sparo?- Chiesi perplessa mentre lui era ancora preso dal suo racconto.
-Ma no scema! È il rumore che ha fatto il mio cervello- Eh?
-Il tuo cervello…ha fatto…Bum?- Avrei voluto vedere la mia faccia in quel momento.
-Non in senso letterale Elisabetta! Ma non mi distrarre. Allora eravamo arrivati che li guardo..-
-E il tuo cervello fa Bum!- Lo interruppi io nascondendo un sorriso.
-Si- Mi rispose guardandomi male - E capisco che per Laura non provo più niente. Se sei mesi fa avessi visto quella scena probabilmente sarei impazzito di gelosia ed invece…il vuoto totale. Non mi sentivo triste, o arrabbiato, nulla di tutto questo ed allora è proprio in quel momento che mi sei venuta in mente te- Mi disse indicandomi.
-Io?- Chiesi indicandomi a mia volta.
-Gia. Ho pensato a te ed a come mi sarei sentito se ti avessi visto con un altro. Ho pensato a quando ti ho conosciuta. Mi sono ritrovato a sorridere per le tue cadute o per le tue figure imbarazzanti. Ho ripensato al nostro primo bacio ed alla prima volta che abbiamo fatto l’amore. Mi sono rivisto tutte le volte che ti sorridevo o ti dicevo qualcosa ed allora ho capito che mi sono innamorato di te, sul serio. Ti amo Elisabetta Carmassi anche se sei impacciata ed impedita. Ti amo anche se preferisci SuperQuark ad una serata con il tuo ragazzo, ti amo anche se dormi ancora con i peluche, ti amo…e basta. Quando l’ho capito sono venuto qui di corsa ed ora…eccoci qui, fine della storia- Disse abbassando lo sguardo sulla coperta che copriva il divano.
-Non ho capito una cosa- Gli dissi con il sorriso ed il cuore in gola.
-Non hai capito che ti amo?-
-No quello l’ho capito, dopo tutte le volte che me l’hai ripetuto. Non ho capito…ma alla fine gli ingredienti per la sacher gli hai presi o no?- L’unica risposta che mi diede fu la busta di pop corn strappata in testa. Bè un’po me lo meritavo.
-Hey! Vergognati, non si tratta così la ragazza che ami- Lo presi in giro alzandomi e liberando i capelli dai pop-corn. Marco se ne stava seduto sul divano con lo sguardo imbronciato e le spalle rigide.
-Sei proprio una stronza! Lo sai che non sono bravo con le parole e mi prendi in giro?- Mi disse alzandosi e gesticolando con le mani.
-Non offendiamo, per favore! E poi lo stronzo sei tu! Io sarei impedita ed impacciata? Ma ti sei mai visto te durante un’interrogazione o durante una lezione di pallavolo?-
-Eccola che ricomincia! Ma devi sempre rinfacciarmi che non so giocare all’unico sport in cui te la cavi un pochino?- Era arrabbiato come non mai mentre io dentro di me ridevo come una matta. -Me la so cavare un pochino? Tesoro chi è che ha vinto 8 partite di seguito contro di te? Chi?-
-Te, te e sempre te! Egocentrica- Mi rispose alzando le braccia come per arrendersi.
-Si ma intanto ami questa egocentrica- Gli risposi avvicinandomi a lui.
-Strega-
-Idiota-
-Rincitrullita-
-Imbecille-
-Gallina-
-Pesce lesso-
-Io?? Ma dico stai scherzando?? Io sarei un pesce lesso?- Mi chiese avvicinandosi ancora di più a me con la faccia imbronciata.
-Si, te- Gli risposi abbracciandolo e cingendoli con le braccia il collo.
-Non fare la ruffiana mia cara. Questa volta il pesce lesso non ci casca- Mi disse con uno sguardo offeso.
-Ti dico solo due parole-
-Spara-
-Anzi tre-
-Dimmi-
-Ti amo pesce lesso-
-Hey queste sono quattro par..-
Lo baciai senza pensarci due volte. Un bacio se lo meritava. Quando si staccò dalle mie labbra aveva il sorriso stampato sul volto. -Ti ci è voluto tanto a dirmelo?- Mi chiese baciandomi a stampo.
- Un’ po. E non credere che ogni minuto te lo stia a ripetere capito?-
-Capito polpettina. Ma io te lo dico lo stesso, ti amo-
-Sei proprio finito nella rete dell‘amore è pesciolino?!-
-Questa battuta faceva davvero schifo Eli- Mi disse baciandomi di nuovo cadendo insieme sul divano.
Eh l’amor! Forse lui non era l’unico pesce ad essere finito nella rete, c’ero finita anche io.




Ehm…ehm…ehm…… Alllllloraaaa…..i pomodori per favore non tirateli, sono allergica!! Grazie per la vostra disponibilità ed alla prossima!!! Bacini, baciotti e bacioni!! Ah mi scuso con tutte le persone che si chiamano Osvaldo o hanno un parente che si chiama così, ma non ci posso fare nulla, mi fa troppo ridere quel nome.

   
 
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