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Autore: Mikhi    27/09/2010    2 recensioni
Felicità, una parola semplice da pronunciare ma difficile da provare, conquistarla è dura, perderla è semplicissimo, nonostante ciò si continua a vivere dentro un'utopia fatta di sogni e speranze che non fanno altro che aprire cicatrici su cicatrici che il tempo non sarà in grado di curare.
I suoi pensieri mulinarono sul fiocco di neve ancora adagiato sul palmo della sua mano, così dolce e bello inganna con la sua bellezza, si nasconde dietro una maschera che in realtà non è quella che gli appartiene, un po' come Sora.
Un po' come un fiocco di neve, prima o poi si scioglie, rivelando a tutti la sue vera natura.
-Promesso.-
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riku, Sora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Promise
Promise





Consigliato vivamente con sottofondo (Roxas Theme The Other Promise) Buona lettura! ^^








Era adagiato sopra un soffice manto di sabbia bianca e fine che circondava perennemente quell'isola dove trascorrevano la maggior parte del loro tempo, soprannominata dagli abitanti del luogo l'Isola dei Bambini poichè durante il periodo estivo molti ragazzi la popolavano sia mattina che sera mentre adesso deliziosi fiocchi di neve ricoprivano i piccoli granelli per poi inumidirla leggermente, turbinava in alto e avvolgeva l'ambiente, cadeva dall'alto ricoprendo ogni cosa fino all'Infinito: imbiancava le città con le case, il porto con le navi.
Un'altra noiosa sera passata in quel luogo completamente desolato nel corso dell'Inverno, ogni singolo suono giungeva ovattato ed il silenzio del mondo arrivava inalterato, l'aria pungente gli frustava senza tregua il volto niveo e freddo, la chioma argentea era smossa dal venticello che trasportava con sè ogni cosa.
Il naso pizzicava ed inutilmente cercava rifugio fra la lana calda e morbida che gli avvolgeva il collo slanciato, fra le dita intirizzite stringeva un bicchiere fumante di caffè caldo che ogni tanto sorseggiava con estremo disinteresse poichè i suoi sguardi ricadevano principalmente su quella palma ricurva totalmente ricoperta di brina, un tempo le lunghe e ampie foglie verdi si lasciavano ammirare in tutto il loro splendore, seguiti dai suoi mistici frutti gialli che ricordavano molto una piccola stella, eppure, nonostante fossero trascorsi così tanti anni ricordava quella famosa ed importante giornata come se fosse ieri.
Una minuscola sfera bianca scivolò lungo la sua felpa fino a raggiungere il dorso della mano, aveva sempre amato l'Inverno, i campi e le strade miti ricoperte da un sottile strato di nevischio mentre i fiocchi di neve silenziosi e lievi volteggiavano allegramente in una danza perpetua per poi posarsi sul suolo, stanchi. Tutto intorno era quieto, chiuso in un oblio profondo mentre indifferente il mondo tace.
Ritornava lì ogni singolo giorno ricordando quella fatidica e alquanto strana promessa che molto tempo fa lui e Sora avevano stretto senza indugio e rimorsi, quando soltanto l'innocenza faceva da sfondo a quell'amicizia indissolubile che li legava ormai da anni, accaduto proprio sull'albero di Paopu accanto al ponticello... ogni volta che ricordava le parole del moretto un sorriso gli nasceva spontaneo, un sorriso felice e allo stesso tempo malinconico, che si fosse dimenticato di tutto ciò?
Nonostante tutto lui continuava a sperarci che un giorno fosse corso da lui pronunciando le tanto sognate parole che ormai erano rimaste impresse nel suo cuore come un'incisione, difficile da cancellare ma molto più semplice da distruggere, si sentiva abbastanza ridicolo quando i suoi pensieri mulinavano con frequenza su quell'argomento, dentro un silenzio fatto di tristezza, nella vaga illusione che un giorno possa realmente avverarsi.
Le sue iridi acquamarina scivolavano costantemente sul porticciolo dove una spessa corda reggeva saldamente la sua barca che ormai lo trasportava su quell'isola ghiacciata da molti anni, una volta accompagnata dalla sua gemella che la seguiva ovunque, adesso così sola e sconsolata si lasciava trasportare dalle onde che impetuose la sbatacchiavano di qua e di là con veemenza.
La luna con mansuetudine scendeva verso l'orizzonte e pian piano anche i suoi sogni senza termine che sarebbero rinati dolcemente con la prossima alba che avrebbe fatto la sua entrata in scena in modo spettacolare, svegliando con la sua luce le vite delle persone.
Inconsapevolmente aumentò la stetta contro il bicchiere di cartone per poi trascinarlo con lentezza vicino le labbra fino ad ingurgitare un altro sorso di caffè nella speranza che il suo corpo ghiacciato facesse tesoro di quel calore a lui donato, un calore che poteva semplicemente essere sostituito da un suo abbraccio.


*Flashback*

-Hey, Riku!-
Un ragazzino dalla folta e stramba chioma castana dimenava con insistenza le braccia da lontano, cercando di catturare l'attenzione del suo migliore amico, seduto sopra una grossa palma che sporgeva verso il mare cristallino.
Un'altra deliziosa giornata che si prospettava nel migliore dei modi, contornati dagli sguardi felici degli abitanti indaffarati dalle prime luci del mattino, quella luminosa sfera che si levava pian piano in alto nel cielo e si rispecchiava con vanto sopra la superficie dell'acqua di mare che rifletteva compostamente l'immagine splendida che offriva.
Sora si avvicinò ancora di qualche passo all'albero dove Riku dondolava pigramente una gamba mentre le sue iridi sorvolavano su ogni particolare che riuscisse a conquistarlo, i suoi sguardi perennemente attratti da un'unica persona, lui, solo e soltanto lui era degno di meritarsi il suo affetto, il resto era silenzio.
L'argenteo nonostante i continui schiamazzi da parte del compagno non vi badò molto e con disinteresse si adagiò con la schiena contro il tronco liscio del Paopu, il piccolo posticino dove si riunivano ogni singolo giorno.
Sora si mordicchiò il labbro inferiore per poi piombare come un fulmine accanto al ragazzino che si limitò ad inarcare un sopracciglio.
-Ri-chan! Perchè non rispondi mai!- bofonchiò incrociando le braccia al petto e sedendosi sgraziatamente rifilò un'occhiata indignata a Riku che divaricò leggermente le gambe in modo tale da gustarsi quel broncetto assolutamente paradisiaco, quelle labbra morbide che lo facevano impazzire ogni volta che le agitava.
L'albino socchiuse le palpebre con fare sapiente rispondendogli con una linguaccia: -Sei sempre il solito ritardatario.- asserì, puntandogli un dito contro e rigirando, come al suo solito, il coltello dalla parte del manico.
Era capace di estasiare il castano con semplici gesti o parole, per lui era sempre stato una specie di "Idolo" da seguire ed imitare in tutta la sua perfezione, ma lui non trovava niente di eccitante in tutto ciò, era soltanto un po' più sveglio rispetto a quei ritardati di Selphie, Wakka e Tidus, niente di più.
-Mi sono svegliato tardi, e poi ho dovuto fare colazione.- ammise mentre un sorriso beato si allargava pian piano su quel volto paffuto, modellando con dolcezza le guanciotte tenere e morbide come due succulente pesche appena colte.
Era felice di essere il solo ad ammirare quello spettacolo meraviglioso, e non nascondeva l'irritazione che avesse attenzioni per qualcuno che non fosse lui, lo innervosiva particolarmente che quella gatta morta di Selphie gli ronzasse attorno con i suoi modi di fare scimmieschi, che sia Tidus, Wakka o chiunque altro, Sora era esclusivamente suo.
Quella bocca deliziosa e ingenua che diceva sempre e solo la verità, un cuore puro che sarebbe rimasto intaccabile per anni e anni mentre il suo corrotto e malconcio non meritevole di quell'amicizia sembrava il nulla in confronto a quello del migliore amico.
-Senti Riku.- iniziò il moretto voltandosi appena verso di lui e cercando con le sue pozze azzurre e limpide quelle acquamarina del compagno. -Ho bisogno di farti una domanda che ho celato per molto tempo qui.- disse, portandosi con flemma una mano esattamente all'altezza del cuore.
Riku piegò leggermente la testa di lato, curioso di scoprire cosa nascondesse l'amico. -Sai che puoi domandarmi tutto, stupidone.-
Sora congiunse le mani portandosele in grembo e scrutando con fare pensieroso il mare infrangersi contro il bagnasciuga. -Riku... da grande noi ci sposeremo, vero?- chiese con un sorrisore a trentadue denti.
L'argenteo restò di stucco a quella domanda, stava davvero sognando oppure Sora aveva pronunciato quelle parole?
Scrollò violentemente il capo, cercando di riacquistare la lucidità persa pochi minuti prima.
Si grattò con fare imbarazzato la testa voltando lo sguardo dalla parte opposta. -Sora... sai almeno cosa significa sposarsi?- rispose, senza smettere di guardare l'orizzonte che mescolava e pian piano congiungeva qualsiasi cosa mentre sbuffi di nuvole bianche giocherellavano alte nel cielo limpido e blu.
Era rimasto fin troppo colpito per rispondere altro, impacciato da quella frase fuoriuscita dalle sue labbra con immensa spontaneità, una qualità rara che il moretto era in grado di utilizzare a suo piacimento, non era capace di proferire altro, un nodo sembrava attanagliargli lo stomaco, che fosse malinconia? Oppure la tristezza di un desidero impossibile da realizzare?
Poco importava tutto ciò, il fatto che avesse avuto il coraggio di dirglielo nonostante non conoscesse a pieno il vero significato bastava a colmargli il cuore di una gioia immensa e mai provata prima.
-Certo!- esclamò con enfasi, ridacchiando di conseguenza. -Quando due persone che si vogliono bene rimarranno per sempre insieme e, noi siamo migliori amici, vero?- domandò, rivolgendogli un'occhiata speranzosa e avvicinandosi di qualche centimetro al ragazzino.
Riku si alzò lentamente con la schiena mentre osservava con preoccupazione le iridi lucide del castano che lo osservavano in cerca di una risposta soddisfacente, che lo rassicurasse in maniera definitiva, qualcosa che valesse più di un semplice abbraccio, qualcosa che lo avrebbe reso felice a vita.
-Si.- mormorò abbassando lo sguardo e studiando il cespuglio che nasceva poco più sotto dell'albero, eppure, perchè sentiva il gran bisogno di piangere nonostante pochi minuti fa una notizia del genere l'avrebbe reso il ragazzo più felice del mondo? Forse perchè era tutto così totalmente sbagliato? Oppure perchè sapeva che un giorno l'avrebbe perso?
Sora sorrise allegramente ancora una volta, stringendo con la sua piccola manina quella del più grande che si lasciò guidare senza opporre alcuna resistenza. -Mi prometti una cosa?- disse infine il castano stringendo entrambi le mani dell'argenteo che, a fatica, alzò lo sguardo per incrociare le ridenti iridi che esprimevano la gioia che provava in quel momento.
-Cosa?- chiese scrutandolo attentamente con alcune rapide ed incisive occhiate in grado di compredere in pochi attimi lo stato emotivo delle persone, un'altra qualità da aggiungere, era un attento osservatore e sapeva perfettamente che Sora stava pronunciando quelle parole con tutto il cuore.
Felicità, una parola semplice da pronunciare ma difficile da provare, conquistarla è dura, perderla è semplicissimo, nonostante ciò si continua a vivere dentro un'utopia fatta di sogni e speranze che non fanno altro che aprire cicatrici su cicatrici che il tempo non sarà in grado di curare.
-Tu sarai sempre il mio migliore amico?- fece combaciare perfettamente i loro mignoli, come facevano sempre quando volevano giurare in modo "serio" qualcosa a loro caro, come il Posto Segreto scoperto molto tempo prima quando andavano ad esplorare costantemente quella piccola Isola.
L'albino si mordicchiò le labbra per poi accennare un mezzo sorriso stentato, il suo caro e dolce Sora, chissà come sarebbe diventato da grande, sempre il solito buffone, giocherellone e ritardatario? Il suo cuore gli confermava che non sarebbe mai cambiato, e lui ci sperava, lui amava il bambinone simpatico e pasticcione che lo metteva al primo posto, sopra ogni cosa.
-Certo. Che domande, stupidone.- sorrise, regalandogli un affettuoso pugno sopra la testa che il più piccolo non riuscì a schivare in tempo.
Incrociò le braccia dietro la testa sorridendo allegramente, come se avesse appena gustato il miglior pranzetto del secolo, una gioia vederlo ridere, semplicemente magnifico vederlo fra le sue braccia un giorno.
-Bene!- esultò, balzando giù dal Paopu per poi piroettare verso Riku che a differenza del compagno, si distese di nuovo sul tronco dell'albero, scrutando malinconico il cielo azzurro che li circondava. -Promettimi che ci sposeremo, così staremo per sempre insieme!-
Come potergli dire di no? Come potergli dire che in realtà tutto questo era sbagliato? Come potergli dire che in realtà lo amava e che sarebbe andato in capo al mondo pur di stare con lui? Difficile.
-Promesso.-

*Fine Flashback*


Le sue palpebre umide si aprirono pian piano, ritornando a scrutare di nuovo il freddo e gelido ambiente che sembrava aver distrutto ogni singola cosa, persino il suo sogno ormai dava l'impressione di essere pura follia, e poco importava di quello che avrebbero pensato, lui lo amava.
Sospirò mentre uno sbuffo di aria calda produsse una debole nebbiolina che venne trasportata via quasi subito dal gelido vento, bianchi viottoli, monti simmetrici e rami scheletrici, forse davvero tutto ciò rappresentava i suoi desideri? Destinati a soccombere sotto uno spesso strato di illusione?
Si calzò meglio la felpa grigia mentre i bordi della sciarpa rossa svolazzavano con impeto a destra e sinistra, stofinò le mani ghiacciate nella speranza che il freddo stanziato sulla sua pelle scivolasse via, cosa del tutto impossibile in quel posto desolato e abbandonato.
Altri piccoli fiocchi di neve continuarono a volteggiare con armonia sul palmo della sua mano che li accoglieva senza timore, tenera, pulita, lasciava che si posassero in modo tale da lasciarsi ammirare in tutta la loro dolce semplicità, giace a terra, sui tetti, e stupisce chiunque con la sua bianchezza.
-Riku! Riku!-
Una voce terribilmente conosciuta lo costriste ad alzare lo sguardo fino ad incrociare quelle del suo migliore amico che, tutto indaffarato e affannato, correva verso di lui sventolando animatamente una mano guantata mentre un sorrisone a trentadue denti si faceva spazio pian piano.
Il suo Sora, quel ragazzo che aveva stravolto in pochi attimi la sua vita, qualcuno che ben presto sarebbe scappato via da lui, eppure il solo pensare che potesse sfuggirgli gli colpiva il petto come una pugnalata; correva e correva senza smettere di urlare il suo nome, la neve cadeva e volava a seconda del vento freddo, oscillava.
Cadeva a falde sottili come lamine, fragili come il suo corpo che avrebbe protetto a costo della sua vita, curato con amore, difeso fra le sue braccia.
L'avanzata finalmente terminò con una sonora caduta accanto il compagno che non potè fare altro che sorridere a quella scena così tenera e allo stesso tempo buffa.
-Non rispondi mai, come al solito.- mugugnò, incrociando le braccia al petto e scrollandosi la neve dalla folta chioma castana mentre un ridacchiare fuoriusciva dalle sue labbra.
Riku si avvicinò di più a lui regalandogli come sempre l'affettuoso pugno che anche questa volta non riuscì a schivare in tempo, le guanciotte erano arrossate a causa del freddo, proprio come quel delicato nasino che assomigliava vagamente ad un ghiacciolo, il cappotto quasi più grande di lui non dava l'impressione di riscaldarlo a sufficienza ed infine lo sciarpone azzurro si intonava perfettamente con le sue iridi glauche, splendenti e allegre come non mai.
-E tu sei sempre il solito ritardatario.- rispose, sorseggiando pazientemente un altro po' di caffè ancora bollente e gustoso, anche se Sora l'aveva sempre definita acqua sporca e puzzolente a lui piaceva.
Il moretto gli rifilò una linguaccia che la diceva lunga: -Sono solo uhm... mezz'ora! Ops.- disse per poi sospirare afflitto e abbandonarsi sul soffice manto candido e lieve, modellandolo con la sua forma la neve sottostante.
Riku ridacchiò, soffiando appena sul caffè e gustandolo ancora. -Riuscirai mai ad arrivare puntuale ad un appuntamento?-
Il castano fece finta di pensarci su, per poi fare spallucce: -Probabilmente no.- ammise. -Ma tu sei Riku e quindi non ti arrabbi.-
L'argenteo sbuffò con ironia, scrollando la testa. -Guarda che Riku potrebbe anche abbandonarti qui come un cane la prossima volta.-
-So che non lo farai mai!- esclamò alzandosi di botto e circondandogli la vita con le sue esili braccia. -Perchè tu sei il mio migliore amico e hai promesso che staremo per sempre insieme.- mormorò con enfasi mentre l'albino, imbarazzato, si concentrò maggiormente sul bicchiere fumante.
-Promettimi che ci sposeremo, così staremo per sempre insieme!-
Come poter non amare Sora? Come poter resistere alla sua tenerezza? Eppure per tutti questi anni aveva cercato di fare il possibile, ma il legame nei suoi confronti non aveva fatto altro che rafforzarsi, con un'intensità ormai difficile da mandare in frantumi.
-Già...- sospirò quasi in un sussurro, il più piccolo pian piano districò l'abbraccio fino a gattonare quasi di fronte a lui, incrociando le loro iridi così simili che servivano entrambi per completarsi a pieno.
Sora con un gesto meccanico riportò le ginocchia al petto, dondolando ritmicamente e cercando invanamente di riscaldare quel corpicino completamente intirizzito dal freddo.
-Riku...- il compagno lo richiamò mentre il suo sguardo pensieroso si poggiava lentamente sull'albero che giaceva immobile sopra quella piccola scogliera.
L'argenteo scostò le labbra dal cartone, lanciando una fugace occhiata al moretto. -Uhn?-
-Beh... Ti ricordi quella promessa che stringemmo molto tempo fa?- domando con una nota tangibile di imbarazzo che venne colta con amore da Riku che non potè fare altro che sorridere silenziosamente, cercando di non attirare l'attenzione dell'amico.
-Si.- rispose atono, voltando le sue iridi al cielo scuro e senza nuvole.
Il castano intrecciò le dita, agitato. -A quel tempo, non avevo la minima idea di cosa significasse quella parola, o almeno in parte.- mormorò, tentando di risultare il più discreto possibile, senza mettere fretta nè a lui nè a sè stesso, aveva bisogno di tempo per esplicare i suoi sentimenti.
L'argenteo strinse ancora una volta il bicchiere, guardando intensamente il liquido marroncino che rifletteva la sua immagine distorta, gli sembrava di vivere un de-ja vu, proprio come quella volta da bambini sopra l'albero di Paopu, solo che adesso sembrava prenderla sul serio, come se realmente gli importasse di ciò.
-Adesso, ripensandoci, sembrava tutto così sbagliato, come se avessi detto una sciocchezza senza neanche rendermene conto.-
Crack.
Qualcosa nel corpo di Riku sembrò cadere in frantumi e per poco non roveciò il caffè sopra il pantalone, richiando di ustionarsi irrimediabilmente.
Felicità, una parola semplice da pronunciare ma difficile da provare, conquistarla è dura, perderla è semplicissimo, nonostante ciò si continua a vivere dentro un'utopia fatta di sogni e speranze che non fanno altro che aprire cicatrici su cicatrici che il tempo non sarà in grado di curare.
In fondo doveva aspettarselo, era tutto totalmente sbagliato.
Perchè sentiva il gran bisogno di piangere nonostante pochi minuti fa una notizia del genere l'avrebbe reso il ragazzo più felice del mondo? Forse perchè era tutto così totalmente sbagliato? Oppure perchè sapeva che un giorno l'avrebbe perso?
I suoi pensieri mulinarono sul fiocco di neve ancora adagiato sul palmo della sua mano, così dolce e bello inganna con la sua bellezza, si nasconde dietro una maschera che in realtà non è quella che gli appartiene, un po' come Sora.
Come potergli dire di no? Come potergli dire che in realtà tutto questo era sbagliato? Come potergli dire che in realtà lo amava e che sarebbe andato in capo al mondo pur di stare con lui? Difficile.
-Ma.- riprese il moretto. -Ho anche capito che non mi importa se sia giusto o sbagliato, a me va bene così.- rispose, per poi girarsi verso il compagno e sorridergli calorosamente, un dolce e tenero sorriso che dipingeva il suo viso in un'espressione di felicità.
Spalancò le iridi acquamarina, mentre pian piano Sora si avvicinava a lui, accoccolandosi contro il suo petto come un cucciolo bisognoso di coccole.
Poco importava tutto ciò, il fatto che avesse avuto il coraggio di dirglielo nonostante non conoscesse a pieno il vero significato bastava a colmargli il cuore di una gioia immensa e mai provata prima.
-Promettimi che staremo sempre insieme Riku, promettimi che non mi abbandonerai mai.- chiese quasi in un singhiozzo, calde lacrime rigarono la sue guance fino a solcare il collo.
Un po' come un fiocco di neve, prima o poi si scioglie, rivelando a tutti la sue vera natura.
L'argenteo lo strinse fra le sue braccia, stampandogli un bacio affettuoso sopra la chioma ispida. -Certo, non ti lascerò mai. L'ho promesso.- sorrise.
-Bene!- esultò, balzando giù dal Paopu per poi piroettare verso Riku che a differenza del compagno, si distese di nuovo sul tronco dell'albero, scrutando malinconico il cielo azzurro che li circondava. -Promettimi che ci sposeremo, così staremo per sempre insieme!-
-Promesso.-

-Ti amo, Sora.-


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Note dell'Autrice:

Salve a tutti! ^^ E adesso direte, "E questa da dove spunta?" Si lo so, ve ne do atto, sono in ritardo con tutte le storie e vi permetto di linciarmi se volete ma in questo periodo il computer e lo studio regalano i loro notevoli problemi ç__ç
E per farmi perdonare ho deciso di postare questa FanFiction rigorosamente RiSo, dove i protagonisti sono Riku, Sora e la tazza di caffè che troverete dappertutto xD
A parte le sciocchezze, mi è venuta in mente oggi mentre "ascoltavo" la mia prof sproloquiare su Manzoni ed i Promessi Sposi, così avevo iniziato a buttare giù qualche schizzetto ed ecco qua che l'obrobrio è partorito xD
Spero non sia stato troppo banale, anche se, nonostante il lieto fine, continuo a credere che questa storia sia anche malinconica ragion per cui l'ho aggiunto, forse perchè l'ho scritta con il sottofondo (Roxas Theme) anche perchè se in un certo senso si dichiarano continua a mancare qualcosa fra i due, non so spegarmi sinceramente xD
Bene! Dopo aver detto più scemenze del solito posso ritirarmi anche nei meandri più oscuri del pc a riparare ai miei danni! u.ù
Spero che qualcuno recensisca questa storia o che almeno, vi sia piaciuta xD
Alla prossima! ^^ Sayonara!
Mikhi.


















   
 
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