Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Maria Sole Cullen    28/09/2010    1 recensioni
Cosa c'è dopo la frase- e continuammo a occuparci beati di quella piccola parte, ma perfetta, della nostra eternità-? Possibile che la storia finisca li?. Tutte le cose lasciate in sospeso qui avranno risposta.
(Ogni bacio della mia nuova vita mi faceva tornare in mente quelli leggeri e accorti della mia precedente esistenza. Una delle cose che ricordavo con più chiarezza era l’atroce sofferenza che provava Edward ogni volta che mi sfiorava. Immaginai il veleno sgorgargli dalla bocca a pochi centimetri dalle mie labbra calde e morbide, il desiderio devastante di sentire il liquido denso e caldo bagnarli le labbra lasciando un aroma che solo il mio sangue poteva dargli. La confusione che provava doveva essere tremenda quando la sua mente imponeva alle labbra di allontanarsi dalle mie per non mettermi in pericolo. Il pensiero mi fece quasi venire sete e mi avvinghiai ancora di più a lui pensando che adesso non doveva più soffrire. Edward sorrise compiaciuto.
questo è solo una assaggio, andate a curiosare.
(è la mia prima ff quindi siate clementi)- Lasciate recensioni-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le voci girano in fretta

 

 .......................::::::::::::::::::::::::::::::::mi raccomando, commentate::::::::::::::::::::::::::::..............................

 

Il brusio continuo delle persone presenti in casa mi stava dando alla testa. Non sapevo quanto sarei riuscita  a resistere.

Le pareti della camera di Edward tremavano per il rumore.

Mi distesi sul piccolo divano bianco e mi coprii la testa con il cuscino, come se il mio udito “vampiresco” potesse perdere la sua efficacia sotto un pezzo di stoffa.

Cercai di ignorare le voci al piano di sotto per godermi la quiete qualche istante, dopo pochi minuti sarei dovuta scendere per spiegare la situazione a qualche atro nuovo arrivato. 

tutto era orribilmente uguale a tre anni prima .

La sensazione di dejavu era fortissima, come se il tempo trascorso dalla prima minaccia dei Volturi a quel momento, l’avessi solo immaginato.

Ricordavo una conversazione fatta tre anni prima, alla fine della “quasi” battaglia. Carlisle aveva immaginato che i volturi sarebbero tornati, ma era convinto che Alice gli avrebbe visti e tutti i vampiri che allora avevamo radunato si sarebbero riuniti. Era sicuro che il mondo prima o poi sarebbe stato pronto ad essere del tutto libero dai Volturi.

Ci aveva azzeccato quasi su tutto. I Volturi erano tornati, ma Alice non li aveva visti e sicuramente, per avere una minima speranza di vittoria, dovevamo radunare molte più persone di quelle che avevamo chiamato tre anni prima.  

Nell’ultima parte del piano ce l’eravamo cavata alla grande.

Nel piccolo salone bianco, un centinaio di persone non avevano nemmeno lo spazio per respirare.

Carlisle era convinto che non sarebbe stato così difficile convincere la gente a unirsi a noi. Questa volta non dovevamo spiegare una storia impossibile su una bambina mezza vampira, dovevamo semplicemente confermare l’idea che i Volturi erano un pericolo per tutto il mondo degli immortali e probabilmente anche dei mortali. Non era così complicato, molta gente già lo aveva intuito.

Quando ero in Francia con Edward, eravamo riusciti a radunare sessantatre vampiri. Il clan che mi aveva colpito di più era il clan di Julia. Una vampira starna quanto potente.  I capelli biondo grano le scendevano con onde ampie sino al ginocchio, da dove ogni tanto spuntava qualche fiore colorato, grande quanto un pugno. Gli occhi rossi facevano uno strano effetto con l’ombretto verde acceso che ricopriva le palpebre, e le labbra perfette e rosse erano quasi attaccate al naso piccolissimo. Nel complesso, però era davvero bellissima.  Ripeteva cose che solo lei capiva, come se parlasse una lingua tutta sua. Aveva un talento enorme, era capace di privare per qualche istante la gente dei loro poteri, rendendoli impotenti.

Sarebbe stata una cosa utilissima in battaglia. Immaginai Jane senza il suo dono, piccola e fragile non sarebbe potuta essere più la minaccia che credevamo. Edward, però, era convinto  che per quello il mio scudo sarebbe bastato; i nostri poteri erano molto simili, sia io che lei potevamo svolgere lo stesso compito quando sarebbe arrivato il momento. Tutte e due potevamo evitare che il nemico attaccasse con qualche strano talento il nostro esercito, ma lei agiva sui nemici, cancellando per qualche istante i loro poteri, io invece, proteggevo solo i  miei amici senza bisogno di coinvolgere gli avversari.

Insieme a lei c’erano altri due vampiri, Manuèl e Alexì. Tutti e due giravano attorno a Julia in continuazione. Lei era convinta che fosse per non perdere il suo straordinario potere , ma Edward che la sapeva lunga, aveva scoperto che c’era molto di più.

“è particolare il modo di pensare della ragazza” mi disse una volta Edward. “diverso da qualsiasi abbia mai visto, è come se vivesse in un mondo a parte, per lei non esiste l’inconcepibile o l’irrazionale”

Quando rintracciammo il suo clan lungo il cammino eravamo convinti che il suo modo si pensare ci avrebbe ostacolati, credevamo che la strana vampira non ci avrebbe ascoltati, come a voler escludere qualsiasi tipo di accusa verso i volturi.

In realtà era bastato nominarli, che la donna aveva iniziato ad agitarsi. Gli spiegammo che non erano più quelli che la gente conosceva, tutto in modo semplice e lineare, facendo presente che le probabilità di morire erano altissime.

Se dovevamo avere coscienze sulla spalle, meglio non usare imbrogli, dopotutto Carlisle non voleva far morire gente a causa nostra.

 “Très bien mes amis “ aveva risposto Julia decisa.

“Non c’è bisogno che aggiungiate altro. Sappiamo di cosa sono capaci i Volturi. Pochi giorni fa si è presentato un vampiro dai capelli color grano, che diceva di essere stato mandato dai volturi. Voleva convincermi a unirmi a loro, e quando ha visto che non ero intenzionata a farlo, ha cercato di utilizzare il suo potere su di me. Il vampiro è capace di ribaltare i sentimenti. Naturalmente io grazie al mio talento sono stata capace di evitarlo ma non so cosa sarebbe successo se avesse provato a convincere uno dei miei compagni.”

Da quella discussione avevamo capito che i Volturi si erano messi d’impegno a cercare i vampiri dotati di cui parlava Demetri  e probabilmente il vampiro biondo era lo stesso che aveva rapito Zafrina. Aveva ribaltato i suoi sentimenti. Lei voleva troppo bene a Senna e a Kakiri per poterle lasciare da sole; ricordavo che il rapporto tra le tre vampire era davvero speciale, non si separavano mai.

Soprattutto, negli anni precedenti, si era affezionata a Renesmee e alla nostra famiglia, non poteva collaborare alla nostra distruzione così a cuor leggero.

Dalla francia ci avevano seguito anche i clan di Audret, Antony e Jerardin. Il resto erano nomadi, girovaghi o clan poco numerosi. Le pesone che ci sarebbero servite di più in battagli, a parte Julia erano Marsel e Marie Clare. Erano due nomadi, con poteri molto particolari. Marie Clare, era la vampira più bella che avessi visto, tutta curve e capelli biondi. Se non avesse avuto gli occhi rossi probabilmente li avrebbe avuti azzurri. Marie, però, era bella quanto crudele.  Aveva il dono di estorcere qualsiasi informazione alla gente, utilizzando la persuasione. Non ero sicura che fosse un potere, probabilmente era solo una qualità dovuta al suo fascino.

Marsel invece, era un tipo taciturno,  silenzioso, capace di far scappare di paura la gente.  Il suo dono consisteva nel riempire di terrore i nemici. Probabilmente era per questo che girovagava per Parigi da solo.

I pezzi cominciavano a combaciare e i vampiri presenti in casa a crescere.

Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta della camera di Edward.

La porta si accostò leggermente e la faccia di Emmet sorridente e spensierata spuntò fuori allegra.

“Toc toc” disse scherzando.

Mi ributtai sul divano ricoprendomi il viso.

“Hei, muso lungo, cos’è questa faccia”

“Altri due minuti con questo brusio di sottofondo e rischierò di scoppiare.”

Lui ridacchiò

“Rose ne ha già sbattuti al muro due”.

“Credo che userò il suo stesso metodo” dissi, non ero sicura che stessi scherzando.

“sotto ci sono altri sette clan che hanno sentito parlare della battaglia e sono venuti a sentire la situazione. In oltre fra pochi minuti arrivano Jazz ed Alice con un ottantina di vampiri, che aspettano la nostra presentazione. Edward mi ha mandato a chiamarti. Dobbiamo scendere.”

Sbuffai esasperata e mi misi le mani tra i capelli.

“a che vi servo io, non è meglio che fate tutto da soli?”

“Lo sai che dobbiamo presentarci come clan intero, nonostante siamo una squadrone di nov........otto persone” si corresse pensando a Nessie. Non volevo che considerassero Renesmee ormai spacciata.

“Ok”dissi rassegnata. “Lo squadrone tra poco scende”

“Così ti voglio” disse mentre mi prendeva in braccio e mi faceva volare per la stanza.

“mettimi giù, però” dissi ridendo.

Al piano di sotto tutto era spaventosamente diverso dal solito.

Non avevo mai visto così tanti vampiri insieme.

La gente che ci aveva aiutato tre anni prima, era già arrivata da un pezzo, mancavano solo il clan di Denaly, i rumeni, Senna, kakiri e naturalmente Maggie e zafrina.

Persino il clan egizio si era unito a noi, nonostante Amun avrebbe fatto volentieri a meno di quella seconda “condanna a morte”.

Sapevo che si era unito dalla parte dei “ribelli” principalmente per paura di perdere il suo Benjamin.  Il vampiro così dotato e così inerme sarebbe stato di certo uno dei bersagli più ambiti dai Volturi. 

La cosa spavetosa però, era che il numero di gente cresceva a vista d’occhio.  Molti vampiri nemmeno li conoscevamo. La voce della ribellione si era sparsa e spontaneamente la gente veniva in casa Cullen per combattere contro i protettori di una ormai nulla legge.  Nulla perché nessuno provava a rispettarla. 

Solo radunando quei vampiri, noi stavamo infrangendo miliardi di regole. Neanche gli stessi Volturi sembravano più tener fede ai principi da loro creati. Il panico in italia si era già sparso: a Volterra il grande spargimento di sangue causato dalla sete dell’esercito di neonati creato dai volturi non era passato inosservato e le urla delle donne fatte a pezzi dentro le mura dell’edificio non erano di certo sfuggite alle orecchie umane dei cittadini. Si stava giocando il tutto per tutto, e i volturi non credevano più indispensabile indossare la maschera da protettori della legge che fino a quel momento avevano portato, non avevano nemmeno cercato un pretesto per attaccarci. Si stava giocando il tutto per tutto, sarebbe stata la battaglia più grande della storia e poco importava che questo implicava la rivelazione del nostro segreto, probabilmente i sopravvissuti – che potevamo essere noi come i volturi - sarebbero riusciti ad uccidere abbastanza umani prima che la notizia si spargesse.  Rabbrividii al pensiero di quante vite sarebbero state sprecate a causa di questa battaglia. Mi diressi lentamente verso le scale, per nulla impaziente di trovarmi tra la folla e cercai disperatamente il viso di Edward tra quelli presenti. Lui era inpegnato in una conversazione con Kazim: un vampiro indiano  portato da Rosalie e Emmet.

Mi avvicinai a lui che appena mi vide mi sorrise, mi diede un bacio legero e mi presentò all’uomo.

“Questa è mia moglie, Bella”

“Adorabile, proprio come mi avevi detto.” Disse kazim baciandomi la mano. Al contatto con la sua pelle, sentì la mano bruciare. Non era doloroso, ma di sicuro molto fastidioso.

Edward mi scansò da lui.

“O, scusami” fece il vampiro.

“Vedi Bella, Kazim è capace di simulare un contatto con le fiamme, mi dispiace, non riesce ancora a controllare bene i suoi poteri.” Chiarì Edward.

Io accennai un sorriso al vampiro indiano.

Tra gli schiamazzi nella casa udivo un leggero suono provenire dalle ruote di un auto. Dopo pochi istanti il campanello trillò ma il suono venne attutito dal rumore all’interno dell’abitazione.

Anche Edward sembrava aver sentito il campanello e si precipitò verso la porta con me al suo fianco. Prima che la mia mano potesse raggiungere il pomello, le dita abili e veloci di Carlisle aprirono la porta.

Lo sguardo dei cinque vampiri dagli occhi d’orati- uno di questi coronato da leggerissime sfumature rossastre- sembrava triste e irritato. Kate si tuffò tra le braccia di Carlisle.

“oh, Carlisle” disse la vampira piena di angoscia “si può sapere perché non ci avete chiamato immediatamente. Lo abbiamo saputo da un Clan di passaggio vicino a casa nostra, non me lo sarei mai aspettato da voi, pensavo che fossimo una famiglia”

 

Carlisle  parlò subito dopo, ma sarebbe bastato guardare la sua espressione addolorata per capire la risposta.

“Kate, è proprio per questo che non vi ho chiamati, non voglio far morire la mia famiglia. Questa non è come l’ultima volta, lo scontro e inevitabile, e anche le conseguenze di questo lo sono.”

Tanya schizzò vicino alla sorella in modo da stare davanti a noi.

“Ma come puoi credere che dopo ciò che ci hanno fatto possiamo restare fermi senza reagire, abbiamo una sorella da vendicare”

Il ricordo della morte di Irina mi invase la testa come un lampo: la pira scoppiata all’improvviso dalle mani di Caius, lo sguardo disperato delle sorelle dall’altra parte del campo.

“Si” concesse Carlisle “è vero, avrei dovuto avvertirvi, ma niente mi farebbe più piacere che risparmiarvi questa tortura.”

Garret, che restava accanto a Kate i ogni momento, si spostò di qualche passo e porse la mano a Carlisle.

“Siamo con voi” disse formale, in attesa di stringere la mano del vampiro davanti a lui.

Carlisle accettò la stretta, ma lo fece a malincuore.

Solo allora, il clan di denaly sembrò accorgersi della marea di ospiti che alloggiavano in salotto.

“Wow, disse Carmen studiando la camera con o sguardo

“Cero che avete tirato su una bella squadra”

“Non è ancora abbastanza” disse Edward concentrato.

“Il loro esercito è composto da più di quattrocento elementi, di cui la maggior parte neonati nel pieno delle forze, fino a questo momento ne abbiamo radunati solo duecento, ma sono sicuro che andando avanti così non faremo alcuna fatica a raggiungere il numero prestabilito. “ poi la sue espressione cambiò, si fece più seria, più decisa, e fissò il nulla davanti a se.

“ormai la scintilla è scoppiata, il mondo non aspettava altro, lo abbiamo dalla nostra parte. L’unico problema è capire se questo mondo è più forte della cosa che cerchiamo di distruggere.”

“ci avete mai pensato a.........” disse Garret pensieroso, ma l’espressione di Edward gli fece capire che non era opportuno continuare il discorso.

“Certo, capito, so che Carlisle non approverebbe,tranquillo, anche io mi sono convertito al vostro sistema, era solo un pensiero come un altro”

“di cosa parlate” chiese Carlisle.

“Garret pensava che sarebbe stato più semplice creare un esercito più che radunarlo, ma sa che è sbagliato, non lo farebbe mai”

Carlisle sembrò riflettere per qualche secondo poi quasi urlò dall’entusiasmo di quell’intuizione.

“Ha ragione” disse entusiasta.

“cosa?” gridammo io kate e Tanya all’unisono.

“Non vi allarmate, non ho intenzione di togliere la vita agi umani,sapete che non ne sono capace” chiarì Carlisle sorridendo, come se quel pensiero fosse la cosa più ridicola che avesse mai sentito.

“farò proprio come ho fatto con te, figliolo, darò una seconda possibilità, dopotutto lavoro in un ospedale, tantissime persone muoiono ogni giorno. Regalerò semplicemente la vita che altrimenti avrebbero perso, e naturalmente potranno scegliere se partecipare alla battaglia o andare per la propria strada. Come ho fatto a non pensarci prima.”

Edward sembrava soddisfatto della logica di suo padre.

“wow” disse sconcertato da qualche pensiero di Carlisle.

“Potresti riuscire a trovarne fino a un centinaio!!!!”

“Certo sarebbe faticoso, dovrei provare a vedere anche in qualche ospedale più affollato di quello di Forks, e non è detto che tutti saranno d’accordo con noi nell’unirsi allo scontro, ma di certo aiuterebbero” rispose.

“poi dovremmo sfollare una casa, ci servirà un posto dove poter trasformare quelle persone e di certo trecento vampiri che schiamazzano non aiuterebbero” continuò.

“io direi di dare degli orari. Potremmo dire ai vampiri anziani di stare nei dintorni, poco lontani da casa ma anche non troppo vicini al nostro territorio per cacciare e ad una certa ora di trovarsi in qualche radura per allenarci e fare progetti”

Suggerì Edward.

“perfetto” accordarono più voci insieme.

 

 

Dopo aver accolto i vampiri chiamati da jazz e Alice e altri occasionali visitatori eravamo arrivati a trecento- naturalmente la maggior parte fuori casa- sapevamo che nei giorni seguenti sarebbero arrivati altri vampiri spinti dalle voci e con i neonati in fin di vita che doveva salvare Carlisle  avremmo raggiunto un numero spropositato. Avevo chiesto ad Alice di darmi un idea su quanti vampiri avremmo dovuto aspettarci.

“oltre cinquecento, credo” aveva detto frustrata.”uffa, sapete che non riesco a vedere niente, è inutile che continuate ad assillarmi”

Avevamo detto ai vampiri presenti di allontanarsi e di trovarci ogni giorno, al crepuscolo, nella radura vicino al ruscello- la stessa dove qualche anno prima i volturi ci avevano “fatto visita”- per iniziare l’allenamento. Elzar, Demetri e Carlisle- le persone che avevano conosciuto più da vicino i volturi- si erano offerti a farci da maestri.

Nella casa regnava una strana quiete, che da diversi giorni non si respirava più in casa Cullen. Il salone bianco, poco prima affollatissimo, adesso ospitava soltanto la mia famiglia, il clan di Denali, qualche nomade intento a salutare Carlisle e infine  Jacob, Quill ed Embry che chiacchieravano in un angolo.

I diversi aromi dei vampiri, piano piano stavano svanendo, lasciano posto ad aria più pulita, un sollievo per i tre licantropi che arricciavano il naso appoggiati al muro.

Un nuovo odore, però, attirò la mia attenzione e anche quella delle persone presenti nella stanza. La mia prima reazione fu di difesa, mi misi in posizione di caccia, proteggendo il corpo immobile di Edward, intento a leggere nel pensiero la nuova presenza sul vialetto di casa.

Ed eccoli dunque, erano arrivati, il momento era giunto. Ma perché dovevano venire proprio nel momento meno opportuno? Proprio quando avevamo cacciato via il nostro esercito?

L’odore antico era quello, ne ero sicura. Sentivo quasi la loro strana pelle,apparentemente fragile e velata, sotto le mie dita.

Mi accorsi subito però, anche senza che la mano di Edward mi bloccasse davanti alla porta, che avevo tratto conclusioni troppo in fretta. L’aroma vecchio e pesante che avvertivo, non era lo stesso che ricordavo appartenesse ai Volturi.

Con cautela Carlisle si avvicinò alla porta e la aprì lentamente, tenendo lo sguardo fisso su ciò che si trovava aldilà della soglia.

La prima cosa di cui mi accorsi fu l’assoluta somiglianza con l’essere che immaginavo apparisse: la pelle velata trasparente che poco prima avevo immaginato di toccare, avvolgeva il viso ossuto della creatura di fronte a me, il mantello del nero più cupo copriva la figura dell’essere che conoscevo fin troppo bene ma che allo stesso tempo non conoscevo affatto.

Le labbra scarnite e piccole lasciavano intravedere la sfilza di denti scintillanti curvati in un sorriso.

“Allora è tutto vero” disse la creatura, fissandomi con gli occhi cremisi.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Maria Sole Cullen