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Autore: virgily    28/09/2010    2 recensioni
“Un nuovo Jack lo squartatore sta terrorizzando l’intera nazione. Nessuno sa’ chi sia ma ovunque vada lascia il segno di bellissime donne morte. Tuttavia sembra che lo psicopatico serial killer abbia una preda precisa da eliminare, lo testimonia il fatto della presenza di scritte insanguinate su muri o pavimenti ritrovate assieme ai cadaveri delle donne uccise. La prima risale a due mesi fa con su scritto “questo e’ per te Juliet”; la seconda invece e’ di qualche settimana piu’ tardi dicente “sarai soltanto mia Juliet” e l’ultima invece appartiene al cadavere della donna ritrovata questa mattina alle cinque: “sto venendo a prenderti Juliet”. Si presume quindi che questa Juliet sia colei che quest’uomo brama piu’ di ogni altra cosa al mondo. Per il momento la polizia sta indagando ma ne Jack e ne Juliet sono stati trovati.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ronnie Radke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Senza scambiarsi parole inutili i due si avviarono verso l’entrata mano per mano: Radke trasportava con piacere il bagnaglio della sua bella moretta, la quale si era stretta al suo braccio, fissandolgi la sottile e invisibile linea che disegnava il suo delicato profilo; dalla sua posizione il giovane Green rimase letteralmente a bocca apeta: conosceva Ron meglio di chinque altro, e sapeva che non si sarebbe mai sognato di aiutare una qualsiasi ragazza a portare una borsa... ma sopratutto che non l’avrebbe mai baciata con quella foga, con quella passione. Ma dopo tutto cosa poteva saperne lui dell’amore? Non aveva fatto altro che vivere giorno per giorno don una bella bionda differente... non era ancora stato folgorato dalla sua “anima gemella”. Constatando che mancavano ancora dieci minuti buoni al suonare della campanella il giovane decise di presentare la sua adorata al suo migliore amico, il qualche buffamente li stava fissando con uno strano sguardo da pesce lesso

 

-hey Max! Conosci Armony vero?- ridacchio’ il moretto cingendola per i fianchi con dolcezza e protezione, assumendo uno sguardo di totale adorazione e sottomissione per la sua “nordica”; atteggiamento che Green interpreto’ come del tutto fuori dal normale

 

-hem si... allora tutto bene ragazzi? Ron e’ tutto confermato per stasera?- domando’ il castano cercando di cambiare argomento, avrebbe discusso con il suo best in un’altro luogo, possibilmente senza la presenza della ragazza

 

-cosa c’e’ stasera?- domando’ incuriosita’ la giovane scrutando con i suoi occhietti vispi e brillanti il piu’ piccolo, il quale non pote’ far altro che rimanere per qualche secondo interdetto; non tanto perche’ era rimasto folgorato... soltanto perche’ voleva capire cosa quelle due iridi verdi avessero di cosi’ speciale per far “rintontire” il suo amico

 

-do una festa a casa mia. Tu vieni Mony?- domando’ tirando fuori dalla tasca dei jeans aderenti un omonimo foglietto di carta,

 

-chi sarebbe Mony?- chiese a sua volta il moretto, rimanendo stranito e forse anche un pelino “geloso”

 

-Armony... – rispose ovvio’ il suo compagno chiedendosi disperatamente : “ma cosa cazzo e’ successo al mio migliore amico?!”

 

-ahhh. Comunque Armony sta da me quindi verra’ sicuramente...- affermo’ esponendo un sorriso a trentadue denti quando pronuncio’ la parola “sta da me”. Pur se apparentemente insignificanti quelle tre paroline fecero battere il cuore della mora improvvisamente, forse era stata la frenesia d quel bacio che avevano consumato insieme poco prima, ma doveva ammettere che ancora non aveva immaginato quello che poteva succedere tra loro in quella casa.

 

-stai da lui?- le domando’ improvvisamente Green riuscendo a farsi sentire persino dalle gallinelle che si portava dietro, le quali immediatamente si avvicinarono appena per udire la risposta a quella curiosa domanda. Tutti quegli occhietti che la fissavano invidiosi cominciavano a metterle della leggera soggezione, ma sapeva benissimo che non doveva vergognarsi di nulla, il suo Ronnie non avrebbe permesso a nessuno, tantomeno a quelle sgallettate, di rovinargli la giornata

 

-si, per qualche settimana staro’ a casa di Ronnie- rispose soridendo tranquillamente a quel Maxwell che non voleva credere a quello che aveva appena sentito da quelle labbra fine e rosee. Intuendo che c’era qualcosa che non andava Radke immediatamente afferro’ la mano della sua Armony e con un semplice –ci vediamo dopo- la trascino’ via, nel mezzo dello stupore della sua corte, la quale non poteva far latro nche sussurrarsi parole malevole e incomprensibili... quasi come se non riconoscessero piu’ il loro perverso sovrano.

Dal canto suo il giovane sentiva una strana sensazione di ribrezzo e abiura nei confronti di quelle che erano le sue “pupe”; piu’ le guardava e piu’ le sembravano sciape, sciatte ma sopratutto: facili. Non biasimava invece il suo compagno di avventure... ancora non aveva trovato la sua donnina verde

 

-Ron? Hey Ron!- una vocetta acuta e fastidiosamente zuccherosa li colse alle spalle, purtroppo per la neo-coppietta le sorprese non erano finite. Voltandosi appena Armony immediatamente riconobbe quella bamboletta gonfiabile che il giorno prima aveva visto entrare nel capannone degli attrezzi; la stessa che l’aveva fulminata con uno sguardo mentre fumava ranquillamente, stuzzicandosi con quello che era diventato l’uomo della sua vita

 

-sei passato e neanche mi hai salutata! Mi reputo offesa!- vaneggio’ allungando le braccia legandole attorno al collo del ragazzo; immediatamente il sorriso della mora si spense quando vide i loro visi cosi’ spaventosamente vicini, tuttavia Radke non permise a quelle labbra truccate e sporche di desiderio di toccarlo, di cancellara la pura aura con cui la sua donna lo aveva avvolto

 

-scusa non ti avevo visto Val. Io e Armony adesso andiamo percio’ ci  vediamo in giro- Ronnie era stato di poche parole con la biondona. La stessa Valary rimase basita del suo strano comportamento; li osservo’ andare via mano nella mano come due “fidanzatini” in vista delle nozz che saltellavano qua e la per dolci prati in fiore, e soltanto il pensiero che tutto quel ben di Dio qual’era Radke fosse cosi’ futilmente sprecato con una ragazzina mai vista prima, le faceva venire il volta stomaco

 

-non sono l’unico allora a pensare che sia impazzito tutto di colpo- ridacchio’ Maxwell Green avvicinandola di soppiatto, poggiando le mani sui suoi fianchi che la maglietta rossa lasciava scoperti e il mento sulla sua spalla

 

-ma chi diavolo e’ quella Armony?- domando’ squadrando quella fantomatica ragazza che tanto invidiava; sapeva bene che al bel tenebroso piaceva passare notti con ragazze nuove, ma mai lo aveva visto portarla per mano cosi’ dolcementa, mai lo aveva visto pendere dalle labbra di donne che non fossero lei. Forse provava piu’ della semplice invidia, forse lei la odiava; perche’ se, a suo parere, esisteva una giovane nell’intero istituto che fosse degna di stare con lui... quella ragazza era lei, e non avrebbe permesso alla nuova arrivata di accaparrarsi cio’ che era suo di diritto!

 

-sembra che sia la “ragazza” di Ron; pensa che dorme perfino da lui per qualche settimana...- le sussurro’ leccandole appena il lobo sinistro; Green si sentiva stranamente euforico, amava mettere zizzagna tra le ragazze, perche’ cosi’ poi poteva ammirarle mentre si prendevano a pizze o per capelli, spettacolo che lo intratteneva e lo eccitava allo stesso tempo, sopratutto perche’ spesso e volentieri la vincitrice se la portava a letto...

 

-ma chi? Quella bambinetta? Secondo me neanche sa cosa vuol dire sesso...-

-si-si... tu vantati Val, ma ricordati... Lei sta con Ronald Radke, mentre Tu ci sei solo stata a letto. Fossi in te ci farei un pensierino piccola Valary... Sarebbe un peccato che una bella figura come la tua, venisse sciupata da una bellezza nordica- affermo’ spavaldamente scostandole dolcemente i capelli, cosi’ che potesse bacialre il collo con estrema facilita’ godendo a pieno del tepore e del fremere della pelle della bionda a contatto con le sue labbra. Allontanandosi lentamente dalla sua amichetta di letto, Green comincio’ a cammnare per i corridoi raggiungendo l’aula, osservando da lontanto i due piccioncini che languidamente si guardavano, tenendosi per mano con le dita teneramente intrecciate tra loro, come la fitta trama di un antico tappeto pregiato, fatta per resistere a lungo da qualsiasi intemperia. Ma Maxwell aveva un piano preciso in mente; in quei pochi minuti che aveva visto Ron ridotto in quello stato si sentiva perso, rivoleva il suo amico di giochi perversi... rivoleva il suo compagno di avventure notture... E non si sarebbe arreso davanti al visetto angelico della mora, non avrebbe ceduto al suo sguardo magnetico e tanto meno si sarebbe fatto impabolare dalle sue labbra seducenti.

  
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