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Autore: bianfre    29/09/2010    1 recensioni
“Inverno!”“Pomodoro,mozzarella,radicchio e grana!”“Rustica!”“Pomodoro,mozzarella,tonno,cipolla,salamino piccante…e…..”“AH, FREGATO! Olive nere!”e detto ciò il biondo non tardò a fuggire mentre il bruno cercava invano di scagliarvisi contro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Òportatelo viaÓ

"portatelo via"

"come?"

"PORTATELO VIA"

"ma ma... che successo?---Oh cavolo..."

Una sola parola.

Gente.

TANTA GENTE.

"ma capo, è incredibile!!!" urlò euforico Feliciano, spiando dalla cucina la marea di persone che aveva invaso l'intero locale, lasciando una modesta fila all'esterno.

Bob si limitò a tirargli un pugno in testa che lo zittì, prendendogli poi il volto e girandolo in direzione di un certo americano che si era messo a produrre panini a quantità industriali.

"Questa una PIZZERIA, non un MacDonalds!!!!" sbraitò, fissando il giovane con astio. Feliciano si limitò a commentare con il suo solito 'veee', andando in direzione del biondo che a una velocità mostruosa preparava hamburger uno dietro l'altro. "Alfred il capo è arrabbiato perchè prepari panini" disse molto semplicemente, poggiandogli una mano sulla spalla. Questo si girò sorridente verso l'italiano. "CHE SI FOTTA!" e riprese a spalmare la maionese sopra l'insalata.

Proprio in quel momento passò Matthew di lì, cadendo inevitabilmente nelle grinfie del cubano. "E' tutta colpa tua!" sbraitò questo al canadese che cercava invano di nascondersi dietro ai cartoni delle pizze. Presero a inseguirsi, scappando dalla porta sul retro, chiusa repentinamente da Feliciano. Avrebbero di certo corso per un bel po'.

Sospirando guardò come se la cavava Romano, vista tutta quella gente, trovandolo stranamente pieno di energie.

"Nii-chan serve una mano?" domandò avvicinandovisi.

"Feliciano vieni a vedere!" urlò eccitato il meridionale mostrandogli il contenitore delle monete nella cassa.

"EURO! Un euro per uno stupido panino e guarda qua che roba!!!" disse fiero di sè mentre ne incassava altri 5 da un gruppo di amici. "Possiamo dire addio a quegli odiosi calcoli dei resti!" e diede una leggera pacca al fratello che sorrise debolmente.

Dimenticava il problema di Romano con la matematica.

Fece per tornare alla sua postazione ma una non-indifferente spazzola bionda si fece spazio tra la folla.

"Feliciano!" lo chiamò il tedesco, sventolando la mano.

"Ludwig!"esclamò allegramente questo, correndo a cingergli il collo con le braccia. "Che bello, sei riuscito a passare allora!" e si strinse maggiormente al teutonico sotto lo sguardo allucinato del fratello e dei clienti.

Il biondo se lo staccò di dosso senza troppe cerimonie, spingendolo poi a proseguire il suo lavoro e promettendogli che lo avrebbe aspettato fuori. Romano non perse una virgola.

 

 

 

"Feli..." una voce atona lo fece sobbalzare, portando il castano a voltarsi, incontrando le iridi indagatrici del maggiore.

"veee... che sguardo cupo fratellone!" commentò indietreggiando sotto gli occhi accusatori del moretto.

"Lui chi è?" chiese senza una direzione specifica.

"chi?" si domandò il minore guardandosi attorno.

"lui, lui!Il tedesco!"

"aaaaah, parli di Lud!"

-Lud...- già ai nomignoli.

"Da quando lo conosci?!"

"Beh da più di un mese ormai che andiamo quasi tutti i giorni a giocare a calcio e ad allenarci in palestra!" disse pieno di orgoglio gonfiando quei pochi pettorali che aveva.

"Non mi hai mai detto nulla!" sbottò scioccato il meridionale.

"Beh nii-san,devo raccontarti di tutte le volte che ti sei messo a prenderlo in giro ripetendo in continuazione quanto il solo sentirlo nominare ti stesse sulle scatole?? Mettiti nei miei panni, se te ne avessi parlato mi avresti impedito di uscirci assieme!" spiegò.

"Si ma..." il maggiore non seppe che dire. Feliciano e quel crucco di merda. Che diamine!

"e dove pensi di andare ora?!" chiese mentre osservava il minore sfilarsi il grembiule di dosso. "sono le 10, Feli. LA DIECI. Non mi fido di quello!". Feliciano lo guardò accigliato.

"Sembri nostro nonno, Romano..." e detto questo prese una borsa e si chiuse in bagno, uscendone con un paio di jeans attillati e una larga camicia a scacchi blu e neri.

Con noncuranza riordinò le ultime cose sotto lo sguardo attento del maggiore che lo scrutava malamente, indeciso se pedinarlo o rinchiuderlo direttamente in casa.

"Te non esci conciato così" disse categorico, indicandolo.

Feliciano sbuffò. "Posso andare a rimorchiare anch'io qualcuno o siccome te sei single lo devo rimanere pure io per solidarietà? No, grazie..." e scansandolo uscì, lasciando il maggiore a bocca aperta.

Colpito e affondato.

 

 

Richiudendosi la porta alle spalle inspirò a fondo, buttando poi fuori tutto l'ossigeno che aveva in corpo. Alzando il colletto della camicia svoltò l'angolo, trovando il biondo aspettarlo appostato a una merchedes verde smeraldo.

"Luuuuddddd!" lo richiamò sventolando pazzamente la mano, mettendo in imbarazzo il tedesco che fece finta di non conoscerlo.

"ehiii dai perchè non mi saluti???" lo rimbeccò imbronciato l'italiano già appostatosi contro la portiera. Il teutonico lo fissò per poi ribattere un secco 'piantala e sali', seguito da una serie di piagnistei da parte del castano che durarono per tutto il tragitto in auto.

"Dove mi porti sta sera??" chiese poi questo, sporgendosi col capo fuori dal finestrino, osservando affascinato le luci dei neon e dei locali. Ludwig si limitò a svoltare l'angolo, parcheggiando in un vicolo stretto, spegnendo l'auto.

Feliciano si voltò a fissarlo interrogativo quando questo, slacciata la cintura, non si sporse pericolosamente verso di lui, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo viso.

"v-vee Lud che-che-che"

"ho un problema"

"un... problema..?"

"...sabato..."

"sabato?"

Feliciano non capiva. Come non capiva perchè l'amico era arrossito di botto, mentre si mordeva nervoso il labbro inferiore.

"che accade sabato?" insistette l'italiano. Voleva sapere, a questo punto.

Ma il teutonico non sembrava della stesso avviso e senza dire una parola riaccese l'auto e si mise in strada. Feliciano continuò ad assillarlo senza ricevere però risposta. Arrivati ai pressi di una fila di case a schiera, il biondo parcheggiò l'auto sotto una di queste, scendendo e seguito a ruota dal veneziano starnazzante.

"sta sera si sta da me, va bene?" chiese quasi inutilmente, visto che il cancello era già stato aperto come a dire 'entra e basta'. Feliciano annuì con una strana luce negli occhi, dimenticandosi completamente del discorso appresso. Aperto l'uscio di casa sgusciò dentro, cominciando a perlustrare la casa da cima a fondo, creando caos al solo passaggio. Ludwig decise di aspettarlo in cucina, bevendo una buona birra con sottofondo le urla d'eccitazione dell'amico. Poco dopo Feliciano lo raggiunse, prendendo anch'egli da bere e cominciarono a giocare a carte come due anziani. 

Oh beh, un gioco a caso, tanto per dirne uno..... scopa.

 

 

 

Continua...

 

 

 

 


   
 
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