"portatelo via"
"come?"
"PORTATELO VIA"
"ma ma... che successo?---Oh cavolo..."
Una sola parola.
Gente.
TANTA GENTE.
"ma capo, è incredibile!!!" urlò euforico Feliciano, spiando dalla cucina la marea di persone che aveva invaso l'intero locale, lasciando una modesta fila all'esterno.
Bob si limitò a tirargli un pugno in testa che lo zittì, prendendogli poi il volto e girandolo in direzione di un certo americano che si era messo a produrre panini a quantità industriali.
"Questa una PIZZERIA, non un MacDonalds!!!!" sbraitò, fissando il giovane con astio. Feliciano si limitò a commentare con il suo solito 'veee', andando in direzione del biondo che a una velocità mostruosa preparava hamburger uno dietro l'altro. "Alfred il capo è arrabbiato perchè prepari panini" disse molto semplicemente, poggiandogli una mano sulla spalla. Questo si girò sorridente verso l'italiano. "CHE SI FOTTA!" e riprese a spalmare la maionese sopra l'insalata.
Proprio in quel momento passò Matthew di lì, cadendo inevitabilmente nelle grinfie del cubano. "E' tutta colpa tua!" sbraitò questo al canadese che cercava invano di nascondersi dietro ai cartoni delle pizze. Presero a inseguirsi, scappando dalla porta sul retro, chiusa repentinamente da Feliciano. Avrebbero di certo corso per un bel po'.
Sospirando guardò come se la cavava Romano, vista tutta quella gente, trovandolo stranamente pieno di energie.
"Nii-chan serve una mano?" domandò avvicinandovisi.
"Feliciano vieni a vedere!" urlò eccitato il meridionale mostrandogli il contenitore delle monete nella cassa.
"EURO! Un euro per uno stupido panino e guarda qua che roba!!!" disse fiero di sè mentre ne incassava altri 5 da un gruppo di amici. "Possiamo dire addio a quegli odiosi calcoli dei resti!" e diede una leggera pacca al fratello che sorrise debolmente.
Dimenticava il problema di Romano con la matematica.
Fece
per tornare alla sua
postazione ma una non-indifferente spazzola bionda si fece spazio tra
la folla.
"Feliciano!"
lo chiamò il
tedesco, sventolando la mano.
"Ludwig!"esclamò
allegramente questo,
correndo a cingergli il collo con le braccia. "Che bello, sei riuscito
a
passare allora!" e si strinse maggiormente al teutonico sotto lo
sguardo
allucinato del fratello e dei clienti.
Il
biondo se lo staccò di dosso
senza troppe cerimonie, spingendolo poi a proseguire il suo lavoro e
promettendogli che lo avrebbe aspettato fuori. Romano non perse una
virgola.
"Feli..."
una voce atona lo fece
sobbalzare, portando il castano a voltarsi, incontrando le iridi
indagatrici
del maggiore.
"veee...
che sguardo cupo
fratellone!" commentò indietreggiando sotto gli occhi accusatori del
moretto.
"Lui
chi è?" chiese senza una
direzione specifica.
"chi?"
si domandò il minore
guardandosi attorno.
"lui,
lui!Il tedesco!"
"aaaaah,
parli di Lud!"
-Lud...-
già ai nomignoli.
"Da
quando lo conosci?!"
"Beh
da più di un mese ormai
che andiamo quasi tutti i giorni a giocare a calcio e ad allenarci in
palestra!" disse pieno di orgoglio gonfiando quei pochi pettorali che
aveva.
"Non mi hai mai
detto nulla!" sbottò scioccato il meridionale.
"Beh
nii-san,devo raccontarti di tutte le volte che ti sei
messo a prenderlo in giro ripetendo in continuazione quanto il solo
sentirlo
nominare ti stesse sulle scatole?? Mettiti nei miei panni, se te ne
avessi
parlato mi avresti impedito di uscirci assieme!" spiegò.
"Si ma..." il
maggiore non seppe che dire. Feliciano e quel
crucco di merda.
Che diamine!
"e dove pensi
di andare ora?!" chiese mentre osservava il
minore sfilarsi il grembiule di dosso. "sono le 10, Feli. LA DIECI. Non
mi fido
di quello!". Feliciano lo guardò accigliato.
"Sembri nostro
nonno, Romano..." e detto questo prese una
borsa e si chiuse in bagno, uscendone con un paio di jeans attillati e
una
larga camicia a scacchi blu e neri.
Con noncuranza
riordinò le ultime cose sotto lo sguardo
attento del maggiore che lo scrutava malamente, indeciso se pedinarlo o
rinchiuderlo direttamente in casa.
"Te non esci
conciato così" disse categorico, indicandolo.
Feliciano
sbuffò. "Posso andare a rimorchiare anch'io
qualcuno o siccome te sei single lo devo rimanere pure io per
solidarietà? No,
grazie..." e scansandolo uscì, lasciando il maggiore a bocca aperta.
Colpito e
affondato.
Richiudendosi
la porta alle spalle inspirò a fondo, buttando
poi fuori tutto l'ossigeno che aveva in corpo. Alzando il colletto
della
camicia svoltò l'angolo, trovando il biondo aspettarlo appostato a una
merchedes verde smeraldo.
"Luuuuddddd!"
lo richiamò sventolando pazzamente la mano,
mettendo in imbarazzo il tedesco che fece finta di non conoscerlo.
"ehiii dai
perchè non mi saluti???" lo rimbeccò imbronciato
l'italiano già appostatosi contro la portiera. Il teutonico lo fissò
per poi
ribattere un secco 'piantala e sali', seguito da una serie di
piagnistei da
parte del castano che durarono per tutto il tragitto in auto.
"Dove mi porti
sta sera??" chiese poi questo, sporgendosi col
capo fuori dal finestrino, osservando affascinato le luci dei neon e
dei
locali. Ludwig si limitò a svoltare l'angolo, parcheggiando in un
vicolo
stretto, spegnendo l'auto.
Feliciano si
voltò a fissarlo interrogativo quando questo,
slacciata la cintura, non si sporse pericolosamente verso di lui, fino
ad
arrivare a pochi centimetri dal suo viso.
"v-vee Lud
che-che-che"
"ho un problema"
"un...
problema..?"
"...sabato..."
"sabato?"
Feliciano non
capiva. Come non capiva perchè l'amico era
arrossito di botto, mentre si mordeva nervoso il labbro inferiore.
"che accade
sabato?" insistette l'italiano. Voleva sapere, a
questo punto.
Ma il teutonico
non sembrava della stesso avviso e senza
dire una parola riaccese l'auto e si mise in strada. Feliciano continuò
ad
assillarlo senza ricevere però risposta. Arrivati ai pressi di una fila
di case a schiera, il biondo
parcheggiò l'auto sotto una di queste, scendendo e seguito a ruota dal
veneziano starnazzante.
"sta sera si sta da me, va bene?" chiese quasi inutilmente, visto che il cancello era già stato aperto come a dire 'entra e basta'. Feliciano annuì con una strana luce negli occhi, dimenticandosi completamente del discorso appresso. Aperto l'uscio di casa sgusciò dentro, cominciando a perlustrare la casa da cima a fondo, creando caos al solo passaggio. Ludwig decise di aspettarlo in cucina, bevendo una buona birra con sottofondo le urla d'eccitazione dell'amico. Poco dopo Feliciano lo raggiunse, prendendo anch'egli da bere e cominciarono a giocare a carte come due anziani.
Oh beh, un
gioco a caso, tanto per dirne uno..... scopa.
Continua...