Che fare?
Quando mi sveglio sono ormai le quattro del pomeriggio. Tra un
quarto d’ora i miei mi verranno a trovare. Non vedo l’ora di vederli,
di stare vicino a loro. Purtroppo devo pagare per la sciocchezza che ho fatto e
devo rimanere in ospedale ancora per qualche giorno. Ma prima
o poi tornerò a casa e potrò godermi tutti i momenti che passerò con
Luca. Purtroppo questi momenti potrebbero essere gli ultimi…
No!
Non ci devo pensare! Mi sono imposto che devo pensare
in positivo…Luca ce la farà sicuramente…
Ma
chi voglio prendere in giro?! Dentro me so benissimo che mi resta poco tempo per stare con
Luca…solo poco tempo. E dopo mi rimarranno soltanto i
ricordi a cui aggrapparmi…
Si
apre la porta ed entra un ragazzo. Avrà più o meno la
mia stessa età. Si vede che è molto imbarazzato: si muove a malapena, come se
avesse paura di rompere qualcosa. Forse non vuole attirare l’attenzione, ma
purtroppo così ha tutti gli sguardi su di lui. Forse si è accorto che tutti,
compreso io, lo guardano perché con un passo veloce si avvicina al letto del
ragazzo rossiccio. Si siede su suo letto e lo bacia sulla fronte. Forse alla
vista degli altri quel bacio può sembrare un gesto di amicizia,
ma solo chi è nella stessa situazione del ragazzo può capire cosa vuol dire
quel bacio. E’ un gesto d’amore. Lo capisco da i
piccoli gesti che il ragazzo che è appena entrato fa: accarezza i capelli del
rosso, lo accarezza….piccoli gesti che nascondono un
grande amore.
Mi
sento di troppo là. Decido di fare una passeggiata e mi dirigo verso il parco
che circonda l’ospedale.
Il
tempo è molto bello: c’è un sole piacevole che ti abbraccia e un vento che ti
accarezza…è piacevole stare qua. Volgo gli occhi verso l’ingresso e vedo mia
madre e mio padre che tengono mio fratello per mano.
Gli vado incontro…il mio fratellino corre verso di me e viene ad abbracciarmi.
-Ciao Milko…come stai?-
Lo
guardo…Quanto vorrei prenderlo in braccio, ma il mio braccio
me lo impedisce. Posso solo abbracciarlo.
-Bene
piccolino e tu?-
-Bene.
Oggi sono andato dal dottole che mi ha dato le calamelle. Tieni. Te ne ho poltato
una. Le altre le ho mangiate io. Cusa.-
Che tenero…ha avuto il pensiero e me e si
sente anche in colpa per averne mangiate più di me. Gli do un bacio sulla
guancia e lo ringrazio.
Mentre lui va a giocare con le farfalle io mi avvicino
ai miei genitori…voglio sapere cos’hanno detto i medici. Se
c’è una speranza, anche minima che Luca si possa salvare.
Dopo
averli salutati, mio padre va a giocare con Luca e rimaniamo io e mia madre soli.
-Mirko ti va se ci sediamo?-
-Ok mamma.-
Ci
dirigiamo verso una panchina che è piuttosto isolata rispetto le altre e dopo
esserci seduti cadiamo in un profondo silenzio che solo mia madre riesce a
rompere.
-Tesoro
abbiamo fatto tutti gli esami possibili e i medici ci
hanno detto che qui in Italia non ci sono gli strumenti necessari per fare in
modo che l’operazione riesca. Solo in America può avvenire l’operazione che comunque ha poche probabilità di riuscita. Secondo i medici
sarebbe meglio noj tentare, non sprecare i soldi, ma
io e tuo padre non siamo d’accordo. Siamo disposti a
tutto pur di salvare Luca e anche se l’operazione non dovesse riuscire, sapremo
di aver fatto tutto il possibile. Però vorremmo anche
un tuo parere. Tu che ne pensi?-
Mi
volto verso Luca. Come possono i medici consigliare di
non fare l’operazione? Anche se questa non riuscisse noi avremmo tentato…ma l’operazione potrebbe anche riuscire…
-Mamma
io sono d’accordo con voi. Tentiamo. L’operazione potrebbe non riuscire, ma potrebbe anche avvenire il contrario. –
Mia
madre mi guarda.
-Benissimo.
Stasera ne parlerò con tuo padre. Ma sei al corrente che devi
lasciare tutto e cominciare una nuova vita in America. Devi abbandonare
gli amici, le amiche…ma soprattutto…Michele.-
Sorride.
Ma è un sorriso divertito. Mi sa proprio che mia madre
ha capito tutto.
Arrosico.
-Mirko, se non te la senti tu puoi rimanere dalla nonna e andremo
solo io e tuo padre con Luca. Io non voglio strapparti dalla tua terra. Se tu vorrai, verrai. Ma non ti preoccupare ok?.-
Mia
madre mi abbraccia.
Non
so che fare. Ho anche paura.
-Mirko non avere fretta. Pensaci. Ok?
-Ok mamma.-
Ci
abbracciamo di nuovo uniti da un amore che ci lega.
Scusate per il ritardo di questo capitolo…la scuola mi occupa gran
parte del mio tempo e quel poco di tempo che mi rimane
lo dedico alle persone che amo. Per fortuna sono riuscita a trovare il tempo
per continuare la storia…che ne dite di qst capitolo?