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Autore: FeyM    01/10/2010    2 recensioni
Una manciata di mesi dopo il ritorno a corte di Ian in seguito al litigio con il conte Guillaume per la scoperta del suo segreto, qualcun'altro irromperà nella vita del giovane cavaliere americano regalandogli un ulteriore sconvolgimento
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore alla porta fece sobbalzare Ian che stava leggendo assieme alla moglie delle poesie a Marc e Michel dopo essere rientrati dal giardino.. Beau sbucò dalla porta per parlare con il suo signore.

-Monsieur Jean, il signor conte la sta aspettando nelle sue stanze assieme ai signori Freeland.-

-Dì che arrivo subito, Beau.- Ian lasciò la famiglia nella stanza per andare a prendere i coniugi Freeland per farli ricevere dal conte.

Pochi minuti dopo erano riuniti tutti e quattro nella stanza grande adibita al conte.

L'uomo osservò in silenzio entrambi i presenti fino a che la porta si chiuse. Ian attendeva in piedi accanto a lui.

-Immagino sappiate il motivo per cui vi ho fatto chiamare.- esordì:-E immagino già sappiate che da molto tempo desidero assicurarvi che con me Jean non avrà di che temere.- si fermò analizzando la reazione dei due coniugi.

-Ora che ho saputo la verità sulla provenienza di voi tutti e l'ho accettata, non ci saranno più diverbi come quello di tempo fa, a meno che Jean non abbia altro da nascondermi.- concluse evidentemente smentendo con il pensiero quanto detto in finale.

-Possiamo capire il vostro stato d'amino, signor Conte.- esordì a sua volta il colonnello:-E possiamo garantirvi che la verità ci è stata rivelata solo da pochissimo tempo e ne siamo ancora spaventati. Comprendiamo il vostro dolore per una bugia forse troppo grossa per essere mantenuta a lungo, ma teniamo ai nostri cari più di ogni altra cosa e siamo pronti ad accettare qualunque cosa pur di rivederli.-

Ian rimase commosso dalle parole di John Freeland mentre Sylvia cominciava ad avere gli occhi lucidi.

Il conte lo guardò con acceso interesse:-Siete un uomo di sagge parole, Monsieur Freeland. E a giudicare dal vostro aspetto siete un militare.-

Colpito nel segno! Pensò Ian stupito. Non gli aveva mai parlato apertamente della professione del padre di Daniel, ma il conte era fin troppo perspicace per non riconoscere qualcuno che era stato in battaglia. In una qualunque e di qualunque epoca.

-Giudicate bene, monsieur. Sono un ufficiale.- rispose con una punta d’orgolgio.

-Comprendo ora la prontezza di riflessi di vostro figlio.- Rimase muto, voltato verso la finestra. E Ian sapeva che quello era il segnale d'inizio di un discorso difficile per il conte.

Continuò a guardare la finestra:-Come già ho detto a lui stesso anni fa, Jean sarà per me un fratello.

Mi lasciate un grande dono e un grande affetto. Mai ho visto in vita mia dama Isabeau più felice da quando è comparso nella sua vita e mai i guai si sono fatti più seri e frequenti.- concluse con un sorriso amaro.

Si voltò per guardare dritto negli occhi il colonnello:-Da tutta questa “stregoneria” o miracolo, come forse è più giusto chiamarlo, ho capito che un uomo va giudicato per i suoi atti e i suoi sentimenti e non per delle sciocche paure. Jean è uno di questi, e nei troppi mesi di incomprensione che abbiamo avuto l'ho considerato solo un traditore come l'altro cane che ho avuto per fratello quando invece è stato la benedizione della mia famiglia: Mi ha ridato il fratello che ho perduto, ha fatto felice dama Isabeau, ha preso contatti con l'Inghilterra talmente insperati da essere quasi irraggiungibili.-

Ian non l'aveva mai sentito parlare così tanto e così apertamente su di lui. Ebbe una stretta al cuore quando capì di essere stato davvero perdonato.

-Perciò credetemi quando vi dico che in lui non vedrò altro che un caro fratello di cui avere orgoglio e stima e non un traditore e un bugiardo.- Il conte tenne lo sguardo fermo ed a una persona normale sarebbe parso tranquillo come se l'argomento non l'avesse nemmeno toccato, ma Ian lo conosceva abbastanza bene da sapere che quel dialogo era stato difficile perfino per Guillaume de Ponthieu.

Sylvia aveva trattenuto i singhiozzi fieramente durante il discorso del conte e una volta ripresasi disse:-Sappiate conte, che anche io e mio marito abbiamo considerato Ian bugiardo e meschino fino a poco tempo fa. Non una...lettera- incespicò sulla parola non trovando di meglio per sostituire e-mail- Non un messaggio, nemmeno Daniel ci diceva niente. E pensavamo che fosse partito per il mondo senza più curarsi di noi. Abbiamo scoperto tutto da poco più di un giorno e abbiamo capito quanto fosse difficile tenere su tutta questa messinscena tra le due parti. E non ci saremmo stupiti di non credere nemmeno ad una parola.-

Il conte annuì col capo, poi disse:-Ci siamo dilungati più del dovuto e non voglio farvi attendere oltre. Andate pure nelle vostre stanze e preparatevi per il viaggio che dovrete sostenere questo pomeriggio- concluse congedandoli.

I due uscirono salutando il conte.

Quest'ultimo guardò Ian con un'aria stanca e un po' provata.

Lo stesso Ian lo guardò cercando di capire il motivo di tale espressione.

-È per questo che volevi che assistessi?-chiese sicuro della risposta.

Il conte fece un cenno affermativo. Ian lo fissò capendo quanto fosse cambiato il conte dal loro diverbio. Si diresse verso la porta pensando a cosa dire e contemporaneamente uscire ma il conte lo fermò a metà strada.

- Ma se pensi che mi fidi del tutto di te ti sbagli di grosso.- esordì. A Ian si gelò il sangue. Cosa mi vuole dire adesso? Pensò affranto.

-Prova a metterti nei guai un altra volta e ti rinchiudo nelle segrete del tuo stesso castello. In questo viaggio non tentare colpi di testa e cerca di tenere a freno la lingua del tuo scudiero che pare più lunga della tua spada.- disse.

Ian lo guardò per un momento e sorrise vedendo che il buon vecchio Guillaume era sempre al suo posto.

-Grazie.- fu tutto quel che disse. Uscì vedendo con la coda dell'occhio che il conte si stava sedendo su uno scranno lì vicino, esausto.

Continua...

  
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