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Autore: EffieSamadhi    01/10/2010    1 recensioni
La vita scorre "tranquilla", nella ridente contea di Hazzard. Boss cerca di arricchirsi a spese dei prorpi concittadini, Rosco lo spalleggia, zio Jesse distilla whiskey e Bo e Luke fanno lunghe scampagnate nei boschi in compagnia del Generale Lee. Normale amministrazione, dunque. Ma se Daisy decidesse di ospitare una vecchia amica alla fattoria?
Beh, indubbiamente Hazzard non sarebbe più così tranquilla...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jennifer

         Un paio di giorni più tardi, iniziarono i preparativi per il rally di Hazzard, la corsa più attesa della stagione, alla quale i cugini Duke avrebbero certamente partecipato. Jenny prese a frequentare sempre più assiduamente l’officina di Cooter per aiutarlo a revisionare le auto dei partecipanti: anche se non c’erano più stati momenti di intimità tra loro, Jenny era entusiasta del loro legame. Bo e Luke passavano spesso per ‘vedere come andava’: in realtà erano curiosi di vedere come Jenny se la cavasse con grasso e bulloni, e soprattutto di vedere come andavano le cose tra lei e il meccanico.

         “Ehi, ragazzi, siete di nuovo qui?” domandò Cooter, mentre finiva di collegare un cavetto.

         “Già” rispose Bo. “Il rally è tra due giorni. Avresti un po’ di tempo per controllare il Generale? Vorrei fare una bella figura.”

         “Andiamo, Bo, non fare il modesto” lo redarguì scherzosamente l’amico. “Lo sanno tutti che nessuno può battere te e il Generale.”

         Jenny alzò la testa. “Non vorrai farmi credere che Bo Duke riesce a finire un rally senza distruggere l’auto?”

         “Jenny, stiamo parlando di Bo. È il miglior pilota della Georgia. E quando sarà libero di uscire dalla contea, diventerà il miglior pilota della Nascar.”

         La ragazza sbuffò. “Con lo stile di guida che si ritrova?”

         Luke scoppiò a ridere, mentre il biondo metteva su un broncio da far concorrenza a un bambino. “Nessuno ha mai messo in discussione il mio stile di guida.”

         Anche Cooter e Jenny scoppiarono a ridere, e in quell’istante si avvicinò Enos.

         “Salve, ragazzi. Che si dice in giro?”

         “Ciao, Enos” lo salutò Luke, asciugandosi le lacrime. “Allora, ti sei finalmente deciso ad abbandonare quel criminale di Boss e passare dalla nostra?”

         “Luke, sai benissimo che io sto dalla parte della giustizia, non dalla parte di Boss. È solo che non è affatto semplice fare giustizia, in questa contea.”

         “Già” confermò il biondo. “Allora, come mai da queste parti?”

         “Beh, vi cercavo, e… Cooter, da quando hai un’assistente?” sussurrò, accennando con la testa a Jenny, che aveva appena lasciato il gruppo per prendere degli attrezzi in officina.

         “Jenny non è la mia assistente. Mi dà semplicemente una mano.”

         “Il che fa di lei la tua assistente. Gesù, ragazzi, ma quella è davvero Jenny Brown?”

         Bo e Luke annuirono. “E’ ospite da noi, alla fattoria. Ma se vuoi venire a trovarla, ti conviene aspettare che Daisy non ci sia” spiegò Luke.

         “Già, potrebbe ingelosirsi” aggiunse Bo.

         “Ma che dite, ragazzi? Daisy gelosa?” ribatté in fretta il vicesceriffo, arrossendo e iniziando a balbettare.

         In quel momento Jenny tornò ad avvicinarsi, e i quattro si ricomposero.

         “Allora, Enos, stavi dicendo?”

         “Cosa… Ah, sì. Brutte notizie per voi, ragazzi. Domenica non potrete partecipare al rally” confessò Enos con aria mesta.

         Bo scattò in piedi. “Come sarebbe a dire che non possiamo partecipare?”

         Enos alzò le spalle. “Non so che cos’abbia combinato Boss questa volta. La sua idea era di squalificarvi domenica mattina, sulla linea di partenza. Quindi fingete che non vi abbia detto nulla.”

         “Ma perché, Enos? Che cosa abbiamo fatto, stavolta?”

         “Non lo so, Luke, non lo so. Fatto sta che tu e Bo non potrete partecipare.”

         Bo sbuffò. “Voglio vederci chiaro, in questa storia. Boss non può permettersi di spadroneggiare così.”

         Enos cercò di calmarlo. “Bo, non essere così precipitoso. Tu non dovresti nemmeno saperlo. Comunque, credo che dipenda dall’ultima truffa che avete sventato. Boss ci è rimasto piuttosto male. Avreste dovuto sentire come ha maltrattato Rosco…”

         “Non mi importa un fico secco di come ha maltrattato Rosco” borbottò Bo, deluso dalla notizia che non avrebbe potuto partecipare a quella che era una delle tradizioni più consolidate di Hazzard.

         “Su, Bo, calmati. Ci sono altre belle novità, Enos?” si interessò Cooter.

         “Beh… ho fatto qualche indagine per conto mio… niente di ufficiale, sia chiaro, ma… diciamo che ero curioso. Alla corsa partecipano dieci piloti. Tolto Bo, che è anche il più forte, diventano nove. E su nove piloti, sette corrono con auto fornite da Boss.”

         “E’ un’altra delle sue stupide manovre per cavare qualche guadagno” si indignò Luke. “C’è sicuramente sotto qualcosa.”

         “Però c’è anche un’altra notizia: Boss ha fatto in modo che tu e Bo foste esclusi dalla corsa, ma non può porre alcun veto sul Generale Lee.”

         “Un momento” si illuminò il moro. “Questo significa che…”

         “Questo significa che siete tutti impazziti!” intervenne Bo. “Nessuno metterà le mani sul Generale!”

         Enos fece spallucce. “Possiamo sempre trovare qualche altro pilota che corra con un’altra auto. Conoscete nessuno?”

         Bo e Luke scossero la testa.

         “Beh, allora che aspettate? Cercatene uno!” li esortò Enos, prima di salutarli e tornare in ufficio.

         Di lì a qualche minuto, anche i due cugini se ne andarono via. Rimasti soli, Cooter e Jenny commentarono la situazione. “Secondo te perché Enos è corso a spifferare tutto a Bo e Luke? Insomma, teoricamente lui dovrebbe proteggere Boss.”

         “Perché Enos, per fortuna, ha un cervello che funziona, contrariamente a Cletus e Rosco. Ha un cervello e sa quello che è giusto.”

         “Secondo te troveranno un pilota?”

         “Non lo so” rispose in fretta la ragazza. “Non conosco nessun pilota” aggiunse, altrettanto in fretta, chiudendo il cofano e allontanandosi.

         Ragazza strana, pensò Cooter. Però, quant’è forte!

 

         Un paio d’ore più tardi, Bo e Luke tornarono all’officina, al settimo cielo. “Cooter, dov’è Jenny! Jenny!” urlò Bo, sprizzante felicità, lanciandosi giù dall’auto.

         “Ehi, ragazzi, che succede?” li salutò il meccanico, uscendo dall’officina.

         “Dov’è Jenny?” chiese Luke.

         La ragazza si avvicinò. “Sono qui, Luke. Che c’è?”

         Luke si schiarì la voce. “Perché non ci hai detto niente?”

         “Di… di cosa, Luke? Non… non capisco.”

         “Di questo” rispose Bo, mostrandole un vecchio articolo di giornale di Atlanta.

         Jenny lo prese tra le mani, tremante. “Dove… dove l’avete preso?”

         “L’ha trovato un amico della contea di Chickasaw” spiegò Luke, mettendo le mani sui fianchi. “Vuoi spiegarci che ci facevi con un casco e una tuta da corsa?”

         “Non… non sono io” mentì lei.

         Bo indicò la didascalia. “Jennifer Anne Brown, vincitrice del campionato under 19 del Tennessee, nel 1974.”

         Jenny sbuffò. “E’ molto tempo fa.”

         “Jenny, potresti correre domenica per il rally di Hazzard?” le chiese Luke. “Ti prego. Bo è disposto a cederti il Generale.”

         “E’ vero, Jenny. Per favore.”

         Cooter prese l’articolo dalle mani della ragazza, cercando di capire. Jennifer scosse la testa. “Non posso correre. Io non corro più.” Detto questo, si voltò e scappò di corsa.

         “Cooter, tu lo sapevi che Jenny è stata una pilota?”

         “Certo che non lo sapevo, Bo! Non sapevo nemmeno che capisse qualcosa di motori, prima che tornasse.”

         “Beh, direi che è il minimo, visto che ha un diploma” osservò Luke.

         “Un diploma?”

         “Sì, ha frequentato le scuole serali dopo essere stata licenziata dal…” il moro si interruppe. “Tu non lo sapevi?”

         “Certo che no! Mi ha detto che faceva l’impiegata! Se avessi saputo che era senza lavoro…”

         “…le avresti offerto un posto qui?” ammiccò Bo.

         “Certo! Ma non per i motivi che credi tu, Casanova” lo prese in giro il meccanico.

         “Dobbiamo andare a cercarla. Dove sarà?”

         “No, Luke, lasciatela stare. Credo abbia bisogno di stare sola.” Andrò io a cercarla. So dove si è rifugiata. “Non appena si sarà schiarita le idee, tornerà.”

   
 
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