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Autore: EffieSamadhi    01/10/2010    1 recensioni
La vita scorre "tranquilla", nella ridente contea di Hazzard. Boss cerca di arricchirsi a spese dei prorpi concittadini, Rosco lo spalleggia, zio Jesse distilla whiskey e Bo e Luke fanno lunghe scampagnate nei boschi in compagnia del Generale Lee. Normale amministrazione, dunque. Ma se Daisy decidesse di ospitare una vecchia amica alla fattoria?
Beh, indubbiamente Hazzard non sarebbe più così tranquilla...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jennifer

         Jenny era seduta sulla riva del laghetto ormai da un’ora. Come avevano fatto Bo e Luke a scoprire del suo breve passato da pilota? Era convinta che quella breve parentesi della sua vita fosse ormai morta e sepolta. Sicuramente non si aspettava che fossero proprio i cugini Duke a scoprire tutto. Non c’era niente di cui vergognarsi, anzi: essere una ragazza e vincere il campionato under 19 del Tennessee a diciotto anni era un traguardo da non sottovalutare, ma… non voleva più avere niente a che fare con il mondo delle corse. Non più. Non dopo la morte dei suoi genitori.

         Un fruscio dietro di lei la fece voltare di scatto. Si rilassò, non appena la figura solida di Cooter entrò nel suo campo visivo. Tornò a guardare la superficie del lago e si asciugò una lacrima. Un leggero spostamento d’aria la informò che il meccanico si era seduto accanto a lei, alla sua destra. Rimasero a guardare il lago in silenzio ancora per qualche minuto. Nessuno dei due osò dire niente.

         “Mi sono comportata da bambina” disse lei dopo quasi mezz’ora. “Non sarei dovuta scappare così.”

         “Tranquilla, ho detto a Bo e Luke di non preoccuparsi. Ho capito che qualcosa non andava, e che magari avresti preferito stare sola per un po’. Per questo ho aspettato un’ora prima di venire a cercarti.”

         “Mi hai trovata subito.”

         Cooter sorrise. “Sapevo che saresti venuta qui. TI rifugiavi sempre qui, quando volevi pensare, quando volevi stare sola…”

         “…quando Bo mi metteva la gomma da masticare tra i capelli…”

         “…quando Cletus ti prendeva in giro…”

         “…e tu venivi sempre in mio soccorso” concluse lei, voltandosi finalmente per guardarlo negli occhi. “Eri il cavaliere che si prendeva cura di me.”

         “Naa, non ero un cavaliere. Ero un amico.”

         “E… lo sei ancora?”

         “Un amico? Credo di sì, anche se… beh, anche se non vorrei.”

         “Non vorresti? E… perché?”

         “Beh, perché ‘amici’ andava bene quando eravamo piccoli e giocavamo a nascondino. Ma adesso siamo grandi. ‘Amici’ non mi basta più.”

         Jenny sgranò gli occhi, stupita da quello che stava sentendo. “Che… che intendi dire?”

         “Da quando sei tornata, mi sono reso conto che abbiamo smesso di essere amici l’ultima estate in cui sei stata qui. Da quella volta che… beh, da quella volta che ci baciammo.”

         Jenny si sentì arrossire. “Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri.”

         “Eravamo qui, seduti vicino a questo albero” ricordò Cooter. “Ti eri rifugiata qui perché Bo ti aveva messo un ragno sul comodino.”

         “Sì, me lo ricordo. Ero terrorizzata.”

         “Iniziasti a dire che nessun ragazzo ti avrebbe mai guardata, che nessuno ti avrebbe mai amata, e che tutti ti avrebbero sempre presa in giro…”

         “…e tu mi baciasti. Fosti il primo ragazzo a farlo.”

         “Jenny, io…” iniziò Cooter, con voce leggermente roca. “…mi piacerebbe anche essere l’ultimo ragazzo che bacerai.”

         Lei abbassò gli occhi e sorrise, mentre le guance le si coloravano per la gioia. “Mi piacerebbe essere l’ultima ragazza che bacerai.”

         Cooter avvicinò il viso a quello di lei e lasciò che accadesse di nuovo. Mentre le labbra di Jenny si adattavano alle sue, con le mani la strinse forte, facendola avvicinare. Persero l’equilibrio, e Jenny si ritrovò distesa sopra il meccanico. Scoppiarono a ridere, e in un momento di pausa lei sussurrò: “Cooter, io vorrei davvero aiutare Bo e Luke, ma non posso.”

         “Vorresti almeno dirmi perché, Jenny? Mi aiuterebbe a capire” le chiese lui, in tono dolce, accarezzandole il viso.

         Lei si tirò a sedere, e lui la imitò. “Beh… ha sempre a che fare con la morte dei miei. Mi lasciarono correre perché capirono che era quello che volevo. Erano contenti dei miei risultati, fino a che…”

         “Fino a che?”

         “Mi assegnarono un premio. Per ritirarlo, sarei dovuta andare al municipio di Atlanta. I miei genitori vollero accompagnarmi. Eravamo in ritardo, papà accelerò per arrivare in tempo, e…”

         “…e ci fu l’incidente. Mio Dio, Jenny, non sapevo fossi stata coinvolta.”

         “Me la sono cavata con un braccio rotto. Ero seduta sul sedile posteriore, con le cinture allacciate. Mamma e papà, invece…”

         “Quindi ti sei fatta una colpa per la loro morte? Non è colpa tua, Jenny. Sarebbero potuti morire mentre andavano al lavoro, o…”

         “Ma non è successo!” lo interruppe lei, saltando in piedi. “Sono morti mentre mi portavano alla cerimonia per la consegna di un premio. Un premio che avevo vinto correndo. Da allora, non ho più voluto toccare un’auto da corsa.”

         Cooter si alzò e la raggiunse. Lei si fermò, dandogli la schiena, e lui ne approfittò per metterle le mani sulle spalle. “Va bene, Jenny. Ti capisco. Ma vedi di spiegarlo a Bo e Luke. Hanno il diritto di sapere perché non li aiuterai.”

         “Io… mi dispiace, Cooter” si scusò ancora lei, voltandosi. “Vorrei tanto aiutarli, ma…”

         “Shhh” le sussurrò lui, stringendola tra le braccia. “Va tutto bene. Ora ti porto alla fattoria, va bene?”

         Lei annuì, poi lo guardò. “Solo se ti fermi a cena. “Daisy è come una sorella, e i Duke sono sempre stati una seconda famiglia, per me. Vorrei che sapessero chi è il ragazzo che amo.”

         Cooter sorrise. “Solo se mi prometti di venire a lavorare per me. Per sempre, intendo. Con un contratto regolare e la possibilità di diventare socia. Bo e Luke mi hanno detto del tuo diploma, e anche che stai cercando lavoro.”

   
 
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