Nemici e
alleati.
“Capitano …” un urlo stridulo mozzò il silenzio che era caduto sulla
ciurma.
Jack alzò gli occhi.
Un marinaio si era proteso dall’albero e indicava un punto dietro di loro.
Tutti si sporsero a guardare. La vista dell’orizzonte era limpida. Dietro
di loro di stagliava l’ombra di una nave. Inglese, senza alcun dubbio.
Anne ebbe un brutto presentimento. “non possono essere soli …” mormorò tra
sé e sé. Così corse a prua e si sporse il più possibile. “Capitano!” urlò
indicando un'altra nave davanti a loro, anche quella inglese.
I pirati imprecarono mentre le ragazze gemettero.
Reckhernam sembrò fiutare l’aria, poi cominciò ad urlare alla ciurma:
“virare di bordo!! Dritta a nord di tre punti, timoniere!! E voi stringete il
vento! Muoversi!! Ottimo lavoro prima, signor Storm!”
La nave virò quasi immediatamente.
Stephanie tornò a pensare che era colpa sua. Si vergognava di ciò che aveva
fatto. Lo disse a Amy e lei rispose che la perdonavano, ma per la ragazza era
come se non l’avesse fatto.
Il vento li spingeva sempre più forte, ma sapevano che gli Inglesi li
avrebbero seguiti.
Ed era così.
“dove siamo?!” urlò Amy sopra il fragore delle onde. La carta era stesa di
fronte al timone e il nostromo si chinò a guardarla. “dobbiamo virare ad oriente,
prima di incontrare l’isola di Cuba!” urlò con tutto il fiato che aveva in
gola.
Amy rimase senza fiato. Tanti giorni di viaggio ed erano solo usciti dalla
grande baia di Port-au-Prince? Stava per chiedere, ma erano tutti occupati e
non voleva rendersi ridicola.
Sara, che stava cominciando ad asciugarsi, notò una scialuppa che nella
virata si era ribaltata. In quel momento un’idea prese forma nella sua testa. Chiamò
Anne, che era lì vicino a lei, e le disse di aiutarla a prendere tutto il rum e
la polvere da sparo che potevano permettersi di sprecare.
Il capitano non fu molto generoso, ma riuscirono comunque nell’intento. Sara
caricò sulla scialuppa il cadavere sfigurata che avevano scambiato per Lucas,
mentre Anne vi aggiunse la palla di cannone con il simbolo della Compagnia
delle Indie. Era l’unica rimasta ancora a bordo.
“dobbiamo trovare un modo per
fermarli giusto? Questo li svantaggerà non poco!” urlò Sara con un ghigno
mentre calavano la scialuppa in mare.
Atterrò abbastanza violentemente, ma loro non si preoccuparono. La
lasciarono indietro e presto questa fu raggiunta dalla prima nave Inglese.
Il ghigno che Sara aveva in volto si fece ancora più crudele. Quando
raggiunse la murata nemica, Jack caricò la pistola e prese la mira. Sparò un
solo colpo, che sibilò e tagliò il vento.
Qualche secondo dopo colpì in pieno la scialuppa. La barca esplose con
grande fragore e fece crollare anche parte della nave nemica.
Le ragazze esultarono, ma la ciurma praticamente nemmeno se ne accorse. Il
danno si poteva riparare, ma una nave, almeno per un po’, era fuori uso.
“è una corsa contro il tempo.” disse Jack a denti stretti al nostromo. “qui
siamo circondati da porti inglesi, ci annienteranno!”
“sì, capitano.” Annuì il nostromo.
“hai capito quello che dobbiamo fare.” Sibilò Reckhernam e al nostromo
tanto bastò.
La nave traballava e la prua si alzava e abbassava con le onde potentissime
che li spingevano sempre più veloci. Il vento li faceva scappare lontano.
I ragazzi corsero al timone appena il movimento del ponte si fece meno
imponente.
“perché vogliono il tesoro?” chiese subito
Anne, senza nemmeno essere arrivata.
“per motivi di prestigio e per mettere in buona luce l’Inghilterra.” spiegò
Storm senza prendere fiato.
“e perché seguono noi?”
“siamo pirati!” disse frettoloso il capitano.
Ad Amy quella risposta non bastava. “perché?” chiese a bassa voce.
Jack lasciò andare un lungo sospiro, poi spiegò: “perché vogliono la tua
amica.” E indicò Stephanie “e lei li può portare al tesoro.”
“ma io non so niente!” sbottò Stephanie. “e poi non credo che un forziere
pieno di monete possa mettere in buona luce l’intera Inghilterra.”
“primo.” cominciò Jack puntandole un dito in faccia. “il tesoro di Morgan è
più, molto più di un forziere colmo
di monete, e per secondo” alzò un altro dito. “con il tesoro loro potrebbero
dire di aver veramente sconfitto la minaccia dei pirati. Questo sì che metterebbe
in buona luce l’Inghilterra.”
“ma non è vero!” sbottò Sara.
“lo so, ma se non c’è nessuno contro di loro, possono dire e fare quello
che gli pare. Non è una questione di battaglie, cannoni eccetera. Qui è in
ballo anche quello che si dice, e se loro dicono che i pirati sono finiti, i
pirati sono finiti. Noi non possiamo andare per i porti a urlare: ci siamo! Siamo qua! Per i terragnoli
noi siamo Ombre, quasi fantasmi. Pensate a loro” puntò un dito verso Anne e le
altre. “non credevano assolutamente della nostra esistenza finché Sara e Mary
non sono andate da loro, o sbaglio?”
Anne fece una smorfia e chinò la testa, così fecero Amy e Stephanie. Era proprio
vero.
“e quindi cosa dobbiamo fare?” chiese Anne dopo un lungo silenzio,
guardandosi alle spalle.
La nave Inglese si stagliava dietro di loro, poco lontano da poppa. La
bandiera blu veleggiava in alto sul pennone di maestra, con il suo simbolo
cucito con l’oro.
Sara alzò gli occhi sul loro pennone, soffiando via una ciocca ancora bagnata
di capelli. La bandiera era stata calata e giaceva sul ponte confondendosi con
il legno nero della nave. Fece qualche passo indietro e si avvicinò a Jack:
“alziamo i colori!” gli disse, piena di odio per quelle persone. “combattiamoli!
Prendiamoci questo maledetto tesoro, che è quello che ci spetta e tronchiamogli
la possibilità di sconfiggerci proprio ora che la sfiorano!”
Amy annuì a quelle parole, nessuno avrebbe saputo dirlo meglio. E lei ci
credeva, per una volta credeva che la battaglia avrebbe portato qualcosa di
buono. Non avrebbero fatto del male a lei e alle persone a cui voleva bene, le
aveva appena trovate, e non voleva perderle.
Non glielo avrebbero permesso.
E per di più non l’avrebbero privata della sua libertà.
Non di nuovo. Sorrise, e si disse che stava pensando come un pirata. Ne era
orgogliosa.
“su i colori!!” urlò il nostromo. “facciamo vedere chi siamo!” urlò Sara
sfoderando la spada.
Anne sentì un brivido lungo la schiena, osservando la bandiera nera, che
cominciava la sua alzata fino alla punta dell’albero.
La ciurma esultò. Per l’ennesima volta, i pirati erano in guerra.
“Capitano!” urlò il sergente, impettito a prua della nave inglese Diamond,
mentre il Capitano, Somers, si accingeva a raggiungerlo.
Il Capitano si sistemò i polsini della camicia inamidata e chiese, quasi
annoiato: “allora Sergente, i nostri avversari si sono fatti avanti?”
Il Sergente era turbato e impaurito, aveva paura dei pirati.
“allora, Sergente?” ripeté annoiato il capitano.
Il sottoposto non riusciva ad aprire bocca. La vista del Jolly Roger gli
aveva ghiacciato il sangue e lo aveva bloccato. Riuscì ad alzare un braccio e
indicò con l’indice la bandiera nera che torreggiava sul Deathbearer.
Il Capitano seguì con lo sguardo stanco l’indice tremante del Sergente e
posò gli occhi sulla bandiera svolazzante, che creava tanto terrore nel suo
sottoposto.
“bene.” commentò poi sarcastico. “almeno quell’avanzo di galera di Crowley
ci è stato utile per quel poco che è bastato …”
Il Sergente spostò gli occhi sbarrati su di lui: “Capitano?” Sembrava che
sapesse dire solo quelle parole.
“le Ombre di Reckhernam si sono fermate, e noi siamo arrivati, non ci vuole
molto per capirlo, Sergente.” Rispose l’altro con voce leggera.
“quindi Crowley e la Gibraltar sono morti?” chiese l’uomo, impaurito.
“penso proprio che la scialuppa che ha baciato
la nave dei nostri alleati sia quello che ne è rimasto.” Rispose Somers alzando
le spalle.
“quindi non abbiamo altri alleati, signore?”
“oh, no …” disse l’altro, con un sorriso maligno che si allargava sul
volto. “ne abbiamo molti altri, e molti non lo sanno nemmeno. Sarà l’elemento sorpresa … serve sempre un elemento
sorpresa in una buona strategia.”
“posso chiedervi di illuminarmi, signore?” chiese l’altro, che ormai si era
perso.
“non abbiamo più Crowley come alleato, tanto meglio. Non potevo proprio
sopportarlo. Abbiamo tutta la Marina a disposizione, volendo. Ora che sono Capitano
e non solo Tenente, e ho trovato le
famose Ombre di Reckhernam posso chiedere tutto quello che mi pare, e state
certo che lo avrò.”
Il tenente sembrò soddisfatto. “e la sorpresa?”
chiese dopo un po’.
“Turks Islands non è lontana, giusto?” chiese l’altro, con un sorriso colmo
di sottintesi.
“abbiamo altri alleati alle prigioni governative, signore?”
“io non li chiamerei alleati veri
e propri. Se dobbiamo essere sinceri sono una vera e propria esca, ma a nostro favore.” Sorrise di
nuovo, un sorriso che faceva ghiacciare il sangue nelle vene. “siamo in guerra,
e in guerra e in amore tutto è lecito.” concluse. “sistemate la rotta, signore,
e mandate un messaggero in ogni porto qui vicino, subito.”
Il tenente alzò il mento e fece il saluto militare: “comandi, Capitano!” e
si dileguò.
Somers rimase ancora a osservare il Deathbearer. Era soddisfatto. Si voltò e si avviò a passi lenti sul ponte della sua nave. Aveva fatto carriera, il Tenente Somers. Era diventato Capitano di una flotta intera, e andava per mare da quasi due settimane per trovare i pirati di Reckhernam. Ormai rimanevano solo loro a contrastare il dominio Inglese sui mari. Gli altri erano tutti morti, all’appello mancavano Jack Reckhernam e la sua ciurma di Ombre. Solo all’idea un brivido gli scendeva lungo la schiena. Quelli avevano dalla loro una strana sorta di Magia, che ancora non aveva capito, ma non bastava quello a fermarlo, di certo. Sarebbe stato lui a concludere tutto, sarebbe entrato nella storia come l’uomo che aveva chiuso per sempre la pirateria, colui che aveva ucciso Jack Reckhernam, la sua ciurma di Ombre, quella maledetta donna pirata e quella stramaledetta banda di ragazzini che erano scappati da Port-au-Prince. Sì, ci sarebbe riuscito, se lo sentiva, e il suo intuito non sbagliava mai.
Ciaoo!!
da quanto tempo rispetto al vecchio capitolo! bhè, ci siamo quasi, ci stiamo avvicinando al finale! il prossimo capitolo sarà l'ultimo!
bhè, grazie come sempre a Shenim che è troppo gentile con me, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
ciaooo