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Autore: Amber Cat    02/10/2010    1 recensioni
Emma guardò con preoccupazione l’orologio, non poteva certo arrivare tardi il suo primo giorno di lavoro. Mentre camminava con passo svelto ripensò a quando il suo capo le aveva comunicato che per un breve periodo sarebbe stata trasferita al Torchwood di Cardiff.
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma V

CAPITOLO 5

Nei giorni seguenti Jack indagò in segreto sul conto di Emma, più passava il tempo ad osservarla e meno riusciva a farsi un’idea della situazione. Il fatto che questa attività anomala della fessura si fosse verificata in concomitanza col suo arrivo non poteva essere una coincidenza, e poi i dati che aveva analizzato mostravano chiaramente che il maggior afflusso di alieni era stato rilevato proprio nella zona in cui viveva. D’altra parte però c’erano anche i rapporti sul suo conto provenienti dal Torchwood di Glasgow, possibile che un’aliena avesse lavorato con loro per tutto questo tempo senza che se ne rendessero conto? I suoi atteggiamenti poi, in tutto ciò che faceva sembrava così umana, le sue innumerevoli manie, il modo in cui mordicchiava la penna mentre lavorava, il suo continuo chiacchierare … “mai vista un’aliena così logorroica!” pensò tra sé. Il fatto di dover nascondere questi suoi sospetti anche a Ianto poi gli pesava terribilmente, ogni volta che lo guardava non poteva fare a meno di pensare che ancora una volta gli stava mentendo, “un altro segreto da aggiungere alla lista”. Ormai però aveva preso la sua decisione, finché non avesse trovato delle prove che avvalorassero le sue teorie non avrebbe fatto parola con nessuno dei suoi sospetti. E poi c’era quella parte di lui che non riusciva ad avvertire la ragazza come un pericolo, il suo istinto poteva essersi sbagliato a tal punto?

Alcuni giorni dopo Ianto entrò come di consueto nell’ufficio di Jack per portare via le tazze sporche, aveva notato che nell’ultimo periodo il Capitano era diventato piuttosto distaccato, passava molto più tempo in ufficio da solo e non riusciva a capirne il motivo, c’entrava forse un vecchio segreto? Un nuovo amante? Perso in questi pensieri urtò inavvertitamente il fascicolo appoggiato sul bordo della scrivania che cadde per terra sparpagliando il suo contenuto sul pavimento. Quando Ianto si chinò per raccogliere tutte quelle carte non poté fare a meno di notare che quel materiale riguardava Emma e un mucchio di domande si affollarono nella sua mente “ Perché Jack stava indagando con tanto zelo su di lei?” “Era a questo che aveva lavorato in segreto negli ultimi tempi?” “Perché non ne aveva parlato con nessuno?”
In quel momento Jack entrò in ufficio e si accorse che Ianto stava stringendo in mano i suoi appunti riguardanti Emma, ma non fece in tempo a formulare una frase che l’altro lo attaccò subito.
- Cosa sono questi? Stai indagando su Emma?
- Sì.
- Perché? Non capisco …
- Ho la sensazione che ci sia lei dietro a tutto ciò che sta accadendo in città.
- Ma che stai dicendo? È assurdo!
- Lo so, sembra incredibile anche a me, ma più passa il tempo e più mi convinco che le cose stiano così.
- Quanto tempo?
- Cosa?
- Da quanto tempo hai questi sospetti? Da quanto tempo stai indagando su di lei? Da quanto maledettissimo tempo mi nascondi questa cosa?
- Da quando abbiamo catturato quella creatura a teatro.
- Da … tutto questo tempo? Tu hai pensato che Emma potesse essere una minaccia per tutto questo tempo e non mi hai detto niente?
- Non potevo dirtelo, non senza averne la certezza. Tu e lei siete diventati così …
- Così come? Ma di che diavolo stai parlando?
- Siete diventati così uniti in poco tempo che …
- Che? Avanti, dillo, coraggio! So cosa stai pensando. Ti ho tradito già una volta per una donna quindi potrei farlo di nuovo, vero?
Ianto crollò sulla sedia sfinito da quella discussione e con un filo di voce proseguì tenendo gli occhi fissi sul pavimento
- Non finirà mai … tu non riuscirai mai a perdonarmi. Qualsiasi cosa io faccia per dimostrarti la mia fedeltà non potrà mai bastare, tu continuerai a considerarmi un traditore. Io darei la mia vita per te, ma tu non ti fiderai mai di me, continuerai a tenerti i tuoi segreti e io ogni tanto mi illuderò che le cose stiano cambiando, che tu mi abbia perdonato, ma non accadrà mai …
Poi sentì le mani di Jack avvolgere le sue, il contatto col calore della sua pelle, la sua voce calma
- Emma mi piace Ianto, piace a te e piace a Gwen .. oh lei è così incredibilmente testarda, e diretta, dice sempre tutto quello che le passa per la testa, ma è anche gentile e dolce e … ci fa ridere … sai da quanto tempo non ridevamo? Dopo la morte di Owen e Tosh questo lavoro era diventato così insopportabilmente intollerabile … ma da quando c’è lei ci sono volte in cui mi sembra quasi che le cose siano tornate come prima. Il pensiero che i miei sospetti potessero portarci di nuovo via questa serenità era così difficile da sopportare … l’idea di togliere a te una cosa che ti faceva stare così bene … ti ho già tolto tanto, lo so benissimo, senza darti poi molto in cambio, non potevo toglierti anche lei senza essere sicuro di quello che stavo facendo. Per questo ho preferito indagare da solo. Devi credermi, è solo questo il motivo, mi fido di te più di chiunque altra persona abbia mai conosciuto.
- Allora lascia che ti aiuti.
- Sei sicuro? Quello che scoprirai potrebbe non piacerti.
Ianto accennò un sorriso
- Per portare avanti questo lavoro bisogna tenere d’occhio i dettagli e questo è il mio campo Capitano

Ianto e Jack uscendo dall’ufficio si trovarono davanti a Gwen che camminava avanti e indietro parlando al cellulare
- Sì ho capito … lo so ... beh al momento siamo un po’ oberati di lavoro sai! E poi mica sarà la fine del mondo, ormai dovresti essere abituato a cose ben più spaventose!
Ianto e Jack si scambiarono uno sguardo interrogativo mentre Gwen riattaccava.
- Era Rhys, a quanto pare fuori dal suo ufficio c’è un cavaliere medioevale, chiede se uno di noi può andare lì a risolvere la situazione.
- Un cavaliere medioevale?- chiese Jack con aria interessata – Potrei offrirmi volontario!-
- Credevo che avessimo altro da fare.- lo interruppe Ianto.
- Ok, ok- proseguì Gwen – Oh capito, meglio che ci vada io, non voglio certo che questo piccolo intoppo turbi l’armonia tra i due piccioncini … o peggio, che finisca per essere un altro elemento dei vostri giochetti erotici!
Mentre Gwen si avviava verso la porta Jack la richiamò indietro
- Perché non porti Emma con te?
- Non è necessario, è un lavoretto semplice, posso cavarmela anche da sola.
- Beh vorrei che la portassi proprio per questo; non ha molta esperienza sul campo e penso che le farebbe bene.
Gwen lo osservò restando un attimo in silenzio, poi gridò
- Emma devi venire con me in missione, questi due vogliono avere campo libero oggi ed è meglio non sapere per cosa!
Quando le due donne uscirono Jack notò lo sguardo che Ianto aveva rivolto ad Emma e cercò di capire a cosa stesse pensando; era triste? Preoccupato? Deluso? Per quanto fosse assolutamente certo dell’amore di Ianto nei suoi confronti non poteva non rendersi conto che le rivelazioni che gli aveva appena fatto su Emma lo avevano profondamente scosso. Sfortunatamente, pensò poi, non avrebbero avuto il tempo di fare ciò che Gwen aveva ipotizzato lasciandoli da soli; c’era un’indagine da portare avanti e Ianto aveva ragione, la sua attenzione ai piccoli dettagli gli sarebbe stata estremamente utile.

Purtroppo  si accorsero in fretta di essersi entrambi sbagliati; avevano trasferito tutto il materiale a casa di Ianto, in modo da poter lavorare lontano da occhi indiscreti senza creare sospetti, ma pur lavorando insieme su tutte le informazioni che erano riusciti a reperire, la situazione continuava a non essere chiara. C’era qualcosa che continuava a sfuggirgli, un tassello del mosaico che continuava a mancare e che gli impediva di capire come stessero effettivamente le cose. Ormai era chiaro ad entrambi che restava un unico tentativo per sbrogliare la situazione.

Jack si soffermò ad osservare Ianto che ripiegava con cura i suoi abiti prima di riporli in un borsone, amava l’attenzione che usava sempre nel trattare le sue cose, quei gesti che riuscivano a rivelargli i suoi sentimenti molto più delle parole.
Ianto si fermò per un istante sentendo gli occhi di Jack su di sé e si voltò fissandolo negli occhi
- Jack vuoi che venga a Glasgow con te?
- No … beh un viaggetto sarebbe un’ idea allettante, ma mi serve che tu rimanga qui
- Lo so, è che … sentirò la tua mancanza.
- Tornerò presto.
- Sai i tuoi precedenti in tal senso lasciano un po’ a desiderare!
- Giuro che questa volta non lascerò il pianeta! Tranquillo, vado solo al Torchwood di Glasgow per cercare di avere qualche informazione in più, così riusciremo finalmente a chiarire questa storia.
- Quand' è così allora sarà meglio che tu parta in fretta- rispose Ianto porgendogli il borsone.
Jack lo posò sul pavimento e prendendo tra le mani il viso di Ianto lo baciò. Poi, ripreso il borsone, uscì dalla porta e lasciandosi avvolgere dall’oscurità notturna, salì in macchina maledicendosi per non avergli detto che anche lui avrebbe sentito la sua mancanza.



continua...

  
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