Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Herm735    02/10/2010    4 recensioni
Aveva avuto una giornata molto dura. Ma avere giornate molto dure era entrato a far parte della sua routine. Ormai i metodi magici non erano più sicuri. Potevano essere quelli a farti beccare.
Era paranoica, ecco la verità.
Certo, se loro non avessero continuamente tentato di uccidere la sua gente, forse non lo sarebbe stata.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Negli ultimi tre minuti Hermione era rimasta immobile, in completa tensione, ed era ancora convinta di non aver capito bene.
“Vuoi svelarmi la storia di come hai ottenuto i poteri che hai?”
Amanda annuì.
“È una lunga storia. Difficile da raccontare e da comprendere. Inoltre voglio avvertirti che nessuno a parte te ha mai sentito questa storia da me né da nessun altro. E mai nessun altro la sentirà da me o da te. È chiaro?” chiese.
Hermione colse al volo l'allusione abbastanza evidente.
“Manterrò il segreto.”
“Tutte ebbe inizio da un libro. Ero solita leggere molto prima. E in questo libro, trovai il racconto di una strana fonte. In nessun altro libro era mai stata scritta, ed io stessa ho provveduto a distruggere ogni copia del libro in cui era contenuto il racconto.”
Hermione annuì. Fino a quel momento la storia sembrava semplice da seguire.
“Quel racconto narrava di una sorgente, chiamata 'Sorgente della Vita e della Magia'. Parlava di questa fonte, descrivendola come un'entità sovrannaturale ma del tutto inventata. Era un mito, una favola. Tuttavia io avevo da poco imparato che le più grandi menzogne partono dalla realtà, almeno nella maggior parte dei casi.
Così, preso un anno di pausa dall'insegnamento ad Hogwarts mi congedai dal castello, salutando i miei colleghi, decisa più che mai a trovare quella mistica fonte. Il racconto parlava in modo piuttosto vago, ma io ero giovane, intelligente e sapevo leggere bene le Antiche Rune. Riuscii così per molte pagine a decifrare più o meno tirando a indovinare il cammino da compiere. Tutto nacque per caso, perché io non avrei mai creduto di farcela. Per me era solo una pausa dal mio stressante lavoro.
All'epoca non era ancora permesso smaterializzarsi se non in casi eccezionali. Così mi incamminai a piedi e nel giro di una settimana mi ritrovai nel giusto continente.
Da lì, con un po' di senso dell'orientamento, riuscii a trovare il Paese che stavo cercando. Quando ci arrivai, però, nessuno degli abitanti della Capitale aveva mai sentito parlare di una cosa tanto strana come quella che stavo cercando io.
Tuttavia continuai, e dopo due settimane dalla mia partenza, mi ritrovai finalmente nel punto in cui il racconto iniziava.
Da quel momento le cose furono più facili e per circa tre giorni riuscii a procedere senza grandi problemi.
Fatto sta che, arrivata ad un certo punto nel racconto, mi bloccai. Il libro spiegava passo passo come raggiungere la fonte, tranne che per quella pagina che dalla mia copia era stata strappata.
Stavo per rassegnarmi a tornare indietro, quando giunse alle mie orecchie il suono di un lontano fiume che scorreva lento. Decisi di passare da lì per riempire le mie borracce e dissetarmi, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa.
Una volta giunta al fiume, però, dall'altra parte di esso scorsi una piccola capanna di legno ed aprii subito il libro, associandola immediatamente alla descrizione che esso ne faceva.
La casa era abbandonata.
Così mi fermai per la notte lì dentro, riposandomi in una delle stanze e convincendomi che era un segno del destino, il fatto che fossi riuscita per caso a trovare la strada giusta anche se dal libro mancavano due pagine.
Dalla capanna abbandonata ripresi il viaggio, dirigendomi, il mattino seguente, verso una piccola montagna che era visibile anche da quella distanza, se si guardava con attenzione.
Scalai la montagna con una testardaggine quasi epica, decisa più che mai a portare a termine il mio viaggio.
Dopo essere giunta fino alla cima, vidi che la pianura di cui il libro parlava non era su di essa, ma ai suoi piedi, dalla parte opposta rispetto a quella da cui ero salita. Così discesi nuovamente la montagna.
Quando finalmente fui nella pianura, la attraversai.
Era immensa e dentro a quel verde sconfinato che si propagava in tutte le direzioni perdersi era estremamente facile.
Quando fui dall'altra parte di nuovo mi accampai per la notte. Invece che in una comoda casa, però, dormii nella mia tenda.
La mattina seguente mi svegliai all'alba e mi incamminai verso il bosco che mi separava dalla mia ormai vicina, o almeno così credevo allora, meta.
Attraversando il bosco più di una volta mi ferii, i rami fitti e secchi mi graffiavano il volto e mi rendevano difficile il passaggio. Ma io non mi arresi e proseguii nel mio cammino. I rami ad ogni passo si facevano più fitti e più duri contro la pelle sul mio viso.
Era arrivata ad un tratto del bosco in cui gli alberi si intrecciavano così fitti che era impossibile pensare di procedere oltre, ma mi feci forza per circa due passi ancora, e al secondo sprofondai nel vuoto e caddi a terra. Non c'erano più alberi intorno a me, ma solo aria. Ero finalmente riuscita ad attraversare il fitto bosco.
Avanzai ancora, e da quel punto in poi le indicazioni nel libro divennero sempre più vaghe e incoerenti.
Il libro parlava di un sentiero in salita, ma il sentiero non esisteva.
Al suo posto, dopo il bosco, mi attendeva uno strapiombo. Ed io ero sul fondo di esso. Davanti a me un muro di terra e sassi impediva il passaggio. Estrassi la bacchetta, ma la magia non aveva effetti in quel luogo.
Quel luogo era protetto. Aveva assaggiato così tanta magia da non essere più scalfito da essa.
Con la bacchetta allora mi procurai il necessario per scalare la parete rocciosa con la sola forza delle mie braccia.
Rischiai di cadere più di una volta, e più di una volta pensai di tornare indietro.
Ma non mi arresi mai.
Alla fine della mia salita in verticale trovai ad attendermi una sorpresa ancora più atroce: un altro strapiombo.
Era alto il doppio del primo, e facendo alcuni veloci calcoli capii a quale altezza mi avrebbe portato. E sapevo che ad un'altezza del genere le temperature sarebbero state di certo intorno allo zero.
Con infinita pazienza e dedizione, scalai anche quella parete e mi ritrovai in cima.
I miei calcoli si rivelarono sbagliati. Le temperature erano molto al di sotto dello zero.
Continuai a camminare, notando che man mano che procedevo il libro recava sempre più imprecisioni.
Andando avanti in salita iniziai a scorgere qualcosa di bianco sul sentiero e capii che più avanti avrei trovato molta neve ad attendermi.
Così mi accampai per la notte in quel punto, dove il terreno era ancora asciutto e potevo rimanere al caldo. Il giorno successivo proseguii per l'unico sentiero percorribile e quando il tramonto calò ancora ero ormai immersa nella neve fino al ginocchio. Mi accampai per la notte e non morii assiderata solo grazie all'aiuto della magia.
Per giorni ancora camminai, incontrando i più pericolosi passaggi, sopra ponti malandati o attraverso boschi sempre più fitti e bui. Inoltre ad attendermi c'erano numerose creature, sempre più rare ed uniche, man mano che mi avvicinavo alla fonte.
Incontrai un Gigante, un Centauro, un branco di Ippogrifi, un laghetto con tre Sirene, un Drago ed infine un Unicorno Bianco, l'animale più puro al mondo.
Da lì a poco doveva certamente esserci la Sorgente che tanto cercavo, pensai.
Riuscendo di volta in volta a sconfiggere o a convincere tutte queste creature a lasciarmi proseguire, arrivai in uno spiazzo dove ormai ogni traccia di neve era prosciugata.
Al suo centro una piccola fontana di pietra sembrava attendermi.
Mi avvicinai, guardando l'acqua scorrere dalla fontana.
Avevo promesso ad ogni creatura, al mio passaggio, che non avrei mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo, bevuto da quella fonte.
Tuttavia, quando mi trovai davanti a quell'acqua così chiara a pura, come nessuna acqua sarebbe mai potuta essere, quel liquido così trasparente che sembrava quasi di poter intravedere ogni molecola al suo interno, i miei occhi furono rapiti da tanta bellezza.
Il mio cuore si bloccò nel suo ultimo battito dentro il mio petto.
Ero l'unica ad aver raggiunto la Sorgente della Vita e della Magia. Perfino colui che aveva scritto il libro non aveva parlato delle creature a guardia della Fonte. Né degli strapiombi o della neve. Mi convinsi che chiunque avesse scritto il libro fosse giunto si e no al termine del bosco, e poi fosse fuggito.
Era tuttavia riuscito a scorgere la bellezza, la purezza di quel luogo avvolto nella magia più incontaminata.
Attorno a me tutto era sveglio. Tutto era acceso.
Non sapendo resistere, e sentendo quasi fremere ogni cellula del mio corpo mi avvicinai alla fonte.
Raccolsi in una piccola ampolla un po' di quel liquido e la nascosi in una tasca interna del mio mantello.
Poi mi bloccai.
C'è sempre un momento, quando ci troviamo davanti a una tentazione, c'è sempre un istante preciso in cui abbiamo la libertà di scegliere.
Scegliere se resistervi, o se cedervi.
Ed io non ero abbastanza forte per resistere.
Così alla Sorgente della Vita e della Magia, io bevvi.
E all'improvviso, tutto cambiò.
Intorno a me, certo, ma soprattutto dentro me. Caddi in ginocchio e non riuscii a rialzarmi. Delle immagini, migliaia, forse miliardi, milioni di miliardi, passarono davanti ai miei occhi, rivelandomi i più nascosti ed oscuri segreti all'origine della magia stessa.
E all'improvviso ebbi la conoscenza.
All'improvviso, nel senso più assoluto del termine, io sapevo.
Quando mi rialzai ancora non ero consapevole neanche della quantità di poteri che avevo acquistato.
In quel momento una farfalla mi svolazzò leggera affianco, ed io avvertii, chiaro e nitido, quasi assordante, il rumore del suo battito d'ali.
Gli altri sono convinti che io abbia un dono. Ma io non lo credo. Credo che la mia vita non sia che il prezzo che devo pagare per la mia stupida avidità. Che questa condizione, sospesa tra la vita e la morte, non sia che una punizione.
Fatto sta che da quel momento fui libera, in un certo senso. Libera da ogni limite della magia. Da allora essa e la vita stessa sono in qualche modo parte di me. E da me sono manipolabili. E, francamente, lo trovo ingiusto.
Nessuno dovrebbe avere un tale potere.
Neanche la persona più buona e pura sulla terra.”
Si voltò, finalmente, smettendo di fissare lo specchio e tornando a guardare Hermione negli occhi.
“Neanche tu dovresti” le disse senza mezzi termini.
Raccolse da terra il telo e ricoprì lo specchio.
“Tuttavia, la piccola ampolla di cui ti ho parlato è ancora in mio possesso. E presto, molto presto, è inutile opporti, qualsiasi cosa tu faccia, accadrà, avrai dei poteri straordinari. Non come i miei, ovviamente. Non potrei mai condannare nessuno a quello che subisco io ogni giorno. Ma diventerai molto potente. E comunque non voglio che rinunci a quella parte della mia anima che io non ho più con me.”
Aveva risposto tacitamente al perché non avrebbe permesso che Hermione ottenesse i suoi stessi poteri.
Hermione la guardò scivolare via dalla stanza.
Si trovò davanti allo specchio delle Brame. E non seppe resistere oltre.
Tolse il telo e rivelò la superficie piatta e fredda dell'oggetto magico davanti a lei.




Ho tentato di descrivere al meglio tutto esattamente com'era nella mia testa, e spero di esserci riuscita.
Ringrazio namy_love e roxy_xyz, che continuano a recensire, e prego roxy di aggiornare al più presto, graziando me e Lights :D

A voi altri ricordo che lasciare una recensione fa bene alla salute fisica e morale! :)

A presto, ragazzi!!





  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Herm735