Blood debt
Di JenniferButterflyGirl
Tradotto da Freya
Parte 2/?
Capitolo Due: L'Ossessione di Draco Malfoy
Possedimenti di terreno dei Dursley, Rectorland Dell'ovest, 4550 S.C.
Draco Malfoy si chinò a raccogliere il dragone dorato caduto a terra e
lo
rimise nella mano di Harry Potter. Guardò calmo il ragazzo.
"Non essere spaventato", gli bisbigliò leggermente. " ti spaventai un
po',
quando eri bambino, ma non ricorderai, immagino. Comunque ora non c?è
nessuna
ragione di esserlo."
Gli occhi di Harry si restrinsero, e le iridi verdi brillarono
pericolosamente.
"Spaventato! Pensa che io sia spaventato? No? Io sono furioso, ecco
quello
che sono! "
Il ragazzo girò gli occhi verso suo zio. Lo sguardo, fisso, era
talmente
violento che avrebbe potuto squagliare l?acciaio. Dursley sembrò
rimpicciolirsi
sulla sua sedia.
"Cos? hai fatto ? " La voce di Harry era ridotta a un bisbiglio
pericoloso.
Draco trovò il tutto piuttosto accattivante.
Harry era un combattente, lo sapeva. Dopo tutto l?aveva osservato per
anni.
L?aveva visto superare gli abusi e la solitudine quando era ancora un
bambinetto.
In quei momenti, Draco aveva voluto solo confortarlo.
L?aveva visto diventare un adolescente, aiutare i mozzi e fare amicizia
con loro. Il suo spirito indipendente aveva reso Draco fiero di lui.
E infine, aveva visto un Harry adulto, con il sogno di andare ad
abitare
nella casa dei genitori. Draco trovò il coraggio di Harry molto
seducente.
E si rattristò ricordandosi di non poter dare a Harry quello che
sembrava
volere più di qualsiasi cosa ?i Possedimenti dei Potter.
Secondo i termini imposti dal debito di sangue, Harry sarebbe dovuto
stare
sotto il suo tetto e sotto la sua totale cura. E Non c'era nulla che
potesse
cambiare in ciò. La tradizione era inattaccabile.
Comunque, Draco sapeva che le persone raramenteriescono a capire
davvero
quello che vogliono. Lui aveva impiegato 300 anni per capirlo. Harry
pensava
di desiderare i Possedimenti Potter, ma Draco dubitava che il moro
sapesse
che cosa comportava la proprietà di un appezzamento di terreno in
rovina.
Sarebbe stata una vita durissima. Invece lui poteva offrirgli un modo
di
vivere prodigo. Il vampiro era sicuro che, col passare del tempo,
Harry
avrebbe imparato a godere della sua situazione.
Inoltre, e di questo era certo, avrebbe reso Harry felice.
Draco sapeva che il suo Harry era coraggioso. E..considerando il suo
futuro,
il suo ardore era sicuramente una benedizione.
"Ragazzo! Tu andrai con questo uomo! Io avevo un debito, e lui ti ha
richiesto
come pagamento. Gli fosti promesso anni fa. Avrei desiderato solamente
che
ti avesse portato via prima", rispose Dursley. La voce era dura. I suoi
occhi, notò Draco, guardavano Harry con disgusto.
Guardarono così sempre Harry, osservò Draco, e se ne sentì disgustato.
"Dursley", mormorò Draco . I suoi occhi d?argento si socchiusero
leggermente.
Aprì le labbra, permettendo all'uomo - e solamente all'uomo, infatti
non
voleva spaventare Harry ? di vedere le brillanti zanne. " sono
decisamente
pericoloso quando mi si irrita. Lei non parlerà di nuovo così ad Harry
in
mia presenza. Suggerisco che mi lasci con suo nipote. Ha fatto
abbastanza
per questa notte."
Vernon Dursley impallidì notevolmente alla vista degli acuminati denti
ed
annuì col capo. In silenzio, lasciò la stanza.
Draco sorrise. Era da solo con Harry, ora. Nella sua mente progettava
questo
momento da anni. Per cementare la relazione basata sulla fiducia che un
debito di sangue richiedeva, Draco sapeva di dover prima guadagnare il
favore
di Harry.
Il fatto che Harry era stato maltrattato durante l? infanzia rendeva il
processo un po' più difficile. Naturalmente, sarebbe stato più facile
se
Harry fosse stato una persona incline a dare fiducia al prossimo. Ma
Draco
sapeva di poter volgere la situazione a suo favore.
"Presumo mi spiegherà il significato di tutto ciò." disse Harry, con
voce
annoiata.
Dopo anni di osservazione, Draco sapeva che il tono annoiato nascondeva
la paura del ragazzo. Era ovvio dal modo in cui si contorcevano le mani
sul suo grembo e in cui la sua voce aveva oscillato quando aveva
parlato.
Draco sorrise tranquillo ad Harry. Voleva mettere Harry a suo agio, se
possibile, senza dover usare le sue abilità ipnotiche.
"Chiaramente." Fu la risposta di Draco. "Molti anni fa, feci un favore
a
tuo zio. Lui stava perdendo il controllo dei suoi possedimenti, ed io
usai
i miei considerevoli collegamenti per assicurargli che la proprietà
rimanesse
nelle sue mani. Al ritorno, tuo zio, aveva un debito con me?un debito
di
sangue. È una tradizione antica fra i vampiri, Harry, proporre servizi
a
creature umane per avere in ritorno un debito di sangue. I termini del
debito
stesso dipendono in gran parte dal vampiro coinvolto."
Draco fece una pausa. Harry accennò col capo, come far capire all?uomo
che
aveva la sua piena attenzione. "Dei vampiri richiedono il sacrificio di
una vita umana. Altri scelgono di avere un servitore. Altri ancora
preferiscono
avere un compagno, qualcuno a cui essere legato, da cui alimentarsi. Il
debito può essere pagato dalla persona che lo fa, ed è la cosa più
onorevole,
oppure il debito può essere pagato da un membro della famiglia. Nel
caso
di tuo zio, lui non scelse di pagare il debito di sangue con se stesso.
"
Draco fece un attimo di pausa, lasciando che le parole affondassero nel
ragazzo di fronte , prima di continuare. "Avevo pensato di prendere suo
figlio per il pagamento del debito, ma poi tu entrasti nella stanza.
Rimasi
incantato. Eri un bambino tristee molto dolce, Harry. Mi sono sentito
sunito
attratto da te, molto più che dai tuoi parenti. Tuo zio si offrì di
darti
a me come pagamento per il debito, ed io decisi di accettare."
Il colore scomparve dalla faccia già pallida di Harry. Draco sorrise
leggermente.
Forse Harry aveva bisogno di un segnale ovvio che non intendeva fargli
del
male. Decise fargli provare sentimenti piacevoli, protettivi,
attraverso
il marchio. Voleva che Harry sentisse precisamente, quanto piacere gli
provocava
la sua presenza.
Dalla bocca di Harry uscì un piccolo,dolce, lamento. Il sentimento che
stava
trasmettendo al ragazzo era caldo, confortante, come l?essere
abbracciato
da un caro amico. Draco aveva sempre provato piacere nel guardare Harry
durante gli intimi momenti di collegamento. Il ragazzo stava provando
un
piacere dolce, vero.
Un leggero rossore colorò le guance di Harry quando i suoi occhi si
aprirono
di nuovo. "Sono spiacente", mormorò il bel giovane. "Solo.... è davvero
difficile spiegare. "
Draco sorrise furbescamente. "No, non lo è. Il marchio che hai sulla
fronte,
Harry - la freccia di Zeus - è il marchio delle persone che cadono
sotto
il potere di un debito di sangue. Noi siamo connessi attraverso lui. Io
posso spedirti i miei sentimenti attraverso il marchio. È stato un
piacere
farlo attraverso gli anni, credimi."
Harry alzò leggermente un sopracciglio, guardando stupito il vampiro
negli
occhi. Draco pensò che Harry intendesse fare una domanda. Aveva di
nuovo
negli occhi quello sguardo d'acciaio, deciso. "Questo debito di sangue,
cosa coinvolge? Sono uno o due anni... o è.... o.... o... mi ucciderà?
"
Un'espressione di paura attraversò la dolce faccia di Harry come le
ultime
parole scapparono dalle sue labbra. Draco rise.
"Per l?Ade, Harry! No!" Esclamò con un largo sorriso Draco, "Come
potrei
ucciderti? Tu sei molto importante per me! Ti ho guardato crescere. Ti
ho
scelto sopra gli altri. Non ti ho provocato mai una volta paura o
terrore,
tramite il nostro collegamento, anche se avrei potuto. Come puoi
pensare
che potrei voler farti del male? Io voglio che il debito sia pagato
attraverso
la tua compagnia - ed il tuo sangue. Tu sarai il mio donatore, sì, ma
io
non ti ucciderò."
"Inoltre", Draco aggiunse con un sorriso quasi seducente,
"l?alimentarmi
può essere una esperienza piuttosto piacevole, specialmente in
considerazione
del tipo di obbligazione che io ho con te. Harry, io non ho mai voluto
niente
più, che te. Per sempre."
Harry Potter non seppe onestamente cosa pensare. Quell?uomo,Draco
Malfoy
aveva detto delle belle cose.
Harry riusciva a ricordare i tempi della sua vita in cui l'unica
compagnia
che aveva erano le sensazioni dategli dalla cicatrice. Durante i tempi
più
bui, c?erano dei formicolii piacevoli, come qualcuno gli stesse
passando
la mano nei capelli, come se volesse pettinarglieli. Poteva avvertire
affetto
e adorazione in quei momenti. Si sentiva protetto.
Comunque, il ragazzo dagli occhi verdi non era un idiota. Non era così
fantasioso
o così stupido da avere fiducia in una persona che richiedeva proprietà
su di lui,come se fosse un animale da compagnia.
Quindi, alla fine del discorso di Draco, Harry naturalmente, rise.
Gettò
di nuovo indietro la testa e rise come un pazzo. Era il modo perfetto
di
alleviare la tensione che aveva accumulato.
Harry aveva già sentito parlare dei debiti di sangue. Erano una forma
rara
ed antica di magia, riservata alle storie fantastiche e ai volumi
proibiti
e polverosi, di quelli che, soolitamente, Harry rubava dalla biblioteca
dei Dursely. Aveva speso molto tempo leggendo sotto gli alberi,
mettendo
foglie attraverso i volumi polverosi, tentando di trovare un
chiarimento
per lo strano marchio impresso sulla fronte. Non aveva mai trovato
nulla.
Tutti i volumi, pensò Harry depresso, non erano riusciti a fargli
scoprire
nulla sulla freccia di Zeus. Apparentemente, quello era un marchio con
cui
era nato.
I parenti di Harry, generalmente, non parlavano di magia,
considerandola
una cosa orribile. Harry era stato punito molte volte per essere stato
trovato
a leggere tali volumi.
Da quello che Harry aveva letto del debito di sangue, solamente i più
potenti
tra i vampiri potevano richiedere un tale impegno. Solamente uno dei
Lord
avrebbe potuto espletare l'incantesimo del debito di sangue su lui.
Nessuno dei dettagli cerimoniali era mai stato descritto in alcun libro
da lui letto. Nulla vi era sulla freccia di Zeus o sull' antico
incantesimo.
Erano, scrisse un autore, un segreto impenetrabile grazie alla volontà
dei
Lord dei vampiri.
Se Draco Malfoy fosse uno dei Lord, era insolito il suo comportamento.
Harry
si chiese, per un momento, se fosse già condannato.
Quindi, rise di nuovo.
Notò che Malfoy sembrava quasi preoccupato. Allungò una mano, come per
toccare
il braccio di Harry.
" Non mi tocchi! " esclamò Harry, tirandosi via dalla presa di Draco.
"Harry", disse piano Draco, "penso che sia meglio se ti calmi."
" Io non mi calmerò! " fu la risposta del giovane . "Non so
precisamente
perché lei abbia questa...questa convinzione di conoscermi, signore.
Sono
rimasto solo presto, avevo appena due estati. La mia famiglia non si è
mai
preoccupata di me, e mio zio ha sempre avuto una gioia particolare nel
maltrattarmi.
Io sono stato bene da solo. E starò bene da solo, nelle mie proprietà.
Quella
casa è tutto ciò che ho ricevuto dai miei genitori, signore. E Non
voglio
mancare alla loro memoria. Non mi importa se lei è un Lord, Draco
Malfoy!
Io non sarò il suo schiavo! "
Tutta l'ira, la rabbia e l? incertezza di Harry, si avvertivano
chiaramente
nella voce. Il corpo intero del giovane stava tremando. Gli occhi erano
accesi. Improvvisamente si alzò in piedi.
"Se mi vuole scusare, ora devo proprio andare. Ron ed Hermione mi
staranno
aspettando. Sto lasciando questo mucchio desolato di pietre per sempre!
Non ritornerò mai qui! Mai! Dannazione, Dursley! Hai rovinato la mia
vita
per l'ultima volta! " Con quelle parole, piuttosto drammatiche, Harry
camminò
rapidamente verso la porta della sala.
Sapeva comunque, che questa non era la fine della questione. Un Lord
dei
vampiri aveva posto una richiesta su di lui.
Neanche la misericordia degli stessi dei,ora, potreva salvarlo.
Draco Malfoy seguì tranquillamente, con gli occhi, il suo piccolo
debito
di sangue fuori della sala.
Sapeva che Harry non era andato molto lontano. Poteva sentirlo.
E, davvero, trovò Harry molto vicino alla sala, nascosto in un angolo
ombreggiato.
Draco sapeva che gli piaceva nascondercisi quando aveva bisogno di
riflettere.
Gli occhi di Harry erano chiusi. La respirazione rapida.
Draco pensò che era probabile che stesse piangendo. Harry aveva pianto
raramente
nella vita. Era una di quelle anime che sembravano gridare le loro
ferite
sanguinanti al mondo senza bisogno di lacrime.
Questa volta, Draco avrebbe potuto offrire conforto al ragazzo. Lo
scoppio
d? ira nella sala era stato preventivato. Draco sapeva che Harry non
avrebbe
accettato facilmente il fato che lo aspettava. Non era adirato.
Nei giorni in cui era ancora un umano, certamente sarebbe stato
attratto
da Harry; ma, al contrario diadesso, non avrebbe concesso alcuna
comprensione
al ragazzo.
Un più giovane Draco avrebbe preso semplicemente Harry. Dopo tutto, era
un guerriero nella vita precedente. Aveva agito senza alcun pensiero
per
le conseguenze altrui. Probabilmente avrebbe preso Harry e l'avrebbe
legato
ad un palo nella sua tenda.
Ma i secoli l?avevano fatto maturare e ora invece avrebbe corteggiato
il
ragazzo. L?avrebbe vestito bene e gli avrebbe dato un letto comodo. Un
Harry
Potter ben disposto, sarebbe stato molto più dolce e appagante di uno
strillante
e recalcitrante.
Draco gli toccò leggermente il braccio. "Non sono adirato, Harry, ma
dovresti
sapere che dovrai venire con me."
"Dannazione, sono sicuro che mio zio è nella sua stanza che se la ride
adesso.
Finalmente l?ha fatto. Davvero è riuscito nell?impresa di rovinarmi la
vita....
"
Sospirò drammatico. Guardò nuovamente verso Draco. "Mi chiedo perché ci
ho tentato. Tanto sono stato condannato sin dall?inizio?vero?"
Draco mosse la mano su e giù sul braccio di Harry. "Qualunque fossero
le
intenzioni dei Dursleys, voglio che tu sappia che non è mia intenzione
rovinare
la tua vita."
Harry bisbigliò piano,"Per favore, non mi tocchi."
Draco lasciò immediatamente cadere la mano, sebbene continasse a
mantenere
lo sguardo fisso sugli occhi chiusi di Harry. "Hai il permesso di dire
addio
ai tuoi amici, Harry, poi noi andremo via. Puoi venire via con me
tranquillo,
senza far capire ai tuoi zii che ti hanno ferito o posso portarti via
di
forza, inconscio, sulla mia spalla."
Draco sapeva che Harry ora l'avrebbe seguito. Se c'era una cosa che
aveva
imparato dalle sue osservazioni, era l? importanza per Harry Potter del
suo orgoglio.
"Non è giusto, Harry! " Disse Hermione Weasley avvolgendo le sue
braccia
snelle sul collo di Harry. "Veramente non è corretto. Tuo zio non si
preoccupa
affatto per te? Come può condannarti a questo destino? "
"No, Hermione", rispose acido Harry, "Sai perfettamente che mio zio non
mi ama affatto."
Poi rivolse la sua attenzione a Ron Weasley, dando all? uomo dai
capelli
rossi un rapido abbraccio. "Io voglio che tu ed Hermione accettiate il
mio
terreno, Ron. Non voglio che stiate ancora qui in queste condizioni.
Meritate
di meglio. Fate di quel terreno un qualcosa di cui i miei genitori
possano
essere orgogliosi."
Ron sorrise ad Harry e gli diede un altro rapido abbraccio.
"Chiaramente,
amico. Non meriti un destino simile. Giuro che ho voglia di uccidere
Dursley
mentre dorme."
Harry rise, sebbene sentisse il desiderio di piangere. "Probabilmente
hai
ragione. Ma non ne vale la pena. Per l?inferno, ho sempre pensato di
esser
troppo buono lasciando il bastardo sfogarsi sulla mia pelle."
Hermione gli diede un rapido, dolce, bacio sulla guancia. "Penso che
starai
bene, Harry. Dubito che tu l?abbia notato, ma dal modo di guardarti,
non
penso che voglia farti male, Harry."
Harry gettò uno sguardo sulla sua spalla e vide che Draco Malfoy lo
stava
davvero guardandolo dalle ombre. Il vampiro era stato d'accordo a
concedere
ad Harry alcuni minuti per permettergli di salutare i suoi amici da
solo.
Era rimasto sorpreso dall?inaspettata gentilezza. "Cosa intendi,
Signora
Weasley? " chiese Harry alla giovane.
"Bhe? lui ti guarda come se il suo mondo girasse attorno a te. Non puoi
far male a qualcuno che è il tuo mondo, no? Non è importante che lui
sia
un vampiro."
Harry accennò col capo. "Quindi, ehm... suppongo che sia meglio se
vado.
Per favore, prendetevi cura della casa dei miei genitori per me...
visto
che io non posso. "
Poi Harry Potter lasciò i suoi amici e camminò verso l?ombra - verso
Draco
Malfoy, verso il vampiro.
Harry non lasciò che Draco Malfoy lo toccasse, anche se Draco
desiderava
ardentemente avvolgerlo in un confortante abbraccio.
Draco, invece, mandò onde confortanti al giovane, attraverso la freccia
di Zeus sulla fronte. Anche se Harry gli mostrava le spalle, Draco
sapeva
che c'erano calde lacrime sulle sue guance.