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Autore: JenniferButterflyGirl    03/11/2005    1 recensioni
Può un vampiro essere più amabile,verso di noi, dei nostri propri consanguinei?Si,evidentemente....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Blood debt

Blood debt

Di JenniferButterflyGirl

Tradotto da Freya

Parte 2/?

Capitolo Due: L'Ossessione di Draco Malfoy

Possedimenti di terreno dei Dursley, Rectorland Dell'ovest, 4550 S.C.

Draco Malfoy si chinò a raccogliere il dragone dorato caduto a terra e

lo

rimise nella mano di Harry Potter. Guardò calmo il ragazzo.

"Non essere spaventato", gli bisbigliò leggermente. " ti spaventai un

po',

quando eri bambino, ma non ricorderai, immagino. Comunque ora non c?è

nessuna

ragione di esserlo."

Gli occhi di Harry si restrinsero, e le iridi verdi brillarono

pericolosamente.

"Spaventato! Pensa che io sia spaventato? No? Io sono furioso, ecco

quello

che sono! "

Il ragazzo girò gli occhi verso suo zio. Lo sguardo, fisso, era

talmente

violento che avrebbe potuto squagliare l?acciaio. Dursley sembrò

rimpicciolirsi

sulla sua sedia.

"Cos? hai fatto ? " La voce di Harry era ridotta a un bisbiglio

pericoloso.

Draco trovò il tutto piuttosto accattivante.

Harry era un combattente, lo sapeva. Dopo tutto l?aveva osservato per

anni.

L?aveva visto superare gli abusi e la solitudine quando era ancora un

bambinetto.

In quei momenti, Draco aveva voluto solo confortarlo.

L?aveva visto diventare un adolescente, aiutare i mozzi e fare amicizia

con loro. Il suo spirito indipendente aveva reso Draco fiero di lui.

E infine, aveva visto un Harry adulto, con il sogno di andare ad

abitare

nella casa dei genitori. Draco trovò il coraggio di Harry molto

seducente.

E si rattristò ricordandosi di non poter dare a Harry quello che

sembrava

volere più di qualsiasi cosa ?i Possedimenti dei Potter.

Secondo i termini imposti dal debito di sangue, Harry sarebbe dovuto

stare

sotto il suo tetto e sotto la sua totale cura. E Non c'era nulla che

potesse

cambiare in ciò. La tradizione era inattaccabile.

Comunque, Draco sapeva che le persone raramenteriescono a capire

davvero

quello che vogliono. Lui aveva impiegato 300 anni per capirlo. Harry

pensava

di desiderare i Possedimenti Potter, ma Draco dubitava che il moro

sapesse

che cosa comportava la proprietà di un appezzamento di terreno in

rovina.

Sarebbe stata una vita durissima. Invece lui poteva offrirgli un modo

di

vivere prodigo. Il vampiro era sicuro che, col passare del tempo,

Harry

avrebbe imparato a godere della sua situazione.

Inoltre, e di questo era certo, avrebbe reso Harry felice.

Draco sapeva che il suo Harry era coraggioso. E..considerando il suo

futuro,

il suo ardore era sicuramente una benedizione.

"Ragazzo! Tu andrai con questo uomo! Io avevo un debito, e lui ti ha

richiesto

come pagamento. Gli fosti promesso anni fa. Avrei desiderato solamente

che

ti avesse portato via prima", rispose Dursley. La voce era dura. I suoi

occhi, notò Draco, guardavano Harry con disgusto.

Guardarono così sempre Harry, osservò Draco, e se ne sentì disgustato.

"Dursley", mormorò Draco . I suoi occhi d?argento si socchiusero

leggermente.

Aprì le labbra, permettendo all'uomo - e solamente all'uomo, infatti

non

voleva spaventare Harry ? di vedere le brillanti zanne. " sono

decisamente

pericoloso quando mi si irrita. Lei non parlerà di nuovo così ad Harry

in

mia presenza. Suggerisco che mi lasci con suo nipote. Ha fatto

abbastanza

per questa notte."

Vernon Dursley impallidì notevolmente alla vista degli acuminati denti

ed

annuì col capo. In silenzio, lasciò la stanza.

Draco sorrise. Era da solo con Harry, ora. Nella sua mente progettava

questo

momento da anni. Per cementare la relazione basata sulla fiducia che un

debito di sangue richiedeva, Draco sapeva di dover prima guadagnare il

favore

di Harry.

Il fatto che Harry era stato maltrattato durante l? infanzia rendeva il

processo un po' più difficile. Naturalmente, sarebbe stato più facile

se

Harry fosse stato una persona incline a dare fiducia al prossimo. Ma

Draco

sapeva di poter volgere la situazione a suo favore.

"Presumo mi spiegherà il significato di tutto ciò." disse Harry, con

voce

annoiata.

Dopo anni di osservazione, Draco sapeva che il tono annoiato nascondeva

la paura del ragazzo. Era ovvio dal modo in cui si contorcevano le mani

sul suo grembo e in cui la sua voce aveva oscillato quando aveva

parlato.

Draco sorrise tranquillo ad Harry. Voleva mettere Harry a suo agio, se

possibile, senza dover usare le sue abilità ipnotiche.

"Chiaramente." Fu la risposta di Draco. "Molti anni fa, feci un favore

a

tuo zio. Lui stava perdendo il controllo dei suoi possedimenti, ed io

usai

i miei considerevoli collegamenti per assicurargli che la proprietà

rimanesse

nelle sue mani. Al ritorno, tuo zio, aveva un debito con me?un debito

di

sangue. È una tradizione antica fra i vampiri, Harry, proporre servizi

a

creature umane per avere in ritorno un debito di sangue. I termini del

debito

stesso dipendono in gran parte dal vampiro coinvolto."

Draco fece una pausa. Harry accennò col capo, come far capire all?uomo

che

aveva la sua piena attenzione. "Dei vampiri richiedono il sacrificio di

una vita umana. Altri scelgono di avere un servitore. Altri ancora

preferiscono

avere un compagno, qualcuno a cui essere legato, da cui alimentarsi. Il

debito può essere pagato dalla persona che lo fa, ed è la cosa più

onorevole,

oppure il debito può essere pagato da un membro della famiglia. Nel

caso

di tuo zio, lui non scelse di pagare il debito di sangue con se stesso.

"

Draco fece un attimo di pausa, lasciando che le parole affondassero nel

ragazzo di fronte , prima di continuare. "Avevo pensato di prendere suo

figlio per il pagamento del debito, ma poi tu entrasti nella stanza.

Rimasi

incantato. Eri un bambino tristee molto dolce, Harry. Mi sono sentito

sunito

attratto da te, molto più che dai tuoi parenti. Tuo zio si offrì di

darti

a me come pagamento per il debito, ed io decisi di accettare."

Il colore scomparve dalla faccia già pallida di Harry. Draco sorrise

leggermente.

Forse Harry aveva bisogno di un segnale ovvio che non intendeva fargli

del

male. Decise fargli provare sentimenti piacevoli, protettivi,

attraverso

il marchio. Voleva che Harry sentisse precisamente, quanto piacere gli

provocava

la sua presenza.

Dalla bocca di Harry uscì un piccolo,dolce, lamento. Il sentimento che

stava

trasmettendo al ragazzo era caldo, confortante, come l?essere

abbracciato

da un caro amico. Draco aveva sempre provato piacere nel guardare Harry

durante gli intimi momenti di collegamento. Il ragazzo stava provando

un

piacere dolce, vero.

Un leggero rossore colorò le guance di Harry quando i suoi occhi si

aprirono

di nuovo. "Sono spiacente", mormorò il bel giovane. "Solo.... è davvero

difficile spiegare. "

Draco sorrise furbescamente. "No, non lo è. Il marchio che hai sulla

fronte,

Harry - la freccia di Zeus - è il marchio delle persone che cadono

sotto

il potere di un debito di sangue. Noi siamo connessi attraverso lui. Io

posso spedirti i miei sentimenti attraverso il marchio. È stato un

piacere

farlo attraverso gli anni, credimi."

Harry alzò leggermente un sopracciglio, guardando stupito il vampiro

negli

occhi. Draco pensò che Harry intendesse fare una domanda. Aveva di

nuovo

negli occhi quello sguardo d'acciaio, deciso. "Questo debito di sangue,

cosa coinvolge? Sono uno o due anni... o è.... o.... o... mi ucciderà?

"

Un'espressione di paura attraversò la dolce faccia di Harry come le

ultime

parole scapparono dalle sue labbra. Draco rise.

"Per l?Ade, Harry! No!" Esclamò con un largo sorriso Draco, "Come

potrei

ucciderti? Tu sei molto importante per me! Ti ho guardato crescere. Ti

ho

scelto sopra gli altri. Non ti ho provocato mai una volta paura o

terrore,

tramite il nostro collegamento, anche se avrei potuto. Come puoi

pensare

che potrei voler farti del male? Io voglio che il debito sia pagato

attraverso

la tua compagnia - ed il tuo sangue. Tu sarai il mio donatore, sì, ma

io

non ti ucciderò."

"Inoltre", Draco aggiunse con un sorriso quasi seducente,

"l?alimentarmi

può essere una esperienza piuttosto piacevole, specialmente in

considerazione

del tipo di obbligazione che io ho con te. Harry, io non ho mai voluto

niente

più, che te. Per sempre."

Harry Potter non seppe onestamente cosa pensare. Quell?uomo,Draco

Malfoy

aveva detto delle belle cose.

Harry riusciva a ricordare i tempi della sua vita in cui l'unica

compagnia

che aveva erano le sensazioni dategli dalla cicatrice. Durante i tempi

più

bui, c?erano dei formicolii piacevoli, come qualcuno gli stesse

passando

la mano nei capelli, come se volesse pettinarglieli. Poteva avvertire

affetto

e adorazione in quei momenti. Si sentiva protetto.

Comunque, il ragazzo dagli occhi verdi non era un idiota. Non era così

fantasioso

o così stupido da avere fiducia in una persona che richiedeva proprietà

su di lui,come se fosse un animale da compagnia.

Quindi, alla fine del discorso di Draco, Harry naturalmente, rise.

Gettò

di nuovo indietro la testa e rise come un pazzo. Era il modo perfetto

di

alleviare la tensione che aveva accumulato.

Harry aveva già sentito parlare dei debiti di sangue. Erano una forma

rara

ed antica di magia, riservata alle storie fantastiche e ai volumi

proibiti

e polverosi, di quelli che, soolitamente, Harry rubava dalla biblioteca

dei Dursely. Aveva speso molto tempo leggendo sotto gli alberi,

mettendo

foglie attraverso i volumi polverosi, tentando di trovare un

chiarimento

per lo strano marchio impresso sulla fronte. Non aveva mai trovato

nulla.

Tutti i volumi, pensò Harry depresso, non erano riusciti a fargli

scoprire

nulla sulla freccia di Zeus. Apparentemente, quello era un marchio con

cui

era nato.

I parenti di Harry, generalmente, non parlavano di magia,

considerandola

una cosa orribile. Harry era stato punito molte volte per essere stato

trovato

a leggere tali volumi.

Da quello che Harry aveva letto del debito di sangue, solamente i più

potenti

tra i vampiri potevano richiedere un tale impegno. Solamente uno dei

Lord

avrebbe potuto espletare l'incantesimo del debito di sangue su lui.

Nessuno dei dettagli cerimoniali era mai stato descritto in alcun libro

da lui letto. Nulla vi era sulla freccia di Zeus o sull' antico

incantesimo.

Erano, scrisse un autore, un segreto impenetrabile grazie alla volontà

dei

Lord dei vampiri.

Se Draco Malfoy fosse uno dei Lord, era insolito il suo comportamento.

Harry

si chiese, per un momento, se fosse già condannato.

Quindi, rise di nuovo.

Notò che Malfoy sembrava quasi preoccupato. Allungò una mano, come per

toccare

il braccio di Harry.

" Non mi tocchi! " esclamò Harry, tirandosi via dalla presa di Draco.

"Harry", disse piano Draco, "penso che sia meglio se ti calmi."

" Io non mi calmerò! " fu la risposta del giovane . "Non so

precisamente

perché lei abbia questa...questa convinzione di conoscermi, signore.

Sono

rimasto solo presto, avevo appena due estati. La mia famiglia non si è

mai

preoccupata di me, e mio zio ha sempre avuto una gioia particolare nel

maltrattarmi.

Io sono stato bene da solo. E starò bene da solo, nelle mie proprietà.

Quella

casa è tutto ciò che ho ricevuto dai miei genitori, signore. E Non

voglio

mancare alla loro memoria. Non mi importa se lei è un Lord, Draco

Malfoy!

Io non sarò il suo schiavo! "

Tutta l'ira, la rabbia e l? incertezza di Harry, si avvertivano

chiaramente

nella voce. Il corpo intero del giovane stava tremando. Gli occhi erano

accesi. Improvvisamente si alzò in piedi.

"Se mi vuole scusare, ora devo proprio andare. Ron ed Hermione mi

staranno

aspettando. Sto lasciando questo mucchio desolato di pietre per sempre!

Non ritornerò mai qui! Mai! Dannazione, Dursley! Hai rovinato la mia

vita

per l'ultima volta! " Con quelle parole, piuttosto drammatiche, Harry

camminò

rapidamente verso la porta della sala.

Sapeva comunque, che questa non era la fine della questione. Un Lord

dei

vampiri aveva posto una richiesta su di lui.

Neanche la misericordia degli stessi dei,ora, potreva salvarlo.

Draco Malfoy seguì tranquillamente, con gli occhi, il suo piccolo

debito

di sangue fuori della sala.

Sapeva che Harry non era andato molto lontano. Poteva sentirlo.

E, davvero, trovò Harry molto vicino alla sala, nascosto in un angolo

ombreggiato.

Draco sapeva che gli piaceva nascondercisi quando aveva bisogno di

riflettere.

Gli occhi di Harry erano chiusi. La respirazione rapida.

Draco pensò che era probabile che stesse piangendo. Harry aveva pianto

raramente

nella vita. Era una di quelle anime che sembravano gridare le loro

ferite

sanguinanti al mondo senza bisogno di lacrime.

Questa volta, Draco avrebbe potuto offrire conforto al ragazzo. Lo

scoppio

d? ira nella sala era stato preventivato. Draco sapeva che Harry non

avrebbe

accettato facilmente il fato che lo aspettava. Non era adirato.

Nei giorni in cui era ancora un umano, certamente sarebbe stato

attratto

da Harry; ma, al contrario diadesso, non avrebbe concesso alcuna

comprensione

al ragazzo.

Un più giovane Draco avrebbe preso semplicemente Harry. Dopo tutto, era

un guerriero nella vita precedente. Aveva agito senza alcun pensiero

per

le conseguenze altrui. Probabilmente avrebbe preso Harry e l'avrebbe

legato

ad un palo nella sua tenda.

Ma i secoli l?avevano fatto maturare e ora invece avrebbe corteggiato

il

ragazzo. L?avrebbe vestito bene e gli avrebbe dato un letto comodo. Un

Harry

Potter ben disposto, sarebbe stato molto più dolce e appagante di uno

strillante

e recalcitrante.

Draco gli toccò leggermente il braccio. "Non sono adirato, Harry, ma

dovresti

sapere che dovrai venire con me."

"Dannazione, sono sicuro che mio zio è nella sua stanza che se la ride

adesso.

Finalmente l?ha fatto. Davvero è riuscito nell?impresa di rovinarmi la

vita....

"

Sospirò drammatico. Guardò nuovamente verso Draco. "Mi chiedo perché ci

ho tentato. Tanto sono stato condannato sin dall?inizio?vero?"

Draco mosse la mano su e giù sul braccio di Harry. "Qualunque fossero

le

intenzioni dei Dursleys, voglio che tu sappia che non è mia intenzione

rovinare

la tua vita."

Harry bisbigliò piano,"Per favore, non mi tocchi."

Draco lasciò immediatamente cadere la mano, sebbene continasse a

mantenere

lo sguardo fisso sugli occhi chiusi di Harry. "Hai il permesso di dire

addio

ai tuoi amici, Harry, poi noi andremo via. Puoi venire via con me

tranquillo,

senza far capire ai tuoi zii che ti hanno ferito o posso portarti via

di

forza, inconscio, sulla mia spalla."

Draco sapeva che Harry ora l'avrebbe seguito. Se c'era una cosa che

aveva

imparato dalle sue osservazioni, era l? importanza per Harry Potter del

suo orgoglio.

"Non è giusto, Harry! " Disse Hermione Weasley avvolgendo le sue

braccia

snelle sul collo di Harry. "Veramente non è corretto. Tuo zio non si

preoccupa

affatto per te? Come può condannarti a questo destino? "

"No, Hermione", rispose acido Harry, "Sai perfettamente che mio zio non

mi ama affatto."

Poi rivolse la sua attenzione a Ron Weasley, dando all? uomo dai

capelli

rossi un rapido abbraccio. "Io voglio che tu ed Hermione accettiate il

mio

terreno, Ron. Non voglio che stiate ancora qui in queste condizioni.

Meritate

di meglio. Fate di quel terreno un qualcosa di cui i miei genitori

possano

essere orgogliosi."

Ron sorrise ad Harry e gli diede un altro rapido abbraccio.

"Chiaramente,

amico. Non meriti un destino simile. Giuro che ho voglia di uccidere

Dursley

mentre dorme."

Harry rise, sebbene sentisse il desiderio di piangere. "Probabilmente

hai

ragione. Ma non ne vale la pena. Per l?inferno, ho sempre pensato di

esser

troppo buono lasciando il bastardo sfogarsi sulla mia pelle."

Hermione gli diede un rapido, dolce, bacio sulla guancia. "Penso che

starai

bene, Harry. Dubito che tu l?abbia notato, ma dal modo di guardarti,

non

penso che voglia farti male, Harry."

Harry gettò uno sguardo sulla sua spalla e vide che Draco Malfoy lo

stava

davvero guardandolo dalle ombre. Il vampiro era stato d'accordo a

concedere

ad Harry alcuni minuti per permettergli di salutare i suoi amici da

solo.

Era rimasto sorpreso dall?inaspettata gentilezza. "Cosa intendi,

Signora

Weasley? " chiese Harry alla giovane.

"Bhe? lui ti guarda come se il suo mondo girasse attorno a te. Non puoi

far male a qualcuno che è il tuo mondo, no? Non è importante che lui

sia

un vampiro."

Harry accennò col capo. "Quindi, ehm... suppongo che sia meglio se

vado.

Per favore, prendetevi cura della casa dei miei genitori per me...

visto

che io non posso. "

Poi Harry Potter lasciò i suoi amici e camminò verso l?ombra - verso

Draco

Malfoy, verso il vampiro.

Harry non lasciò che Draco Malfoy lo toccasse, anche se Draco

desiderava

ardentemente avvolgerlo in un confortante abbraccio.

Draco, invece, mandò onde confortanti al giovane, attraverso la freccia

di Zeus sulla fronte. Anche se Harry gli mostrava le spalle, Draco

sapeva

che c'erano calde lacrime sulle sue guance.

 

  
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