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Autore: CieloSenzaLuna    03/10/2010    4 recensioni
Quattro stagioni, quattro vite, quattro storie, quattro abbandoni.
Giovani che hanno dovuto affrontare brutte situazioni, giovani forti che hanno saputo tirarsi in piedi.
Immaginatevi un gelato a quattro gusti: sono tutti diversi, ma tenuti nello stesso cono.
53 righe per ogni personaggio, che è unico nel suo genere, in un modo o nell'altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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AUTUNNO
Tic tic tic.
Gocce di pioggia stanche, trafelate e monotone che scivolano sull’ombrello di tessuto nero.
Hai sempre odiato la pioggia.
Rende tutto così umido, e ti senti bagnato anche quando non lo sei.

Tic tic tic.
Suono sordo di uno strumento senza voce.
Di uno strumento che non può più cantare, vuoto.
Vuoto proprio come te, Martin.
Tu che sei solo il guscio di una conchiglia che una volta viveva.
E adesso stai qui a guardarli, senza dire nulla.

Tic tic tic.
Cerchi una risposta alle mille domande che ti frullano nel cervello, come ali di colibrì.
Una sola basterebbe.
Vai da loro!
Lo vorresti, lo desideri ardentemente.
Ma loro non ti vogliono; non più.

Tic tic tic.
Buon compleanno, Sebastian.
Lo scorgi dalla finestra, è così felice.
Sta soffiando sulle candeline.
C’è una donna, accanto a lui.
La tua diletta, Martin.
E poi c’è un uomo, quell’uomo che non sei tu.

Sei fradicio, lo sai, ma continui a startene fuori, toccato dal vento di un autunno glaciale.
Una mano a reggere l’ombrello sopra il tuo capo coperto di un vecchio cappello.
I polpastrelli dell’altra mano a sfiorare l’oggetto tintinnante che tieni riposto nella tasca del giaccone.
Afferri il gingillo, regalatoti da tua moglie, lasciandolo sempre all’interno del taschino.
Lo tieni stretto tra le dita, lo riscaldi, proprio come vorresti che qualcuno riscaldasse te e il tuo cuore.
Li hai persi, tutti e due.
Sai di aver sbagliato.
Per la prima volta da sempre ti vedi a rileggere ogni singola pagina di quella che è la tua vita.
E senti tutto, tutto quello che hai passato.
Passi lo sguardo persino sui tuoi fallimenti, gli errori che avresti voluto cancellare per l’eternità.
Quelli che non hai mai avuto il coraggio di superare.
Eppure sarebbe bastato così poco.
Ma tu hai sempre avuto paura, perché il timore di perdere ciò che ami ti ha risucchiato in un labirinto.
Non trovi l’uscita e non l’hai mai trovata.

La musica che proveniva dall’interno della casa si ferma di colpo, le danze gioiose si interrompono.
Tre paia di occhi puntati su di te, sul tuo stupido giaccone, sull’ombrello nero e il cappello di feltro.
All’improvviso ti senti un intruso, uno di troppo.
Tre sguardi differenti ti abbracciano.
La porta sulla tua destra si apre, svelando la sagoma di un bimbo allegro, che ti getta le braccia al collo.
«Papà!»
Ricambi l'abbraccio ma non rispondi; le parole non contano, non oggi, non adesso.
I tuoi occhi non possono fare a meno di saettare verso il profilo dell’altro uomo, biondo e alto.
La tua diletta sorride furbescamente e ti lancia uno sguardo triste, che ti dice “non scappare più”.
«Ti presento mio cugino. Si chiama Brad».
La donna fa un paio di passi veloci verso di te, quasi danzando.
Hai sempre amato i suoi piedi ballerini, le sue movenze eleganti, i suoi occhi enormi.
L’hai sempre amata, e lei ha sempre amato te, lo capisci solo ora che sei tornato.
Le vostre labbra si sfiorano appena, ma sai che tutto è risolto.
«Bentornato a casa».

È vigliacco chi fugge; colui che ritorna ha la forza per cambiare.





~E siamo alla fine. Questo è l'autunno, signori, quell'autunno che ha appena cominciato ad avvolgerci e che ci terrà stretti a sé per altri tre mesi almeno.
E poi c'è Martin. Il timido, insicuro Martin. E' un giovane adulto, ha una donna che lo ama, un figlio che stravede per lui. E ha le sue paure, Martin, ha i suoi dubbi, quei dubbi che lo corrodono nel profondo e non lo lasciano in pace. E ha bisogno di pensare, Martin, ha bisogno di camminare, cambiare aria per un po'. Crede di aver sbagliato ad allontanarsi dai suoi affetti... ma quando trova il coraggio per tornare, scoprirà che la sua famiglia non l'ha mai lasciato. Questo è l'abbandono della paura.


Nel caso ve lo foste chiesti... ho evidenziato quattro parole, in questi quattro racconti. Quattro parole che descrivono ogni stagione ;)
Ed io qui vi saluto. Grazie, grazie davvero per i minuti che avete passato a leggere questa mia raccolta. Le stagioni si seguono, si accavallano, lasciano gioie e ricordi... e danno la forza per ricominciare. Un anno è passato :) Ora ne comincia un altro. Ed è sempre così. E sempre sarà così.
Un sorriso a voi, cari lettori.
~Cielo
  
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