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Autore: JenniferButterflyGirl    03/11/2005    1 recensioni
Può un vampiro essere più amabile,verso di noi, dei nostri propri consanguinei?Si,evidentemente....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

 

Cap.8: Il dolore di Harry 2°parte

 

Draco fece loro cenno di seguirlo in un angolo. Era evidente che, Harry, non desiderasse averlo vicino, al momento. Stava condividendo il dolore con chi conosceva Ron. La presenza di Draco, ora, non offrirebbe conforto, sopratutto considerando ciò che stava per fare.

“Sono contento di vedervi entrambi”, mormorò Draco. “Questo sarà...un tempo molto difficile... per tutti loro.

Severus accennò col capo. “Posso capirlo. Questo vuol annunciare che non siamo, completamente, liberi da Voldemort. Non intendo essere allarmista Draco, ma credo che il tuo debito di sangue abbia più segreti di quello che tu pensi.

Draco fece cenno di si col capo. “Sono d’accordo. Chiunque sia che ha attaccato i possedimenti dei Potter, era in cerca di Harry. Probabilmente hanno razziato il luogo per rabbia, quando non hanno trovato il ragazzo. Ma non arriveranno a lui. Giuro che non lo permetterò.”

Blaise, intervenne, la voce calma. “E’ un peccato, sai. Mi piace Harry, davvero. E’ un pò chiacchierone, ma non in modo dannoso. Mi chiedo, però, chi è la piccola testa rossa? Visto come si comporta? E’ una donna di spirito...

Notando l’interesse di Blaise, Draco sorrise. La situazione stava risultando ideale. Blaise, tratterrebbe bene una donna mortale, Draco lo sapeva.

“Sarebbe ideale, Blaise”, bisbigliò Draco, “se tu la prendi come tua. I nostri costumi affermano che qualsiasi mortale che passa per questo reame, sia possesso di un vampiro. Li prenderei entrambi –solo per proteggerli, sia chiaro­- ma Harry ora richiede la mia piena attenzione. Tu la tratteresti bene. Harry...Harry non la prenderebbe bene se dovessero essere messe all’asta, lo sai. Dubito che sarà d’accordo comunque.”

Blaise accennò col capo, un piccolo sorriso che attraversava la sua faccia.”Sarebbe un onore. Giuro che non te ne pentirai.

Severus sogghignò sarcasticamente, guardando verso Draco. “Non mi piace Harry, Draco. Penso che sia un piccolo bastardo arrogante. Tuttavia, prenderò l’altra. E’ abbastanza attraente, e non sembra agitarsi troppo sul suo aspetto. Non sopporto le donne che lo fanno.

Draco nascose un riso soffocato. Severus era duro, si, ma Draco conosceva bene l’uomo. Era capace di grande cura, nel suo proprio modo. Non avrebbe fatto male alla ragazza.

“E’ appena rimasta vedova, Severus. Ho fiducia che non gli provocherai dolore non necessario”, l’avvertì calmo Draco.

Severus scosse la testa. “Nonostante quello che pensi, non mi piace versare sale nelle ferite di qualcuno che ha avuto tale perdita. Non la costringerei.”

Le donne sarebbero sicure con Blaise e Severus. Era molto meglio così che una vendita all’asta. Dato che sia Blaise che Severus avevano i propri appartamenti nel feudo, Harry poteva incontrare i propri amici.

Non ci sarebbero visite frequenti, tuttavia. Harry doveva prima collegare con Draco. Doveva essere lui, la persona da cui Harry correva con le sue speranze, paure e sogni.  

“E’ ora. Hermione e Ginny, come li ha chiamati Harry, hanno bisogno di riposo. Tratteremo più tardi, col problema di Voldemort”, disse Draco.

 

 

“Non puoi, Draco!” Gridò Harry Potter, la faccia livida per la rabbia. Occhi stretti, quasi ringhiando. Si parò d’innanzi a Hermione e Ginny, un’ira criminale che colmava il suo cuore.

“Non puoi, Draco! Dovrai uccidermi prima, te lo giuro! Loro...loro non poseranno un dito sulle ragazze! Permettigli di tornare a casa! Dannazione, non condannarle al mio fato!” Harry poteva sentire la sua voce tremare.

Desiderava piangere. Voleva gridare. Voleva il controllo della sua vita. Ma, non poteva gridare, piangere. Draco sembrava avere il controllo su tutto. La situazione era senza speranza. Harry fece l’unica cosa che poteva fare –perdere il suo temperamento.

Harry avvertì la mano di Hermione sulla sua spalla. Sentì la sua voce, calma, nell’orecchio. “Harry”, disse dolcemente, “attento.

Harry, quasi l’ignorò. Questo era tra lui e Draco.

Anche Blaise e Severus sembravano sorpresi alla rabbia di Harry. Crabbe e Goyle erano in piedi, in un lato, come ordinatogli da Draco, impediti ad intervenire, nessuna questione come grande era lo scoppio d’ira del giovane.

“Non sto condannandoli a qualsiasi cosa”, fu la calma replica di Draco. “E’ il nostro costume che i mortali che vagano nel nostro reame, vengano dati a vampiri. E’ la volontà del fato, dice una delle nostre tradizioni più antiche, che portano qui i mortali. Ci sono ragioni perché questo succede, Harry. Non sto vendendole all’asta. Le sto consegnando alla cura dei miei consulenti più fidati. Ti avevo assicurato che avrei fatto del mio meglio per tutti quelli che erano coinvolti, e credo che l’abbia fatto.

Harry si sentì come se la sua rabbia lo stesse bruciando, da dentro a fuori. Si sentì come se fosse sul fuoco. Odiava quella sensazione. Odiava non riuscire a controllare il suo temperamento. Odiava avere simili scoppi di rabbia.

Era incredibile. Era adirato con se stesso per essere così debole. Era adirato con i suoi genitori e Ron per essere morti. Era adirato con suo zio per essere coinvolto con Draco Malfoy. Era adirato con Draco per chiedergli qualcosa che non era sicuro lui poteva dargli.

Che tu sia dannato, Malfoy! Che tu sia dannato nella più oscura buca dell’inferno! Permettigli di tornare a casa, dannazione! Lei ha perso suo marito...e Ginny ha perso suo fratello. Vuoi aumentare il loro dolore? Come osi fargli questo! COME OSI FAR QUESTO A ME!”

Harry non poteva più fermarsi. Attaccò Draco. Draco, però, era più forte, e prese Harry per la vita. Harry lottò contro il biondo, ottenendo solo che lo stringesse più forte.

Harry guardò Draco alzare la mano. La guardia si avvicinò. Severus e Blaise avevano seguito l’alterco. Hermione e Ginny si tenevano per mano. A Harry non interessava di avere pubblico.

Tutto quello che voleva era far male a Draco. Cominciò a colpirlo sul petto con i pugni, gridando. “Perché?!?! Perché mi fai questo? Perché, devono morire tutti?”

Draco gli afferrò le mani, intrappolandolo efficacemente contro di se.

“Crabbe, Goyle, prendete le guardie e andatevene. Severus, Blaise per favore, scortate le signore alle loro nuove dimore. Ho bisogno di restare solo con lui...” La voce di Draco era calma.

Harry, semplicemente, guardava il pavimento. Sentì i loro passi allontanarsi. Poi, sentì la porta chiudersi dietro a loro.

Era nuovamente solo con Draco.

Draco lo rilasciò. “Harry, mi spiace...” cominciò.

Harry, però, non stava ascoltandolo. Harry fece l’unica cosa che poteva quando provava dolore. Corse.

 

 

Draco lo trovò un’ora più tardi. Il ragazzo era fuori nei giardini, seduto su di una panca in pietra. Stava lanciando pietre in un piccolo stagno.

La sua faccia era macchiata da lacrime.

Draco si sedette accanto a lui, posando una mano sul suo ginocchio.

“Ho fatto tutto ciò che potevo. Capisco che stai provando dolore. Sa Zeus che vorrei poterti consolare, ma tu non me lo permetterai, perché non permetti a nessuno di avvicinarsi a te”, disse Draco, più dolcemente che poteva.

Harry non lo negò. Harry alzò gli occhi verdi, pieni di lacrime, per incontrare il suo sguardo.

“E’ stato il primo che sia mai stato gentile con me”, bisbigliò Harry. “Ora se n’è andato, ed è colpa mia. Io l’ho mandato là. Io li mandai tutti là.”

Il cuore di Draco doleva. Harry era così addolorato. La morte del suo amico, sembrava che stesse uccidendolo per il dolore. Draco desiderava poterlo abbracciare, ma sapeva che Harry, ora, non avrebbe apprezzato il gesto.

“La mia offerta è ancora valida, Harry”, disse con tono dolce. “Voglio ancora darti tutto. Voglio che tu sappia che niente di tutto ciò è colpa tua. Se accetti, se decidi di accettare la mia offerta, sarò nelle nostre camere.

Draco si alzò, contenendo ancora il viso di Harry tra le mani, in modo che potessero guardarsi negli occhi. “Non ho mai fatto nulla, da che ti ho incontrato, che non fosse per te. Voglio che tu lo sappia.”

E Draco lo lasciò nuovamente in pace.

 

 

Harry poteva vedere la figura scura di Severus Snape attraverso la finestra. Aveva trovato l’appartamento privato di Snape.

Ora, avrebbe potuto liberare Hermione. Poi, libererebbe Ginny, e potrebbero lasciare per sempre questo luogo. Forse, potevano ancora essere felici.

Harry bussò alla finestra, come faceva sempre, quando voleva visitare Hermione e Ron. Era un segnale che lei avrebbe capito.

Fu uno shock, quando fu Severus Snape che, invece, aprì la finestra.

“Potter?” Bisbigliò sorpreso il più vecchio uomo. “Per il nome d’Ade, che sta facendo qui?”

“Sono venuto a trovare Hermione, signore. Fu la risposta, onesta, di Harry. Non aveva nessuna ragione di mentire. Lo riteneva, inoltre, imprudente. Ron era morto. La sua vita era rovinata. Non pensava che avesse più nulla da perdere.

Severus sopirò. “Sta dormendo, ora. Suppongo che sia normale, dopo tutto ciò che ha passato. Se la vuole visitare, deve tornare in un migliore momento. Perché, non è col Lord, Potter?”

Harry rifletté per un momento. Nuovamente, decise di rispondere con onestà. “Voglio andarmene, ecco perché. Voglio andare a casa.”

Severus sorrise sarcasticamente. “Da quello che so su di lei –e mi creda, Draco mi ha detto tutto ciò che sa di lei- Draco Malfoy la tratta meglio di chiunque ci sia a casa sua. Se lei non lo vede, poi è un idiota. Vedendo come sta restando davanti alla mia finestra, tentando di portare via una ragazza che sta male, da un luogo sicuro, direi che, definitivamente, lei sia un idiota. Buonanotte, Potter. Se non se ne va via entro pochi secondi, chiamerò le guardie.

La finestra si chiuse in faccia al giovane.

 

 

Ci volle molto più tempo, per trovare le stanze di Blaise Zabini. A Harry piaceva Blaise. Forse, potrebbe far capire le sue ragioni a Blaise.

Harry pensava che non sarebbe stato capace di ferirlo per liberare Ginny.

Decidendo d’essere franco nell’intenzione di liberare Ginny, Harry bussò semplicemente alla porta. Con dispiacere, fu Blaise che aprì.

“Harry?” Chiese, in tono tranquillo. “Che cosa stai facendo qui? E’ tardi. Ginny sta già dormendo.”

Con voce ferma, rispose, “Devo riportarla a casa.

Blaise sembrava interessato. “Ora è nella sua nuova casa, Harry. Vuoi che ti riaccompagni alle tue stanze? So che hai avuto un giorno molto cattivo, oggi...Perché non torni da Draco?”

Harry avvertiva l’ira che si riaccendeva. Non voleva tornare da Draco. Perché tutti affermavano che doveva tornare da lui?

Osservando che Harry non rispondeva, Blaise sospirò, congiungendolo oltre la soglia, che chiuse dietro di se.

“So che pensi che dovresti attaccarti all’orgoglio, Harry, ma Draco non vuole che ti faccia male. Quando ho affermato che Draco non ha parlato d’altro per una decade, intendevo realmente quello. Tu non te ne sei accorto, perché non lo conoscevi prima, ma ora è molto più felice. Ora è più gentile. Tu sei buono per lui. E se sarai onesto con te stesso, penso che comprenderesti che lui è buono per te”, concluse Blaise, posando una mano sulla sua spalla, come farebbe un amico.

Harry volse lo sguardo a terra. “Tutti dicono così. Anche prima che me n’andassi...Prima che...Quando Ron era ancora vivo...Hermione vide Draco...Lei disse che tutto sarebbe andato bene. Tutti sembrano pensarlo...Anche Snape.”

Blaise sorrise. “Nonostante quello che tu pensi, non stanno tentando tutti di farti male. Snape è un bastardo, si, ma è onesto. Hermione è uno dei tuoi migliori amici. E io, Harry conosco molto bene Draco. Prendi il mio consiglio, come quello di un nuovo amico. Torna da Draco. Vuole solo aiutarti a superare questo momento.

Harry sospirò. “Per favore, sii buono con lei...” La sua voce, era solo un bisbiglio rotto.

“Non ho mai pensato”, disse Blaise, con un sorriso gentile, “di fare diversamente. Non preoccuparti.”

Harry si volse, percorse il portico e si allontanò.

 

 

Harry era nervoso, quando bussò alla porta delle camere di Draco.

La porta si aprì piano. Draco era dietro di lei, sembrando stranamente vulnerabile, vestito di nero. Harry non sapeva cosa dire, e volse lo sguardo verso terra.

“Speravo che venissi, stasera”, disse Draco. “Comprendi che, venendo qui stasera, hai accettato la mia offerta? Io voglio darti tutto, ma tu devi fare altrettanto. Devi essere aperto. Devi parlare, e devi avere fiducia...”

Harry fece di si col capo. Tentò di parlare, dire qualcosa, ma non riuscì. Draco sembrò capire. Offrì la sua mano a Harry, che l’accettò.

“Se entri qui, mi stai dando il permesso di prenderti completamente, stasera. Io voglio tutto. Voglio il tuo dolore. Voglio la tua anima. Voglio la tua mente, e voglio il tuo corpo. Se entri, stai dicendo che proverai le cose al mio modo, solo per stanotte. Puoi essere d’accordo su questo?”

Harry accettò. “Io posso...” Harry si sentiva a pezzi, dolorante e con le lacrime che colavano sul viso. Non era sicuro di aver la forza per stare in piedi da solo. Osservando la sua debolezza, Draco avvolse Harry con le braccia, offrendogli sicurezza.

“Mi dispiace, Harry. Mi dispiace così tanto”, bisbigliò il vampiro. “Ora vieni. Mi prenderò cura di te.”

Harry avanzò oltre la soglia. Stasera, avrebbe preso quello che Draco doveva offrire.    

  
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