Debito
di sangue
di JenniferButterflyGirl
tradotto
da Freya
Cap.8:
Il dolore di Harry 2°parte
Draco
fece loro cenno di seguirlo in un angolo. Era evidente che, Harry, non desiderasse
averlo vicino, al momento. Stava condividendo il dolore con chi conosceva Ron.
La presenza di Draco, ora, non offrirebbe conforto, sopratutto considerando ciò
che stava per fare.
“Sono
contento di vedervi entrambi”, mormorò Draco. “Questo sarà...un tempo molto
difficile... per tutti loro.”
Severus
accennò col capo. “Posso capirlo. Questo vuol annunciare che non siamo,
completamente, liberi da Voldemort. Non intendo essere allarmista Draco, ma
credo che il tuo debito di sangue abbia più segreti di quello che tu pensi.”
Draco
fece cenno di si col capo. “Sono d’accordo. Chiunque sia
che ha attaccato i possedimenti dei Potter, era in
cerca di Harry. Probabilmente hanno razziato il luogo per rabbia, quando non
hanno trovato il ragazzo. Ma non arriveranno a lui.
Giuro che non lo permetterò.”
Blaise,
intervenne, la voce calma. “E’ un peccato, sai. Mi piace Harry, davvero. E’ un
pò chiacchierone, ma non in modo dannoso. Mi chiedo, però, chi è la piccola
testa rossa? Visto come si comporta? E’ una donna di spirito...”
Notando
l’interesse di Blaise, Draco sorrise. La situazione stava risultando
ideale. Blaise, tratterrebbe bene una donna mortale, Draco lo sapeva.
“Sarebbe
ideale, Blaise”, bisbigliò Draco, “se tu la prendi come tua. I nostri costumi affermano
che qualsiasi mortale che passa per questo reame, sia possesso di un vampiro.
Li prenderei entrambi –solo per proteggerli, sia chiaro- ma Harry ora richiede la mia piena attenzione. Tu la tratteresti bene.
Harry...Harry non la prenderebbe bene se dovessero
essere messe all’asta, lo sai. Dubito che sarà d’accordo comunque.”
Blaise
accennò col capo, un piccolo sorriso che attraversava la sua faccia.”Sarebbe un
onore. Giuro che non te ne pentirai.”
Severus
sogghignò sarcasticamente, guardando verso Draco. “Non mi piace Harry, Draco.
Penso che sia un piccolo bastardo arrogante. Tuttavia, prenderò l’altra. E’
abbastanza attraente, e non sembra agitarsi troppo sul suo aspetto. Non
sopporto le donne che lo fanno.”
Draco
nascose un riso soffocato. Severus era duro, si, ma Draco conosceva bene l’uomo.
Era capace di grande cura, nel suo proprio modo. Non avrebbe fatto male alla ragazza.
“E’
appena rimasta vedova, Severus. Ho fiducia che non gli provocherai
dolore non necessario”, l’avvertì calmo Draco.
Severus
scosse la testa. “Nonostante quello che pensi, non mi
piace versare sale nelle ferite di qualcuno che ha avuto tale perdita. Non la
costringerei.”
Le
donne sarebbero sicure con Blaise e Severus. Era molto meglio così che una
vendita all’asta. Dato che sia Blaise che Severus
avevano i propri appartamenti nel feudo, Harry poteva incontrare i propri
amici.
Non
ci sarebbero visite frequenti, tuttavia. Harry doveva prima collegare con Draco.
Doveva essere lui, la persona da cui Harry correva con le sue speranze, paure e
sogni.
“E’
ora. Hermione e Ginny, come li ha chiamati Harry, hanno bisogno di riposo. Tratteremo più tardi, col problema di Voldemort”, disse
Draco.
“Non
puoi, Draco!” Gridò Harry Potter, la faccia livida per la rabbia. Occhi
stretti, quasi ringhiando. Si parò d’innanzi a Hermione e Ginny, un’ira
criminale che colmava il suo cuore.
“Non
puoi, Draco! Dovrai uccidermi prima, te lo giuro!
Loro...loro non poseranno un dito sulle ragazze! Permettigli di tornare a casa!
Dannazione, non condannarle al mio fato!” Harry poteva sentire la sua voce
tremare.
Desiderava
piangere. Voleva gridare. Voleva il controllo della sua vita. Ma, non poteva gridare, piangere. Draco sembrava avere il
controllo su tutto. La situazione era senza speranza. Harry fece l’unica cosa
che poteva fare –perdere il suo temperamento.
Harry
avvertì la mano di Hermione sulla sua spalla. Sentì la sua voce, calma,
nell’orecchio. “Harry”, disse dolcemente, “attento.”
Harry, quasi l’ignorò. Questo era tra lui e Draco.
Anche
Blaise e Severus sembravano sorpresi alla rabbia di Harry. Crabbe e Goyle erano
in piedi, in un lato, come ordinatogli da Draco, impediti ad intervenire, nessuna
questione come grande era lo scoppio d’ira del giovane.
“Non
sto condannandoli a qualsiasi cosa”, fu la calma replica
di Draco. “E’ il nostro costume che i mortali che vagano nel nostro reame, vengano dati a vampiri. E’ la volontà del fato, dice una
delle nostre tradizioni più antiche, che portano qui i mortali. Ci sono ragioni
perché questo succede, Harry. Non sto vendendole all’asta. Le sto consegnando
alla cura dei miei consulenti più fidati. Ti avevo assicurato che avrei fatto
del mio meglio per tutti quelli che erano coinvolti, e credo che l’abbia fatto.”
Harry
si sentì come se la sua rabbia lo stesse bruciando, da dentro a fuori. Si sentì
come se fosse sul fuoco. Odiava quella sensazione. Odiava non riuscire a controllare
il suo temperamento. Odiava avere simili scoppi di rabbia.
Era
incredibile. Era adirato con se stesso per essere così debole. Era adirato con
i suoi genitori e Ron per essere morti. Era adirato con suo zio per essere
coinvolto con Draco Malfoy. Era adirato con Draco per chiedergli qualcosa che
non era sicuro lui poteva dargli.
“Che tu sia dannato, Malfoy! Che tu
sia dannato nella più oscura buca dell’inferno! Permettigli di tornare a casa,
dannazione! Lei ha perso suo marito...e Ginny ha perso
suo fratello. Vuoi aumentare il loro dolore? Come osi fargli questo! COME OSI
FAR QUESTO A ME!”
Harry
non poteva più fermarsi. Attaccò Draco. Draco, però, era più forte,
e prese Harry per la vita. Harry lottò contro il biondo, ottenendo solo
che lo stringesse più forte.
Harry
guardò Draco alzare la mano. La guardia si avvicinò. Severus e Blaise avevano
seguito l’alterco. Hermione e Ginny si tenevano per mano. A Harry non interessava
di avere pubblico.
Tutto
quello che voleva era far male a Draco. Cominciò a colpirlo sul petto con i
pugni, gridando. “Perché?!?! Perché
mi fai questo? Perché, devono morire tutti?”
Draco
gli afferrò le mani, intrappolandolo efficacemente contro di se.
“Crabbe,
Goyle, prendete le guardie e andatevene. Severus, Blaise per favore, scortate
le signore alle loro nuove dimore. Ho bisogno di restare solo con lui...” La
voce di Draco era calma.
Harry,
semplicemente, guardava il pavimento. Sentì i loro passi allontanarsi. Poi,
sentì la porta chiudersi dietro a loro.
Era
nuovamente solo con Draco.
Draco
lo rilasciò. “Harry, mi spiace...” cominciò.
Harry,
però, non stava ascoltandolo. Harry fece l’unica cosa che poteva
quando provava dolore. Corse.
Draco
lo trovò un’ora più tardi. Il ragazzo era fuori nei giardini, seduto su di una
panca in pietra. Stava lanciando pietre in un piccolo stagno.
La
sua faccia era macchiata da lacrime.
Draco
si sedette accanto a lui, posando una mano sul suo ginocchio.
“Ho
fatto tutto ciò che potevo. Capisco che stai provando
dolore. Sa Zeus che vorrei poterti consolare, ma tu
non me lo permetterai, perché non permetti a nessuno di avvicinarsi a te”,
disse Draco, più dolcemente che poteva.
Harry
non lo negò. Harry alzò gli occhi verdi, pieni di lacrime, per incontrare il
suo sguardo.
“E’
stato il primo che sia mai stato gentile con me”, bisbigliò Harry. “Ora se n’è
andato, ed è colpa mia. Io l’ho mandato là. Io li mandai tutti là.”
Il
cuore di Draco doleva. Harry era così addolorato. La morte del suo amico, sembrava
che stesse uccidendolo per il dolore. Draco desiderava poterlo abbracciare, ma
sapeva che Harry, ora, non avrebbe apprezzato il gesto.
“La
mia offerta è ancora valida, Harry”, disse con tono dolce. “Voglio ancora darti
tutto. Voglio che tu sappia che niente di tutto ciò è colpa tua. Se accetti, se
decidi di accettare la mia offerta, sarò nelle nostre camere.”
Draco
si alzò, contenendo ancora il viso di Harry tra le mani, in modo che potessero
guardarsi negli occhi. “Non ho mai fatto nulla, da che ti ho incontrato, che
non fosse per te. Voglio che tu lo sappia.”
E Draco
lo lasciò nuovamente in pace.
Harry
poteva vedere la figura scura di Severus Snape attraverso la finestra. Aveva
trovato l’appartamento privato di Snape.
Ora,
avrebbe potuto liberare Hermione. Poi, libererebbe Ginny, e potrebbero lasciare
per sempre questo luogo. Forse, potevano ancora essere felici.
Harry
bussò alla finestra, come faceva sempre, quando voleva visitare Hermione e Ron.
Era un segnale che lei avrebbe capito.
Fu
uno shock, quando fu Severus Snape che, invece, aprì
la finestra.
“Potter?”
Bisbigliò sorpreso il più vecchio uomo. “Per il nome d’Ade,
che sta facendo qui?”
“Sono
venuto a trovare Hermione, signore.” Fu la risposta,
onesta, di Harry. Non aveva nessuna ragione di mentire. Lo riteneva, inoltre,
imprudente. Ron era morto. La sua vita era rovinata. Non pensava che avesse più
nulla da perdere.
Severus
sopirò. “Sta dormendo, ora. Suppongo che sia normale, dopo tutto
ciò che ha passato. Se la vuole visitare, deve tornare
in un migliore momento. Perché, non è col Lord,
Potter?”
Harry
rifletté per un momento. Nuovamente, decise di rispondere con onestà. “Voglio
andarmene, ecco perché. Voglio andare a casa.”
Severus
sorrise sarcasticamente. “Da quello che so su di lei –e mi creda,
Draco mi ha detto tutto ciò che sa di lei- Draco Malfoy la tratta meglio di
chiunque ci sia a casa sua. Se lei non lo vede, poi è
un idiota. Vedendo come sta restando davanti alla mia finestra, tentando di
portare via una ragazza che sta male, da un luogo sicuro, direi
che, definitivamente, lei sia un idiota. Buonanotte, Potter. Se non se ne va
via entro pochi secondi, chiamerò le guardie.”
La
finestra si chiuse in faccia al giovane.
Ci
volle molto più tempo, per trovare le stanze di Blaise Zabini. A Harry piaceva
Blaise. Forse, potrebbe far capire le sue ragioni a Blaise.
Harry
pensava che non sarebbe stato capace di ferirlo per liberare Ginny.
Decidendo
d’essere franco nell’intenzione di liberare Ginny, Harry bussò semplicemente
alla porta. Con dispiacere, fu Blaise che aprì.
“Harry?”
Chiese, in tono tranquillo. “Che cosa stai facendo
qui? E’ tardi. Ginny sta già dormendo.”
Con
voce ferma, rispose, “Devo riportarla a casa.”
Blaise
sembrava interessato. “Ora è nella sua nuova casa, Harry. Vuoi che ti riaccompagni
alle tue stanze? So che hai avuto un giorno molto cattivo, oggi...Perché non
torni da Draco?”
Harry
avvertiva l’ira che si riaccendeva. Non voleva tornare da Draco. Perché tutti affermavano che doveva tornare da lui?
Osservando
che Harry non rispondeva, Blaise sospirò, congiungendolo oltre la soglia, che
chiuse dietro di se.
“So
che pensi che dovresti attaccarti all’orgoglio, Harry, ma Draco non vuole che
ti faccia male. Quando ho affermato che Draco non ha
parlato d’altro per una decade, intendevo realmente quello. Tu non te ne sei
accorto, perché non lo conoscevi prima, ma ora è molto più felice. Ora è più gentile.
Tu sei buono per lui. E se sarai onesto con te stesso,
penso che comprenderesti che lui è buono per te”, concluse Blaise, posando una
mano sulla sua spalla, come farebbe un amico.
Harry
volse lo sguardo a terra. “Tutti dicono così. Anche prima che me n’andassi...Prima
che...Quando Ron era ancora vivo...Hermione vide
Draco...Lei disse che tutto sarebbe andato bene. Tutti sembrano pensarlo...Anche
Snape.”
Blaise
sorrise. “Nonostante quello che tu pensi, non stanno tentando
tutti di farti male. Snape è un bastardo, si, ma è onesto. Hermione è uno dei
tuoi migliori amici. E io, Harry conosco molto bene
Draco. Prendi il mio consiglio, come quello di un nuovo amico. Torna da Draco.
Vuole solo aiutarti a superare questo momento.”
Harry
sospirò. “Per favore, sii buono con lei...” La sua voce, era solo un bisbiglio
rotto.
“Non
ho mai pensato”, disse Blaise, con un sorriso gentile, “di fare diversamente. Non
preoccuparti.”
Harry
si volse, percorse il portico e si allontanò.
Harry
era nervoso, quando bussò alla porta delle camere di Draco.
La
porta si aprì piano. Draco era dietro di lei, sembrando stranamente vulnerabile,
vestito di nero. Harry non sapeva cosa dire, e volse lo sguardo verso terra.
“Speravo
che venissi, stasera”, disse Draco. “Comprendi che, venendo qui
stasera, hai accettato la mia offerta? Io voglio darti tutto, ma tu devi fare
altrettanto. Devi essere aperto. Devi parlare, e devi
avere fiducia...”
Harry
fece di si col capo. Tentò di parlare, dire qualcosa,
ma non riuscì. Draco sembrò capire. Offrì la sua mano a Harry, che l’accettò.
“Se
entri qui, mi stai dando il permesso di prenderti
completamente, stasera. Io voglio tutto. Voglio il tuo dolore. Voglio la tua
anima. Voglio la tua mente, e voglio il tuo corpo. Se
entri, stai dicendo che proverai le cose al mio modo,
solo per stanotte. Puoi essere d’accordo su questo?”
Harry
accettò. “Io posso...” Harry si sentiva a pezzi, dolorante
e con le lacrime che colavano sul viso. Non era sicuro di aver la forza per
stare in piedi da solo. Osservando la sua debolezza, Draco avvolse Harry con le
braccia, offrendogli sicurezza.
“Mi
dispiace, Harry. Mi dispiace così tanto”, bisbigliò il vampiro. “Ora vieni. Mi
prenderò cura di te.”
Harry
avanzò oltre la soglia. Stasera, avrebbe preso quello che Draco doveva offrire.