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Autore: Lucylu    03/10/2010    1 recensioni
Nuovo capitolo!(dal terzo capitolo)
Non sapeva perché, ma l’eventualità che Mitsui stesse col do'aho gli dava fastidio. Hanamichi diceva di amarlo eppure, dopo poco tempo, si era già trovato un altro ragazzo...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMERS: I personaggi di Slam Dunk appartengo a T. Inoue, mentre la canzone "Sto quasi bene" appartiene agli Studio 3 e agli aventi diritto.

NOTE: Scrivendo Say goodbye mi sono resa conto che non poteva lasciarla così, sono un tipo che ama i lieto fine e pur sapendo che la vita avvolte va così... non potevo. Io voglio scrivere di storie, se possibile, dove l'amore vince sempre, quindi leggete e continuate a sognare con me.


RINGRAZIAMENTI:

divinakanza: prima di tutto grazie per aver commentato, di aver letto e di non avermi uccisa nel leggere il finale ^^"".  Spero ti piaccia anche questo capitolo, in realtà la fic finisce bene, ma solo tra due capitoli. XD 

Inoltre ringrazio tutti quelli che hanno letto la prima parte. 


Sto quasi bene

Un altro giorno stava per passare, mancava poco e sarebbe giunto in palestra per l'allenamento pomeridiano dove si sarebbe scontrato con i suoi sentimenti ancora più forti, più distruttivi perché non poteva sfiorarlo. Si, perché Hanamichi Sakuragi, detto la pazza scimmia rossa, era cambiato, di poco, ma lo era, per poter sopravvivere al dolore di vedere la sua kitsune con Sendo.
Da quel giorno erano passate due settimane in cui aveva sepolto il suo cuore, dimenticandosi di tutto, sorridendo e scherzando con il Guntai, facendo lo scemo con Yohei... riassaporando la sua libertà. Ma durante gli allenamenti tutto era diverso, anche i compagni si erano accorti che qualcosa non andava: non l'avevano mai visto fuggire da Rukawa, eppure ogni giorno si scontravano con quella realtà irreale. Non c'erano più risse e se anche si sentiva un do'aho, il diretto interessato continuava a giocare.
Hanamichi non poteva fare altro.

Doveva picchiare la volpe?

No, non più, si era ripromesso di non ricascarci perché toccarlo, sentire il suo profumo, sarebbe stato troppo, e anche il solo stargli accanto semplicemente giocando insieme era difficile da sopportare. Tanto vicino eppure così lontano, questo pensiero lo distruggeva e se guardava al suo mondo interiore vedeva solo macerie e sogni persi per sempre.
Risentiva ancora la voce di Rukawa dirgli che tutto era finito, che non l’amava più… che ora stava con Sendo.
Stavano insieme.
E per lui non c’era più spazio nel cuore del moro e, forse, non c’era mai stato. Infondo, Rukawa non gli aveva mai detto esplicitamente di amarlo, neppure un semplice 'mi piaci'. Semplicemente gli era saltato addosso a fine allenamento, l'aveva baciato con passione e poi si era ritrovato stretto tra quelle braccia a casa di Kaede. Era stato tutto così improvviso, ma era stato felice, pensava di aver conquistato quella bella volpe. Invece si era sbagliato e ora soffriva da morire nel pensarlo assieme a un altro, magari si erano anche uniti fisicamente… lui non era più nessuno.
Nonostante questo i giorni passavano, il sole sorgeva e tramontava e lui si rendeva conto che continuava a vivere.
La scuola, i compiti non fatti, le ore di buca, gli allenamenti con la squadra e poi di corsa a casa a studiare, a cenare con la madre per poi uscire a divertirsi con i suoi amici. Ridere e scherzare per ogni minima sciocchezza, mentre la sera, tra le coperte, piangere lacrime amare, ricordare in ogni suo attimo il giorno del suo abbandono.
Solo Yohei l'aveva visto in quello stato pietoso, certo per sbaglio, ma cosa ne poteva sapere lui che quel giorno il suo migliore amico gli avrebbe fatto una visita?

Dannato quel giorno!

Perché sua madre l'aveva lasciato entrare in casa ad aspettarlo?
Kami, non poteva dargli ancora un minimo di dignità, solo un attimo per sfogarsi e fingere che tutto andasse bene? No, forse non se lo meritava, forse era stato giusto così, perché da quel giorno Mito si era preso il compito di farlo ridere e vivere ancora.
E ora arrivava la parte più difficile: pochi passi e avrebbe rivisto il suo ex-ragazzo.
Un nodo in gola stringeva forte e con il cuore a mille mise piede in palestra: tutti si stavano già riscaldando e non fecero caso alla sua entrata. Si guardò un po' intorno e, sospirando piano, s'incamminò verso lo spogliatoio, aveva pochi minuti prima dell’inizio dell'allenamento: li avrebbe usati tutti per prepararsi psicologicamente.
Appena entrato si appoggiò al muro: come aveva previsto non c'era nessuno in quella stanza e, più rilassato, si tolse la giacca della divisa. In pochi passi raggiunse il proprio armadietto e la pose al suo interno. Le mani lavoravano freneticamente con i bottoni della camicia, quando una presenza alle sue spalle lo fece raggelare: avrebbe sempre riconosciuto quello sguardo su di sé.

"Come stai?" si sentì chiedere e per un attimo, le macerie dentro al suo cuore creparono ancora di più, rendendolo incapace di respirare. Erano due settimane che Kaede non gli rivolgeva la parola direttamente, certo anche lui non scherzava mica, ma cosa poteva fare?
La sua anima anelava ancora Rukawa, lo desiderava e sognava di stare ancora con lui, ma era appunto un sogno, un'illusione che lo rendeva arido nel cuore. Non gli costava nulla immaginarsi ancora insieme, uscire con lui e passare ore e ore abbracciati sotto il plaid sul divano a guardare una partita di basket.

Ma non c'era più nessun noi.

Inumidendosi le labbra, si volse e dopo tanto tempo osservò la sua kitsune: erano faccia a faccia, loro due da soli senza i compagni di squadra. In quegli occhi blu Hanamichi lesse un frammento di timore e pena, non desiderava vedere quei sentimenti sul suo volto... no, perché lui era forte.

"Sto quasi bene..." disse in un sussurro quella verità così difficile da accettare, perché era maledettamente vero; stava riprendendosi, giorno per giorno riusciva a vivere senza la sua volpetta narcolettica. E ora, con sguardo velato di malinconia rispondeva sinceramente a quella domanda mentre il cuore si sgretolava ancora un po'.
Quanto tempo ci avrebbe messo a ripararsi o, forse, non si sarebbe potuto aggiustare?
Non c'erano risposte, solo col tempo l’avrebbe saputo.

"Nh..." replicò il moro, uscendo dallo spogliatoio, lasciando Hanamichi a fissare la sua schiena allontanarsi e, come in un sogno, la vide annebbiarsi e sparire nel nero corridoio. Ma stava sognando?
No, solo lacrime amare scendevano sulle guance e sulla bocca che si socchiuse, sospirando l'altra parte della verità, quella distruttiva, quella che non gli dava pace: "Mi manchi, tutto qui... mi manchi..."



Fine


La RUbricHANA

Si_apre_una_porta_e_entra_Sendo_con_un_foglietto_in_mano_e_legge: "carissime lettrici, non prendetevela, come vi avevo precedentemente detto la storia ha un lieto fine, quindi portate pazienza e continuate a seguirmi. Grazie a tutte, vostra Lucy." Bene, ora vado anch’io, ci si sente bellezze!^_________________^


  
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