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Autore: Milena90    04/10/2010    0 recensioni
Una storia ispirata alla realtà del passato, ma in un luogo immaginario, mescolanze di realtà e fantasie.
Una storia nell'anonimato che non cambierà il destino di nessuno.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alzando il braccio, solleva con una lunga pinza una provetta piena di liquido rossastro. Avvicinandosela al viso lo sguardo oltremare studia quella sostanza in piena controluce della finestra. Scuote appena quel miscuglio provocando una reazione: una schiuma rosata comincia a salire rischiando di uscire dal recipiente ma, probabilmente, ciò era già aspettato dall'uomo che ancora fissa la provetta senza battere ciglio, lasciando che la schiuma esca, cadendo in una bacinella d'acciaio.

Finita la reazione un sorrisetto nasce dalle sottili labbra di quell'osservatore attento, che lasciando cadere le ultime gocce prende in mano il vetro e in un sorso ne consuma il contenuto. Ripone tutto sul tavolo di lavoro.

Girandosi ora pone l'attenzione ad una vasca piena d'acqua, fino ad allora stata alle sue spalle. Si sfila la vestaglia, e scoprendo il fine corpo, si immerge, lasciandosi scivolare lentamente sul fondo fino a non avere più nessun punto di pelle a contatto con l'aria.

Dopo qualche attimo uno spasmo smuove l'uomo nell'acqua fumante, lasciando affiorare bolle d'aria dal naso, mentre la bocca rimane sigillata. L'espressione si fa contratta, quasi sofferente, e un secondo spasmo scuote il corpo nell'acqua, lentamente, dopo quest'ultima, l'acqua inizia a prendere una tonalità rosata e, con il passare del tempo, diviene sempre più torbida.

D'un tratto un turbinio di bolle frastaglia la superficie fumante, facendo riemergere la testa e le spalle dell'uomo che annaspando riprende il respiro. Il viso corrugato ancora in un'espressione di sforzo, tiene gli occhi chiusi, fino a che, ripreso il normale andamento d'inspirazione, il volto si distende lasciando aprire gli occhi dagli iridi azzurri.

I corti capelli bagnati lasciano scivolare sul collo gocce di quell'acqua torbida. Muovendo il braccio nella vasca a tentoni cerca lo scarico, e poco dopo in rumore basso è accompagnato dall'abbassamento del livello della sostanza. Spostandosi sulla destra coglie con un poco di sforzo una tinozza sul pavimento, se la rovescia addosso e un'ondata d'acqua fredda lo investe sciacquandolo. Finita la scarica ripone il contenitore dove l'aveva preso e, lasciando uscire un lungo sospiro, si adagia nella vasca tenendo i gomiti e il capo sui suoi bordi. Gli occhi fissano oltre la finestra luminosa quasi abbassati.

Vestito oramai dei suoi abiti migliori si sistema le maniche della giacca sotto quelle del lungo cappotto mentre passa verso l'uscita; porge il braccio verso il muro alla sua sinistra ove è poggiato il suo bastone da passeggio, finemente levigato e pomellato nell'impugnatura con una fine cesellatura su argento splendente, prendendolo.

Attraversato l'uscio lascia che la porta si chiuda alle sue spalle osservando la strada da sopra la scalinata della sua casa; scende lentamente ogni scalino senza staccare lo sguardo dalla strada, d'un tratto una carrozza attira la sua attenzione facendogli spostare lo sguardo sulla destra.

Fermatosi, il mezzo, davanti al marciapiede diretto alla scalinata, l'uomo continua il suo incedere, e appena apre la portella fa un cenno con la testa al cocchiere: - Puntuale come sempre Signor Albinon-

- Come voi d'altronde, signor Griff- risponde il vecchio seduto alla sua postazione - Dove intendete andare quest'oggi? Solita strada del primo della decamana, signore?..-

-Oltre che puntuale, siete anche molto attento..-

-E' il mio lavoro, signore, ma vi ringrazio..- finita la frase uno schiocco di redini fanno ripartire la carrozza con una dolce accelerazione, segno della lunga esperienza del vecchio cocchiere ora concentrato sulla strada.

-Ditemi Albinon, ha notato movimenti strani nella zona di recente, intendo nell'ora tarda..-

- Ah, signore, come al solito direi, nulla di strano, anzi, la scorsa notte è stata fin troppo tranquilla, più del solito.-

-Capisco, la ringrazio…-

Il resto della corsa passa nel più totale silenzio se non per i rumori della città e della carrozza ma, poco dopo, vengono fermati nuovamente i cavalli.

-Eccoci, signore-

-Grazie ancora, spero di metterci meno del'altra volta…- dice l'uomo uscendo dall'abitacolo accompagnato dal suo bastone, si allontana per le strette vie di quel quartiere.

Il cocchiere osservandolo uscire e andarsene dopo quel solito saluto, si china verso la finestrella in collegamento con l'interno dell'abitacolo, manda un cenno di sorriso: sul sedile rivestito di robusta stoffa rossa imbottita vi è adagiato un sacchettino di velluto blu.

***

In una vecchia palazzina, circondata da abitazioni in mattoni grigiastri scuriti dal tempo, un piccolo via vai di persone continua a entrare ed uscire attraverso la sua porta stranamente piccola e poco fatiscente; le persone che passano per il vicolo umido si mescolano e si confondono con quella processione, rendendola indistinta.

Una figura familiare ora subentra seguendo il muro opposto alla facciata del palazzo. Cammina lento con il suo bastone che segue ogni suo passo, scivolando tra quella folla senza dare nell'occhio; finisce per entrare in quella stretta entrata.

Fermatosi impugna il bastone più verso la metà per non farlo più poggiare al suolo e guardandosi attorno cerca una presenza. Dopo un attimo d'attesa, s'incammina sulla rampa di scale che si divide in due curve, raggiungendo il bivio prende quella destra e sempre con molta calma raggiunge un piccolo corridoio, subito seguito da un salotto d'aspetto. Continua a camminare e arrivando davanti alla porta interessata, con il pomello argenteo del bastone, bussa tre colpi regolari sul piano robusto.

-Avanti-

Una voce dà il permesso all'uomo di entrare. Una vecchia donna vestita in grande stile e tutta incipriata sul viso sta comoda su una piccola ottomana ricoperta di porpora. Mandando qualche altro passo si chiude nella stanza con la vecchia che gli ha concesso udienza. Rigirandosi per dare attenzione alla signora manda un cordiale ma pur sempre accennato inchino, piegando lievemente la schiena, ma non il capo.

-Buona giornata Madame Baudelaire, sono venuto come promesso per risolvere la nostra questione..-

Lo sguardo d'ella muta in un attimo, porgendo quella iniziale eleganza in una sfacciata smorfia di rammarico:

- Certamente, ma…- l'espressione muta istantaneamente appena nota lo sguardo freddo dell'uomo che l'osserva paziente, si sistema in quella sua posa seduta quasi per prepararsi ad una discussione più seria - .. ma, deve credermi, signore, questi sono tempi difficili per la mia attività e non mi è stato possibile raggiungere la somma che le devo.. le chiedo di essere paziente per altro tempo ..-

- Non ci saranno altri favoreggiamenti nel vostro caso Madame, le ho già dato abbastanza, e a quanto vedo-- - abbassa gli occhi nel dare un'occhiata alle vesti della vecchia - -- anche troppo.. richiedo che la somma mi sia restituita entro la nostra conversazione, Madame..-.

-Ma signore non saprei come fare.. - si illumina speranzosa - che ne direbbe di un pagamento con i servizi che le offre la mia attività, credo possa essere un compenso-- -

-No, denaro le ho dato, e denaro voglio indietro, sono stato chiaro?...-in quelle parole piene di fermezza e decisione, la voce non muta, è sempre presente quella profonda calma.

- Ma non dispongo di denaro al momento, le ho detto che è un momento diffi-- -

- Allora venda i suoi vestiti, a quanto posso vedere, quello che indossa quest'oggi assomiglia molto ad uno che ho potuto notare in bella vista nella vetrina della Boutique di moda parigina qui all'angolo.. deve essere costato molto..-

Spaventata ancora più di prima la donna si alza veloce dall'ottomana, portandosi la sinistra sul petto.

- Vendere i miei vestiti??- dice quasi terrorizzata -Lei non può chiedermi questo!-

- Certo che posso, inoltre, se non vuole che le faccia chiudere l'attività, dovrà pagarmi quest'oggi-- -

D'un tratto un rumore metallico a più battiti incede nella stanza senza preavviso e subito dopo un secchio rimbalza sugli ultimi scalini visibili della rampa: una pozza d'acqua s'allarga sulla tappezzeria persiana che ricopre il pavimento. Un urlo di sorpresa dalla vecchia mentre si gira di scatto nel sentire quel casino. Passato il momentaneo fracasso, qualche momento di silenzio blocca il tempo, lasciando i due a guardare perplessi la scena; sofficemente, dei leggeri passi attutiti dalla moquette scendono le scale precipitosi, una piccola figura appare dalla rampa tutta scompigliata: una bambina mulatta, vestita di una sola veste bianca che le raggiunge le ginocchia, raccoglie frettolosa il secchio. Appena si rialza, si accorge che Madame e un uomo la stanno guardando; mostrandosi sorpresa, indietreggia abbracciando l'ingombro che l'era appena caduto dalle scale rovesciandosi.

-Mi-mi scusi Madame..- dette quelle parole corre sulle scale sparendo al piano superiore.

L'uomo osservando la scena sorpreso, d'un tratto torna a guardare la donna ancora girata a mirare stralunata il tappeto bagnato - Che ci fa una bambina nel vostro edificio?!- dice secco.

Girandosi di scatto a quell'improvvisa domanda la vecchia comincia a muovere le labbra senza parlare quando, riordinate le idee, risponde:

- Nulla per ora.. è una ragazzina ancora troppo giovane, la tengo per le pulizie del mio appartamento…-

-Come ha fatto ad arrivare qui?..-chiede l'uomo con freddezza.

- Era con un'altra ragazza, una nuova, sono arrivate insieme e quella non voleva lasciare la negretta, pur di farmela tenere mi ha chiesto di darle metà compenso per il lavoro nella mia attività..-

-Da quanto sono qui..?-

-Da nemmeno due giorni, ma perché vuole sapere tutte queste cose?...-

- Dov'è la ragazza con cui è arrivata la bambina..?

- Non saprei, ecco.. starà lavorando-

- Me la chiami- Dice fermamente mostrando autorità nei confronti della donna.

- Certo, aspetti qui, andrò di persona..-

La donna, preoccupata dalla situazione, esce dalla stanza lasciando l'uomo da solo.

***

Nella stretta via, tra la folla sempre in continuo movimento, un uomo con al suo fianco un agente passa tra la gente attirando degli sguardi per la divisa del poliziotto, un cattivo segno in quella zona della città. Appena davanti ad una piccola porta, l'uomo vestito di semplici vesti da cittadino si rivolge all'altro:

- E' sicuro che il posto sia questo?..-

-Certamente, signore, il nome dataci dal ragazzo corrisponde- risponde convinto,- le descrizioni riportate nei fascicoli in archivio la identificano perfettamente..-

-Bene, allora entriamo>> si blocca d'improvviso e rigirandosi pensieroso verso l'agente riprende << dove ha trovato quei fascicoli?..-

-Non io, signore, li ha trovati il nuovo stamattina.. appena ha ricevuto l'incarico s'è buttato tra le carte, sa com'è all'inizio eheh.. - ridacchia divertito ma, appena nota che l'altro non reagisce allo stesso modo, riprende il suo discorso, - -- nell'archivio dei clandestini, essendo straniera e non di questa città il ragazzo ha avuto una buona intuizione e, sicuramente, anche molta fortuna, nonostante si abbiano pochi dati su questa ragazza, dai rapporti si può leggere che è stata trovata in una barca mercantile, nascosta nella stiva con un gruppo di negri, una cosa stranissima… non crede anche lei signor Holmes?-

-Si , si , certo..- Dice l'uomo attirato da altro riprendendo la strada verso l'interno dell'edificio.

L'agente sospirando lo segue pochi attimi dopo.

Entrando, il detective si guarda attorno e, dopo un'occhiata interrogativa al poliziotto, aspetta maggiori informazioni sul posto:

- Questa è la casa di Madame Baudelaire, è poco riconosciuta in società, ma alla fine, tutti la conoscono, è una casa chiusa.. molti personaggi importanti si possono trovare qui in certe sere… -

- Non mi dica… - Dice portando l'attenzione al via vai della scalinata principale - ..e questa scala dove porta?-

Alzando lo sguardo a osservarle, l'agente risponde preparato - Dipende, prendendo a sinistra si va nell'area con le ragazze ma, sulla destra, vi sono le stanze di Madame Baudelaire..-

- A quanto sento, conoscete molto bene il posto, agente..-

Sentitosi preso da una vampata di calore e ansia, balbettando, cerca di difendersi da quella affermazione: - Ma! Signore-n-non frequento posti del genere, io!... ci sono già stato, ma per dovere.. ho moglie e figli!-- - ,nel frattempo, inizia a seguire l'uomo che ha iniziato a salire la scalinata, ma ancora in panico continua parlargli per fargli cambiare impressione su di se - -- eh.. signore, sono un uomo di legge non potrei mai fare una cosa del genere, e poi , quella volta ero in borghese, non-ecco-non è stata una mia intenzione.. per lavoro.. quella ragazza-- -

- Non si preoccupi, non sono qui ad indagare sulla sua vita privata agente Richards..-

-Mah--- io--.. - blatera con il viso oramai paonazzo ma poco dopo continua a seguire l'uomo in silenzio, convintosi che sia il migliore modo per non peggiorare la situazione.

Appena arrivati a metà scalinata, una donna tutta in ghingheri, e visibilmente ansiosa, compare davanti a loro; l'agente la riconosce e con sorpresa la chiama - Madame Baudelaire..-

La signora, alzando lo sguardo dagli scalini, nota i due uomini, tra cui, più in particolare, il poliziotto; ricomponendosi all'istante, prende un'espressione tranquilla e serena, tirando le tinte labbra in un sorriso - Buona giornata signori, posso fare qualcosa per voi?..- si ferma dopo pochi altri passi, poggiando elegantemente la sinistra sul lucido corrimano in legno.

Mostrando riverenza alla donna il detective le risponde cordiale -A dire la verità, si, Madame, dovremmo chiederle di una ragazza che, sappiamo, avete accolto nella vostra casa.. la signorina Isabelle Knox.. è stata trovata questa mattina nella proprietà di Padre McOnell… priva di vita..-.

***

Aspettando in piedi l'arrivo della donna, nel frattempo, l'uomo si guarda attorno: osserva i tendaggi che nascondono la vista degli interni dai balconi, gli arredi eleganti e le scale; si ferma a rimirare quella rampa ripensando alla scena precedente e, dopo qualche altro attimo di riflessione, avanza verso quel suo interesse.

Raggiunge a passi lenti i primi scalini e osserva la fine di quella successione, il piano superiore non è illuminato come la stanza in cui rimane, ma nota comunque, con un poco di sforzo, una debole luce, probabilmente di un lume. Dopo aver percepito quella fonte, inizia a salire la scalinata, raggiungendo dopo alcuni passi la fine della rampa. Vede la candela sul pavimento che dà una fioca tonalità calda. Non sembra esserci nessun'altro oltre l'uomo ma questo si accorge che fino a poco tempo prima del suo arrivo qualcuno ci stava, infatti, nota un piccolo cestino ricamato con all'interno il dispensabile per cucire e, proprio affianco, una piccolissima veste adatta solamente ad una bambola e, per l'appunto vi era anche quel giocattolo poco più avanti.

Abbassa lo sguardo continuando a mirare quei ritagli di stoffa e la figura in miniatura ma, appena ci si china affianco per raccoglierla, un corto lamento trattenuto attira immediatamente l'attenzione dell'uomo, ora è certo di non essere solo nella stanza.

Si raddrizza in piedi con la bambola in mano e si guarda attorno:- C'è qualcuno in questa stanza?..-

Nessuna risposta.

Concentrando lo sguardo negli angoli più bui, comincia a mandare qualche passo mentre riprende a parlare.

- Ho visto questa bella bambola sul pavimento, è di qualcuno?..-

Ancora nessuna parola.

Non notando alcun movimento, ritorna a dirigersi per le scale con un'espressione divertita sul volto.

-Mhh..Quindi posso anche portarmela via.. se non è di nessuno..-

D'improvviso, appena scesi i primi scalini, una vocina esclama un disperato -NO!-

Girandosi continua a sorridere - Allora, c'è qualcuno… - osserva la bambola che tiene nella destra ma poi da uno sguardo alla bambina uscita dal suo nascondiglio, è la stessa che aveva visto prima con Madame Baudelaire. - Questa bambola è tua?..-

-..si..- Risponde la piccola con un filo di voce e gli occhioni lucidi.

Rinvigorisce il sorriso mandando un piccolo sbuffo col naso e, tendendo il giocattolo verso la piccola, le si rivolge continuando a mostrare la bianca dentatura.

- Tieni, scusami, non intendevo prendertela…-

Attendendo che la bambina gli si avvicini mantiene il sorriso, ma quella non fa un passo.

L'espressione dell'uomo muta in quell'attimo, mostrando sorpresa:- Non rivuoi la tua bambola?..-

La bambina continua a guardarlo con quei suoi grandi occhi scuri, silenziosa.

Riportando il sorriso sulle proprie labbra si rivolge ancora alla piccola con voce calma - Non ti preoccupare, voglio solo ridarti la tua bambola..-

Corrugando quel poco la liscia fronte dorata risponde all'uomo - Madame dice che non bisogna fidarsi degli uomini, che a loro interessa solo spassarsela, e che quelli che non pagano sono ancora più disgraziati..-

Ascoltando quelle parole perde il sorriso, immagina la vecchia pronunciare quelle parole, :- Madame ha ragione, non devi fidarti degli uomini che entrano qui dentro..-, manda un ultimo cenno di sorriso, -.. ecco, rimetto la tua bambola sul pavimento, così ti lascio continuare il suo vestito- mentre pronuncia quelle parole poggia il giocattolo a terra dove l'aveva raccolto; raddrizzandosi fa un cenno d'inchino con la testa - Ciao bambina..- si gira e scende le scale.

Appena ritorna al piano inferiore la porta si apre facendo incedere la vecchia seguita da due uomini.

***

Nella stanza, piccoli sprazzi di luce passano come linee a mezz'aria attraverso l'atmosfera cupa.

I mobili al suo interno sono per lo più ribaltati e, in fondo, un letto illuminato parzialmente dall'unica finestra mostra chiazze di sangue e pezzi di stracci leggeri tinti di quel rosso oramai condensato in grumi più scuri, quasi neri, ammucchiati ai suoi bordi; nel mezzo di quella macabra cornice, un corpo è steso in posa innaturale, le ginocchia livide, come un lato della fronte gonfia, le mani chiuse in un pugno non più ostinato, e il petto lacerato da una ferita profonda da cui un colmo rivolo di sangue s'è coagulato seguendo le forme di quel corpo fino al lenzuolo. Tra le gambe vi sono macchie d'altro sangue, anche se non sembrano esservi ferite.

A quella vista, rimanendo sbigottito, indietreggia continuando a fissare quel corpo, nessun pensiero passa per la sua mente, e la sua voce non manda alcun suono se non il faticato respiro dalla bocca aperta. Continuando ad indietreggiare qualcosa si sposta a contatto con il piede del ragazzo; abbassando lo sguardo nota solo adesso un coltello, la lama macchiata di sangue, la lieve luce la fa brillare di una tonalità rossastra.

Immobilizzato da quella vista, non riempie nemmeno il torace d'aria che esce di corsa dalla casa; correndo a perdifiato tra quei campi dorati il respiro è affannato da diversi singhiozzi, le lacrime scorrono lungo le guance, gli occhi stropicciati dal sole e un'espressione sofferta è impressa su quel volto invecchiato di colpo.

***

Raggiungendo la stanza, accompagnati dalla signora elegante, trovano inaspettatamente un uomo già all'interno alquanto sorpreso dell'arrivo dei due uomini.

- Signor Riff, ecco due persone che potranno darle una risposta alla sua domanda..- Dice quasi seccamente, la donna, rivolgendosi a quella figura elegante.

Holmes lancia una squadrata a signor Riff, ma, ritornando subito alla signora, si rivolge con fare stranito - Rispondere ad una domanda del signor Riff? Madame, Noi saremmo venuti da lei per farle delle domande a riguardo…-

- In effetti, Madame, anche io mi sarei aspettato altro, senza immaginare di dover coinvolgere terzi… - ribadisce il signor Riff.

Buttandosi sulla poltrona, quasi mostrando uno svenimento, Madame Baudelaire si lascia uscire un lungo respiro e, allungando il braccio al tavolino affianco all'ottomana, raggiunge il portasigarette d'argento, inizia così a fumarsi una sigaretta attraverso il bocchino in avorio. Dopo una profonda inspirazione inizia a parlare con tono calmato dal fumo:- Signori, io non so nulla di questa ragazza, è qui da nemmeno due giorni, l'ho accolta nella mia rispettata casa dopo che si è offerta di lavorare per me..- rilascia il fumo rimasto nei polmoni son un sospiro, e ricominciando a parlare dopo un respiro sibilato- ..ma quella non ha accettato neanche un cliente da quando ha promesso di lavorare per me… non sono responsabile di ciò che le accade fuori dalla mia proprietà, se l'è cercata lei..-prende un'altra boccata, - Tutte le ragazze qui dentro sono tutelate e non rischiano di finire come quelle sgualdrine che stanno per strada…- soffia una più densa coltre di fumo.

-Capiamo signora, ma sa, il mio collega, l'agente Richards sta seguendo questo omicidio e ha bisogno di tutte le informazioni che ci può fornire, la polizia non intende metterla in mezzo a questa faccenda, serve solo qualche nozione in più sulla storia di questa ragazza. Sappiamo che non è della città, è figurata tra i clandestini.. per questo le chiedo di collaborare..- dice Holmes con fermezza alla signora presa dal suo passatempo.

Il Signor Riff nel frattempo continua ad osservare la scena assumendo informazioni, rimane silenzioso per non rischiare di perdere nulla a proposito.

***

Raggiunta la sua bambola riposta al suolo, la abbraccia distratta continuando a guardare verso le scale. Avanza pochi passi e solo ora si accorge che nella stanza altre persone stanno parlando alla Madame, comprende solamente alcune parole: clandestini, lavoro, sgualdrine, ragazza.. omicidio. A quell'ultima parola, nonostante non ne conoscesse appieno il significato, una brutta sensazione le percorse la pancia.

Avvicinandosi ulteriormente alla luce più vivida del piano inferiore continua ad ascoltare più attenta.

Ode la voce di un secondo uomo:- Madame, lo sapeva che la ragazza era una clandestina?.. è stata trovata insieme ad un gruppo di negri, probabilmente tutti provenienti dall'Africa.. come ha fatto a prenderla alle sue dipendenze?...-

Ascoltando quelle parole, le gambe della bambina tremarono facendola cadere sulle ginocchia: ha capito di chi stanno parlando quelle persone. -Isabelle…- Gli occhi iniziano a riempirsi di grosse lacrime.

***

- Ma, agente, a quanto pare ne sapete di più voi a riguardo, e poi è venuta lei direttamente da me, l'ho trovata a dormire su una poltroncina d'aspetto all'ingresso, la stavo per mandare via visto che avrebbe dato fastidio ai clienti, ma quella s'è incaponita e mi ha persino convinta a tenere un'altra bambina.. capisce com'è andata?... non so nulla.. - continua a mandare nuvole di fumo dalla bocca.

L'agente scoraggiato dalla risposta della donna annuisce deluso - Capisco, Madame..-

Una vocina all'improvviso si alza da dietro quel gruppo, appena dietro il Signor Riff - Ci aveva promesso che non le sarebbe successo nulla… Isabelle ora non c'è più!..- Dagli occhi straripanti di lacrime anche un'espressione di puro odio è puntato sulla donna che, però, non muta il suo fare: le parole di una bambina, di una mezza negra, non l'avrebbero nemmeno distolta un attimo dal suo vizio. Notando quella passività nella donna, parte di corsa verso di lei, ma il signore a lei vicina, appena nota quello sprint, preso alla sprovvista, cerca di trattenere quella corsa riuscendo a malapena a mantenere il bastone in mano, che gli impedisce una presa più salda, comunque non se ne libera. -Ehi! -

-Lasciatemi!! Madame ci ha mentito, è una bugiarda!!Deve pagare!!- urla, dimenandosi tra le braccia dell'uomo, soffocata dai singhiozzi; quelle dure parole d'odio sarebbero sembrate a chiunque strane pronunciate da una bambina di quell'età, ma il resto dei presenti nella stanza non battono ciglio.

Il signor Riff continua ad abbracciarla per trattenerla ma quell'esuberante grinta avrebbe di sicuro dato la meglio alla bambina in pochi secondi, allora la solleva a fatica mentre numerose tallonate iniziano a colpirgli le gambe. La bambina non da segno di demordere a quel placcaggio ma poco dopo quella rabbia muta rapidamente in passiva tristezza per la perdita della compagna. Singhiozzi trattenuti escono da quella piccola gola dorata, provocando dei singulti e spasmi al corpo della piccola.

L'uomo notando quel repentino cambiamento se la sistema meglio in braccio stringendola e poggiandole delicatamente la destra sulla liscia e corta chioma d'ebano. La bambina s'aggrappa a quel corpo, premendo il viso sul petto d'egli; altri singhiozzi continuano a smuovere quel corpicino tremante, coperto da un'unica veste di tela.

Holmes, notato lo sfogo eccessivo della bambina, riporta lo sguardo alla donna che in quegli attimi ha iniziato una seconda sigaretta come se nulla fosse successo nulla. La voce dell'uomo con in braccio la piccola ruba di nuovo l'attenzione: - Scusatemi, ma credo che sia meglio che vada..con permesso..- manda un cenno di capo ai due uomini, poi qualche passo; raggiunge la donna fermandosi davanti alla poltrona e le si rivolge - ..e con lei, signora.. arrivederla.. tornerò il prossimo mese, e non accetterò più scuse. Buon Pomeriggio.-. Dette quelle parole, l'uomo se ne va con quel piccolo fardello tra le braccia. Scende le scale dell'ampio atrio e prima di attraversare la piccola porta principale, scosta il lungo giubbotto coprendo con un lembo il corpo della bambina per tenerla al caldo.

Uscito dall'edificio, tornato un comune palazzo cittadino tra il caos pomeridiano, si allontana da quel quartiere sempre affollato per raggiungere il posto in cui aveva lasciato il cocchiere. Ad aspettarli v'è ancora la carrozza, il vecchio in piedi affianco ai cavalli lascia che si dissetino; alzando lo sguardo si apre un sorriso - Pomeriggio impegnato questo, signore?- dice Albinon, ma, nel medesimo attimo in cui la sua vista riesce a notare quel piccolo corpicino tra le braccia dell'uomo, la fronte gli si aggrotta lasciando che la bocca gli si apra dalla sorpresa - Per Dio, cosa è successo?-

- Le spiegherò poi, signor Albinon, ma la prego, ora, mi riporti a casa..-

-Certo, signore… - Svuota il secchio a terra, pronunciando quelle parole e, invece che riportarlo nel baule posteriore insieme agli altri oggetti per le bestie, sale insieme a quello sulla sua postazione; appena vede dalla finestrella che i passeggeri si sono seduti e hanno chiuso la portella, con uno schiocco e un basso verso d'incitamento, fa partire la carrozza.

***

  
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