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Autore: Arshatt    06/10/2010    1 recensioni
Si tratta di un racconto "a puntate",ambientato dopo gli eventi di ff12 Revenant Wings. La coppia principale è quella di Balthier e Fran,ma appaiono con frequenza anche Vaan e l'intero equipaggio della Galbana, Sono previste apparizioni di altri personaggi sia tratti da FF12 sia dalla mia fantasia XD.E'un racconto fantastico del tutto inventato, dai toni romantici e drammatici,ma talvolta anche comici.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Balthier, Fran, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Con un brutale movimento delle spalle, dispiegò le luttuose piume, svelandosi ai suoi incauti ospiti.

Era un’imponente creatura alata, dalle forme femminee e slanciate. La pelle violacea era coperta solamente da pesanti cinghie scure e intarsi in metallo che le cingevano il busto e i fianchi, mentre ampie fasce in bronzo stringevano polsi e caviglie. Le mani e i piedi erano dotati di lunghe unghia incurvate, ricordando quelle di un feroce felino. Stringeva tra le mani una possente ascia, dal manico allungato simile a quello di un’asta, caratterizzata in entrambe le estremità da affilate e spaventose lame. Una voluminosa treccia raccoglieva i lisci capelli color pece e argento, mentre una benda nera le copriva interamente gi occhi e le orecchie. Il volto freddo ed inespressivo era in contrasto con le copiose lacrime di sangue che bagnavano le guance.

Emise un aspro acuto, prima di puntare la sua arma contro i seccatori che avevano osato oltraggiare la sua dimora, e segnare l’inizio della battaglia.

 

“ Maledizione… !! C’è una barriera magica!.. Dovremo fare a meno della magia..” urlò ai suoi compagni, il piccolo Kytes.

 

Mirate alle ali… Se non può volare, intercetteremo più facilmente i suoi attacchi” incitò Balthier, mentre si preparava a mirare con la canna della pistola.

 

“Kytes , vieni con me” disse Tomaj, rivolgendosi al maghetto, mentre con passo furtivo lo spingeva a seguirlo verso il lato posteriore di una colonna. “ Visto che non puoi usare le tue magie, mi aiuterai con queste” indicò col dito delle piccole bombette dentro la sua borsa “ Sono degli speciali esplosivi…”

 

“ Ma non saranno troppo piccoli?” chiese Kytes, poco convinto.

 

“ Ho detto che sono speciali mica per niente! Sta a vedere… Non appena il mostro è a tiro, passamele. Vedrai!”

 

La pericolosa creatura si scagliò contro Vaan, scaraventandogli contro la sua arma. La spada del giovane aviopirata parò il colpo, subito tentò qualche affondo invano, il nemico era dannatamente agile. Con uno scatto repentino, piazzò i suoi artigli sul braccio del povero Vaan, lacerandogli le carni con un profondo taglio e costringendolo ad abbassare la spada.

“Vaaaaaann” urlò preoccupata, Penelo. Istintivamente invocò Energiga, dimenticando per un attimo la presenza della barriera magica. Un forte senso di impotenza la pervase quando capì che ogni suo attacco curativo sarebbe stato inutile. Fece per avventarsi sul mostro, munita solo della sua asta di ciliegio quando la voce di Philo le intimò di fermarsi.

 

“ Allontanati Pen!!! “ la ragazzina planò col suo skate sopra la testa della belva, colpendola. 

 

“ Adesso Kytes!! Le bombe!”. Tomaj lanciò gli esplosivi in direzione del volto. Si trattava di palle soporifere, create con lo scopo di confondere i nemici. La creatura indietreggiò stordita, permettendo a Vaan di liberarsi dalla sua morsa. Balthier sparò due colpi che forarono le sue ali corvine, facendola accasciare su di un fianco.

 

“ Vaan ora!!” gridò, facendo segno al biondino di darle il colpo di grazia.

 

Spinse violentemente la lama della sua spada contro la schiena dell’ormai inerme creatura, trafiggendola.  Urlò contorcendosi per il dolore, prima di perdere i sensi.

 

“ Sembra.. che ce l’abbiamo.. fatta…!?” disse incredula, Penelo.

 

“ Buona notte bestiaccia!” urlò Vaan, col braccio ancora dolorante.

 

“ Evvivaa!! Siamo stati grandi! “ esultarono i due ragazzini.

 

“ Beh.. è stato facile dopotutto..” notò Tomaj.

 

“Anche troppo….” aggiunse, Balthier.

 

Diamoci una mossa, cerchiamo il tesoro. Voglio andarmene da qui il prima possibile”.  Vaan si voltò verso i suoi amici, indicando infondo alla stanza. La luce soffusa lasciava intravedere un cancello chiuso sullo sfondo.

 

“ Attentoooooooo, dietro di te!!!”  l’improvviso urlò di Balthier, fece sobbalzare tutti. Il mostro aveva ripreso a muoversi. Prima ancora che Vaan si rendesse conto di ciò che stava accadendo,  la belva aveva estratto la spada dalla sua schiena, lanciandola con un movimento rotatorio contro Kytes e Tomaj, ferendoli.

Philò le si avventò contro inferocita, stavolta però l’ascia della creatura tagliò letteralmente in due il suo skate, facendola crollare per terra. Non le diede il tempo di rialzarsi, l’afferrò e la scaraventò nel vuoto, travolgendo Penelo, poco distante da lei.

Una volta dimezzato il gruppo, l’orrenda creatura spiegò le ali sollevandosi da terra, come se i proiettili non l’avessero mai colpita, e si fiondò  contro gli unici due rimasti. Vaan era completamente disarmato, cercò di sfuggirle nascondendosi tra le colonne insieme al suo compagno.  Nonostante l’eccellente mira di Balthier, gli spari non riuscirono a colpirla, era troppo veloce.

 

“Dannazione! Ho quasi finito le munizioni! Di questo passo ci farà fuori..”

 

“Devo trovare il modo di recuperare la mia arma.. “

 

“ La distraggo io.. Tu cerca di sbrigarti. Non potrò reggere a lungo”

 

I due amici si scambiarono un’occhiata di intesa, poi Balthier uscì allo scoperto, rivelando la sua posizione.

 

“ Vediamo se riesci a prendermi uccellaccio”

 

Intanto Vaan era riuscito a raggiungere Tomaj e Kytes.

 

“ State bene ragazzi?”

 

“ Ha colpito Kytes ad una gamba, non ce la fa a camminare”

 

“Mettetevi in salvo, cercate di raggiungere l’uscita mentre io e Balthier ci occupiamo del mostro, intesi?”. I due  ragazzi annuirono. Una volta recuperata la spada, Vaan si diresse verso Penelo e Philo .

 

Pen tutto ok? Non sei ferita vero? E tu Philo?” chiese preoccupato.

 

“ A parte un bel bernoccolo, stiamo bene… Vaan dobbiamo andarcene, guarda come ci ha ridotti in pochi minuti!! Non possiamo affrontarla in queste condizioni.. e non senza la magia” risposte agitata, Penelo.

 

“ Mi costa dirlo ma… Hai ragione..  Tu e Philo raggiungete gli altri. Recupero Balthier e togliamo le tende”

 

Una volta tanto Penelo era riuscita a convincerlo di qualcosa, senza dover insistere fino all’inverosimile. Si sentì sollevata nel sentire quelle parole e con la sua amica seguì le indicazioni di Vaan.

 

“Balthier!!”

 

Appena in tempo… “ rispose l’aviopirata, visibilmente affannato.

 

“Pensavo avessi più resistenza nella corsa” . Quella battuta gli uscì fuori senza volerlo, non era il momento di scherzare, eppure non riuscì a farne a meno.

 

“ Smettila di blaterare e combatti!!”

 

Vaan colpì di sorpresa la creatura alata che si voltò di scatto sfoderando l’ascia. Riusciva a malapena a difendersi dai suoi attacchi.

 

“Guarda cos’ho trovato.. mi sa che stavolta dovrò ringraziare quello sciocco di Tomaj” disse Balthier, raccogliendo un paio di bombe soporifere che giacevano per terra. Le scagliò con forza sulla bestia, riuscendo ancora una volta a stordirla con quel  trucchetto.

 

“ Andiamocene da qui, se non vogliamo lasciarci le penne!! Balthier corriii!!”

 

I due ragazzi cercarono di raggiungere la porta d’ingresso, dove i loro amici erano rimasti ad aspettarli. Quando furono ad un passo dal mettersi in salvo, un grosso boato serrò definitivamente l’unica via d’uscita presente.  Le colonne ai lati dell’apertura crollarono spaccate in due dal taglio dell’ascia lanciata dal mostro. Adesso erano in trappola.

 

“Oh Noo!! E adesso che facciamo..? “ urlò disperata, Philo.

 

“Preghiamo….” Aggiunse con voce tremante, Tomaj.

 

“Proteggete Kytes!!” gli intimò, Penelo.

 

“Rimani dietro di me.. niente gesti avventati”. Vaan si posizionò davanti Penelo, se doveva morire, almeno l’avrebbe fatto proteggendo il suo “tesoro più prezioso”.

 

Balthier non aggiunse nulla, per la prima volta era rimasto senza parole e senza un piano. Vedere Penelo e Vaan cosi uniti, gli fece pensare a Fran. Il pensiero del dolore che le avrebbe arrecato  se l’avesse lasciata da sola, trovando la morte in quel luogo, gli strinse il cuore. Voleva tornare da lei, eppure disarmato e messo con le spalle al muro da quel mostro, gli sembrò il più improbabili dei finali. “Almeno sono riuscito a proteggerla, non portandola con me” pensò, era la sua unica consolazione. 

 

“Thundagaaaa”

 

D’un tratto una pioggia di fulmini proveniente dalla parte opposta del portone,  mandò in frantumi le rocce che ostacolavano il passaggio.

 

“Fran!!” urlò sorpreso, l’aviopirata.

 

“Non ce la fate proprio a non mettervi nei guai… “ ironizzò la viera. Era in evidente difficoltà, il Mystes che aveva incontrato durante il tragitto l’aveva notevolmente indebolita. Si era trascinata a fatica fino a lì spinta dalla brutta sensazione che qualcosa stesse andando storto. La freccia del suo arco colpì la mano del mostro, facendo cadere la sua arma.

 

“ Presto correte.. cosa state aspett..” Fran non riuscì a terminare la frase e perse i sensi, sopraffatta dal Mystes.

 

“Fraaaan… !! Dannazione!! Vaan porta Penelo e gli altri fuori di qui, al resto penso io”

 

“Ma..”

 

“Vaiiii!!!”

 

Non se lo fece ripetere di nuovo e corse via con i suoi amici, tra le proteste di Penelo, preoccupatissima per la sorte dei due soci.

 

“ Non possiamo lasciarli li da soli!!! Non ce la faranno, è una pazzia! “ sbraitò nervosa, la biondina mentre Vaan la trascinava via, tirandola per un braccio.

 

“ Dobbiamo invece, altrimenti l’intervento di Fran sarà stato inutile!!” la mise a tacere lui. Pochi minuti dopo erano fuori da quell’inferno. Non restava che raggiungere il congegno magico per ritornare in superficie.

 

Nel frattempo Balthier aveva preso in braccio la sua compagna, appartandosi nell’angolo più buoi della sala, nella speranza di riuscire a rimanere nascosti il più a lungo possibile. La creatura si era piazzata di fronte l’uscita, di guardia, in attesa di stanare le prede.

 

“ Perché non sei andato via con loro..? “ chiese Fran, con tono flebile.

 

“ Non mi piace rispondere alle domande banali.. Tu piuttosto non dovevi startene tranquilla al tuo posto?”

 

“Prima è successa una cosa… Ho pensato fosse il caso di venire a vedere come ve la stavate cavando.. E a quanto pare avevo ragione ad essere preoccupata..”

.

La guardò con disappunto. Avrebbe voluto dirle che si sbagliava, ma sapeva bene che non era vero. Se non fosse intervenuta aprendo il varco, non ce l’avrebbero fatta, almeno non Vaan e gli altri. Adesso toccava a lui metterla e mettersi in salvo. Bastava solo aspettare l’occasione propizia per muoversi da li e sgattaiolare fuori.

 

“Stringiti forte a me, non appena quel corvaccio si distrae, ce ne andiamo via da qui”

 

“Sempre il solito..” disse lei, abbozzando un sorriso.

 

“ Cosa insinuano quegli occhi da furbetta? .. Guarda che ormai l’ho capito che questa storia del Mystes è tutta una scusa per abbracciarmi, cosa credi?!” rispose lui, divertito.

 

“Cavoli, mi hai scoperto… E’ colpa del tuo fascino irresistibile, che ci vuoi fare?” lo sfotté, lei.

Si sorrisero compiaciuti di quanto fossero fuori luogo quelle loro battute leggere, in una situazione pericolosa come quella. Tornarono seri.

 

“ Non vedo più il corvaccio… dove diav..”

 

“Balthier!” lo interruppe lei, sgranando gli occhi.

 

“Cosa??” chiese lui smarrito.

 

“Balthier attento!!”

 

 Fran lo spinse violentemente contro il muro, che pochi istanti prima giaceva dietro di lei, facendogli da scudo col suo corpo. La belva li aveva colti di sorpresa, prendendoli alle spalle. Un grosso frammento di cristallo appuntito trafisse la schiena della viera, fuoriuscendo dal suo bacino. Un dolore insopportabile la percosse completamente, lasciando uscire dalla sua bocca un acuto gemito di sofferenza che le fece venire gli occhi lucidi.  Con uno strappo brutale, le zanne della creatura ritrassero il cristallo dal corpo di Fran, frantumandolo. Il sangue che sgorgava a fiotti dalla ferita, sporcò il corsetto bronzato di Balthier, totalmente atterrito da quella scena.

Cadde tra le sue braccia, priva d’ogni forza. Due colpi partirono dalla canna della sua pistola, gli ultimi, mirando dritti al cuore della bestia che si accasciò a terra ancora una volta.

Afferrò la sua compagna  e senza pensarci fuggì via. Correva  come un forsennato e continuava a ripeterle di non preoccuparsi perché sarebbe andato tutto bene, quasi a voler soffocare con quelle parole qualsiasi tremendo pensiero che cercasse di insinuarsi nella sua testa. Lei non l’ascoltava, non ne era più capace. Il braccio avvolto dietro al collo de suo compagno ormai non opponeva nessun tipo pressione, non lo stringeva. La testa abbandonata sul suo petto non riusciva più ad udire il battito del suo cuore.

Premeva disperatamente contro il suo bacino col palmo della mano cercando di bloccare temporaneamente l’emorragia, sentiva il suo sangue ancora caldo fuoriuscire dal suo corpo, facendolo divenire sempre più gelido.

 

Finalmente raggiunsero il congegno, teletrasportandosi al piano superiore. Vaan e gli altri erano rimasti ad aspettarli.

L’espressione concitata di Balthier bastò a spiegare ciò che era accaduto e che stava accadendo. Cadde in ginocchio esausto, sul pavimento bagnato mentre i ragazzi intorno a lui non riuscivano a credere ai loro occhi. Nessuno riusciva a dire nulla, solo singhiozzi e lamenti spezzavano il silenzio.

Vaan si tolse velocemente la fascia di stoffa rossa a righe dorate che gli cingeva il busto e la porse al suo amico per tamponare la ferita.

 

“Usa questa!!” disse il ragazzo, mentre gliela porgeva. Balthier lo guardò confuso e smarrito, rimase immobile, perso.

 

“Balthier..” lo richiamò all’attenzione, Penelo “Puoi spostare la mano adesso.. ci siamo noi qui con te”. Poggiò la sua mano su quella tremolante e insanguinata dell’uomo scostandola dolcemente,  la sostituì con la pezza di stoffa e pressò contro a ferita mentre con l’altra mano usava la magia curativa, nell’intento di rimarginarla.

 

“Fran mi senti??? Fran??” la chiamò il ragazzo, mentre le accarezzava il volto con la mano scarlatta.

 

“Dai forza, amica mia. Non mollare!” la implorò tra le lacrime, Penelo.

 

Kytes fissava triste la mano della ragazza, la magia  bianca non riusciva a bloccare l’emorragia, la ferita era troppo profonda. Probabilmente doveva essersene accorta anche lei.

 

“ Andiamo Fran… Apri gli occhi.. …Non lasciarmi….” la pregava disperato, Balthier. Le parole gli si spezzavano in gola, il cuore stava esplodendo per l’angoscia, sentì che stava per cedere al dolore.

 

Vaan era turbato, non era abituato a vedere il suo mentore così fragile, lui che appariva sempre forte, cinico e imperturbabile. Vederlo debole e implorante al capezzale della sua compagna lo lasciava interdetto.

 

D’un tratto un lieve movimento delle palpebre dischiuse gli occhi della viera, posandosi su quelli umidi e agitati di Balthier che a quella vista si illuminarono.

 

“Fran…”. Si lasciò scappare un tenue sorriso, per un attimo si sentì sollevato.

 

Il sangue aveva inzuppato completamente la stoffa che con cura Penelo aveva continuato a premere sulla ferita fino a quel momento. Smise di usare la magia bianca, era tutto inutile. Si sollevò in piedi e voltandosi si allontanò di qualche centimetro dalla coppia. Vaan cercò il suo sguardo per sapere i verdetto. Penelo scosse la testa, incrociando le mani sulla bocca per soffocare il rumore del pianto. Il ragazzo rimase scosso, non sapeva che fare, si sentì tremendamente inutile. Agii di impulso.

 

“Va-vado a c-cercare.. a-aiuto..” gridò, correndo via.

 

Aveva detto una sciocchezza, lo sapeva bene.  Non c’era nessuno in quella landa desolata, oltre loro. Eppure aveva sentito l’irrefrenabile impulso di scappare, non riusciva a sostenere tutta quella sofferenza. Quando fu fuori dal tempio, piegò il capo e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

 

Intanto Tomaj, Penelo e i ragazzini si erano stretti in cerchio, in un angolo, come a non voler disturbare quello che sembrava uno straziante addio.

La viera si sforzò di sollevare il braccio, in un gesto che sembrò stremarla, come se al posto di quel sottile arto, ci fosse stato un pesante macigno. Poggiò le lunghe dita affusolate sulla mano che le accarezzava la guancia. Il tepore che emanava la faceva sentire protetta, il calore di quella tenerezza le diede per un attimo l’illusione di poter sfuggire al gelo che la stava avvolgendo. Schiuse le labbra, voleva dire qualcosa ma la debolezza non glielo permetteva.

 

“Non sforzarti.. …Devi risparmiare le forze… …Ora ti riporto a casa, così potrò prendermi cura di te… e dopo non avrai più scuse.. dovrai tornare a fidarti di me”

 

Non era lucido, non si era ancora reso conto che la vita la stava abbandonando, che sarebbe rimasto da solo. Le sue parole ingenue e le sue affettuose attenzioni risuonavano nella testa di lei, come la più dolce e sacra delle preghiere. L’avrebbe lasciato, il suo corpo non le permetteva di fare altrimenti, la sua volontà non poteva opporsi. Eppure non poteva andarsene, facendogli credere una bugia.  Fece un ultimo estenuante sforzo e con gli occhi gli fece cenno di avvicinarsi. Adesso erano uno di fronte all’altra, cosi vicini da poter sentire i loro respiri, quello ansioso di lui e quello flebile di lei.

 

“F-Ffam-ran…. M-mi.. d-dispiace..d-di aver detto quelle cose.. I-ieri sera.. Non le p-pensavo v-veramen-te….  E .. a-anche quella n-notte.. Quando ti ho d-detto che non era quello che v-volevo, ho mentito.. C-credo di es-sere io la bambina d-dopotutto.. Cosi  s-spaventata da t-te.. Da n-noi.. ..E ora è cosi t-tardi.. “. Una lacrima le rigò il volto mentre un bacio a stampo le sigillò le labbra.

 

Le palpebre cedettero, non respirava più.

 

 

**Spazio dedicato ai chiarimenti**

Per chiunque volesse chiedermi qualcosa in merito alla storia, aggiornerò questo spazietto a fine capitolo ogni volta che mi verrà richiesto.

  
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