Sei tutta spume
Lentamente si infrangono sul tuo corpo
che nudo lampeggia tra le mie mani le piccole onde salate e bianche e tu sei
tutta spume in questa notte, con il respiro affannato ed i capelli scarmigliati
dal mio tocco.
Sei tutta spume agili e leggere sulla
tua pelle di madre perla, e i miei baci ti percorrono e ti irrigano il collo,
il petto, le spalle … lievi come l’acqua scorrono sulla tua pelle le mie
labbra.
Ti tengo vicina come l’aria con la
mano sulla tua schiena e il mio gesto, le mia ansietà, pendono dal tuo sguardo
scuro che questa notte riflette la luna sulla mia anima.
Il tuo sguardo, vaso di risonanze antiche
e di stelle prigioniere per il mio cuore fermo.
Mentre ti bacio, mentre affannosamente
ti sostieni al mio corpo, sento il tuo sangue pulsare più veloce e il veleno
riempie le mie labbra col suo amaro sapore di fiele, spaventoso rammentare
della mia mostruosità.
Son stanco, tutte le foglie cadono,
muoiono.
Non le mie foglie; albero secco ma mai
spoglio, eternamente condannato a se stesso.
Sempre me, sempre il mostro.
Sono stanco.
Cadono, muoiono gli uccelli. Cadono,
muoiono le vite.
Il tempo con il suo scorrere
inesorabile porta via tutto, distrugge, trasforma, lasciando un fragile
abitatore dell’eternità ad osservare.
Stanco, son stanco.
Vieni, Bella, desiderami, fammi
vibrare.
Le mie braccia arpionate come artigli
sul tuo corpo, le mie mani distruttrici sulla tua pelle fragile.
Oh, mia povera illusione, mia accesa
ghirlanda!
Non è necessario chiederlo, con le tue
dita sottili percorri il mio vecchio corpo ardendo di desiderio, respirandomi
nella bocca.
Avevo paura, ma con te l’ansia cade,
muore.
E cade e muore il desiderio del tuo
sangue.
Cadono, muoiono le fiamme del veleno nella
nostra notte infinita.
Come una fiammata di luci, una colomba di crete bionde, liberami da questa notte
che incalza e distrugge tutto ciò che è stato, liberami dal terrore di te.
Sommergimi nel tuo nido di vertigine e
di carezza.
Ubriaco di te ti imploro: desiderami,
trattienimi.
L'ebbrezza all'ombra fiorita dei tuoi occhi scuri, le cadute, i trionfi del
nostro amore, gli sbalzi della febbre che la tua pelle procura alla mia. Questo
mi tormenta mentre amo.
Tenendoti tra le braccia ti adagio sul
letto di seta scendendo sul tuo corpo.
Amami, amami, amami.
In piedi ti grido: Amami.
Infrango la mia voce in sussurri sulla
tua pelle e gridandoti piano faccio ore di fuoco per la mia gola ardente nella
notte pregna di stelle cadenti e levrieri che alla stessa velocità sorvolano il
piccolo luogo in cui è depositato il mio amore, il tuo cuore.
Senza sforzo mi impossesso della tua
purezza, rendendoti mia più di mai.
Il tuo sangue è più violento, il mio amore
più brutale.
Infrango la mia voce e grido : Donna,
amami, desiderami.
E con l’amore e il desiderio mi
trattieni a te, baciando la mia pelle morta ed implorandomi di stringerti più
forte di quanto mi sia concesso.
Il sangue che pulsa sotto la pelle
lattea diviene irresistibile quando la mia mente perde il controllo e veloce
respiro lontano nel letto.
La mia voce antica arde nei venti, la mia voce che cade e muore dinnanzi al tuo
vigore.
Stanco. Son stanco. Fuggi.
Allontanati. Estinguiti.
Il tuo corpo morbidamente accanto al
mio, ricoperto di macchie scure, è tutto ciò che rimane della nostra notte, del
nostro unirci.
Ma le tue mani mi raggiungono, mi
ritrovano premendo con i palmi sulle guance.
Mi ritraggo con un gemito incontrollato.
Non imprigionare la mia sterile testa
tra le tue mani, piuttosto mi segnino la fronte le fruste del gelo per averti
amata, la mia inquietudine per te si sferzi con i venti dell'Atlantico affinché
con le mie mani non profani mai più il tuo corpo.
Fuggi. Allontanati. Estinguiti. La mia
anima, se esiste, deve star sola.
Deve crocifiggersi, sbriciolarsi, rotolare, versarsi, contaminarsi sola, aperta
alla marea dei pianti, ardendo nel ciclone delle furie, eretta tra i monti e
tra gli uccelli, distruggersi, sterminarsi sola, abbandonata e unica come un
faro di spavento.
Ma tu mi guardi negli occhi e avvicinandoti al mio viso inerme dici tutto ciò che non avrebbe alcun senso, tutto ciò che non posso capire “Io ti amo”.
Sei tutta
spume agili e leggere
e i baci ti percorrono e t'irrigano i giorni.
Il mio gesto, la mia ansietà, pendono dal tuo sguardo.
Vaso di risonanze e di stelle prigioniere.
Son stanco, tutte le foglie cadono, muoiono.
Cadono, muoiono gli uccelli. Cadono, muoiono le vite.
Stanco, son stanco. Vieni, desiderami, fammi vibrare.
Oh, mia povera illusione, mia accesa ghirlanda!
L'ansia cade, muore. Cade, muore il desiderio.
Cadono, muoiono le fiamme nella notte infinita.
Fiammata di luci, colomba di crete bionde,
liberami da questa notte che incalza e distrugge.
Sommergimi nel tuo nido di vertigine e di carezza.
Desiderami, trattienimi.
L'ebbrezza all'ombra fiorita dei tuoi occhi,
le cadute, i trionfi, gli sbalzi della febbre.
Amami, amami, amami.
In piedi ti grido! Amami.
Infrango la mia voce gridandoti e faccio ore di fuoco
nella notte pregna di stelle e di levrieri.
Infrango la mia voce e grido. Donna, amami, desiderami.
La mia voce arde nei venti, la mia voce che cade e muore.
Stanco. Son stanco. Fuggi. Allontanati. Estinguiti.
Non imprigionare la mia sterile testa tra le tue mani.
Mi segnino la fronte le fruste del gelo.
La mia inquietudine si sferzi con i venti dell'Atlantico.
Fuggi. Allontanati. Estinguiti. La mia anima deve star sola.
Deve crocifiggersi, sbriciolarsi, rotolare,
versarsi, contaminarsi sola,
aperta alla marea dei pianti,
ardendo nel ciclone delle furie,
eretta tra i monti e tra gli uccelli,
distruggersi, sterminarsi sola,
abbandonata e unica come un faro di spavento.